sabato 31 ottobre 2020

Il "mio" Castello, il mio umore e la nebbia.

martedì 27 ottobre 2020

Apro la finestra della mia camera e davanti a me il Castello si presenta inghiottito dalle nuvole. 



Sembra che la nebbia abbia voluto impossessarsi di lui, delle sue alte e forti mura, della sua anima. La scena è suggestiva: ho la sensazione che non ce la possa fare.

Oggi non mi sento particolarmente in forma. Sarà il tempo uggioso e un po' malinconico, sarà la paura di un possibile nuovo lockdown, sarà il periodo impegnativo che sto attraversando... sarà...

Saranno tutte queste cose insieme. Il fatto è che oggi non riesco a vedere il buco della ciambella. Lo so che non c'entra nulla la ciambella... e non è neanche un modo di dire della nonna... è fame! E la metafora legata alle famose ciambelle senza buco, si è trasformata in quello che ho scritto. E se ora, ve ne fosse una ben riuscita, la divorerei ben volentieri.

Guardo il panorama e questa volta non sorrido anzi, forse una mezza lacrima scende dal mio viso. Non vale la pena perdere tempo a chiedersi del perché delle cose. O meglio, il tempo in cui mi chiedevo perché, è oramai superato e pure l'incazzatura. Non posso però fare finta di nulla. La mia realtà è questa e devo solo seguire la scia degli eventi, adattandomi a fare quello che suggerisce chi ne sa qualcosa più di me e mi consiglia. 

Oggi sono stanca. 

Si, anche una Piratessa può esserlo. Ciò non significa arrendersi, no. Se pensate questo, avete sbagliato in pieno. Non mi conoscete abbastanza. 

Essere stanca per me significa che gli ultimi giorni mi hanno messo a dura prova e probabilmente le prossime 2 settimane non saranno da meno. E sento che ho bisogno di coccole, di relax, di riprendermi. E anche di ciambelle!!!

Alla base c'è una sottile sensazione di paura. E neanche troppo sottile... Si, anche le Piratesse possono avere un "filino" di paura. Ed è proprio grazie ad essa che riescono a tirar fuori la loro grinta e i loro attributi! Altrimenti per che cavolo lo farebbero!

Ritorno nel mio letto e sospiro. Si tutto questo è difficile. Tremendamente difficile. Sospiro. Mi trattengo.

Non voglio cedere. Non voglio e non posso mollare proprio adesso!

Poi un fiotto di lacrime invade il mio viso. 

Voglio trattenerle, ma so per certo che sarebbe peggio. 

Una voce dentro di me dice "Lasciale andare. Lascia che portino fuori da te questo senso di paura di impotenza, lasciale andare". Ed è lì che mi rendo conto della bellezza che mi circonda. Che non voglio perdere.

Ho un mondo bellissimo attorno a me. Persone magnifiche che mi circondano e tante nuove cose magnifiche davanti agli occhi giorno dopo giorno. 

A partire da Me! Che mi sto rivelando quella donna che nei sogni ho sempre desiderato essere: forte, coraggiosa, affascinante, presente, sensuale, vera, semplice e sofisticata allo stesso tempo, spontanea e anche a volte, anzi spesso, ridicola. E mi piaccio e tanto per di più!

A dire il vero, mi piacevo anche quando ero in perfetta forma... Ma ora ho raggiunto una consapevolezza vera, piena. Lo so, lo sento e ne sono fiera.

Scusate lo sfogo, ma è venuto così. A volte le dita pigiano sui tasti in totale libertà. E la mente le segue, dimenticando il punto di origine... a proposito... Ah si, il Castello!

Non so perchè, ma guardare il "mio" Castello così, mi ricorda quell'opera famosissima dove un uomo sopra una roccia, guarda un mare. Quello che io avevo sempre considerato e visto come un mare in burrasca ho scoperto, solo poco tempo fa, soffermandomi a osservare meglio e dedicandoci tempo, essere un mare sì, ma un mare di nebbia. 


"Il Viandante sul mare di nebbia" così si chiama l'opera in questione, (in tedesco Der Wanderer über dem Nebelmeer) è un dipinto a olio su tela del pittore romantico tedesco Caspar David Friedrich, realizzato nel 1818 e conservato alla Hamburger Kunsthalle di Amburgo. E di fatto una delle opere più iconiche della pittura romantica ottocentesca. E quando si parla di "romanticismo..."

Non so voi, ma ogni volta che mi capita di vederlo, in rete, pubblicato su qualche volume... mi rapisce e devo inevitabilmente soffermarmici.

Il fatto è che nel soffermarmi viaggio con la mente. E come vi ho detto, avendolo sempre considerato un vero e proprio mare mi sono sempre ritrovata in mezzo ad una delle "mie imprese" da pirata quale sono.

Chissà, a cosa stava pensando, chissà cosa stava provando quel tizio...

Questo "viandante solitario si staglia in controluce su un precipizio roccioso, dando la schiena all'osservatore: ha i capelli rossi e scompigliati al vento, è avvolto in un soprabito verde scuro e nella mano destra, appoggiata al fianco, impugna un bastone da passeggio.

Capperi! Io quando mi immagino Piratessa, mi vedo in equilibrio sulla prua del mio veliero con i capelli lunghi, rossi, scompigliati dal vento, una giacca verde scuro e una bella spada sguainata per aria.

"Il viandante è proteso sull'orlo di uno sperone roccioso freddo e inospitale, lontano da ogni vegetazione, ma collocato in una posizione rialzata che gli consente di contemplare il panorama che gli si apre davanti. Si tratta di una valle arcaica dal fascino primordiale, avvolta dalla foschia come se fosse mare (da cui il titolo dell'opera): dal «mare di nebbia» sporgono audaci diverse cime, sulle quali si può notare la presenza di alberi e vegetazione."

I vari studi dicono che il mare di nebbia si può  ricondurre a Dio e il paesaggio sottostante è la vita. "Il viaggiatore romantico si perde di fronte al baratro nebbioso in un atteggiamento contemplativo visto come estrema esperienza interiore e spirituale: in questo modo, egli indaga impietosamente, nella sua nudità, la propria anima, la sua fede, con tutte le sue insicurezze, i suoi errori, i suoi dubbi e certezze."

Ecco come potete ben notare anche se una giornata nasce un po' storta, può sempre esserci la possibilità di ribaltare il tutto e ricominciare dall'inizio. L'importante è averne la voglia, il coraggio e la spregiudicatezza di rilanciare ogni giorno e non lasciarsi sopraffare dagli inevitabili eventi che la vita ci riserva! Anche quando sono decisamente più grossi di noi!


venerdì 30 ottobre 2020

Seconda lezione del Corso di Storia dell'Arte "Urbs-Picta": Arte Povera e Land Art

 


mecoledì 28 ottobre 2020

"Saponetta... dai, fai la brava... non fare brutti scherzi... dai, non fare come l'ultima volta!"

"Mamma ma stai parlando con la saponetta della Wi-Fi?!?"

Oh cavoli! Mi ha beccato: "Nooo piccola, ma ti pare? Stavo giusto, giusto, dicendo tra me e me, che spero che stasera non mi faccia tribolare..."

Si stasera cari amici, ho il corso di Storia dell'Arte con l'associazione Urbs-Picta vi ricordate? (se avete voglia di rispolverare le idee cliccate QUI!)

Questa volta mi sono fatta furba. E visto che il corso è in perfetta sovrapposizione orario con la mia cena, oggi, per non patire la fame fino alle 21, ho deciso di anticipare la cena alle 18 30. Peccato che la merenda a base di latte col cacao e 7 macine del mulino bianco spalmate di Nutella, l'ho fatta alle 17 30! 

Infatti ora ammetto di non avere molta fame, ma ciò che ho preparato ha un profumino così invitante che... No! Valeria stai ferma. Dai... uffi... un pezzettino... Non può non essere divorato ehmm... assaggiato (l'unico essere che divora letteralmente le cose in 2/3 bocconi è il mio Editor... la stazza infatti non mente! Shhhh non diteglielo, però... pensa ancora di essere un fuscello). 

Cosa mi sono preparata? 

Eh si, aspettavo proprio che qualcuno me lo chiedesse! Torta salata farcita con prosciutto, ricotta, monte veronese e uova.

Io di solito le adoro con le verdure ma, per soddisfare il palato della piccola pesticciola, ho optato per questi ingredienti. 

Risultato? Zoe non ne vuole sapere perché le ho detto che ci sono pure le uova!!! Ma quando finisce la preadolescenza? Ah dite che la fase dopo è peggio? Ok... ma non si possono saltare e arrivare direttamente al matrimonio?!?

Uhmmm... A quanto pare no!

Ops, scusate... Si, si,  eravamo qui per il corso...

Editor, ovviamente mi messaggia per sapere se sta volta ho mangiato e mi sono organizzata a puntino: "Di cosa parlate questa sera?"

"Perché? Dici che dovrei saperlo? Effettivamente si... Ora ricordo... Avevano mandato una mail... Ma mi sa che smanettando col pc, per imparare ad usarlo bene, l'ho eliminata per sbaglio..." In realtà è uno scherzetto, una bugia bianca... La verità è che non mi ricordo proprio! Dite che è grave? NO! Non è l'età!!!

 "Ecco ti pareva, mai una gioia, mai!"

"Ma dai Editor, guarda il lato positivo sarà una sorpresa... Ed io adoro le sorprese!!!"

Ok, ci siamo. Mi preparo: carta, penna, vasetto di olive, té... (non si sa mai mi pigli un attacco di fame e... olive e tazzona di té... Yes! Si, si non fate tanto gli "spiritosi schifitosi"... té e olive nel mio intestino si abbinano perfettamente!)

