mercoledì 30 settembre 2020

15000 GRAZIE!!!!

 Martedì 29 settembre 2020


Carissimi amici non ci posso credere! 

Sono stra, stra, stra felice! 

Si di annunciarvi che il mio "super, magnifico, straordinario, eccezionale blog, Quattro salti in padella....ops, ho sbagliato, scusate... ehmm... dicevo "Quattro passi nell'arte in punta di pantofole", grazie a voi, ha raggiunto le 15000 visualizzazioni. 

15000! Avete sentito?!?

Per me è un traguardo inimmaginabile!  

Ma chi lo avrebbe mai detto, 8 mesi fa? Sono orgogliosa di voi che in questi mesi mi avete seguito, sopportato e supportato...

Forse non ve ne rendete conto ma  in questo momento così particolate della mia vita, siete molto importanti. 

Scrivere sapendo poi, di avere un riscontro da parte vostra così positivo, affettuoso, presente e costante, mi fa arrivare alle stelle e mi fa sentire davvero speciale.

Si, forse non sarò una storica dell'arte, è vero. 

Anzi, visto le continue gaffe, le famose "figurette", i burberi rimproveri di Mr. Gallery e lo striminzito, per ora, bagaglio culturale/artistico, non valgo nemmeno un dito di uno storico dell'arte! Ma sono certa di valere molto di più! Per la sincerità e la passione che ci metto! 

Sono altresì convinta di non meritarmi tutto il consenso che mi state dimostrando ma proprio per questo, vi prometto che ci sarà un continuo miglioramento. Cresceremo insieme! Ne sono super convinta...!!! Però voi continuate a seguirmi. Oh, non fate scherzi!

Credo che qualcosina sto imparando giorno dopo giorno e voi con me. E quindi, per poter raccontare le mie avventure strampalate nel mondo dell'arte ho bisogno di voi. Scrivere, leggere e studiare per voi, mi diverte e mi fa sentire bene. Quindi...

Quindi 15000 volte grazie di cuore... Per tutto!

Valeria, l'Art-Blogger 
Ahahahaha

martedì 29 settembre 2020

Nuvole, nuvole e ancora nuvole. Ma come si misurano le nuvole?

28 settembre 2020


Da qualche giorno è in corso una specie di sfida tra me e il mio Editor. O meglio, io da Scaramacai quale sono... ho visto che ultimamente lui, si è messo a immortalare nuvole e non volendo essere da meno ho cominciato pure io! 

E quindi, il click scatta ovunque.


Inutile dire che la qualità delle foto del suo "superultimomodello" di telefono, supera di gran lunga quella del mio... Ma ricordatevi, conta il punto di vista da cui parte la foto!!! E qui... Vi avviso oggi sono così, come dire...: "filosofeggiante" o forse, come dice in queste occasioni Editor "più incasinata  del solito". 

Armatevi di santa pazienza e... seguitemi!


Così, mi sono ritrovata ad ammirare e apprezzare nuvole di tutti i tipi. 

E la cosa fantastica è che raggiante mi ritrovo a scrutare il cielo in cerca di qualcosa che ogni volta, inevitabilmente, mi sorprende facendomi dire: "Waw! Guarda quella..."


Una delle cose che mi scompiglia di più è quando si avvicina la tempesta. Si vedono quei cumuli minacciosi con al di sotto quelle inequivocabili sfocature che indicano che là, in quell'istante, sta già piovendo a dirotto... Il profumo del bagnato, dell'ozono che si sprigiona dalle strade oramai innondate, il vento che si alza, la luce che si affievolisce e i colori bluastri che già solo loro, mi fanno sentire viva, pronta. Pronta per combattere sfidando qualsiasi intemperia. È probabile, anzi matematico che mi ritrovi a sognare ad occhi aperti. Di navigare con il mio veliero in quel mare di nuvole che si perdono all'infinito. 



Cosa volete che vi dica, la burrasca mi fa sentire che "ci sono"! E perdipiù piena di energia, viva. E anche se colma di ostacoli, non mi spaventa anzi, meglio, mi fa comprendere quanto è bello lottare contro tutte le avversità per raggiungere i propri obiettivi. Nel mio caso la felicità di esserci... Perché io non mollo... Mai.
E ora, tranquilli. No, non mi sto perdendo, voi?

Ok, andiamo avanti allora.
Uno dei libri che amo leggere a Zoe e ai miei bimbi a scuola si intitola "L'omino della pioggia" di Nicoletta Costa. Racconta la vita di un omino che vive sopra le nuvole e passa le proprie giornate saltellando da una nuvola all'altra. Ad aprire e chiudere i rubinetti della pioggia... Quanti sogni ho fatto fra quelle pagine, tra quelle righe e... e ho fatto fare.
Ma perché tutto questo? Ci arrivo ci arrivo... non avrete fretta, vero?!?


Ieri, parlando con Editor e cercando di spiegare con parole mie, le emozioni che provo ogni volta che guardo il cielo, con le sue nuvole, le sue luci, lui se ne è uscito con: "Esiste un' opera di Jan Fabre che mi scuote l'anima. Più  precisamente è una scultura : " L'uomo che misura le nuvole". Valla a cercare e poi fammi sapere che ne pensi.


Ovviamente, manco a dirlo, l'artista non lo conosco. Faccio finta di niente... riuscendo male nell'intento... E che ci volete fare? Se dico una bugia, anche piccola, si capisce subito. Sarà per l'espressione colpevole che faccio... ma mi "sgamano" sempre... Mah!

Ok, come sempre comincia la mia ricerca. Non ho bene in mente a cosa porterà, ma state sicuri che se ha smosso l'animo di Mr. Gallery, e ce ne vuole, allora deve essere potente.
 

Digito velocemente il titolo della scultura e...


Ho per le mille balene di capitano Uncino! Chi lo avrebbe mai detto?!? E'... E'... Sensazionale. 


Sento un brivido che mi corre lungo la schiena. Da cima a fondo. Perché? Perché mi ci vedo mi ci rispecchio... semplice!


La scultura consiste in una scala da biblioteca, sulla cui sommità si trova la sagoma di un uomo con le braccia protese verso il cielo che tiene tra le mani un metro.... E che cosa farà mai? Misura le nuvole! Ovvio, no?


Questa visione, questa idea, accende in me una curiosità stratosferica e fa muovere gli ingranaggi e tutte le rotelle del mio cervello a velocità super sonica. Ma vi rendete conto?


Mi fermo un attimo devo ragionare: come si fa a farsi venire un'idea così strampalata e, ahimé per la sottoscritta, allo stesso tempo così adorabile, straordinaria, fantastica e allo stesso tempo ancora impossibile. 

Se guardo le nuvole con attenzione si muovono, cambiano posizione e aspetto velocissimamente, fermare la nuvola in un attimo è cosa da grandi maestri... anzi è impossibile. Tanto è impalpabile, tanto è sfuggente e qui, per me, si collega al senso della vita. C'è una frase che dice sempre il mio Editor e che ritrovo in questo caso: "Non ho la sfera di cristallo e non posso ipotecare il futuro". Sarò sincera, ODIO tale frase, perché va contro i miei sogni, i miei progetti, le mi aspirazioni  si... ma... posso fare lo struzzo quanto voglio... ahimè è vera! Qui però attenti, è importante il punto di vista dal quale si vuole guardare le cose ed io guardo dal mio punto di vista. Quello di sognatrice. Assolutamente positiva e "piratessa" super convinta. Sia ben chiaro, tale frase per me, non esiste!!! Capito Editor?!?  E ora su, su, respira...

 
Forse ora è il caso che vi dia qualche delucidazione su opera e artista. Prima che vi perda del tutto!


