giovedì 29 ottobre 2020

Ecco a voi il mio racconnto "In giardino con Marcel Duchamp"


 

Mercoledì 28 ottobre 2020

Squillino le trombe, arpeggino le arpe, strimpellino i musicisti da camera e di strada per le vie di tutti i borghi... Ma che dico? Di tutte le città... anzi, ancora meglio, di tutte le metropoli, le megalopoli, insomma dell'universo intero.

Si! E ancora...

Cinguettino gli uccellini, zirlino i tordi, tubino le tortore, trillino le allodole, grufolino i cinghiali, gloglottino i tacchini... e... vi può bastare? Ok, il tutto fino all'imbrunire. 

Mesdames et Messieurs, Ladies and Gentlemen, Damen und Herren, Signore e Signori, Marziane e Marziani, ho oggi l'onore di annunciare il vincitore del premio "Strega con tacchi a spillo" ma che dico? Del premio "Bancarella quattro soldi"... no ancora meglio del premio "Campiello inzuppato nel latte"... Ah no, no, sentite qua: del premio "Nobel della letteratura sconquassata" , con la seguente motivazione: dopo aver sbaragliato le classifiche di tutto il pianeta; dopo aver fatto piangere milioni di art influencer e fashion blogger squattrinati e non (Ferragni compresa); dopo aver destabilizzato la sicurezza internazionale perché le copie andavano letteralmente "a ruba" (le cronache narrano di numerosi furti con sommosse gestite da forze dell'ordine in tenuta antiguerriglia davanti alle più prestigiose librerie di: NY, Parigi, Tokio e Londra...) finalmente siamo lieti di presentarvi il super racconto che ha fatto la storia di questi giorni... per dirla tutta, pensate che "COVVIDDI" scompare davanti a tutto questo...: "In giardino con Marcel Duchamp" di V. Zanuso

Addirittura il famoso regista Quentin Tarantino ha deciso pure di farci un film affidando la parte maschile allo strabello, ma che dico?!? Lo strafigo Matthew McConaughey (non so voi ma io lo adoro!!!) e la parte femminile a Valeria Zanuso (IO, ME MEDESIMA!!!) ovviamente!

Insomma...

Mesdames et Messieurs, Ladies and Gentlemen, Damen und Herren, Signore e Signori, ecco a voi... (rullo di tamburi di sottofondo)....

  "In giardino con Marcel Duchamp" 

della pluripremiata e strafamosissima Valeria Zanusoooooooo 

(Scroscio di applausi con standing ovation...).

 Eh si, ve lo avevo promesso! 

La suspence l'avete ben retta quindi... ora a voi la lettura....

----------------------

"In giardino con Marcel Duchamp" di Valeria Zanuso

Sono le 3 del pomeriggio. 

Fuori c'è il sole e sarebbe la giornata ideale per andare a fare una bella passeggiata. Invece a causa della pandemia siamo tutti costretti a stare in casa. 

Uffi che noia! 

Ormai le giornate sono scandite dal solito ritmo: sveglia, colazione, faccende, pulizie, scrittura sul blog (si ho un blog che parla d’arte), lettura, pranzo, passeggiata in giardino, lettura, blog , telefonate varie, cena, libri, letto! Wow che fatica!


Sono qui sdraiata sul divano pronta per fare una bella pennichella quando sento bussare alla porta. 

Le orecchie a quel dolce suono mi si rizzano. 

Dico dolce, perché ultimamente qualsiasi cosa che riguarda un minimo contatto con il mondo esterno mi apre il cuore. 

Mi si stampa un sorriso ebete sulla faccia e corro ad aprire. Chi sarà mai che ha sfidato la legge per venire a trovarmi? 

Apro la porta più in fretta che posso per paura che chi abbia bussato possa cambiare idea ed andarsene e... resto di stucco!


Ok, forse ho le traveggole. Oppure il pepe che ho messo oggi sulla pasta, ha effetti allucinogeni. 