E tu Editor, non attaccare il tuo solito pippone con cose del tipo "Ma come diavoli mangi" o "Durante la lezione non si mangia".

Lo so! E lo rispetto. 

Guarda, preparo quelle cose solo in via eccezionale per una emergenza/attacco di fame improvvisa. Ok?

Bene, il corso ha inizio e quando vedo l'argomento il mio cuore impazzisce di gioia: ARTE POVERA E LAND ART. Wow! Io adoro i poveristi! Che non sono i "poveri" bensì gli artisti dell'arte povera.

Dovete sapere che la locuzione "arte povera" è stata coniata da Germano Celant per la prima volta in una mostra alla Galleria la Bertesca di Genova nel '67. Questo tipo di arte prende spunti da altre correnti:

- da de Chirico: riscoprire i saperi artigianali;

- dall’Informale: indietreggiare verso un livello di esperienza primordiale, vitalistica + recuperare l’archetipo;

- dalle Neoavanguardie: recuperare l’azione ;

- dal Minimal: relazione con lo spazio;

- dal Concettuale: utilizzare nuovi mezzi che prescindono quelli tradizionali (sì installazioni e azioni; no pittura e scultura; no fotografia).

Gli esponenti più illustri sono Jannis Kounellis, di cui ho visto la mostra a Venezia l'anno scorso (vedi post QUI), Mario Merz di cui ho visto la mostra 2 anni fa al Pirelli Hangar Bicocca (vedi post QUI), Michelangelo Pistoletto (quello che mi ha reso famosa con l'intervista!!!), Giovanni Anselmo, Giuseppe Penone (vedi post QUI), 

Alighiero Boetti, Calzolari e Gilberto Zorio. Tutti questi artisti sono entrati in sordina nella mia vita, nel senso che inizialmente non li consideravo come tutti gli altri artisti, ma poi "Cupido" ha scoccato la sua freccia dell'amore, ha centrato il mio cuore e... anche se sono le classiche opere che non possono stare sopra un mobile, mi hanno fatto innamorare! E sono fatte con materiali poveri, di recupero (legno, stracci, ferro, acqua, fuoco, suono...) e per comprenderli ho dovuto investire un bel po' del mio tempo. Ma non c'è nulla da fare... mi "ingarbugliano" le budella! Si perché per scoprirli ho dovuto fare un viaggio, una ricerca culturale non indifferente, che volente o nolente ogni volta mi  ha divertito e arricchito. Si, questa è Arte!

Dopo un'ora e un quarto si passa a parlare di Land Art.

E qui, la mia pancia avrebbe proprio voglia del buonissimo gelato al doppio cioccolato della Magnun che ho in freezer! E se ne mangiassi un pochino? Che male ci sarebbe, anche perché ricaricherei l'energia... Giusto per stare ancora più attenta. Caspita! la connessione delle slide è saltata e la Dottoressa Bianchera sta "smanettando" per riattivarla... Ok, il momento è perfetto! Mi raccomando amici, Editor non lo deve sapere assolutamente! Acqua in bocca!

Mi metto a mangiare questa prelibatezza davanti al pc. Oh cavolo. E se mi vedessero? In teoria ho il video disattivato ma non si sa mai... Meglio essere prudenti. Giro il pc verso il divano. E se mi avessero già visto? E vabbeh... Pazienza!

Questo gelato è troppo buono. Mitico.

Ok, ok, la lezione riprende con la Land Art che nasce negli USA tra il 67-68. 

L'opera esce dalla galleria per entrare nella natura, nel paesaggio. 

Le opere sono gigantesche e col tempo possono sparire a causa dei fenomeni naturali nell'arco di una giornata o di diversi anni. Sono formate  dagli  elementi come si trovano in natura come legni, pietre, terra...a  volte si cerca addirittura di ricreare alcuni fenomeni particolari come ad esempio i fulmini.

Gli artisti più rappresentativi sono Walter de Maria (vi ricordate il POST dei fulmini?), Dennis Oppenheim,  Robert Smithson (E il POST su Spiral Jetty, lo ricordate?), Richard Long, Hamish Fulton, e Christo e Jeanne Claude. 

Ho scoperto che nella Land art il semplice "camminare" può essere una forma d'arte, ovviamente se pensato e studiato in un certo modo. Ad esempio per Fulton si tratta di un camminare in silenzio, facendo attenzione ai rumori, ad un ritmo e a una cadenza ritmica, concentrandosi quindi sul momento e sul corpo. Inoltre il camminare è stato condiviso con altre persone. La sua forma d'arte è il viaggio fatto a piedi nel paesaggio… 
"La sola cosa che dobbiamo prendere da un paesaggio sono delle fotografie. La sola cosa che ci dobbiamo lasciare sono le tracce dei passi" (Hamish Fulton).

"Il camminare condiziona la vista e la vista condiziona il camminare a tal punto che sembra che solo i piedi possano vedere" (Robert Smithson).

Questa serata è stata veramente strainteressante perché sto conoscendo un sacco di cose nuove ed inimmaginabili. 

Ora quando andrò a passeggiare mi concentrerò di più sul mio corpo, sul mio sentire e così mi ritroverò pure io ad essere un po' un'artista!!!

P.S. E voi, che torte salate fate? Aspetto suggerimenti!


giovedì 29 ottobre 2020

Ecco a voi il mio racconnto "In giardino con Marcel Duchamp"


 

Mercoledì 28 ottobre 2020

Squillino le trombe, arpeggino le arpe, strimpellino i musicisti da camera e di strada per le vie di tutti i borghi... Ma che dico? Di tutte le città... anzi, ancora meglio, di tutte le metropoli, le megalopoli, insomma dell'universo intero.

Si! E ancora...

Cinguettino gli uccellini, zirlino i tordi, tubino le tortore, trillino le allodole, grufolino i cinghiali, gloglottino i tacchini... e... vi può bastare? Ok, il tutto fino all'imbrunire. 

Mesdames et Messieurs, Ladies and Gentlemen, Damen und Herren, Signore e Signori, Marziane e Marziani, ho oggi l'onore di annunciare il vincitore del premio "Strega con tacchi a spillo" ma che dico? Del premio "Bancarella quattro soldi"... no ancora meglio del premio "Campiello inzuppato nel latte"... Ah no, no, sentite qua: del premio "Nobel della letteratura sconquassata" , con la seguente motivazione: dopo aver sbaragliato le classifiche di tutto il pianeta; dopo aver fatto piangere milioni di art influencer e fashion blogger squattrinati e non (Ferragni compresa); dopo aver destabilizzato la sicurezza internazionale perché le copie andavano letteralmente "a ruba" (le cronache narrano di numerosi furti con sommosse gestite da forze dell'ordine in tenuta antiguerriglia davanti alle più prestigiose librerie di: NY, Parigi, Tokio e Londra...) finalmente siamo lieti di presentarvi il super racconto che ha fatto la storia di questi giorni... per dirla tutta, pensate che "COVVIDDI" scompare davanti a tutto questo...: "In giardino con Marcel Duchamp" di V. Zanuso

Addirittura il famoso regista Quentin Tarantino ha deciso pure di farci un film affidando la parte maschile allo strabello, ma che dico?!? Lo strafigo Matthew McConaughey (non so voi ma io lo adoro!!!) e la parte femminile a Valeria Zanuso (IO, ME MEDESIMA!!!) ovviamente!

Insomma...

Mesdames et Messieurs, Ladies and Gentlemen, Damen und Herren, Signore e Signori, ecco a voi... (rullo di tamburi di sottofondo)....

  "In giardino con Marcel Duchamp" 

della pluripremiata e strafamosissima Valeria Zanusoooooooo 

(Scroscio di applausi con standing ovation...).

 Eh si, ve lo avevo promesso! 

La suspence l'avete ben retta quindi... ora a voi la lettura....

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"In giardino con Marcel Duchamp" di Valeria Zanuso

Sono le 3 del pomeriggio. 

Fuori c'è il sole e sarebbe la giornata ideale per andare a fare una bella passeggiata. Invece a causa della pandemia siamo tutti costretti a stare in casa. 

Uffi che noia! 

Ormai le giornate sono scandite dal solito ritmo: sveglia, colazione, faccende, pulizie, scrittura sul blog (si ho un blog che parla d’arte), lettura, pranzo, passeggiata in giardino, lettura, blog , telefonate varie, cena, libri, letto! Wow che fatica!


Sono qui sdraiata sul divano pronta per fare una bella pennichella quando sento bussare alla porta. 

Le orecchie a quel dolce suono mi si rizzano. 

Dico dolce, perché ultimamente qualsiasi cosa che riguarda un minimo contatto con il mondo esterno mi apre il cuore. 

Mi si stampa un sorriso ebete sulla faccia e corro ad aprire. Chi sarà mai che ha sfidato la legge per venire a trovarmi? 

Apro la porta più in fretta che posso per paura che chi abbia bussato possa cambiare idea ed andarsene e... resto di stucco!


Ok, forse ho le traveggole. Oppure il pepe che ho messo oggi sulla pasta, ha effetti allucinogeni. 

