marzo 2020
È ora di pranzo e non so voi, ma da quando sono barricata in casa, pensare a cosa fare da mangiare utilizzando quei pochi ingredienti che sono rimasti nel frigo e nella dispensa, è diventata un'impresa non da poco...
Dunque, il fatto è che io, già prima della pandemia, facevo da mangiare solo la sera (visto che di giorno ero al lavoro e Zoe a scuola).
In più, spesso, quando mia mamma mi telefonava e mi invitava a cena o mi proponeva qualcosa da mangiare, avevo imparato ad accettare sempre, visto che la sua è vera cucina!
Pensate che c'è chi sostiene che la mia, sia pura cucina di sopravvivenza e non cucina vera e propria... bha!
Comunque, in questo periodo di ristrettezze, non avendo ancora imparato, a 40 anni suonati, a fare la spesa, ed ora poterci andare una volta sola a settimana, ahimé, i piatti che produco proprio non prendono forma... o meglio la forma del piatto, quella non cambia... è ciò che ci va dentro che... insomma, l'ispirazione e la creatività culinaria proprio non mi appartengono!
Quindi spesso mi ritrovo a cucinare sempre le stessa cose o meglio, i primi giorni, subito dopo la spesa, faccio quasi dei manicaretti poi, tutto diventa più piatto, monotono.
Ok, ok, scusate ma la divagazione è sempre in agguato...
Dicevo è ora di pranzo... Mi ha appena telefonato mio fratello dicendomi che su Rai 3 stanno parlando di un artista... accendo di corsa la tv e Zoe appena vede sullo schermo l'immagine di Marilyn esclama: "Guarda mamma, quello che abbiamo visto a Venezia!!!"
Resto di stucco. Questa bimba che sembra impassibile, indifferente, distante quando le parlo di arte o la porto in giro a mostre (dovreste contare i suoi sbadigli e vedere i suoi sbuffi!) in realtà mi sta fregando... nel senso che si ricorda tutto!!!
E dire che la mostra a Palazzo Franchetti a Venezia (vedi il post Di Zoe, Banksy, Rothko e altre storie veneziane Cap.2), lei l'ha fatta in 15 minuti, io più di un'ora!
L'artista in questione, avrete capito, è Andy Warhol.
Il secondo artista più comprato e venduto al mondo dopo Picasso.
Nasce a nel 1928 a Pittsburgh, Pennsylvania, è un bambino introverso e timido che scoprì ben presto la passione per le immagini.
Si laurea in arte pubblicitaria, si trasferisce a NY e comincia a lavorare nel campo per importanti riviste come Vogue e Glamour.
Qui nascono i primi lavori pittorici che solo tempo dopo diventeranno "classificati" come Pop Art.
La Pop Art è un movimento artistico nato nel Regno Unito alla fine degli anni 50.
Ma è all'inizio degli anni 60 e solo dopo essere approdato negli Stati Uniti che diventerà il fenomeno mondiale che tutti conosciamo.
Questo movimento è espressione della società e dell'immaginario collettivo, ed è un'arte rivolta alla massa e non al singolo individuo.
Gli artisti si ispirano ad oggetti della realtà quotidiana, per esempio televisione, frigorifero, poster, lavatrice, automobile, lattine o riviste di giornale e li raffigurano nelle opere allontanandoli dal loro ambiente naturale e isolandoli. Le opere di questo movimento non sono altro che prodotti commerciali.
Nel 1962 Andy dipinse 32 quadri rappresentanti lattine di Zuppa Campbell, raccolti in una mostra organizzata da Irving Blum, direttore di una famosa galleria di Los Angeles, dove incontra per la prima volta il grande successo.
Le opere erano collocate su scaffali bianchi che correvano lungo tutto il perimetro della galleria imitando la disposizione di un negozio di alimentari.
Nel 1995 Blum vendette la serie al Museum of Modern Art per 14 milioni e mezzo di dollari!
Andy, scusate la confidenza ma oramai lo sento mio amico, sosteneva che "il cibo in scatola costituiva un degno soggetto artistico per una generazione ossessionata dal business".
Dalla pittura passa alla serigrafia, tecnica che gli permette di replicare all'infinito le immagini che sceglie. Sempre nello stesso anno comincia a realizzare serigrafie di personaggi famosi: Marilyn Monroe, (la Orange Marilyn fu venduta da Sotheby's nel '98 a 17,3 milioni di dollari), Elizabeth Taylor, Elvis, Jackie Kennedy.