Davanti a me si staglia una figura maschile alquanto bizzarra che con accento francese mi dice: " Bonjour mademoiselle (e già qui ha conquistato 100 punti per non aver usato il più appropriato Madame!), je suis Monsieur Duchamp, Marcel Duchamp! Sono venuto a sapere che lei, visto che ama scrivere d’arte, voleva giusto giusto avere qualche informazione in più su di me, ma visto anche che era un po' indecisa sul da farsi, ho pensato "perché non aiutare questa bella "fansciulla"?... Le parole restano sospese nell'aria, sono alquanto esterrefatta e vorrei fare mille domande del tipo "ma lei scusi non dovrebbe già essere bello che morto?", ma quando mai potrebbe ricapitarmi questa occasione e allargando il sorriso sul mio viso dico semplicemente: "caspita, Maestro, lei è venuto a salvarmi dai miei dubbi amletici!" E spalanco la porta per farlo entrare. 

Lo faccio accomodare in giardino così possiamo goderci il sole e il calore di queste prime tiepide giornate primaverili ed il primo a fare la domanda è proprio lui (non dovrebbe essere il contrario?) ...ok vediamo che succede.


"Mi dica fansciulla (e qui non vi nascondo che sto già per scoppiare a ridere per questo suo accento strampalato... ma mi impongo di tenere un comportamento alquanto rispettabile visto che mi trovo davanti ad un personaggio di così grande fama), ma perché io l'avrei messa così in crisi da non farla riuscire a scrivere neanche un pezzo su di me?" Ed io pronta: "Sa, Monsieur Duchamp,  non è che io e l'arte siamo amici da tanto tempo, anzi è solo un paio d'anni che abbiamo deciso di frequentarci e lei visto che è la figura di spicco e che rappresenta il passaggio da arte moderna all’arte contemporanea del XX sec… e non solo, è, da quel che ho capito, una persona un po' fuori dal comune che non accetta molto le regole.....(come vede nemmeno l'emergenza del covid-19 le ha impedito di andare a farsi un giretto)... non rientrava nelle cose semplici da scrivere, ma in quelle ultra complicate! 

Anche perché, sarò sincera, ho visto per ben 2 volte "la boite en valise" e non c'ho capito una mazza! E appunto per quello l'ho sempre guardata con poco interesse, e… confesso, quasi annoiata."


Si mette a ridere di gusto e si accende la pipa... "Sa, lei è molto spontanea e lo vedo in quello che scrive nel suo blog, mette a nudo le sue emozioni, senza farsi troppi problemi. E’ ammirevole.... comunque mi lasci spiegare: lei ha beccato l'opera più ostica, più complessa che io abbia mai realizzato, perché è come se fosse una tesi sulla mia carriera artistica, un résumé dei lavori più importanti..." Prontamente ribatto "Ah, qui la voglio! Se questa opera è, ahimé quasi incomprensibile le altre sono forse più semplici? Che mi dice di "fontana" o dello "scolabottiglie"?


Mi guarda fuma la sua pipa e poi comincia: "Sa io dipingevo, ma ad un "scerto" punto, nella pittura non trovavo più soddisfazione. 

Volevo trasmettere il significato delle cose in modo diverso. Volevo che la gente che guardava una mia opera arrivasse a cogliere l'essenza più profonda dell’oggetto. E così ho pensato che un qualsiasi oggetto già pronto, già fatto, presente nella vita di tutti i giorni, come un READY-MADE appunto, come ad esempio uno scolabottiglie, potesse diventare opera d'arte. Bastava cambiarne la sua funzione! Ok ora con ciò non si vuole dire che da quel momento ogni oggetto poteva diventare un'opera d'arte e nemmeno che ogni persona potesse essere un vero artista...

Le cose già fatte, diventano arte perché è l'artista che conferisce loro il nome e l'identità di opera... l'artista sceglie una cosa che per lui ha un significato e le dà una dignità diversa da quella di un semplice oggetto. L'artista ha quindi un'idea, unica, irripetibile, e soprattutto un potere ineguagliabile! E come potevo fare questo? Certo dalla mia parte c'era la consapevolezza di essere un artista già affermato, quindi con una sorta di potere in più. Ed ecco allora che se avessi trovato il modo di metterci la firma e posizionarlo nel contesto giusto, in questo caso un museo o una mostra o una galleria d’arte, di certo l'avrei consacrato ed inserito nel mondo dell'arte e nella cultura artistica. Creando così una relazione con questo mondo.