Davanti a me si staglia una figura maschile alquanto bizzarra che con accento francese mi dice: " Bonjour mademoiselle (e già qui ha conquistato 100 punti per non aver usato il più appropriato Madame!), je suis Monsieur Duchamp, Marcel Duchamp! Sono venuto a sapere che lei, visto che ama scrivere d’arte, voleva giusto giusto avere qualche informazione in più su di me, ma visto anche che era un po' indecisa sul da farsi, ho pensato "perché non aiutare questa bella "fansciulla"?... Le parole restano sospese nell'aria, sono alquanto esterrefatta e vorrei fare mille domande del tipo "ma lei scusi non dovrebbe già essere bello che morto?", ma quando mai potrebbe ricapitarmi questa occasione e allargando il sorriso sul mio viso dico semplicemente: "caspita, Maestro, lei è venuto a salvarmi dai miei dubbi amletici!" E spalanco la porta per farlo entrare. 

Lo faccio accomodare in giardino così possiamo goderci il sole e il calore di queste prime tiepide giornate primaverili ed il primo a fare la domanda è proprio lui (non dovrebbe essere il contrario?) ...ok vediamo che succede.


"Mi dica fansciulla (e qui non vi nascondo che sto già per scoppiare a ridere per questo suo accento strampalato... ma mi impongo di tenere un comportamento alquanto rispettabile visto che mi trovo davanti ad un personaggio di così grande fama), ma perché io l'avrei messa così in crisi da non farla riuscire a scrivere neanche un pezzo su di me?" Ed io pronta: "Sa, Monsieur Duchamp,  non è che io e l'arte siamo amici da tanto tempo, anzi è solo un paio d'anni che abbiamo deciso di frequentarci e lei visto che è la figura di spicco e che rappresenta il passaggio da arte moderna all’arte contemporanea del XX sec… e non solo, è, da quel che ho capito, una persona un po' fuori dal comune che non accetta molto le regole.....(come vede nemmeno l'emergenza del covid-19 le ha impedito di andare a farsi un giretto)... non rientrava nelle cose semplici da scrivere, ma in quelle ultra complicate! 

Anche perché, sarò sincera, ho visto per ben 2 volte "la boite en valise" e non c'ho capito una mazza! E appunto per quello l'ho sempre guardata con poco interesse, e… confesso, quasi annoiata."


Si mette a ridere di gusto e si accende la pipa... "Sa, lei è molto spontanea e lo vedo in quello che scrive nel suo blog, mette a nudo le sue emozioni, senza farsi troppi problemi. E’ ammirevole.... comunque mi lasci spiegare: lei ha beccato l'opera più ostica, più complessa che io abbia mai realizzato, perché è come se fosse una tesi sulla mia carriera artistica, un résumé dei lavori più importanti..." Prontamente ribatto "Ah, qui la voglio! Se questa opera è, ahimé quasi incomprensibile le altre sono forse più semplici? Che mi dice di "fontana" o dello "scolabottiglie"?


Mi guarda fuma la sua pipa e poi comincia: "Sa io dipingevo, ma ad un "scerto" punto, nella pittura non trovavo più soddisfazione. 

Volevo trasmettere il significato delle cose in modo diverso. Volevo che la gente che guardava una mia opera arrivasse a cogliere l'essenza più profonda dell’oggetto. E così ho pensato che un qualsiasi oggetto già pronto, già fatto, presente nella vita di tutti i giorni, come un READY-MADE appunto, come ad esempio uno scolabottiglie, potesse diventare opera d'arte. Bastava cambiarne la sua funzione! Ok ora con ciò non si vuole dire che da quel momento ogni oggetto poteva diventare un'opera d'arte e nemmeno che ogni persona potesse essere un vero artista...

Le cose già fatte, diventano arte perché è l'artista che conferisce loro il nome e l'identità di opera... l'artista sceglie una cosa che per lui ha un significato e le dà una dignità diversa da quella di un semplice oggetto. L'artista ha quindi un'idea, unica, irripetibile, e soprattutto un potere ineguagliabile! E come potevo fare questo? Certo dalla mia parte c'era la consapevolezza di essere un artista già affermato, quindi con una sorta di potere in più. Ed ecco allora che se avessi trovato il modo di metterci la firma e posizionarlo nel contesto giusto, in questo caso un museo o una mostra o una galleria d’arte, di certo l'avrei consacrato ed inserito nel mondo dell'arte e nella cultura artistica. Creando così una relazione con questo mondo.

Le dico la verità sarò anche un uomo un po' pazzo e fuori dagli schemi, e questo mi aiuta ad andare avanti a non arrendermi come ho fatto con "fontana", ma ho avuto pure io i miei dubbi...

Ma in questo caso non avevo scelta, bisognava agire! Il momento storico era pieno di fermento e c’era aria di cambiamenti. Era il momento giusto per dare una scossa...

Ora le racconto com'è andata... mi scusi fansciulla la sto per caso annoiando?"

Ed io: “Ma scherza?!? Sono talmente intrippata da questa conversazione che fumerei volentieri la pipa pure io... .ma so che mi farebbe vomitare... ok, andiamo avanti!" Mi guarda un po' stranito e poi riprende il suo racconto.

"Sa quando ho presentato "fontana" appunto, sapevo di andare contro l'idea normale di arte. Presentai "l'orinatoio rovesciato" con una firma falsa, uno pseudonimo, alla mostra annuale degli artisti indipendenti di New York, di cui io stesso facevo parte nella giuria. Tutti votarono contro. Io mi dimisi. In quel caso feci una cosa ancora più geniale denunciai l'accaduto e pubblicai le foto dell'opera in una rivista famosa facendo esplodere un gran scalpore e innescando una polemica colossale. Da quel giorno del lontano 1917, l'arte non fu più la stessa la sua identità era cambiata definitivamente e aveva finalmente aperto le porte all'arte contemporanea! 

WOW!!! Sono strabiliata ed allo stesso tempo emozionata. Ma vi rendete conto? Sono qui nel giardino di casa mia con il signor Marcel che ha dato il via a quella che posso dire con certezza (almeno per ora) alla mia arte preferita: quella contemporanea!!! 

"Mi dica Monsieur Duchamp ma quanti ready-made ha fatto nella sua vita?"

"All' "inscirca" una trentina di opere che si potevano suddividere in ready-made "puro" cioè oggetto promosso ad opera d'arte dalla mia semplice scelta, o ready-made "aiutato" cioè con qualche lieve intervento da parte mia, come in "ruota di bicicletta ".

Poi ho mollato tutto e mi sono dedicato al gioco degli scacchi... sa... avevo fatto la mia parte avevo fatto l'incipit per una nuova arte. Era giusto ed il caso, lasciare il posto a nuove idee... a nuovi artisti. Ed io ho continuato a giocare a scacchi. Bene ora se permette si è fatto tardi e a proposito di scacchi ho un torneo che mi aspetta... spero di averle fatto venire un po' di voglia da scrivere un pezzo su di me..."  sfacciatamente mi viene spontaneo chiedergli: "Senta Maestro, ma un selfie con me se lo farebbe?"


In quel momento sento il telefono squillare. Corro in casa a recuperarlo per rispondere, il telefono è lì, ancora sul divano. E’ il mio Editor e gli dico: “non ci crederai sono qui con Duchamp e ora mi faccio un selfie con lui...” dall'altra parte del telefono sento una grassa risata  e: "Si e io sono con Picasso a bere un Negroni!" 


Resto interdetta. E sempre con il telefono all’orecchio torno fuori in giardino e… non c'è più nessuno ... 


Riapro la porta di casa e mi ritrovo davanti la mia gatta che con fare felino entra dritta come un fulmine... sento una voce lontana... oh il telefono, l’avevo dimenticato!... "Pronto, pronto...ci sei?" dice il mio Editor... ed io "si, si, ci sono... ecco, credo di essermi addormentata. E di aver fatto un sogno molto interessante... Cavoli ma non potevi chiamare più tardi che almeno riuscivo a fare un selfie con Duchamp? " dall'altro capo sento silenzio, io scoppio a ridere e in fretta comincio a raccontare il mio sogno, prima che il mio Editor mi creda completamente pazza!!! Ma forse già lo pensa.


mercoledì 28 ottobre 2020

Lockdown di nuovo? Nooooo!!!

 


Martedì 27 ottobre 2020

Oh che cavolo! No! No! E poi no... Non è proprio possibile! Ma uffiiiiiii! Ma l'universo? Ce l'ha con me? 

Insomma, prima l' influenza, poi la pandemia, poi ancora il lockdown. E sul più bello, quando tutto sta riaprendo? Il "fulmine a ciel sereno" con le conseguenze che ben conoscete con mesi interminabili di agonia! 

Ora, sul più bello, quando ho ripreso, tutta allegra, pimpante... ok, di pimpante c'è pochino... con più entusiasmo di prima a girovagare per musei, eventi e gallerie, rischiamo una nuova chiusura totale?

Ma stiamo scherzando?

Uffiiiii!!! Io non ci sto! Sono proprio arrabbiata! Eh si, posso anche sembrare una bambina viziata, che batte i piedi... (pensate che qualcuno di nostra conoscenza sostiene che lo sia...sgrunt!) Forse è vero! Ma daiiiiiii, non ci voglio credere! Oh voglia di vita. Vita vera.

Io ho da vedere il mondo "PerdinciBacco!!!"

E non mi accontento di quello che vedo appena fuori dalla mia porta di casa. Io voglio... Voglio... Voglio vedere il mondo bello. Quello dell'arte. Quello della cultura. Quello che ogni volta mi spiazza, facendomi palpitare il cuore. Facendomi sentire parte di un universo sublime, ricco e meraviglioso. 

Ma non mi accontento di un surrogato messo in internet come mesi fa! Ok se costretta si, per forza di cose. Ma io voglio vedere tutte quelle mostre che sono in corso ora Caravaggio, Van Gogh, Villa Panza, la Cappella degli Scrovegni, Rivoli, la Gam, il Maxxi e il Macro di Roma... Insomma, avete capito?