"La scultura è un tributo alla capacità di trascendere il tempo e lo spazio attraverso l’immaginazione e si ispira all'affermazione che l'ornitologo Robert Stroud pronunciò nel momento della liberazione dalla prigione di Alcatraz: "D'ora in poi misurerò le nuvole".


La citazione colloca l'opera in un ambito storico e scientifico, ma l'utilizzo dell'autoritratto da parte dell'artista inserisce un elemento biografico: l'uomo che misura le nuvole in cima a una scala è al contempo un omaggio al fratello minore di Fabre, sognatore deceduto prematuramente. L'assenza si impone così come presenza scultorea e diventa il doppio metaforico di entrambe le personalità rappresentate, la cui unione genera un'energia che diviene movimento, tensione e vitalità. 


Esprimendo la sensazione di pianificare l'impossibile (appunto il tentativo di misurare un'entità mutevole e incostante come le nuvole), Fabre riflette su se stesso e sulla ricerca artistica, assimilata alla pretesa dello scienziato di superare il limite umano della conoscenza. Come artista e ricercatore, Fabre tenta costantemente di misurare le nuvole.


L'Uomo che misura le nuvole è stato esposto in ogni parte del mondo. A Venezia è arrivato  in occasione della 58^ Mostra Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, nel Giardino di Palazzo Balbi Valier dal Canal Grande, e nelle intenzioni del grande artista (Anversa, 1958) riflette la deriva dell’artista stesso e dell’umanità, l'inutilità di tante azioni umane."


Waw, credo che come artista sia molto più contorto del mio pensiero... Forse dovrei darmi da fare e spulciare, ehmm scusate, scoprire, altre sue opere... ma questa è sicuramente un'altra storia.


P.S. e voi cosa vorreste misurare?

lunedì 28 settembre 2020

Il grande Enigma: Giorgio De Chirico...

27 settembre 2020
 
Questo l'ho scritto quasi un anno fa... e si vede!
Ero stata a vedere la mostra su De Chirico a Milano, a Palazzo Reale... Mamma mia, ricordo l'emozione ma anche il senso di disagio nel sapere di non sapere!
E così, mi capita spesso quando leggo a distanza di tempo ciò che ho scritto, di essere "super critica".
Ma ci sta! Allora ero ancora più acerba di come lo sono ora... pensate un po'!

 


Dicembre 2019 

Uffi..., come faccio? ...vabbe' ci provo.....

Scrivere di lui per me è molto difficile. Lui chi? Vi domanderete... Lui, lui: Giorgio De Chirico!


Vi è mai stato consegnato un compito da fare per casa e siccome non lo trovavate entusiasmante lo continuavate a rimandare? Ecco, questo per me è il caso di "De Chirico".
Ok, ora farò venire i capelli bianchi a tutti, ma state tranquilli esistono i rimedi efficientissimi...!
Sarò sincera, tra tutti gli artisti che ho incontrato fino ad ora e sottolineo fino ad ora, è quello che mi piace meno...


Panico...? Silenzio...? Stupore...?


OK... toc - toc, ci siete ancora???


Se si, vi faccio una confessione: per me De Chirico è un enigma! 

Si proprio un enigma, come i tanti che ha cercato di dipingere nella sua lunghissima carriera (1888 - 1978)...
Sono altrettanto convinta però, che gli scogli vanno affrontati e, proprio per questo, i primi di dicembre sono andata a vedermi la sua mostra allestita a Milano a Palazzo Reale.


Come sempre ho preso la mia audioguida e ho affrontato la situazione con coraggio...


Non ci crederete. Sono stata dentro due ore e mezza! Attenta ad osservare, studiare, ricercare tutto ciò che i grandi critici e tutto il resto del mondo, vedono in lui.
Ammetto: più mi aggiro nelle sale, e più mi rendo conto che qui stiamo parlando di un Artista con la A maiuscola. 

Uno che ha utilizzato molti stili diversi, in periodi diversi. Mantenendo sempre una fortissima personalità, una straordinaria identità. E già questo è di per sé affascinante.
Nell'ultima sala trovo la serie che più mi piace: I BAGNI MISTERIOSI.
Sorrido a questo ricordo: la prima volta che mi hanno nominato questa opera, pensavo proprio a dei bagni nascosti!

Ridete, ridete pure... Ma non mi avevano detto che era un'opera di un artista famoso!
Il peggio è che tutti ne parlavano, come se chiunque a questo mondo, fosse tenuto a sapere dell'esistenza di quest'opera di De Chirico... Invece no! C'è sempre un'eccezione...: IO!!!

Poi una illuminazione!
Ricordo di avere visto i famigerati "bagni misteriosi" al Parco Sempione a Milano circa un anno e mezzo fa, da una vetrata della Triennale (altro luogo che prima o poi sarà motivo di approfondimento nelle pagine di questo Blog...).


Da parte mia, all'epoca, ricordo che comunque rimasi colpita e allo stesso tempo piena di dubbi per la sua stranezza e la sua collocazione... un'opera insolita e coinvolgente.
Solo successivamente, leggendo e studiando, ho scoperto un po' di cose che voglio condividere con voi.

I Bagni Misteriosi, 1934

"La fontana dei bagni misteriosi", questo è il titolo esatto, è un'opera realizzata da Giorgio De Chirico, mi sembra nel 1973, in occasione della XV edizione della Triennale, all'interno di un programma molto ampio che avrebbe previsto più interventi urbani da parte di altrettanti artisti.
La cosa più curiosa è che l'artista, per realizzare questa scultura si ispirò a se stesso (un ego un tantino super sviluppato, il nostro amico De Chirico, che ne dite?) riproducendo in maniera tridimensionale una propria opera realizzata negli anni trenta. Opera simile ad alcune esposte in mostra a Milano...

Ma chi era costui?
Nonostante sia per me un grandissimo enigma è giusto apprendere magari qualcosa della sua vita. 

Questo artista famosissimo considerato italiano in realtà è nato a Volo in Grecia nel 1888 e la Grecia e il mondo classico avranno un ruolo fondamentale nella sua pittura,  infatti nelle sue piazze con caseggiati moderni compaiono colonne, busti classici e candide statue di marmo. Studia al Politecnico di Atene e all'accademia delle belle arti di Firenze e di Monaco di Baviera. A Parigi conosce Picasso e i poeti Valery e Apollinaire  è proprio in questo periodo che comincia a dipingere le piazze. A Ferrara insieme a Carrà da il via alla corrente della "pittura metafisica " arte che usa gli strumenti tecnici tipici della pittura x rappresentare qualcosa che va al di là dell'esperienza sensoriale,  lasciando spazio a sogni, visioni frutto dell'inconscio. Gli stessi luoghi hanno una prospettiva spesso distorta, vi sono elementi apparentemente fuori luogo e colori innaturali.
In queste opere metafisiche vi sono piazze prive di presenze umane, manichini, busti e opere classiche... Il tutto da un senso di attesa, solitudine e inquietudine come se ci si trovasse in uno strano sogno.

Pensate che la pittura metafisica porrà le basi per la corrente surrealista che, lo scopro ora, prediligerá la rappresentazione dell'io interiore... Nel 1936 si trasferisce a NY e pensate un po', collabora con importanti riviste di moda, lavora come decoratore d'interni e lavora ad una sala da pranzo insieme a Picasso e Matisse. Dopo la seconda guerra mondiale avvierà la fase barocca dove troviamo nature morte, soggetti storici, mitologici e autoritratti.

Credo che mi ci vorrà ancora un bel po' di studio per arrivare ad apprezzare e comprendere la sua complessità, ma vi avevo detto che ADORO LE SFIDE? E allora che De Chirico sia!
Prometto che ne riparlerò!

P.S. se un artista non vi entusiasma non vergognatevene, esaltate i vostri gusti...