E qui amici, posso dire orgogliosamente che nella mia scorribanda a Berlino, all'Hamburgher Banhof Museum (ed anche qui, vi invito a rivedere il post scritto in occasione di questa esperienza... dove? ma come dove... cliccando qui no?) ho visto la serigrafia del doppio Elvis dal vero!
È stato decisamente un incontro emozionante e ho immaginato per un attimo di come deve esser stato frequentare la sua famosissima Factory.
Nella produzione "seriale" delle sue serigrafie, le immagini avevano diverse grandezze e diverse combinazioni di colori, ogni riquadro veniva modificato con pennellate o schiarito, o scurito, in modo da ottenere sequenze di immagini sempre leggermente diverse tra loro.
Quando queste immagini cominciarono a portarlo alla notorietà. Allora Warhol, cominciò ad affrontare temi più difficili, rappresentando tragedie realmente avvenute (dagli incidenti stradali alle pene capitali eseguite attraverso le sedie elettriche).
Dopo il successo Warhol realizza stampe che hanno come soggetti beni di consumo come la Coca Cola o il detersivo Brillo!
E qui scusatemi, ma vi devo confessare una cosa importante, almeno per me.
Qualche mese fa ho ricevuto la foto di "Brillo" direttamente dal museo di Lisbona (giuro che prima o poi vi parlerò anche di questo!) e vedere queste sue opere è stato emozionante perché le serigrafie della Marilyn o di altre "icone" si trovano più spesso, questa no!
Sentite un po' cosa dice a proposito della Coca Cola, lo stesso Warhol: "Mentre guardi alla tv la pubblicità della Coca-Cola sai che anche il Presidente beve Coca-Cola, Liz Taylor beve Coca-Cola e anche tu puoi berla!".
Warhol è diventato un mito della cultura di massa, re dell'arte commerciale, un personaggio mediatico celebre come una star.
Il suo studio, la Factory, è il luogo più glamour di New York frequentato da artisti, intellettuali, rockstar, attori e dal jet set internazionale.
Se fa un ritratto lo vende a 25 mila dollari.
E' figo, riesce a dare un taglio cool al soggetto ritratto e lo firma quando il cliente lo va a prendere (e soprattutto lo paga!).
Le sue opere finiscono in prestigiosi musei e nelle collezioni più importanti.
Fonda una rivista ed è padre "putativo" a livello artistico di Basquiat e Keith Haring ma anche, per la scena musicale dei tempi, del celebre rockman Lou Reed. Negli anni '80, contribuisce al successo della discoteca Studio 54 e la nascita della disco music.
Fin che è stato in vita, tutto ciò che toccava sembra si trasformasse in oro.
La cosa che mi lascia più stupita è che la maggior parte delle sue opere, è prodotta da specialisti e tecnici, non direttamente da lui, e questo vale anche per altri grandi artisti che lo hanno susseguito e che ho incontrato in questa mia fantastica avventura da Damien Hirst a Jeff Koons e tanti altri.
Ora dopo aver fatto, e soprattutto avervela fatta fare..., questa indigestione di notizie scovate fra libri e rete, posso dire di essermi un po' chiarita le idee su questo grandissimo artista... "strampalato" e sulle sue opere. Spero che questo valga anche per voi...
Rido al ricordo della figura di Warhol interpretata magistralmente da David Bowie nel film di Basquiat... (vi ricordate il post dove parlo di questo film... ah no? vabbeh se volete cliccate qui). Rende l'idea al 100 x 100: strano, bizzarro, anticonformista, attento alla dieta e alla sua salute e allo stesso tempo timido ed introverso.
Ma la cosa che più mi colpisce di Andy Warhol è il fatto che partendo da zero sia riuscito diventare una stella dell'arte e un mito contemporaneo. Incarnazione reale del "Sogno Americano"
Bene, detto tutto ciò... adesso cosa preparo per pranzo?
Uffi... ho capito meglio fare una telefonata a chi se ne intende, dirgli gli ingredienti che ho in frigorifero e vedere se tira fuori una ricetta interessante e, soprattutto semplice e veloce!
"Pronto editor? tu che sei una buona forchetta... Mi sono persa con un post su Warhol, avresti suggerimenti per il mio pranzo?" e lui, pensando pure di essere spiritoso...: "Certo apriti una bella zuppa in scatola... magari Campbell's!!!"
Ho capito, da oggi, anziché chiamarlo Editor o Mr. Gallery... lo chiamerò "Mr. Sympathy"!
P.S. E voi avete suggerimenti culinari interessanti?
- LA FRASE DEL GIORNO -
"credo che avere la terra e non rovinarla, sia la più grande forma d'arte che si possa desiderare"
Andy Warhol
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