Cosa? State dicendo che siamo tutti sulla stessa barca? Si lo so.  E' verissimo... ma mi andava comunque di dirlo. Perché a volte esternare le proprie preoccupazioni, le proprie paure, le rende meno pesanti... Forse... perché alla fine si condividono...

Vabbè amici era giusto giusto un piccolo sfogo! Scusate!

Cosa?

Aspettavate il racconto che è stato pubblicato sul libro #iorestoacasaescrivo?

Certo che non mi sono dimenticata... Ma un po' di suspence rende il tutto più... interessante!!! 

Quindi rimanete connessi...

Stay Tuned...

martedì 27 ottobre 2020

Il libro #iorestoacasaescrivo è "uscito" ed io sono "dentro"!

 


Domenica 25 ottobre 2020

Oggi è una giornata particolare. Più che particolare. Ma cosa dico particolare? Decisamente strana. 

Ok, forse oggi è una giornata particolarmente strana. E importante. 

Quando ero ragazzina (nello spirito ci sono ancora) tenevo un diario. D'altronde, confessiamolo, chi non lo ha tenuto? Pensate che un giorno, presa dall'euforia della vita, mi ero scritta le10 cose che avrei voluto assolutamente fare almeno una volta nella vita. Ad esempio un viaggio in Polinesia in barca a vela, il giro del mondo con il "camperino" della VW,  un viaggio a NY e altre cose così, insomma... Sogni da adolescente ma che come il "tubino" nero, vanno bene in tutte le stagioni della vita. Tra queste promesse, ce n'era una più strampalata di tutte: pubblicare un mio scritto. Poi tutto è finito nel dimenticatoio. Più o meno...

Quando, qualche mese fa, su suggerimento di chi sapete voi (si Editor, il merito è tuo!) ho aperto questo blog, è stato per me un risvegliare quel desiderio dimenticato. Ed il fatto di condividere i miei post con voi, cari amici, è stato ed è, ogni giorno per me una conferma che forse non era poi un sogno così "strampalato" visto che qualche ideuzza... ce l'ho! 

Ma torniamo a oggi.

Questo pomeriggio ci sarà il "famosissimo" evento a teatro, di cui vi ho accennato qualche giorno fa (leggi QUI), organizzato dall'Associazione Cenacolo Letterario e Poetico di San Bonifacio, in cui verrà presentato il libro "#iorestoacasaescrivo", una raccolta di poesie e racconti scritti nel periodo del lockdown dove è presente anche il mio racconto.

Sono emozionatissima. Lo so magari esagero ma per la sottoscritta è un gran traguardo. Quindi, lasciatemelo dire, non esagero!

Mi vesto di tutto punto e quando dico alla mia piccola pesticciola: "Sai, oggi andremo alla presentazione del libro dove figura il mio racconto..." per risposta ho un "lamentoso": "Oh no! Quanto dura? Sarà noioso? Posso non accompagnarti e andare dai nonni?"

Ok resto basita.

"Ma che cavolo! La tua "supermamma" ha scritto un racconto. E per la prima volta, viene pure pubblicato in un libro e tu? Ti vuoi perdere questo appuntamento? Non vorresti nemmeno venire all'evento?"

"No mamma, non ho proprio detto questo... ho solo chiesto "quanto sarà noioso?"

Poi, vedendo la mia faccia stralunata, disperata e sconfitta, si mette a ridere e mi dice: "Ahahah! ci sei cascata! Ci sei cascata! Certo che vengo, la mia mamma diventa famosa ed io... Si, ma durerà poco, vero?!?"

Ok, sorrido. Si per la disperazione. Ma vi rendete conto? Ha solo 10 anni e si prende già gioco di una "Piratessa" come me! Non ci posso credere!

Comunque, arriviamo a teatro. Come sempre in anticipo. Giusto per comprare le copie che mi servono da regalare e autografare... Insomma anch'io ho i miei fans... c'è il mio racconto su quel libro!!!

Quando mi consegnano le copie richieste, io e Zoe andiamo a sederci. Prendo il libro in mano lo guardo e il mio cuore comincia a battere forte. Comincio a sfogliarlo alla ricerca del mio scritto. Non lo trovo. Non c'è! Ma si, dai... Forse c'è un indice... E... Sorpresa!!! Il mio nome e il mio racconto ci sono! Sono presenti nell'indice! Non è fantastico?



Si ma nel libro? Comincio a cercare la pagina e quando la trovo... resto di stucco! Yes! A pagina 145 si trova "In giardino con Marcel Duchamp" di Valeria Zanuso.

Straordinario! Che emozione! Non sto nella pelle!!!

Il mio racconto occupa ben 3 facciate... ah no ben 4... Wow! ma vi rendete conto? 4 FACCIATE!!!

Non potete immaginare cosa provo in questo momento. Dire che sono felice è poco. E' riduttivo. 

Sono la felicità fatta a persona. Zoe mi guarda e percepisce dal mio sguardo che questo momento è unico! Sente che è importante e mi prende la mano. Me la stringe fortissimo dimostrando di essere fiera ed orgogliosa della sua pazza mamma! Un gesto che mi commuove e mi rende fiera!

Ma non è finita!

Il relatore, introducendo la sezione racconti, specifica che trattano tutti di pandemia, natura, vita durante il lockdown e via dicendo. Tutti temi insomma... profondi di attualità e specifica che per mancanza di tempo farà solo una breve sintesi di 6 brani.

Guardo Zoe e le dico: "Ok, piccola il mio che parla di arte non verrà letto"

"Mamma ma sei triste se non lo leggeranno?"

-"Scherzi? Per me è già un sogno che sia sul libro...!"

E mi stringe la mano ancora più forte.

Poi, all'improvviso sento il mio nome. Faccio un salto sulla poltroncina! E Zoe scoppia a ridere. 

No, non può essere vero! Stanno parlando di me! Il relatore fa una sintesi di chi sono e del mio pezzo. 

E lì, ammetto, qualche lacrimuccia comincia a scendere sul mio viso. 

La pesticciola mi guarda ed esclama: "ma stai piangendo?"

"Si, amore, di gioia!"

Mi appoggia la testolina sulla spalla, ed io ora sono davvero felice!

Vivo un momento è unico irripetibile.

E voi, avete voglia di leggere il mio racconto? Si? Ok, allora rimanete sintonizzati... nei prossimi giorni vi accontenterò!


lunedì 26 ottobre 2020

Ho incontrato Carlo Vanoni alla presentazione del suo libro... Che emozione!

 


sabato 24 ottobre 2020

Amici, oggi andrò alla presentazione del libro "Ho scritto t'amo sulla tela" di Carlo Vanoni. Ma vi rendete conto? Si il libro di cui vi ho parlato giusto, giusto un paio di settimane fa... Vi ricordate? Ok, per chi se lo fosse perso, clicchi QUI!

Ebbene sì, dopo averne scoperto l'opportunità, qualche giorno fa, ho prenotato per avere la possibilità di assistere alla presentazione presso la Libreria Ferrarin di Legnago. 

Sono euforica ovviamente. Pensate, incontrerò l'autore e se ci riuscirò, oltre a farmi fare l'autografo sul libro, ci scatterà un super selfie!

Ma come ci si presenta ad uno scrittore? 

Oh cavoli, l'outfit deve essere di tutto punto. Quindi, eleganza prima di tutto! Ma senza esagerare, visto che "lui", Carlo Vanoni, a 50 anni si è comprato per l'occasione, il suo primo paio di jeans strappati...così "confessa" nel suo libro precedente "a piedi nudi nell'arte"! Quindi, se tanto mi da tanto... Si presenterà sicuramente con un look del tutto "casual". Ok, trucco quanto basta e sorriso smagliante. Si, va bene, c'è la mascherina, ma il mio sorriso si vede anche dalla luminosità del mio sguardo! Almeno così dicono... Risultato? Ottimo, direi.

Zoe, la mia piccola pesticciola, mi guarda ed esclama: "Che bella che sei! Devi andare ad un funerale?"

Inorridisco, quasi mi affloscio e rispondo: "Ma come?!? Questa è eleganza..."

"Si mamma, ma sei tutta vestita di nero... ti manca solo il cappellino nero con la retina e poi..."

SGRUNT!!! Poi penso ai suoi 10 anni e alla sua idea di eleganza. Negli ultimi tempi gira con pantaloni con tasche da tutte le parti, catenelle e... vabbeh... Che stia sviluppando un animo punk in ritardo di 40 anni? Mah... Comunque, nonostante le sue critiche, decido che la mia mise è perfetta così!

Imposto il navigatore e... Tac! Dopo 40 minuti giungo a destinazione in perfetto orario. Anzi no, in perfetto anticipo di mezz'ora. E ora che faccio? Beh, entro comunque in libreria e avviso che la "piratessa è qui!"... Si dai, avete capito... timidamente dico: "Si può? E' permesso?"... e con charme annuncio che sono venuta per la presentazione del libro e aggiungo che il libro io ce l'ho già in borsa... Non si sa mai, con la sfiga degli ultimi tempi ci manca solo che venga denunciata per furto!

La commessa mi guarda, mi sorride e aggiunge: "Benvenuta, se vuole può subito farselo autografare. Il Dott. Vanoni è già qui!"

Wow fantastico! Faccio un respiro profondo... un altro... Si, sono emozionata, non lo posso nascondere.

Quando arrivo nella sala conferenze, dove tra l'altro è allestita una mostra d'arte di Paolo Masi, lui è intento a parlare con una coppia. Aspetto e quando mi vede mi dice:  "Ciao". 