Le dico la verità sarò anche un uomo un po' pazzo e fuori dagli schemi, e questo mi aiuta ad andare avanti a non arrendermi come ho fatto con "fontana", ma ho avuto pure io i miei dubbi...

Ma in questo caso non avevo scelta, bisognava agire! Il momento storico era pieno di fermento e c’era aria di cambiamenti. Era il momento giusto per dare una scossa...

Ora le racconto com'è andata... mi scusi fansciulla la sto per caso annoiando?"

Ed io: “Ma scherza?!? Sono talmente intrippata da questa conversazione che fumerei volentieri la pipa pure io... .ma so che mi farebbe vomitare... ok, andiamo avanti!" Mi guarda un po' stranito e poi riprende il suo racconto.

"Sa quando ho presentato "fontana" appunto, sapevo di andare contro l'idea normale di arte. Presentai "l'orinatoio rovesciato" con una firma falsa, uno pseudonimo, alla mostra annuale degli artisti indipendenti di New York, di cui io stesso facevo parte nella giuria. Tutti votarono contro. Io mi dimisi. In quel caso feci una cosa ancora più geniale denunciai l'accaduto e pubblicai le foto dell'opera in una rivista famosa facendo esplodere un gran scalpore e innescando una polemica colossale. Da quel giorno del lontano 1917, l'arte non fu più la stessa la sua identità era cambiata definitivamente e aveva finalmente aperto le porte all'arte contemporanea! 

WOW!!! Sono strabiliata ed allo stesso tempo emozionata. Ma vi rendete conto? Sono qui nel giardino di casa mia con il signor Marcel che ha dato il via a quella che posso dire con certezza (almeno per ora) alla mia arte preferita: quella contemporanea!!! 

"Mi dica Monsieur Duchamp ma quanti ready-made ha fatto nella sua vita?"

"All' "inscirca" una trentina di opere che si potevano suddividere in ready-made "puro" cioè oggetto promosso ad opera d'arte dalla mia semplice scelta, o ready-made "aiutato" cioè con qualche lieve intervento da parte mia, come in "ruota di bicicletta ".

Poi ho mollato tutto e mi sono dedicato al gioco degli scacchi... sa... avevo fatto la mia parte avevo fatto l'incipit per una nuova arte. Era giusto ed il caso, lasciare il posto a nuove idee... a nuovi artisti. Ed io ho continuato a giocare a scacchi. Bene ora se permette si è fatto tardi e a proposito di scacchi ho un torneo che mi aspetta... spero di averle fatto venire un po' di voglia da scrivere un pezzo su di me..."  sfacciatamente mi viene spontaneo chiedergli: "Senta Maestro, ma un selfie con me se lo farebbe?"


In quel momento sento il telefono squillare. Corro in casa a recuperarlo per rispondere, il telefono è lì, ancora sul divano. E’ il mio Editor e gli dico: “non ci crederai sono qui con Duchamp e ora mi faccio un selfie con lui...” dall'altra parte del telefono sento una grassa risata  e: "Si e io sono con Picasso a bere un Negroni!" 


Resto interdetta. E sempre con il telefono all’orecchio torno fuori in giardino e… non c'è più nessuno ... 


Riapro la porta di casa e mi ritrovo davanti la mia gatta che con fare felino entra dritta come un fulmine... sento una voce lontana... oh il telefono, l’avevo dimenticato!... "Pronto, pronto...ci sei?" dice il mio Editor... ed io "si, si, ci sono... ecco, credo di essermi addormentata. E di aver fatto un sogno molto interessante... Cavoli ma non potevi chiamare più tardi che almeno riuscivo a fare un selfie con Duchamp? " dall'altro capo sento silenzio, io scoppio a ridere e in fretta comincio a raccontare il mio sogno, prima che il mio Editor mi creda completamente pazza!!! Ma forse già lo pensa.


Nessun commento:

Posta un commento