Il Filosofo, 1927
Il Figliol Prodigo, 1922  
La Fontana dei Bagni Misteriosi - Parco Sempione Milano

-

sabato 26 settembre 2020

Chagall a Rovigo

Venerdì 25 settembre 2020

 È l'imbrunire...

Apro la porta di casa perché Stella, la mia gatta, sta miagolando. Vuole entrare a mangiare qualcosa, sicuramente a prendere la sua razione di super coccole e forse vuole anche ripararsi dal vento di tramontana che sembra sopraggiungere da un momento all'altro. Nel far ciò i miei occhi vengono letteralmente rapiti da uno spettacolo suggestivo e allo stesso tempo straordinario. La luna e una stella si sono date appuntamento, ma  le nuvole questa sera con la loro leggerezza stanno cucendo attorno a quest'ultima un abito sensazionale. Sono rapita... letteralmente basita... sembra che luna e stella si stiano perdendo una negli occhi dell'altra bramando di vivere insieme un'avventura unica, emozionante che li porterà ad amarsi per l'eternità e... qui il mio romanticismo fa capolino. 

Editor, dai respira. Basta stare in apnea, lo so che sei allergico alla parola "romanticismo" e a tutto ciò che lo riguarda. Che ti viene l'orticaria solo a sentirne la parola e... Suvvia, e che sarà mai! È solo puro e semplice ROMANTICISMO!!! Ops, forse ho esagerato... credo sia svenuto!!! Lo stiamo perdendo... Editor? Editor?...vabbè si riprenderà...

Ora questa incredibile "favola" mi fa venire alla mente i dipinti di un artista, che sarò sincera, come sempre del resto, non conosco ancora bene. E che per ora non ha fatto ingarbugliare le mie budella e scattare quel quid che... Ok, sto parlando di Marc Chagall.

Avete presente gli amanti (o sposi?) che volano nel cielo? Ecco lo spettacolo di stasera mi ha fatto pensare a due amanti che si vogliono abbracciare per volare nel cielo infinito...

 

E allora? Vi starete chiedendo dove voglio arrivare? Vi accontento subito, leggete qui: 

Romantica e surreale una fiaba russa...

"Asini volanti, musici strampalati e commoventi paesaggi sconfinati.

A Palazzo Roverella siamo pronti per accompagnarti in un mondo fatto di sogni e meraviglia con l’originalissima lingua poetica di uno degli artisti più amati del Novecento: Marc Chagall.

Un mondo fantastico dove tutto può accadere, ispirato dalla visionaria tradizione culturale della Russia con la sua ricchezza di immagini e di leggende.

Lasciati stupire!"

Come non rimanere incantati da un annuncio del genere?

Per la prima volta in Italia, apre nelle sale di Palazzo Roverella a Rovigo, un’importante esposizione, promossa da Fondazione Cariparo, Comune di Rovigo e Accademia dei Concordi, dedicata a Marc Chagall e all’influsso determinante che sulla sua opera ha esercitato la grande tradizione culturale russa.

 



La mostra "Anche la mia Russia mi amerà " presenta oltre 100 opere di Chagall  e racconta il suo rapporto con la cultura popolare russa attraverso dipinti e incisioni.

"Anche la mia Russia mi amerà”, scrive Marc Chagall (Lëzna, 1887 – Saint-Paul-de-Vence, 1985) a conclusione di "La mia vita", autobiografia che il pittore russo naturalizzato francese scrisse tra il 1921 e il 1922, poco prima di lasciare Mosca dopo la Rivoluzione. Una frase, quella di Chagall, che racchiude il legame con la sua terra natia, e soprattutto con la sua cultura: ed è proprio questo il tema su cui si fonda la mostra. L’esposizione presenta oltre 100 opere, di cui 70 dipinti e le serie di incisioni che l’artista ha realizzato per illustrare la propria biografia e "Le anime morte di Gogol". Scopo della mostra – curata da Claudia Zevi – è riflettere sull’influenza che la cultura popolare russa ha esercitato sull’arte di Chagall, a livello di immaginario, di iconografie e leggende. Tra le opere in mostra – provenienti dagli eredi dell’artista, dalla Galleria Tretyakov di Mosca, dal Museo di Stato Russo di S. Pietroburgo, dal Pompidou di Parigi, dalla Thyssen Bornemisza di Madrid, dal Kunstmuseum di Zurigo e da collezioni private – sono anche i celebri La passeggiata, l’Ebreo in rosa, Il matrimonio, Il Gallo, Guanto nero e molte altre.

Che ne pensate? Potrebbe interessarvi? Se si, sappiate che la mostra è iniziata il 19 settembre  scorso e terminerà il 17 gennaio 2021.

P.S. E voi vi soffermate mai a osservare il cielo sognando e fantasticando storie fantastiche?



venerdì 25 settembre 2020

Velazquez? Non mi piace... anzi no, mi piace!

Giovedì 24 settembre 2020 

 

 

Oggi vi porterò in Spagna! Olè, olè!

Ok, non nel senso letterale della parola, dovrei essere il Bill Gates della situazione per portarvici tutti veramente, nel senso metaforico diciamo... su dai, un po' di fantasia e tu, Editor, non prendere sempre tutto alla lettera!

Comunque, andremo a Madrid e più precisamente al Museo Nacional del Prado. 

 

Perché questa decisione? Semplice, perché ultimamente mi sono imbattuta molto spesso nel nome di un artista che chissà per quale ragione, lo devo ancora capire, perdonatemi, ha influenzato grandissimi artisti che ammiro molto e che hanno lasciato in qualche modo un segno nel mio cuore: Picasso, Bacon e addirittura Manet! Beh, quest'ultimo lo devo ancora appurare! Ma mi fido di quanto ho letto sino ad ora.

Ora, so benissimo che la mia poca esperienza e soprattutto "sapienza", nel campo dell'arte dovrebbero indurmi a risparmiarmi e risparmiarvi, qualsiasi tipo di giudizio e conclusione. Ma oramai mi conoscete e... Ecco, quello che voglio esprimere io, non è un giudizio assoluto, ma uno mio. Magari a sproposito ma sicuramente mio! Si mio caro Editor, avrai già le mani nei capelli e... ah no, che sciocca non li hai... è una semplice constatazione personale, di possibile miglioramento qualora riuscissi a vedere qualche opera dal vivo!

Cosa? Vi state chiedendo di chi voglio parlarvi oggi?

Uffi, calmini, datemi il tempo di preparare il terreno. 

Certe cose, soprattutto se non piacciono tanto, fanno fatica ad uscire... Si perchè il protagonista di oggi non è che mi va proprio a genio... forse perchè ancora lo conosco poco... ma sta di fatto che...

Ok, va bene! Via il dente, via il dolore.

Vi dice niente il nome "Diego Velázquez"? 

Teoricamente se avete già avuto la fortuna di andare al Padro lo avrete già incontrato. Il signor Diego è nato a Siviglia nel 1599, sin dalle sue prime opere si nota un grande realismo unito ad un trattamento plastico delle figure (sembrano cioè tridimensionali) a forti contrasti chiaroscurali che ne fanno vedere l'influenza del pittore italiano Caravaggio. Ora per me non è nemmeno da mettere a confronto con Caravaggio, ma ripeto devo ancora studiare e tu Editor, stai calmo è solo una mia opinione!

Nel 1623 viene incaricato di realizzare il ritratto del Re Filippo IV. 

Il monarca, entusiasta, lo ingaggia al suo servizio e da quel momento nessun altro pittore avrà il privilegio di ritrarre il re e la sua famiglia, sarà solo lui il "pintor de càmara" pittore della cattedrale.