Io resto spiazzata e muta. Subito mi giro credendo che lo abbia detto a qualcuno dietro di me... non c'è nessuno! Allora era riferito proprio a me! Mi ha riconosciuto! Ok, non è vero. Ma mi piace immaginarlo! Allora mi affretto a rispondere con un banalissimo: "Salve e..." mi imbalbetto! Mannaggia... cominciamo bene. Ed ora?

Vedendomi col libro in mano mi chiede se vuole che me lo firmi ed io che sono alquanto frastornata guardo il libro che sto letteralmente stritolando tra le mani e rispondo: "Si certo, forse è il caso... prima che lo polverizzi..." mentre dentro di me, penso: "è vero che l'ho già letto ma mi faceva piacere tenerlo nella mia libreria... ancora due minuti e lo avrei distrutto" e sorrido. Mi conduce ai divanetti. 

Ci sediamo e stranamente parto a raffica. Gli dico che il libro mi è piaciuto moltissimo anzi, che mi ha emozionato tantissimo, facendomi spendere pure qualche lacrima. Aggiungo pure che ho letto prima anche l'altro suo libro... e lui è meravigliato. Che abbia pensato che non ne fossi in grado?

Ammetto, all'inizio sono un po' agitata e si percepisce dalla voce un po' troppo squillante e tremolante ma poi parlando mi rilasso e aggiungo che ho pure un blog che parla d'arte e... che ho scritto pure di lui e dei suoi libri. 

Al che mi guarda e chiede il nome del blog così poi può andarli a leggere. 

Oddio! Questa cosa da me sperata da tempo, ora mi emoziona!

Passiamo 4/5 minuti a parlare dei 2 libri e a me sembrano infiniti. Poi sfacciatamente chiedo se possiamo farci un selfie e un attimo dopo con mano tremula scatto il mio click! Caspita è venuta mossa!

Sono strafelice! 

Visto che c'è altra gente che aspetta lo ringrazio e vado a scegliermi il mio posticino per seguire la sua presentazione. 

Quando comincia si capisce subito quanto sia abituato a parlare nei teatri. Ha un modo veramente coinvolgente, simpatico e affabile. Parla ininterrottamente per un'ora e mezza e la sala è catturata. Non vola una mosca a parte qualche risata. Descrive il viaggio intrapreso nel suo libro partendo del rinascimento. Spiegando attraverso la figura delle "sue" bellissime donne (la donna vento, la donna tempesta, la donna ferro...) che incontra nelle opere di grandi artisti di cui si innamora, di come l'arte nel corso del tempo si è dovuta trasformare per stare dietro ai tempi e alle esigenze del momento. 

Nel corso della serata mostra anche le immagini delle opere di cui parla, per rendere tutto più comprensibile. 

Se prima, avevo compreso il libro ma mi mancava qualche tassello ora sono soddisfatta perché è riuscito a chiarire tutto ciò che a me era rimasto per qualche strana ragione nascosto. Il "viaggio" raccontato direttamente da lui è stato ancora più profondo perché ho potuto percepire dal vivo il suo sentire, e riscoprire, e approfondire gli aneddoti divertenti  riportati nel libro. Lo sapevate per esempio che a Raffaello piaceva molto "disordinare" (= fare all'amore) e ci ha lasciato le penne proprio dopo aver "disordinato"?

Quando tutto finisce, risalgo in auto, imposto il navigatore e sarà la testa ancora fra le nuvole dentro a quel "viaggio" per certi versi assurdo, riesco a perdermi in mezzo alla campagna della bassa veronese. 

Il navigatore si rifiuta di collaborare e se potesse insultarmi penso che lo farebbe volentieri. 

Rido tra me e me anche se un po' di ansia sta salendo, come la nebbia davanti a me sta scendendo. 

Ma che volete che sia, una "piratessa" sa benissimo che prima o poi troverà la stella giusta che la guiderà a casa e... e se non vuole rischiare di passare la notte in auto girando a vuoto è meglio che accenda il navigatore! Poi, fortunatamente, all'improvviso come una stella cometa appare dalla foschia un cartello stradale! Posso tornare a casa tranquilla, serena e soddisfatta!

P.S. Allora, vi ho invogliato a leggere il libro?

http://www.solferinolibri.it/libri/ho-scritto-tamo-sulla-tela/ 


sabato 24 ottobre 2020

Ed ora vi svelo qualcosa a proposito del Corso che sto frequentando...

 23 ottobre 2020

 

Premessa:

Se volete comprendere meglio il senso di questo post, potete consultare anche quello precedente cliccando QUI

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Sono le 18'40 di mercoledì 21 ottobre. 

Oggi per me è stata una giornata piuttosto impegnativa. Mi sono svegliata alle 5.30 (fuori era ancora notte fonda) per andare "all'Hotel 5 stelle scadenti" di Treviso per fare i miei soliti controlli.

Sono rientrata alle 17'00  piuttosto provata e stanca ma con la consapevolezza che..."traunpaiod'orecominciailmioprimocorsodistoriadell'arte!!!" (questa frase va letta tutta attaccata con euforia urlante! Mi raccomando!). 

Eh si amici, nonostante sembra che mi sia passato sopra un treno o un buldozzer o rullo compressore, l'adrenalina di cominciare finalmente questa nuova esperienza, mi fa dimenticare tutta la fatica e l'ansia del giorno appena trascorso. 

Editor mi messaggia:

-"Allora? Sei pronta?"

-"certo... o meglio devo ancora accendere il pc... truccarmi, pettinarmi.... sai, non si sa mai chi ci sarà aldilà dello schermo e..."

-"E cosa aspetti! Sono le 18'40... Ti hanno pure chiesto di collegarti con 10 minuti di anticipo! E tu..."

-"Oh capperi è così tardi? Quindi. niente tacchi? E poi? Io devo ancora mangiare... Dici che sia sconveniente mangiare in diretta?..."

Anche se non lo vedo, so che a Editor stanno fumando le orecchie. E forse anche il cervello... Rido tra me e me... Perchè so che in queste situazioni fa delle facce così ridicole che farebbe ridere anche la persona più triste del mondo... Ma la sua risposta arriva in un nano secondo:

-"NO... non puoi mangiare durante il corso! Ma dov'è la tua serietà e compostezza!"

Mi sto sbellicando dalle risate, adoro prenderlo in giro e adoro immaginare le smorfie ed i grugniti che fa!

-"Ma senti, potrei disattivare il video e l'audio... così potrei..."

-"NO! NO E NO!!!"

-"Ok, ok, quindi cenerò alle 21... Oh cavoli, come faccio a resistere... Neanche un Cracker?"

-"Smettila! Invece di stare lì a cinciscare col telefono potevi svegliarti prima... Vabbeh, buon corso... Ah, a proposito, hai acceso il pc?"

-"Oh... capperi... no... cioè, non ancora... ma lo sto facend..."

-"Testa di vitello!" e scompare...

ahahah, sembra più agitato di me!

Ok, accendo il pc e soprattutto la "saponetta" della Wifi, che ultimamente mi fa qualche scherzetto, e via! Mentre schiaccio il pulsantino "On" sussurro: "Vedi di comportarti bene stasera, intesi? Saponettina di m..."

Tutto è pronto. Nel frattempo ho trangugiato uno snack salato e i finocchi gratinati della mamma... La bistecca dovrà aspettare. 

Peccato...

Mi collego al link che l'Associazione Urbs-Picta mi ha inviato e accettano subito la mia partecipazione.

Wow che bello! Comincio a vedere gli altri partecipanti. Ovviamente quelli online. Ma io, io non mi vedo!!!  E perché? Come cavoli si fa? Ok, comincio a smanettare con i tasti ma ho paura di "inchiodare il pc"... Ok, stiamo calmi! L'audio c'è. E pure il video. Quindi anche se non mi vedono è lo stesso. Spero... Però mi piacerebbe che sentissero la mia voce almeno... Ah ma hanno chiesto i microfoni spenti. Ok, e se mi "scappa" di fare una domanda? Ah si, hanno detto di usare la chat... Ok, provo la chat e... funziona! Ok allora posso stare tranquilla!

 Che emozione! Si comincia.

La dottoressa Bianchera fa i suoi convenevoli e poi parte a raffica facendo un riassunto "carrellata" (si può dire bah) del corso precedente, che ahimé non ho seguito perché un anno fa non ero ancora a conoscenza della sua esistenza. Parla quindi dagli impressionisti fino ad arrivare agli anni 60.

Per i primi 5 minuti non ci capisco una mazza. Ops, scusate... non comprendo bene i contenuti... Ok, respiro. È solo questione di riprendere un po' la mano con le lezioni, con la concentrazione e con l'applicazione. Mi devo applicare. Si mi devo applicare, forse una tazza di te potrebbe aiutarmi... No, no, mi devo applicare fino alle 21'00 "ramadan"!

Finalmente entro nel pezzo o meglio in sintonia con la relatrice e i nuvoloni neri che mi offuscavano la mente si dissolvono e ora mi sento perfettamente una "giovane studentessa"... perché questo sono! Checché se ne dica... E tu, Editor, zitto... non dire nulla! Dicevo una "giovane studentessa" alle prese con un compito "stracoinvolgente" e "strastimolante" che so che dipanerà in parte i miei mille dubbi sull'argomento.

 Almeno io ne sono convinta! 

Editor non ti angosciare, lo sai benissimo che nonostante il corso, ti farò ancora il mio miliardo e mezzo di domandine, quindi beviti una camomilla e rilassati. Avrai ancora la possibilità di elargire il tuo sapere!

