lunedì 24 agosto 2020

Ho visitato la mostra di Buren a Bergamo!

 21 agosto 2020

Accipicchia! Due giorni fa ero così euforica e oggi mi ritrovo qui un po' stranita a pensare a quello che avrei potuto fare e vedere in questi giorni di pseudo normalità... ma, non avevo fatto i conti sul fatto che anche i "pirati" vanno in vacanza... Mannaggia! Ma una volta, i pirati, non dovevano sottostare ai comandi del loro capitano? Uhmm forse una volta...


Il fatto è questo.


Ho messaggiato a Edo, mio fratello, proponendo un'altra gitarella e lui, mi ha risposto che sarebbe partito l'indomani e che quindi bisognava rinviare tutto di 2 settimane....


Uffi! Odio dipendere ancora dagli altri!
Vabbeh, tanto è che me la devo far andar bene così...

così è ...per ora! Ma arriverà quel giorno che...


Ok, rimetto  dentro l'armadietto tutti i miei sogni, le mie mostre, le mie proposte, le mie scorribande e mi tuffo nella lettura... Sto leggendo un libro di Sergio Mandelli, Il senso dell'opera d'arte, che mi piace tantissimo. Presto ve ne parlerò.


Nel pomeriggio comunque, passano i pirati per farmi un saluto e quando mi presento in cucina pronta per condividere una sana e gustosa merenda a base di di yogurt greco con cereali e biscotti più topping ai frutti di bosco (piccole gioie che di questi tempi fanno bene al cuore e anche al fisico...) Fabio, mi guarda e mi dice: "Allora? Sei pronta? Domani pomeriggio andiamo in quel di Bergamo a vedere la mostra di Daniel Buren... Ti va?"
Forse ho le "traveggole". Ho sentito bene? Forse, il fatto che oggi sia riuscita, dopo mesi e mesi, ad andare dall'estetista per riappropriarmi della mia bellezza (si lo so, sono un po' vanitosa... che ci volete fare, sono nata femmina e cresciuta donna...) Mi ha dato alla testa? Non ci credo!
Respiro... accenno un sorriso... e dico: "Mi stai prendendo in giro vero? È uno scherzo?"
"No, domani si va a Bergamo!" ripete Fabio, col sorriso stampato.
A quel punto non posso fare altro che cominciare con i miei urletti e con il mio sproloquio di frasi a metà: "Ma come? ...ma non dovevate... e a che ora? ... e con cosa...ecc..."
Oh Santa polenta! Sono al settimo cielo. Non credo ancora che i miei pirati abbiano posticipato le loro vacanze di un giorno per me... Allora le piratesse hanno ancora un po' di... fascin... No, potere!!!


L'indomani alle 15'00 partiamo puntuali. Sono elettrizzata all'idea di ritornare a Bergamo. Città che ho visto di sfuggita a gennaio, quando sono stata alla fiera dell'arte (fiera fantastica, di cui ho anche scritto e che magari un giorno pubblicherò qualcosa...!). Oggi vedrò per la prima volta Bergamo Alta, perché il Palazzo della Ragione dove si tiene la mostra è proprio lì. 


Quando arriviamo in città il mio sguardo si posa sul segnale stradale che indica la GAMeC e con nonchalance lancio il sasso: "Se volete poi si potrebbe fare un salto alla GAMeC...." il sasso affonda e non si trova più!!! Peccato. I miei pirati sono ancora un po' acerbi a riguardo!
Vabbeh, accontentiamoci... E soprattutto, non rompiamo troppo... meglio tenerseli buoni!


Dopo aver parcheggiato cominciamo la scoperta di questa cittadina incredibile... Le viette che si snodano in salita con i loro negozietti e botteghe tipiche, dal sapore antico, sono incredibilmente belle e suggestive. Gli scorci che mostrano la Bergamo bassa e il panorama circostante sono mozzafiato. La città è silenziosa o meglio, si sente solo il vociare della gente che passeggia, che ride e si stupisce,  sembra di essere stati inghiottiti in un altro tempo... un tempo lontano... molto lontano.
Noto un posticino graziosissimo adatto per un aperitivo carino e avviso i miei compagni di avventura che poi se volessimo, ci potremmo "assolutamente" fermare lì!