Pensate che da quanto diventano amici, gli viene assegnato il compito di decorare le residenze della Corona.


Nel corso della sua vita, intraprende 2 viaggi in Italia in cui apprende prima lo stile caravaggesco (vedi "la fucina di Vulcano") e poi lo stile veneziano ammirando Tiziano (vedi " Venere allo specchio"). 

 

Nel mentre che scrivo, fortunatamente, in questo caso è proprio un colpo di fortuna, chiama il mio Editor in video chiamata:

"Pronto allora ti stai dando da fare o stai oziando? Immagino la seconda... come al solito del resto..." ed io, che ho imparato a controbattere...: "ah, a dire il vero sto scrivendo!" vedo un accenno di sorriso in lui e... "inutile che sorridi. Sto scrivendo un pezzo su quel Velazquez che tu tanto dici..., che tra l'altro non mi piace neanche! Non mi piace, ma uffi, voglio farlo lo stesso!" 

E lui stupendomi: "Brava! Fai bene! Scrivilo, non devi nasconderlo! Anzi esprimi ciò che pensi...“

E allora ne approfitto e... bla... bla... fino ad arrivare a: "vedi il discorso è che si dice che ha preso spunto da Caravaggio e da Tiziano ma per me lui con loro non c'entra. I suoi soggetti sono brutti, orribili, se tu guardi i ritratti non c'è un Reale che si salva, persino la principessina Margherita in "la meninas" è una ciofeca!"

E come sempre, armato di tanta pazienza...: "Allora, devi capire che a quei tempi, essendoci molti matrimoni tra consanguinei non potevano venire fuori delle gran bellezze e al contrario il resto degli artisti per far felici i loro committenti li rendevano più belli e presentabili nei ritratti più di quanto fossero nella realtà. Ma lui Diego, decise di dipingere la "verità" così com'era, era reale, sincero, non c'era inganno o falsità nei suoi ritratti. Quindi grazie a lui sappiamo veramente come erano le persone da lui immortalate. Con tutti i loro pregi e difetti..."

Ancora una volta resto fra il basito e lo sconfitto e...: "Ma non è possibile! Quindi su questa base dovrei rivalutarlo e considerarlo un pittore quasi "d'avanguardia". E chi lo avrebbe mai detto!"

Lui torna ad essere categorico... che "palloso" che è a volte... anzi senza quel "a volte"...: "vedi, prima di esprimere un qualsiasi giudizio è sempre meglio approfondire... conoscere, studiare, sapere e..."

Lo blocco prima che parta il "pippone": "Si ho capito ma caspita, erano inguardabili!" Ok, forse sono troppo severa... ma... ma io, non so voi, ero abituata a vedere e a credere a ritratti fedeli, non ritoccati.... è come (Editor tieniti forte, siediti se vuoi, ti conviene...) quando ti fai un selfie e per non far vedere le rughe metti l'opzione lifting! A proposito... Il mio nuovo telefono questa opzione non ce l'ha più!!! Si lo so, non c'entra nulla ma, se tra di voi ci fosse qualcuno che ha un Samsung A50 in più e non sa cosa... Ok, ho capito. Sto zitta...

Comunque, tornando al mio oramai amico Diego, il suo dipinto più famoso è "Las Meninas" (1656) è un ritratto della famiglia reale ma fatto in maniera particolare.

Ora vi spiego.

Il dipinto si intitola così in riferimento alle damigelle d'onore di Margherita figlia di Filippo IV, raffigurate intorno alla protagonista. La principessina  che indossa un elegante abito bianco ed è ritratta al centro della scena, sembra estranea alla scena che le si svolge intorno. In realtà è venuta insieme a dame di compagnia, damigelle e nani, a fare visita ai suoi genitori e assiste alla loro sessione di posa accanto al pittore. La cosa strana è che i coniugi noi li vediamo solo dal riflesso dello specchio che si trova nella parete, dietro al pittore e alla principessa... Oh insomma, è come se il Re e la Regina fossero posizionati dalla parte di chi guarda il quadro. Almeno io l'ho capita così! Incredibile! 

Con questo gioco d'astuzia il signor Diego è riuscito a rappresentarsi dentro la scena e a farsi uno strepitoso autoritratto mentre dipinge! E vi dirò di più il suo sguardo fissa si da lontano la coppia reale, ma allo stesso tempo lancia il suo sguardo verso un immaginario ammiratore del quadro!

Per ottenere gli effetti di luce sugli abiti e sugli accessori dei protagonisti, Velazquez applica i colori a piccoli colpi di pennello. I suoi tocchi rapidi e a macchia, diventeranno una caratteristica della sua pittura.

Pensate, bisognerà attendere gli impressionisti, due secoli più tardi, per ritrovare questo approccio fresco e naturale.

Ecco, lo sapevo! Adesso, seppur i personaggi non siano proprio "carini", pagherei oro pur di vedere quest'opera dal vivo. Mannaggia!

È incredibile. Ogni volta ci sbatto la testa. Finisce sempre allo stesso modo: parto titubante, scettica e magari svogliata per poi accelerare e, volendo scoprire e conoscere ancora di più, va a finire che mi innamoro un'altra volta! Ora con calma cercherò di osservare anche le altre sue opere... soprattutto una mi ispira: "la Venere allo specchio". E sapete perché? Perché visto che è ritratta da dietro, il viso allo specchio si vede pochissimo... che sia stata brutta pure quella? Mah... Lo scoprireno solo viv... ehmmm guardando!

P.S. pure voi fate i selfie effetto lifting?

mercoledì 23 settembre 2020

A Treviso quasi per caso...

 Martedì 22 settembre 2020


Questa mattina mi sono alzata prestissimo alle 5.45... Lo so che magari a voi non interessa, ma a me serve per spiegarvi che cosa ho fatto. Quindi, non brontolate se prendo il giro un po' largo... Editor! Non ti ci mettere anche tu!... Si lo so che stai già pensando "Eccola che parte dalla preistoria" Uffi! Abbi fede, mettiti tranquillo e ascolta senza sbuffare... magari!!!

Vi stavo dicendo? Ah ecco...

Allora alle 8 30 avevo appuntamento all'Hotel 5 stelle "cadenti" per un "tagliando" in quel di Treviso e visto che il mio pirata di fiducia (mio fratello Edo) aveva pure lui un appuntamento alle 11'30 si è deciso di andare alla scoperta di questa cittadina fino ad ora ahimé sconosciuta, a parte per l'ormai tristemente famoso hotel, s'intende!



Beh, non ci crederete, ma per la sottoscritta è stata una magnifica sorpresa.

Ebbene sì! Ho scoperto una città curiosa! Infatti non avevo la più pallida idea che fosse attraversata da una miriade di corsi d'acqua. E non sapevo nemmeno che ci fossero così tanti mulini ad acqua, così tanti ponticelli e una infinità di scorci magnifici con case e palazzi veramente eleganti ed unici. Sarà forse per questo che una volta ho sentito degli amici che parlando di Treviso ad un certo punto qualcuno disse: "la piccola Venezia"?

Sono stata fortunata perché mio fratello Edo, invece, conoscendola molto bene mi ha portato a vedere gli angoli più affascinanti. Ovviamente non potevo non fare foto e soprattutto selfie... Quindi mi sono sbizzarrita! Pensate che per fotografarmi con un'opera d'arte trovata per caso, mi sarei pure offerta di mettere i piedi in acqua! Fortuna che ha prevalso il buon senso del fratello maggiore... E cosa ci sarebbe poi di male? Sono una piratessa! Amo l'avventura e gli imprevisti! Dai Editor, stai sereno! Per buona educazione mi sono trattenuta dal fare qualsiasi cosa che potesse turbare la tua suscettibilità e soprattutto quella di mio fratello... Probabilmente anche perchè non avevo assolutamente voglia di tornare a casa in autostop!