Aspetta ecco, ecco, ci siamo. Dopo aver fatto un breve excursus su le correnti artistiche da fine 800 agli anni 60, finalmente entriamo nel vivo del discorso la "minimal art", corrente artistica sviluppatasi tra il 1960 e il 1970 negli USA. 


La Minimal Art è caratterizzata da forme semplici, derivate generalmente dalla geometria elementare, da strutture modulari e seriali e dall'uso di materiali della moderna tecnologia industriale.


 Per gli artisti minimal l’oggetto artistico non è una merce e non ha una funzione decorativa ecco perché  in alcuni casi, le dimensioni delle opere sono molto grandi, tali da rendere impossibile il loro inserimento in spazi residenziali o abitativi. 

Per i minimalisti  ciò che conta è soprattutto il processo creativo, come l'opera è stata concepita. Gli artisti più rappresentativi della minimal art sono Frank Stella, Carle Andre, Dan Flavin, Donald Judd, Robert Morris e Sol Lewitt.


Bene forse ci sto capendo qualcosa, "minimal art" vuol dire che "l'opera è ridotta all'osso"! No? Editor dai era per semplificare il discorso... Lo sai che non sono una storica dell'arte, è inutile che ti fai venire tanto affanno... su, su, calmati un pochino!.

Ok, voi avete capito, vero? Ottimo!

Sul più bello, quando la Dottoressa comincia a parlare di Arte Concettuale, la mia Wifi ha deciso di darmi buca. Eh no! Non ora "per dinci bacco", non proprio ora... Provo a staccare la spina a spegnerla e poi a riaccenderla ma credo che sia proprio in vena di farmi arrabbiare... Ok respiro di nuovo e collego il pc alla rete del telefono... grazie pesticciola mia che mi hai insegnato come si fa! E quando mi riconnette al corso la mia "saponetta" si rimette in moto! Ovvio no? Sgrunt!

Fortunatamente riesco a riorganizzare il discorso. Allora, l'Arte Concettuale rifiuta la pittura. E' importante l'idea.


 L'arte è un fatto mentale e deve essere il più possibile immateriale. Quindi elimina quasi completamente l'oggetto perché l'idea, il pensiero sta al centro della creazione artistica. L'artista deve essere una sorta di "intellettuale" deve avere qualcosa da dire, da trasmettere, vuole scoprire l'essenza delle cose. 


Ecco qui sono in alto mare. Ma cosa dico? In mezzo ad una burrasca con onde altissime, potrei annegare da un momento all'altro ma una piratessa come me non si arrende. Mai! Quindi, tiro fuori i miei "super poteri di concentrazione", sviluppati ad ascoltare il "vecchio burbero"... sapete a chi mi riferisco... e via!


Scorrono le diapositive di diverse opere e forse qualcosa in più comprendo... ma ammetto che non è per niente semplice questa Arte Concettuale, forse ho bisogno di tempo per interiorizzare. Gli artisti importanti sono Joseph Kossuth, Giulio Paolini, Bruce Nauman, Boetti e Nam June Paik. Ma si! Dai alcuni di questi, tra l'altro mi piacciono tanto e di altri come Boetti ho visto un sacco di opere!

Sono già le 21'00 e la lezione finisce. Sono soddisfatta.  Gli argomenti non sono stati semplici ma mi hanno "intrippato" un sacco facendomi dimenticare la mia bistecca... a proposito, "dove sei finita? Ah, eccoti! sei lì che mi stai aspettando..."

Beh, che dire? Questo corso online mi piace. Si, mi piace davvero molto e spero che possa aiutarmi veramente a chiarirmi le idee... "Ovviamente senza nulla togliere a te mio caro Editor... Tu ne sai sempre una pagina in più! Tranquillo..." Così sta buono e posso mangiare la mia bistecca in pace....

P.S. e voi ci avete capito qualcosa in più di me?


venerdì 23 ottobre 2020

Norman Parkinson, per gli amici "Parks", alla Fondazione Bisazza

 

giovedì 22 ottobre 2020

Buongiorno amici, vi ricordate la mia visita a Fondazione Bisazza? Siiii?!? Bene, questo mi fa capire che molto probabilmente qualcuno di voi non perderà occasione di andarla a visitare. Mi raccomando aspetto i vostri feedback!

Ma continuiamo il nostro viaggio...

Il fatto è che ho scoperto che questa Fondazione organizza spesso mostre temporanee di artisti, designer, architetti e fotografi importanti ed internazionali. E questa cosa mi fa letteralmente impazzire. Ciò significa che ogni 3/4 mesi si rinnova e c'è qualcosa di "super spettacolare" da andare a vedere. Wow! 

Non è fantastico?
Bene ora procediamo.

Eh si, perché come vi ho accennato, in questo periodo, da visitare, oltre alla Fondazione, c'è anche un'interessantissima mostra fotografica. E credo non sia proprio il caso di perdersela.
La mostra è "Norman  Parkinson, Fashion Photography 1948-1968". 

E a questo punto mi chiedo : "chi sarà mai Norman Parkinson?". 

Si, ammetto come sempre la mia ignoranza, ma come ben sapete sono qui per imparare. 

Presto fatto. Appena entro capisco che si tratta di un pezzo grosso. Artista di origine inglese, che ha lavorato come fotografo per l'alta moda e per le riviste più importanti. 

È stato uno dei pionieri della fotografia di moda del ventesimo secolo. Ha lavorato con i più importanti magazine come Harper' Bazaar, Queen, Vogue, portando la fotografia di moda oltre i suoi tradizionali confini. 

Per la prima volta le modelle vengono ritratte fuori dallo studio, "en plein air"... Caspita! Come gli impressionisti? Wow! Ora ti faccio pure i collegamenti... Editor, sei ancora vivo? Dai era carina! Insomma, ritratte in contesti di vita quotidiana, come: strade, spiagge o destinazioni esotiche, infondendo sempre nel suo lavoro una forte dose di "British Humor". 

Curata da Cristina Carillo de Albornoz e organizzata dalla Fondazione Bisazza insieme a Iconic Images, la mostra racconta in 70 opere non solo lo spirito di cambiamento di quel periodo, ma un nuovo modo di fare fotografia e di rappresentare la donna, nei servizi di moda e nei ritratti.

Il percorso si snoda attraverso capitoli ben precisi come: postwar couture (anni '40), city style, fifties glamour (anni '50), the art of travel, icons...

La cosa che mi "intrippa" di più, oltre ai vestiti che sono strepitosi, (ah come vorrei indossarne uno!) è il fatto che Parks, come si faceva chiamare dagli amici, abbia scelto principalmente come musa ispiratrice, sua moglie Wenda Rogers, modella e neo attrice degli anni 40. 

Ragazzi, la sua bellezza per me è strepitosa! Di un'eleganza e una raffinatezza illimitata.


Si insomma, proprio come la sottoscritta... Editor? Che cosa stai farneticando? Cosa sono quelle smorfie e quei colpi di tosse convulsa? Ma scusa, non sei tu che dici ogni volta che ne hai occasione, che se anche mi mettessi un sacco di juta addosso, trasmetterei comunque la mia finezza ed eleganza... ti stai forse rimangiando le parole? Come? Eri in preda a qualche attacco di... non sai bene cosa? Ok! Va bene così! Ed io che perdo tempo a fare... Si ecco, sei il solito ORSO!!!

Scusate il siparietto da Sandra e Raimondo... ma quell'essere più invecchia e più... 

Vabbeh, dove eravamo rimasti? Ah si..., un'altra cosa che mi piace moltissimo di queste immagini è la naturalezza, la spontaneità, ma anche l'allegria che a volte esce fuori da alcuni scatti. Vorrei proprio trovarmici dentro, viverle. 

Ed è questo il bello. Le sensazioni che nascono in me. Che sono talmente positive che sfociano in un sorriso, in gioia, in uno star bene che mi lascia quasi inebetita. 

Si lo dicono anche i medici che andare alle mostre fa bene alla salute, e su questo non ho dubbi! Ho le prove! Visto ciò che scatenano in me le mie varie scorribande.

Ci sono foto che esprimono anche dei significati profondi come la foto degli anni 50, scattata dopo le austerità della guerra, fatta su una terrazza di un grattacielo a New York. Lo scatto vuole esprimere la rinnovata vitalità della città, il desiderio delle donne di essere autonome, di conoscere, di vivere e di viaggiare.

Poi c'è una foto, per me, "super emozionante". Si, per me che sono una romantica, anche se qualcuno che conoscete bene sostiene il contrario, ed è questa: 

Non trovate che sia stupendamente allegra e romantica? 

Per me è di una naturalezza supersonica e pensate che i soggetti erano i vicini di casa del fotografo. Tanto per sottolineare che non bisogna per forza essere una modella per avere una bella foto... vero?  

C'è poi una intera ala della mostra dedicata alle foto fatte nei viaggi. Per di più esotici, negli anni '50, quando l'uso dell'aeroplano era per la maggior parte delle persone un'esperienza inedita. 


"Le riviste di moda sono ansiose di catturare l'eleganza ed il romanticismo di questo nuovo mezzo, che rivoluzionerà il modo di osservare il mondo. Infatti con la scoperta di nuovi continenti si risveglia una particolare sensibilità al colore."

Quando arrivo alla sezione "Icon" trovo foto stupende di Audrey Hepburn, Beatles, Marilyn e... si, Editor i tuoi Rolling Stones!

Cioè... Nel senso... Ehmm... ok, "tuoi" perchè so che sono fra le tue grandi passioni musicali... non nel fatto che magari, i lettori possono intendere... No, non sei l'editor anche dei Rolling... Non ti preoccupare ma penso che nessuno lo abbia sospettato!