Finalmente dopo una miriade di "Ohhh, guarda che bello... Uhhh e quello, che meraviglia... E cavoli, non ci posso credere..." ci ritroviamo nella piazza centrale e di fronte a me si staglia alto e maestoso il Palazzo della Ragione.



La mostra mi sta aspettando o meglio mi sta letteralmente chiamando. Sono emozionata perché non so bene cosa aspettarmi da un artista così strano e per me sconosciuto (tanto per cambiare!)... E se non mi piacesse? Ok, meglio salire la gradinata ed entrare senza farsi tante inutili domande! 


Appena varco la soglia della sala, il mio respiro si interrompe... lo spettacolo di tele colorate e luminose mi sconquassa... è talmente fine, elegante, leggero e così ben amalgamato a quell'ambiente che capisco all'istante che mi piace... si mi piace... e pure molto!
"Daniel Buren ha utilizzato per la prima volta nel 1965, come supporto per la propria pittura ridotta al grado 0, una tenda da sole, il cui motivo a bande verticali bianche e colorate di 8.7 cm è divenuto, da quel momento in avanti, un dispositivo visivo utilizzato dall’artista in tutti i propri lavori, dalle mostre alle commissioni pubbliche.
Illuminare lo spazio, lavori in situ e situati nasce dall’incontro tra questi fondamentali orientamenti della ricerca dell’artista e l’interesse più recente per la luce, e in particolare per le qualità e il potenziale estetico e costruttivo della fibra ottica.
In questo suggestivo contesto, i tessuti luminosi di Buren  ridefiniscono gli ambienti gettando “nuova luce” sulle antiche forme del Palazzo e sugli affreschi in esso conservati...
"



Passo davanti ad ogni tela e non resisto dal selfarmi con quasi ognuna di esse. La cosa poi che mi piace di più è che dentro questo vortice di tele luminose mi sento bene, rilassata, in pace. Mi guardo attorno e mi stupisco gioendo davanti ad ogni colore. Scelgo pure quelle che mi piacciono di più (quelle verdi e quelle blu... tanto per farvelo sapere) e mi immortalo con esse. 



Vorrei tanto toccare ma come sempre non si può, allora mi accontento di osservare il tutto a pochi millimetri! Accidenti è spettacolare... ma come cavolo ha fatto a pensare ad una cosa del genere.
Esco dalla sala diversa, ora sono sicura di una cosa: mi piace e ho fatto bene a venire a vederla. 

Ve la consiglio vivamente!  

In quel momento mi chiama Editor, che è curioso di sapere com'è andata. Appena vede il mio sorriso capisce che è stata un successo e io parto a raffica a raccontare ciò che ho visto e ciò che ho provato... e orgogliosa gli dico: "Sai questo Buren ha allestito questa installazione proprio per quella sala... ti rendi conto?"
"Certo" risponde lui "La classica installazione -site specific-"...
Silenzio... e poi, risata da parte mia... "Ahh, ecco cosa voleva dire "site specific "... a me piaceva usarlo perché mi sembrava che rendesse tutto più "figo"...ah ah ah..."
Editor non sta ridendo affatto... Anzi, sta sospirando e alzando per l'ennesima volta gli occhi al cielo... e cosa sarà mai..., è meglio capire le cose tardi...che mai!!!  Mi chiede se mi sono comportata bene evitando di fare qualche mia bella figuretta... non capisco, ma perché mai dovrebbe avere questo timore... bah!
Rispondo ridendo: "Per ora sono stata una Piratessa modello... per ora... la serata però, è ancora lunga!" E lui si mette le mani nella testa!


P.S. E voi che aspettate? Andate a vedere questa  mostra intrigante e godetevi questa meravigliosa città!

P.S. Della mostra di Buren a Bergamo avevo già scritto, vi ricordate? Ah no? allora cliccate QUI





2 commenti:

  1. Buongiorno piratessa, molto bello il tuo post. Mi hai dato la possibilità di conoscere un' artista ed una forma d' arte, di cui nemmeno sapevo dell' esistenza. Era meglio non dirlo? Ahahahah, grazie e buona giornata.

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    1. La tua sincerità mi fa sorridere e mi fa pensare che forse venire a conoscenza di certe opere senza essere preparati in qualche modo ce le fa apprezzare con una naturalezza diversa forse più spontanea! Grazie Daniele ti consiglio di andare a vederla , merita!

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