L'opera artistica che ho trovato è di un certo Mario Martinelli. "Transparete" è il titolo ed è fatta come dice di rete! L'effetto è singolare, soprattutto perché col sole si riflette sull'acqua ed è evidente l'effetto "trasparente". Accanto c'è pure  una scultura in bronzo che rappresenta una ballerina di un certo Romano Costi. Pensate un po', questa è la dimostrazione che l'arte è ovunque davvero!!!



Passeggiando per le viuzze del centro in cerca di una pasticceria, "tappa" indispensabile per "tappare" la voragine che si era aperta nel frattempo nel mio stomaco, incappiamo in 3 chiese. Ognuna singolare e bella a modo suo.

La prima è la chiesa di Santa Rita del 1330 circa e qui entro dritta come un missile accendendo pure qualche candela... non si sa mai... Nell'esplorarla, la cosa che mi colpisce di più, è l'altare che si trova alla sinistra del maggiore. È fatto in marmo nero ed è detto altare dei morti e viene dalla demolita chiesa di San Michele. È di fattura seicentesca, ai lati della pala che raffigura Santa Veneranda ci sono i simboli dei massimi poteri religiosi e temporali: la corona imperiale, il corno del doge, la mitra papale... il tutto alternato a ossa e teschi... nel vederlo mi sono quasi spaventata! Non avevo mai visto così tanti teschi in una chiesa!

La seconda chiesa è meravigliosa. 

Si tratta della chiesa di San Francesco. Quando entriamo stanno finendo di celebrare la santa messa e ci becchiamo felici e contenti la benedizione!



La chiesa presenta una pianta a croce Latina, con un'unica, grande, navata, coperta da un soffitto ligneo "a carena di nave". Sulla destra è presente una navatella costituita dall'unione di cinque cappelle laterali, coperte da volte a crociera in muratura che formano così cinque campate... Ho studiato, si vede?

Comincio a fare foto. E' troppo bella. Poi vengo attirata dal cielo stellato che si trova nel soffitto della cappella dietro all'altare. È semplicemente meraviglioso e subito mi perdo tra quelle bellissime stelle che mi fanno sognare tempi migliori e viaggi lontani... Ne ho proprio bisogno! E Cassiopea? Dov'è?



Non oso immaginare cosa proverò quando vedrò la cappella degli Scrovegni a Padova! Ci andrò presto, lo so!



Faccio l'ennesimo selfie pure con la statua di San Francesco e a quel punto Edo finge di non conoscermi... Mah... vallo a capire... 

Comunque riprendiamo il nostro percorso alla ricerca di una pasticceria e ci troviamo davanti alla chiesetta di Santa Lucia... Quando entro lo spettacolo è meraviglioso. Anche qui  un cielo stellato che copre tutto il soffitto a volte a crociera. Lo spettacolo mi lascia senza fiato. E ovviamente... click click le foto sono oramai un ordine! 



Questa chiesa fu dedicata a Santa Lucia il 13 dicembre 1389, a memoria del giorno in cui la città di Trevisio si consegnò alla Repubblica di Venezia.


Ok, sono veramente soddisfatta di questo giretto turistico... Però ora "non ci vedo più dalla fame" ...quindi, finalmente ci fiondiamo da Camelia: una pasticceria carinissima nel centro di questa fantastica, città che offre dolci e cappuccini strepitosi! Da provare... assolutamente!

P.s. Allora vi è venuta voglia di farvi un bel giretto a Treviso?


lunedì 21 settembre 2020

"Un'idea assoluta" a Villa Panza


 

 Domenica 20 settembre 2020

Mi sono svegliata da poco.

Subito non mi racapezzo. Dove capperi sono? Passano alcuni secondi e... Ah ora ricordo... Sono a casa mia... Dopo 4 mesi, sono di nuovo a casa! Può sembrare, per molti di voi un "nulla" ma vi posso garantire che per me è un passo enorme per un ritorno alla normalità.

La sensazione è strana, bella... Sono felice. Mi alzo di corsa per aprire la finestra e vedere se il mio castello è ancora lì... Si c'è... grande, maestoso, presente. 

Il mio cuore, il mio corpo si riempiono della brezza mattutina. "Questa è Vita" penso!

Mi coccolo con una bella doccia, cosa pensate? In questo periodo mi sono sempre lavata, ovvio, ma una doccia vera e propria erano settimane che non potevo farla... Ed è... Ed è... MAGNIFICO!

Poi, cerco di prepararmi una lauta colazione. Mi accorgo però, di non essermi organizzata proprio a puntino... ehm da Scaramacai che sono, non poteva non esserci qualche intoppo! Ma tranquillo Editor, riesco comunque a rifocillarmi in maniera più che esaustiva e per non farmi mancare nulla apro anche il mio nuovo magazine di Arte! Si caro Editor, inutile che ti fai andare di traverso il caffè mattutino con questa notizia, sto proprio diventando sofisticata anzi, per l'esattezza una blogger sofisticata !!! 

L'avresti mai detto? Beh, ora lo sai!

Sfogliando l'ultimo numero di Arte mi cade l'occhio su una mostra in corso a Varese, a Villa Menafoglio Litta Panza.

Alla parola Panza mi si rizzano le antenne...

Questo nome non lo posso assolutamente dimenticare! E non perché mi ricordano la "pancia" del mio Editor, ahahah, dai Mr. Gallery era d'obbligo la battutina..., ma bensì perché mi ricordano il collezionista stratosferico che ho conosciuto tra le pagine della biografia del gallerista Leo Castelli.

Ricordo ancora quanto ero rimasta affascinata da questo personaggio sui generis e quanto avrei voluto possedere un quarto, ma cosa dico un decimo,un ventesimo... Insomma anche solo una piccola parte, della sua collezione! Ricordate il post che scrissi allora? No? Beh, allora cliccate QUI

Ma chi è costui, questo Giuseppe Panza di Biumo?

Un collezionista italiano fra i più importanti dell' arte contemporanea della seconda metà del 900. Dal 1955 al 2010 ha creato una raccolta di oltre duemilacinquecento opere di arte: informale, espressionismo astratto , pop art,  minimalismo, arte concettuale, arte ambientale, arte organica e arte monocroma. Oggi esposta in alcuni dei principali musei d’arte contemporanea di mezzo mondo!

Villa Menafoglio Litta Panza a Varese, la casa nella quale ha vissuto per gran parte della sua vita e creato la collezione, è oggi uno degli esempi più coerenti della sua visione estetica e museografica, come equilibrio tra architettura , arredi e opere d’arte contemporanea.



"L'artista crea opere d'arte per condividere la sua intuizione della bellezza con altre persone. Dovere del collezionista è mettere l'arte a disposizione di tutti, per godere insieme della bellezza"

Il signor Panza si appassiona all'arte nel corso di alcuni suoi viaggi negli Stati Uniti (pensate accompagnato a volte da Germano Celant!) a detta sua "la terra dove si possono cercare e trovare Nuovi Orizzonti, dove realizzare nel modo più libero e completo quelle possibilità che ognuno di noi ha in sé" .

Acquista opere in blocco di artisti viventi famosissimi come Kline, Rothko, Rauschemberg, Lichtenstein,  Nauman, Flavin... e chi più ne ha più ne metta.

La sua collezione include talmente tante opere che lo costringerà poi a donare o a cedere interi gruppi di lavoro ad importanti istituzioni come il Guggenheim di NY o il Moca di Los Angeles.