Comunque, sono strafelice! Si, di avere avuto la fortuna di "beccare" questa mostra perché non me l' aspettavo, perchè è stato fantastico conoscere uno dei primi fotografi che ha riportato l'immagine di una donna alla moda ma vera, reale e realistica. Una donna "normale" che vive anche all'aperto ma che cucina, che corre, che fa la spesa e che si arrabbia...

Insomma cari amici, questa è una bella opportunità da vivere. Quindi che aspettate? La mostra è visibile fino al 13 dicembre!

https://www.fondazionebisazza.it/it/

https://normanparkinson.fondazionebisazza.it/it/ 

giovedì 22 ottobre 2020

Da stasera, ogni mercoledì, dalle 19'00 alle 21'00, sono chiusa per "Corso"... Sappiatelo!

Urbs Picta

"Storia dell'arte Contemporanea - dagli anni '70 ad oggi"

mercoledì 21 ottobre 2020

Amici oggi sono veramente "strafelice"! Ma che dico? Sono "straemozionata"! Anzi, "straraggiante". Da quanto lo sono, il sole potrebbe anche andare a nascondersi da quanta luce faccio... Ok tutte e tre insieme: strafelice, straemozionata e straraggiante... insomma una vera e propria bomba esplosiva! 

Non vedo letteralmente l'ora che siano le sette di questa sera! 

No Editor, non ho una cena pantagruelica a base di faraona, rognoni trifolati, baccalà alla vicentina e gelato al caramello salato!!! Ti ho fatto venire voglia elencando i tuoi piatti preferiti, eh? Peccato che tu sia a dieta! Tié!

Tanto lo so che proprio non ti ricordi cosa succede stasera... Dai, un piccolo sforzo... su!

Eppure sei sempre tu che da mesi mi fai la filippica che devo studiare, approfondire, predisporre e aprire la mia mente giovane e acuta al mondo dell'arte. Si hai sentito bene "giovane e acuta"! 

Sei sempre tu che non perdi mai occasione nel ricordarmi che è importante leggere e andare per il mondo a vedere mostre, collezioni e gallerie, per costruire la bellezza e coltivare le emozioni più disparate che mi faranno crescere e diventare una persona migliore. 

Si perché se ci fosse più arte e cultura nella vita di tutti, tutti e tutti i giorni ne trarremmo benefici inimmaginabili!

Allora, ci sei arrivato? Ancora noooo?

Oh santa polenta! Ma allora la situazione è gravissima. I sintomi della vecchiaia si stanno facendo sentire sempre più acuti! E molto bene per di più! 

Ok, procediamo per ordine.

Vi ricordate del mio corso di arte contemporanea dagli anni 70 ad oggi, che avrei dovuto frequentare a marzo con l'associazione Urbs Picta e la Dottoressa Jessica Bianchera?

Nooo? Ma cosa c'è, un'epidemia di perdita della memoria precoce? 

Ok, tranquilli ho io la soluzione. Basta che andate a rileggervi il post QUI!

Bene! Avete letto? 

Posso continuare? Avete recuperato la memoria?

Ottimo! Editor, tu non disperare... Fortuna che ci sono io, che essendo giovane... Ok, proseguiamo! Meglio non infierire... La situazione potrebbe peggiorare!

Allora, da questa sera ogni mercoledì fino ai primi di dicembre, dalle 19 alle 21, seguirò online il corso che avrei dovuto seguire a marzo. 

Vi ricordate? C'era pure la possibilità di seguirlo direttamente dal vivo in quel di Verona, ma vista la situazione per ora mi accontento di viaggiare online. 

Non vedo l'ora di conoscere tutto su l'arte minimal e concettuale, arte povera e land art, body art e performance, postmoderno in Europa e America, street art e fotografia, video arte e... insomma l'arte dal dopo guerra agli anni '90 e 2000.

Questa sera si comincia con l'arte minimal e concettuale... E sono curiosissima!

Sono sicura che sarà un'esperienza formativa entusiasmante, che colmerà in parte le mie infinite lacune e darà risposte alle mie mille domande...

Ecco, a tal proposito hanno specificato di tenere il microfono spento... uhmmm... come diamine farò a stare zitta e a non fare domande? Ah? si possono scrivere in chat? Ok, allora la tastiera del mio pc è già pronta! Vi racconterò... Stay tuned...

P.S. e voi quale corso state seguendo?


mercoledì 21 ottobre 2020

A due passi da casa mia una piacevole scoperta: la Fondazione Bisazza

 


Domenica 18 ottobre 2020

La settimana scorsa, mi hanno telefonato i miei "Pirati" dicendomi di tenermi libera per il 18 ottobre. 

Mi avrebbero portato a vedere una mostra d'arte insolita. Ed io cosa faccio? Aspetto in trepidante attesa!

È domenica mattina, fremo dall'emozione. Non so bene cosa aspettarmi. So solo che si tratta della Fondazione Bisazza, famosissimo produttore di mosaici in tutto il mondo. 

Nella mia mente sono convinta che vedrò una collezione di opere di epoca rinascimentale... Mi sono fatta quell'idea lì e non chiedetemi il perché. Non lo so nemmeno io. Sara così? Vedremo...

Ok, l'idea mi alletta e per l'occasione indosso un vestitino rosso perché oggi mi sento particolarmente carica esplosiva... ehmm... Diciamo che lo sono sempre, soprattutto quando si parla d'Arte...

La cosa sensazionale è che questa esposizione si trova a 15 minuti di strada da casa mia: a Montecchio! 

Vi rendete conto? Se penso a tutte le volte che ci sono passata davanti... e mi sono fatta sempre la stessa domanda : "Ma che cosa capperi ci sarà mai oltre quella siepe altissima?"

Oggi lo scoprirò!

I miei "pirati", Edo e Fabio, mi hanno raccomandato di essere puntualissima. Forse conoscendo l'andazzo degli ultimi tempi... Hanno preferito mettere le mani avanti!

Tranquilli ragazzi per l'arte non sgarro di un secondo!

Finalmente arriviamo a destinazione e....

Mamma Mia! Che spettacolo! Oltre la siepe si erge un giardino straordinario e la Fondazione stessa.

Se qualcuno scattasse in questo momento un'istantanea, ci sorprenderebbe tutti e tre con la bocca spalancata. E se ci fosse la possibilità di registrare il suono si sentirebbe: "Ooooooohhhhh, che meravigliaaaaaaa!"

La location è strepitosa e ancora prima di entrare, scattano i primi click!

Ma voi non avete idea. Non potete immaginare. Questo posto è assolutamente da vedere!

Pensate che la Fondazione è un' iniziativa completamente privata, no-profit, che rappresenta la passione della famiglia Bisazza per l'Arte.

Da anni Bisazza dialoga con artisti, progettisti, designer ed architetti di fama internazionale, chiedendo loro di immaginare inedite applicazioni per il mosaico. 

Lo scopo è di uscire dall' immagine ristretta legata a realizzare bagni e piscine. 

Il primo direttore artistico Alessandro Mendini ha affermato: "Con un quadratino di 2x2 cm si può coprire l'intera superficie del mondo".

Quando entro nella hall resto sbalordita dall'eleganza che si respira. Tutti sono molto gentili, premurosi e attenti. Tutto è super "chiccoso", raffinato ed io mi sento privilegiata a trovarmi qui ora. 

Mi guardo attorno. Non smetto di stupirmi per ogni cosa che vedo. I miei "Oooooh che bello" superano i miei "ahhh roba da matti". 

Si, effettivamente sto facendo una pessima figura, forse è meglio che mi trattenga un pochino... Ma come si fa? E' impossibile, uffi! 

Ok, devo dimostrare che sono una donna di classe... e... che classe! Vero Editor? Si, si, lo so mi viene naturale!

In quel momento arriva una hostess della Fondazione che sarà la nostra guida...

Pensate che tale fondazione è ospitata negli originali spazi industriali recuperati grazie alla maestria dell'Architetto Del Bianco.

Questo luogo ha un fascino tutto suo. E le opere che cominciamo a vedere sono spettacolari. 

A volte molto grandi, sovradimensionate e il tutto rende l'atmosfera magica, quasi irreale. 

Mi sembra quasi di essere Alice nel paese delle Meraviglie e la Hostess ricorda il Bianconiglio perché parla a raffica e poi, senza neanche che me ne accorga è già in un'altra sala ... "Oh cavoli, e ora dov'è andata?".


Qui possiamo trovare poltrone tempestate di mosaici alte 3 metri, teiere e tazze giganti, automobili, aerei, cavalieri... Tutti oggetti ricoperti da questi piccolissimi tasselli di vetro prezioso.

Artisti di fama internazionale si sono cimentati nella realizzazione di queste opere. Sono molteplici: da Mimmo Paladino, Sandro Chia, da Ettore Sottsass a Richard Meier, da Fabio Novembre a Emilio Pucci...e tanti altri. 

Ogni volta che entriamo in una sala veniamo colpiti dell'originalità di ciò che ci si presenta difronte. 

Per mille balene! Non potevo nemmeno lontanamente immaginare che si potessero fare certe cose con quei piccoli quadretti! 

Si Editor, stai manzo, non sto parlando dei tuoi quadretti... ehmm, opere...

L'opera che più mi ha affascinato è "il cavaliere di Dürer" di Alessandro Mendini. 

Per me ha un qualcosa di mistico. Mi trasmette coraggio, forza, perseveranza. Questa figura ricoperta di mosaico è, come dice l'artista, "una statua luccicante, nervosa e specchiante". E questi tre aggettivi per me esprimono pienamente la sua forza e la sua dinamicità, nel senso che non si arrende mai e lotta per vincere. Si, io la vedo cosi. La voglio così. Ed io, mi voglio così!

La cosa che mi colpisce è che per ogni opera c'è a fianco della spiegazione, il disegno o meglio lo schizzo dell'idea fatto proprio da chi l'ha ideata. Super!


Un'altra opera che mi fa letteralmente impazzire è "bagnanti intelligenti" di Sandro Chia. 


Per la sua realizzazione gli è stato chiesto di ispirarsi all'azzurro del Mare di Capri e lui in risposta ha rappresentato "un tuffo dall'alto dei faraglioni, dimostrando a tutti il suo coraggio affiancato da una campagna fedele che ne protegge il sesso per le gioie dell'amore e la continuazione della sua specie. Una specie in estinzione, un gene da proteggere e tramandare". 

Quest'opera è ancora più incredibile per la pavimentazione che sta sotto perché sembra un vero e proprio mare.

Le opere che sto ammirando sono decisamente sui generis, uniche e sono state quasi tutte esposte in fiere o mostre internazionali.

Arrivati all'ultima sala, sono strafelice perché la guida ci dice che abbiamo la possibilità di vedere pure la mostra fotografica di un' eccellenza della fotografia di moda... Ma questa è un'altra storia!

To be continued...

P.S. Fossi in voi non ci penserei due volte, prenoterei subito la mia super visita e via!


martedì 20 ottobre 2020

Venezia è sempre Venezia... se poi c'è "Untitled 2020" a Punta della Dogana...

 sabato 17 ottobre 2020


Ciao amici eccoci qui pronti per il proseguo della puntata precedente... Avete presente? Venezia, io e la mia amica, il poliziotto, Henri Cartier-Bresson...? Nooo? Allora cliccate QUI!

Ok, ora siete pronti? 

Via, partiamo!

Cariche di adrenalina come non mai, dopo aver trascorso un'ora e mezza sognante tra le foto di Cartier-Bresson, ci dirigiamo alla volta di Punta della Dogana, per vedere "Untitled 2020" una collettiva di arte contemporanea organizzata da Caroline Bourgeois, che vi ho segnalato tempo fa... Ricordate? Nooo? Ma allora lo fate apposta! Vabbeh, cliccate QUI...

Dovete sapere che acquistando il biglietto della mostra "Le grand jeu" di Bresson, avrete la possibilità di vedere anche "Once upon a dream" di Youssef Nabil, sempre allestita in Palazzo Grassi e la mostra "Untiteld".

A quest'ora avvertiamo entrambe un leggero languorino, anzi in realtà sarà il camminare, sarà il continuo chiacchierare o forse anche l'ora, ma ammetto che mi si è aperta una voragine nello stomaco. 

Quindi ci dirigiamo con passo  deciso per scovare il ristorantino "da Raffaele" che mi hanno consigliato i miei pirati... (vi ricordate? ve lo ho accennato anche ieri nel post precedente...?). L'aria frizzante delle prime ore del mattino si è intipidita e il sole scalda e illumina i nostri passi tra un ponticello e l'altro, tra un "campo" e l'altro, fino a portarci dritte da Raffaele. 

Il posto è veramente incantevole e affascinante. Con i suoi tavolini all'aperto posizionati lungo il canale è davvero invitante. Francesca mi guarda e mi chiede se sono sicura di voler mangiare qua, o se non preferisco accontentarmi di un trancio di pizza o un "panino low cost". 

La guardo e col sorriso più grande che ho le dico: "Questa è una giornata stupenda e me la voglio godere al 100% chissà quando mi ricapita! Quindi ci sediamo e ci prendiamo anche un buon bicchiere di vino rosso... Cameriere... Cameriere..."


Lo staff di una gentilezza assoluta ci fa accomodare in un posticino delizioso. Ci sentiamo due Regine! Ovviamente partono selfie e foto, scomodando pure il cameriere che ci immortala in questo momento di puro relax. Il vociare lontano di chi passeggia, la melodia di una fisarmonica che suona non lontano da qui e la location rende tutto incredibilmente suggestivo. Ordiniamo tagliolini al nero di seppia. Al primo assaggio capiamo di aver fatto la scelta perfetta! Sono stratosferici! Siamo talmente prese dal gustarci il piatto che quando ci guardiamo scoppiamo a ridere visto che ci ritroviamo entrambe con le labbra e denti neri! Il nostro cameriere di fiducia ride aggiungendo: "Si vede che avete apprezzato il piatto...!". Insomma amici, se volete farvi un regalo ve lo stra consiglio!

Ora con la pancia piena ed il torpore dato dal bicchiere di vino rosso, ci incamminiamo verso la mostra che ci sta aspettando. 

Lungo il tragitto incontriamo moltissime gallerie d'arte ed io incollo il mio viso davanti ad ogni vetrina dicendo "GUARDAAAAA"... "Ma quello è..." e così via.

D'altra parte quando incontri opere particolarissime e straordinarie come fai a tirare dritto? Il mio cuore ogni volta fa un guizzo e mi devo fermare e ammirare! Io in quel caso mi ritrovo pure a respirare più profondamente come se dovessi inalare la bellezza, l'ebrezza e il significato dell'opera stessa.

Passiamo persino davanti alla Guggenheim Collection... e... mi illumino, mi riempio di gioia infinita... tanto da sussurrare "Aspettami, tornerò presto anche da te!"

Arriviamo a Punta della Dogana e prima di entrare andiamo a vedere il panorama che si vede da questo luogo incantato. Davanti a me vedo l'isola di San Giorgio e il ricordo mi provoca un tuffo al cuore e torna indietro di un anno quando ho visto le mostre di Emilio Isgrò e di Sean Scully. Ah, che momento Idilliaco...



Ok, ok, riprendiamoci.

È ora di entrare. 

Sono emozionata e curiosa. Le sale che ci aspettano sono 18. Ognuna ha un tema particolare come: l'attivismo, l'utopia, la perdita, il sesso, le origini della pittura, lo studio dell'artista....

La mostra presenta opere di 67 artisti che appartengono a generazioni diverse. E tra questi un gran numero di artisti afroamericani e donne "pioniere", storicamente poco rappresentati in seno alle istituzioni.

Le opere provengono in gran parte dalla Pinault Collection e da numerosi prestiti, da musei internazionali e da altrettante collezioni private.

Già nella prima sala troviamo opere che hanno assolutamente bisogno di essere "tradotte". Quindi, grazie al "libretto" e alle guide presenti in ogni sala ci facciamo aiutare nella comprensione delle opere che più ci attirano lasciandoci andare ad una libera interpretazione per le altre.

Mi concentro sull'opera che mi piace di più. Quella di Magdalena Abakanowicz, fatta in fibra di sisal, un cuore rosso (con la forma di quello vero) che scende dal soffitto. Ci sono delle protuberanze che non capisco ma si sa, gli artisti hanno le loro "visioni". Si questo cuore mi piace proprio tantissimo...


...la cosa imbarazzante è che quando chiedo spiegazione alla guida, questa mi dice che non si tratta di un "cuore" ma bensì di una "vagina"! Ok, come vedete sono la solita romantica!!! 

Rido tra me e me. 

E pensare che siamo solo all'inizio!

Vabbeh. Nel corso della nostra visita ci ritroviamo davanti ad opere a volte leggibili a volte illeggibili. Ma sicuramente particolarmente strane. Qualche volta non riesco a dire nulla tanto mi restano incomprensibili, altre, resto sconvolta dalla crudezza e altre ancora, mi ritrovo a ridere per la bella pensata che ha avuto l'artista! 

Ci sono opere che mi porterei a casa come "woman on a snowball" di Lorna Simpson, e altre che mi fanno sorridere come "Owl on wood" una civetta (mi piacerebbe capire dov'è...) che è posta su una terrazina sopra il museo, da cui si vede un panorama mozzafiato, o il tornello di legno di Kasia Fudakowski, scultura buffa e irriverente legata al tema del sesso e che al contempo con umorismo. mette in contrapposizione i mobili da chiesa con le porte dei negozi stabilendo una connessione tra la sfera religiosa e quella commerciale.




Nel corso delle sale si alternano artisti importanti come Thomas Houseago, David Hockney, August Rodin, Luc Tuymans, Gilberto Zorio... solo per citarne alcuni. 

Ok, terminiamo di vedere le opere e siamo alquanto sopraffatte dalle emozioni, dalle scoperte e anche, come è giusto che sia, da visioni discordanti. A questo punto, ci vuole una buona merenda! O meglio, visto l'ora, un buon aperitivo che ci dia la carica e nuova energia e placchi i giri tortuosi a cui sono state sottoposte le nostre menti.

Quando si decide di andare a vedere una mostra così, bisogna prepararsi prima psicologicamente sapendo che una volta dentro non capiremo tutto. Anzi, nulla è scontato e se avremo la voglia di metterci in gioco, sicuramente potremmo trarne qualche lezione interessante oltre ad aprire la nostra mente a cose nuove, inaspettate.

Ora ci sediamo in un baretto, facciamo il nostro aperitivo  prima di recuperare l'auto e partire alla volta di Soave, assistendo al tramontare di una enorme palla di fuoco sopra Marghera! 

Anche questa è emozione, proprio come l'arte... anche se avrei preferito veder tramontare il sole direttamente sul mare ma che ci volete fare, in quel momento la location era quella!!!

P.s. Allora che aspettate? Ho stimolato abbastanza la vostra curiosità? Ora sapete cosa fare nel prossimo week-end!