Leggendo il libro di Castelli mi colpisce il fatto che quando Panza cerca di acquistare dal gallerista le opere di Rauschemberg, questo non viene preso sul serio. Passerà del tempo prima che Leo Castelli si rechi in Italia per conoscere il signor Panza ed accorgersi, vedendo Villa Panza con decine di opere di Rothko e Kline, che di fronte ha un Personaggio alquanto singolare e che non è uno scherzo.

Tra loro nascerà un'amicizia importante che farà diventare Panza un mecenate di nuovi artisti esordienti!

Ah come vorrei essere stata lui... Neanche la moglie di lui s'intende... proprio lui... Ok, in versione al femminile!!! Mi immagino là, in quel di Villa Panza, piena di me e orgogliosa dei miei "piccoli tesori" pronta a dimostrare con nonchalance al famigerato "gallerista superstar" accompagnata dal mio impeccabile portamento e dal mio inglese perfetto... Ok Editor, ora non è proprio perfetto ma per l'occasione e con qualche piccola lezione privata lo sarebbe diventato... Uffi! Puntiglioso che non sei altro!... Si, mi piace immaginarmi di essere la mecenate più glamour del pianeta, e basta!!! 

Qualcuno sta ridendo? Bhe io no...! Io sto sognando ad occhi aperti, come sempre del resto, con questa immagine che mi piace da impazzire e... Qualcuno sta ridendo?!?

Lasciamo perdere e torniamo a "Un'idea assoluta" la mostra in corso nella Villa di Varese. Lo stesso titolo è emblematico e anticipa quella "tensione spirituale" che guida le scelte di Giuseppe Panza fin dal principio: "solo se comprendiamo i problemi fondamentali dell'uomo saremo in grado di trovare delle risposte alle questioni pratiche quotidiane".

Sarà dopo il 1987 che creerà quella collezione, presente nella mostra odierna, in cui sono raggruppati  artisti accomunati dalla volontà di risalire alle origini della percezione e dalla ricerca del colore puro, assoluto. Ecco allora che troviamo i monocromi di David Simpson, dipinti mescolando al colore un minerale che riflette la luce: mutando il punto di vista, la tela assume diverse sfumature, così che il grigio diventa argento, il giallo pallido diventa oro.

Ci sono poi dipinti di Phil Sims e anche di Max Cole in cui si scoprono guardando attentamente da vicino, minuscoli tratti di china che ricoprono l'intera superficie!

Fantastico! Sono già in fibrillazione!

E questo è niente...

Nella grande scuderia è riallestita "Desire" del 1981, imponente scultura in legno dell'afroamericano Martin Puryear che ha avuto la sua consacrazione all'ultima Biennale di Venezia, dimostrando la lungimiranza di Panza.

Da una gabbia si protende nel vuoto un' asta lunga 9 metri, alla cui estremità è fissata una enorme ruota di bicicletta, simbolo dello scorrere del tempo, ma anche di un impossibile desiderio di evasione. Di quella tensione verso la libertà e l'assoluto che hanno accompagnato Panza di Biumo per tutta la vita.

Che dire io sarei già pronta per partire e andare alla scoperta di questa incredibile mostra! 

P.s. Attenti dura fino al 1° novembre! Affrettatevi!


sabato 19 settembre 2020

"Untitled" a Venezia a Punta della Dogana



Ho una voglia matta di andare a Venezia! Ecco l'ho detto!

Da quando sono stata l'ultima volta, a febbraio con Zoe, non faccio altro che ripetermi: "Devo assolutamente ritornare in quella splendida atmosfera...". 

Si, perché di questo si tratta: di atmosfera. 

Stare in questa città è un'esperienza magica, surreale. E' impossibile non sentirsi inghiottiti da una miriade di sensazioni. Tutte speciali, che coinvolgono tutti i nostri sensi. Qui c'è un'atmosfera unica, particolare, "sui generis". Si entra in un mondo nuovo, dove il nostro modo di sentire, di percepire il bello è portato alle stelle... Mi state seguendo? Sono troppo complicata? Ehi, Editor stai sudando e brontolando perché sono troppo incasinata e  romantica? Certo tu e il romanticismo non vi siete mai incontrati. Nemmeno quando sei stato a Venezia, che è la città più romantica al mondo... vabbeh, lasciamo perdere... A Venezia non si può rimanere indifferenti a nulla!

Bene, detto questo vi informo miei cari lettori che è in corso una mostra sensazionale.

Ovviamente sto parlando di arte contemporanea. La mia prediletta. E sono sicura che anche per chi non fosse proprio un appassionato, con questa esposizione potrebbe essere l'occasione per lasciarsi abbandonare a nuove ed imprevedibili sensazioni!E diventarlo!!!


Ok, la mostra in corso si intitola : "Untitled, 2020. Tre sguardi sull'arte di oggi”, concepita e curata da Caroline Bourgeois, Muna El Fituri e dall’artista Thomas Houseago.

Ideata appositamente per gli spazi di Punta della Dogana, “Untitled, 2020”, è suddivisa in sale tematiche che presentano le opere di oltre 60 artisti, provenienti dalla Pinault Collection, da musei internazionali e collezioni private, con citazioni, ispirazioni e riferimenti tra lavori che spaziano dal Novecento ad oggi, proposte secondo un dialogo basato su connessioni emozionali, sensoriali, visive e tattili.

Gli artisti appartengono a generazioni diverse (la più giovane è nata nel 1995), e si succedono in un percorso di 18 sale in ognuna delle quali è esposto un cartello che ne indica la tematica: sesso, vita domestica maschile, utopia, perdita... Come se l'esposizione costituisse una catarsi o un processo di guarigione suddiviso in fasi emozionali.

Lo so, lo so, state già pensando che è roba da matti... Ma secondo me, invece è roba "che scotta", "che intrippa " è da Piratessa quale che sono, non vedo l'ora di andare all'arrembaggio! Ehmm scusate... a visitarla!


La cosa ancora più interessante è che si tratta di una mostra piena di donne misconosciute. Nella prima sala "standing" vi è un'opera del '67 di un'artista peruviana Teresa Burga dove troviamo un letto dai colori vivaci su cui è disposta la silhouette del corpo di una donna in biancheria intima, "a testimonianza di come nei Paesi dell'America Latina la Pop art fosse utilizzata come strumento di espressione vitalistica e sovversione contro i gusti della borghesia" come sottolinea la curatrice Bourgeois. 

Fra i temi che percorrono l'esposizione, appare costante un ragionamento sulla storia americana, sia quella nera che quella bianca.

C'è James "Son Ford" Thomas, scultore di crani e busti d'argilla adorni di denti e capelli umani, reminescenti del folclore afroamericano del Mississippi in cui è nato e cresciuto.

Questi sono solo alcuni esempi... e solo ad immaginarli...

La mostra Untitled, 2020 parte da un forte insight sull'area di Los Angeles, per poi espandersi su tutto il territorio statunitense, senza il timore di mostrare anche esempi iconici di artisti dissidenti.

Tra le sale più curiose, c'e quella dedicata al sesso in cui sono esposti alcuni disegni poco noti di David Hockney del 1983 dal titolo "Ian and me", dove due uomini dai tratti picassiani si congiungono e discostano ritmicamente in un abbraccio che è origine di dolcezza ma anche di rabbia e terrore.

Questa mostra ripercorre tutto il corso del Novecento. Tutti gli elementi che sono stati oggetto di dibattito internazionale in questo secolo Travagliato: dal razzismo alla malattia, dal femminicidio alla povertà. 

Ogni opera, ogni sala, non lesina nella denuncia, guarigione e provocazione.

La mostra è in corso fino al 13 dicembre 2020 ed è aperta tutti i giorni tranne il martedì dalle 10 alle 19. 

Da quel poco che ho potuto recepire dai racconti di chi ci è già stato, questo evento deve essere strepitoso e allo stesso tempo surrealistico... Ok, so già in partenza che dovrò mettere in gioco il "mio saper interpretare"  Ehi Editor, sei già preoccupato? Ahaha, fai bene ad esserlo... Chissà cosa ne uscirà fuori visto i trascorsi della Biennale d'Arte dell'anno scorso... Ricordate?

P.S. Editor, ritornando a Venezia e al romanticismo... Voi due, vi siete sempre evitati o almeno è quello che dai a vedere... orso delle caverne che non sei altro! 

P.S. Dai, fatevi travolgere pure voi e non esitate. Sarà sicuramente un'esperienza alternativa!



venerdì 18 settembre 2020

I ricordi e la Madonnina del Ferruzzi

 


17 settembre 2020

Vi è mai capitato di cominciare un lavoro e trovare poi un qualcosa e perdervi nei meandri dei ricordi più reconditi? E trovarvi così, dopo un paio d'ore, ancora all'inizio di quello che avevate in programma di fare e mille altre idee per la testa?

No? Oh cavoli! Allora è solo un mio difetto?

Uhmm... Non ci credo... Impossibile... Se seguite il mio blog non potete assolutamente essere perfetti! 

No Editor, tranquillo. Non era riferito a te... lo sappiamo che tu ti ritieni un essere "perfetto", che tu sei un'eccezione e... Amici, è la solita storia. Lasciamoglielo credere... ad una certa età inutile infierire...dobbiamo essere tutti più comprensivi...

Comunque, vi dicevo... Questa mattina a casa dei miei, riassettando, un vecchio cassetto nella mia cameretta di quando ero bambina ho fatto una scoperta straordinaria!

Come? Certo che sì! Ora sono una donna. Donna indipendente e adulta! Ok, qualcuno a volte dice matura... anche se subito dopo mi da dell'eterna adolescente... Mah... Non capisco...

Vabbeh, cosa non si fa pur di trovare qualche tesoro... qualcosa che ricordi quel tempo spensierato di una volta... Io ho trovato il bigliettino della mia prima comunione... Mamma mia! I ricordi sono arrivati velocemente. E mi hanno "intorcinato" le budella! E come non ricordarsi anche che per l'occasione mi avevano vestito come una suora! Vi assicuro che è stato un trauma infantile!

E come non ricordare il primo libro tutto mio che mi è stato regalato: "Le favole di La Fontaine"


Ma torniamo al biglietto, o santino, come lo volete chiamare. Ora vi racconnto...:

...Fatalità proprio qualche giorno fa ho trovato sui social un articolo che parlava di un' immagine. Una immagine in particolare, che è stata ed è tutt'ora, il soggetto di tali biglietti... Sarà questo che mi ha incuriosito e fatto venire la voglia di riordinare? Uhmm... Ok, beccata! Però, vi giuro, che il riordino poi c'è stato veramente! Credetemi!

Dovete sapere che c'è dietro una storia alquanto interessante. 

 

E' un'immagine famosa, che tutti abbiamo ricondotto ad immagine della Madonna col bambino che in realtà riproduce una bambina di undici anni, Angela che tiene in braccio il suo fratellino Giovanni. 

"L'autore, il pittore Roberto Ferruzzi (Dalmazia 1853 - Luvigliano, Colli Euganei, 1934) era figlio di un noto avvocato che dopo gli studi classici, si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza all’Università di Padova. 

Molto dotato nel disegno, pur continuando i corsi universitari, studiò anche disegno e pittura e si dedicò anche alla pratica della musica. Nel 1879 si stabilì a Luvigliano (Colli Euganei) dove si dedicò esclusivamente alla pittura, creando attorno a sé un cenacolo culturale che divenne meta dei maggiori artisti dell’epoca.

L'immagine dei fratellini colpì il pittore per la sua tenera dolcezza, e la riprodusse in un dipinto che intitolò ‘Maternità’.

Pensate che il dipinto fu esposto alla Biennale di Venezia nel 1897 e venne anche premiato. Il successo popolare suggerì  di modificare il titolo in ‘Madonnina’.

Il quadro fu acquistato per tremila lire, cifra astronomica per l’epoca, e più volte rivenduto. Infine fu acquistato dai fratelli Alinari, noti fotografi di Firenze che lo misero in esposizione nei loro studi. Fu ancora rivenduto, ma i fratelli Alinari si riservarono i diritti di riproduzione. La "Madonnina", detta "delle vie", o "del riposo", fu riprodotta in migliaia di copie: biglietti, "santini", oggetti di devozione e chi più ne ha, più ne metta.

Durante la Seconda Guerra mondiale, l'ambasciatore americano in Francia, John G.A. Leishman, acquistò il quadro, ma durante il viaggio verso gli Stati Uniti la nave venne silurata e la bella Madonnina finì in fondo al mare. Alcuni sostengono che non sia perduta, ma in una collezione privata in Pennsylvania."

 E qui rimane ancora oggi, un alone di mistero...

Curiosità: la ragazza del ritratto, si era nel frattempo trasferita a Venezia. Si sposò e seguì, nel 1906, il marito in California, a Oakland. Ebbe dieci figli, ma la sua felicità svanì per l’improvvisa morte del marito. Vedova, non fu in grado di affrontare le avversità della vita e i suoi figli furono ospitati in orfanatrofio e lei, in preda alla disperazione, fu internata in manicomio. Morì nel 1972. 

La Madonnina è il dipinto “sacro” più riprodotto al mondo.

Questa storia anche se con il finale un po' triste, mi incuriosisce. Non avevo mai pensato che dietro ad una immagine così, ci potesse essere una storia così intensa. Una storia diversa da quella che io e tanti altri, immagino, avremmo mai potuto solo pensare!

Questo è l'ennesima conferma che un' opera d'arte potrebbe benissimo essere, anzi lo è, un tesoro dai mille significati...

Sta a ciascuno di noi avere la voglia e a volte il coraggio, di scoprirli per poter così arricchire di bellezza la nostra vita.

P.S. E voi come eravate vestiti alla prima comunione?

lunedì 14 settembre 2020

Piero Marussig... e le sue donne al caffè

 13 settembre 2020
 
Questo "pezzo" l'ho scritto nel maggio scorso... a cavallo fra la fine del Lockdown e l'inizio della mia personale "battaglia" contro il nemico subdolo che ogni tanto mi porta a lunghi periodi in Hotel 5 stelle cadenti...
 

 
 
3 maggio 2020

Questa mattina sono dovuta passare dalla mia scuola. Eh si, per chi non lo sapesse oltre ad essere una super mamma, una "artblogger" (questa cosa mi fa morire dal ridere...), sono anche un'educatrice. E sono passata davanti al baretto dove di solito, alla mattina o in pausa pranzo, facevo la pausa caffè con le amiche e le colleghe. L'istinto di fermarmi a bere un buon caffè nero bollente anche sola soletta, è stato forte e non nego che prima della quarantena l'abbia fatto. 

È che stranamente oggi, nonostante la voglia smisurata di caffè buono con brioche, magari super ripiena di cioccolato o crema ... (non presentatemi quelle vuote o integrali per carità... se bisogna farla "sporca" facciamolo per bene, suvvia!!!), c'è stato qualcosa che mi ha bloccato. Quel qualcosa era proprio la compagnia di un'amica con cui condividere quelle "quattro chiacchiere da pettegole" che tanto si confanno al nostro essere donne!
Quindi un po' a malincuore me ne sono ritornata a casa con la voglia di caffè, stra convinta però che la prossima settimana recupererò il tutto con una delle mie più care amiche...
Arrivata a casa ho detto a Zoe: "Ciao, cucciola io mi metto a scrivere perché sento che ho un pezzo..."
e lei che oramai è convinta di avere coma mamma una "Ferragni" della situazione, incuriosita risponde: "ah si e su cosa scrivi?" ed io sapendo di spiazzare sia lei che voi... "Bah, a dire il vero non lo so..."

Ok, cala il gelo e lo sguardo interrogativo sul visino di Zoe... che immancabilmente...
"Ma scusa mamma, e allora come fai a dire che hai un pezzo... è strano... ok, lo so che tu sei strana ma.."
Lo so, non è facile da spiegare ma ci provo: "si me lo chiedo pure io, ma sento che salterà fuori... me lo sento... è lì... proprio lì...!
"Ahh... ho capito... si, come no... Ok mamma, meglio che continuo con le cose... serie... i miei compiti..."
Uhm ho come l'impressione che non mi creda molto seria... chissà perché!?! (sarà per le foto che ogni tanto le chiedo di scattarmi per il blog o per... mah...)


Controllo le storie pubblicate su Istagram e che ci trovo? Incredibile! Lo sapevo che era lì! Lì pronto ad aspettarmi... Ma come chi? Ma lui, Piero Marussig con "Donne al caffè "!

 
Come potete ben capire sono piacevolmente sorpresa.


Quest'opera, che è custodita al Museo del '900 di Milano, è stata realizzata dall'artista nel 1924. Marussig ha dipinto un momento semplicissimo, come un incontro ad un caffè, con estrema intensità. Sulla tela sono rappresentate 2 donne (nel mio immaginario io e la mia amica!), sedute ad un tavolo. Ciò che attira è l'intensità dello sguardo delle protagoniste uguali nella melanconia anche se rese in modo diverso. La donna a destra, ha una mano su cui poggia una guancia e nell'altra tiene una sigaretta. Lo sguardo è rivolto verso l'osservatore. Si ha l'impressione che Marussig sia passato accanto al tavolo e abbia chiesto alle 2 signore di poter scattare loro una foto... ed esse un po' in imbarazzo abbiano accettato interrompendo le loro chiacchiere...
L'altra donna raffigurata è girata di tre quarti e fissa un punto nel vuoto. E lì, ferma in posa, stringe tra le mani i suoi guanti bianchi e tiene in braccio un cagnolino che sembra in posa pure lui divenendo così il terzo protagonista della composizione. 

Ok nel mio immaginario il cagnolino non è contemplato, ma magari ci starebbe bene la mia cara gatta Stella Priscilla Scintilla... Solo che dovrei legarla o anestetizzarla pur di farla restare lì ferma e di sicuro non avrebbe il musetto dolce di quel cagnolino... anzi!!!


La tela è ricca di dettagli come il piatto di pasticcini, che fanno venire le voglie, e il porta sigarette in argento molto elegante. 

Tutti questi particolari denotano come questo dipinto costituisce uno degli episodi di maggiore adesione dell'artista ad una pittura dotata di un plasticismo fuori dagli stilemi dell'epoca. L' opera infatti già dalla metà degli anni '30 venne ritenuta dalla critica una delle opere in cui Marussig si è realizzato in pieno.


E bravo Piero! Mi piace questo tuo lavoro! Mi piace non tanto per lo stile ma per quello che rappresenta e quindi per il significato che io posso dare ora in questo momento... Finalmente una bella chiacchierata tra amiche con tutto ciò che ne deriva: risate, pianti, urletti di gioia, pettegolezzi, discorsi seri ma non troppo,  alleanza e condivisione!


P.S. E voi con chi berreste un buon caffè al bar?

sabato 12 settembre 2020

Cocktail

11 settembre 2020


Qualche giorno fa vi ho fatto partecipi di una alquanto bizzarra creazione culinaria... 

Vi ricordate il dessert "Comedian After  Datuna" (se non lo ricordate cliccate QUI) del famosissimo Chef Terry Giacomello? 

Ecco oggi sfogliando le pagine di FB ho trovato un'altra chicca fantastica, che farà sicuramente sorridere e costringerà finalmente il mio Editor a complimentarsi con la sottoscritta! 

Perché? Semplice perché questa chicca è fatta con un ingrediente che lui, da buon intenditore culinario, apprezza molto. 

Ok, non si tratta proprio di cibo in sé, tipo che ne so... spaghetti all'ndujia, melanzane alla parmigiana o stinco di maiale al forno, no, qui dovrebbe chiudere un occhio, ma è un qualcosa che potrebbe introdurre a queste sue adorate e venerate pietanze... ovvero un cocktail! Si un cocktail da prendere come aperitivo... almeno penso!

Dovete sapere che per il quinto centenario della scomparsa di Raffaello è stato creato "Rinascimento Vrbino", un cocktail inedito, ispirato al genio di Raffaello Sanzio, il pittore che più rappresenta Urbino, culla del Rinascimento e amata città natale del barman Nicola Righi, che ha creato un twist, una rivisitazione di un Martini Cocktail. 

Un drink che rappresenta al meglio Raffaello Sanzio, per la sua fama di grande amatore, a cui Righi ha aggiunto una nota dolce di miele, per ricordare le sue pennellate e l’aroma inconfondibile della lavanda, unica come i suoi dipinti. 

Un drink equilibrato, a partire dalla scelta del gin, il Single Estate inglese Ramsbury: il suo sentore di ginepro e la nota fruttata della mela cotogna si infondono delicatamente e si abbinano perfettamente alla lavanda e alla forte caratterizzazione di finocchio selvatico e rosa canina, segno distintivo del vermouth italiano Oscar.697 Extra Dry. 

Creatore del drink il trentenne Nicola Righi, barman e titolare del  cocktail bar "Santeria The Old Twenties" di Urbino. 

Questo barman ha mosso i primi passi dietro il bancone del bar di famiglia all’età di 16 anni, e poi ha iniziato a viaggiare per lavoro e per passione, passando per Dublino, Cuba, Isole Canarie, Milano e Londra, ampliando la sua esperienza per poi tornare alla natale Urbino e stupirci con questo cocktail "artistico"!

Negli ultimi anni si è avvicinato allo stile “speakeasy” attratto dal sapore vintage e ricercato dei suoi drink. 

Ama il suo lavoro perché gli dà l’occasione di emozionare le persone. 

Proprio come un profumo, i suoi cocktail con la loro composizione regalano carattere e stati d’animo. 

È il suo modo di comunicare, la sua passione.

Ecco Editor tu che adori il gin nei cocktail cosa aspetti ad offrire alla sottoscritta un buon aperitivo? 

Credo di essermelo meritato in pieno visto che ti ho svelato la sua esistenza... Come??? Lo conoscevi già? Uffi! Ma c'è qualcosa che ogni tanto ti sfugge? 

Vabbeh, cari lettori, vi prometto che appena avrò occasione di assaggiarlo vi saprò dire com'è... a meno che non lo assaggiate prima voi!!!

venerdì 11 settembre 2020

Che noia, che barba... e poi, all'improvviso...

10 settembre 2020
 
Questo post l'ho scritto diverso tempo fa...
Mamma mia, quanto è passato... ma la mia voglia di Sardegna è talmente tanta, 
che il solo ricordo mi emoziona!



luglio 2019


Da quando sono arrivata al mare, ho l'abitudine dopo pranzo di bere il caffè con tutta la family e poi sedermi da sola, se è libero, in un divanetto di fronte alla Galleria d'Arte della struttura, per godere della vista delle opere esposte e magari leggere qualcosa. 

Ci sono dipinti sia di giovani talenti emergenti, di artisti affermati ed anche di grandi Maestri del '900. 

Non nascondo che alcune di esse mi lasciano ancora un sacco di punti interrogativi, uno fra tutti il rapporto valore/prezzo. 

Confesso che su questo argomento ho ancora tanto da imparare.
Il mio amico Mr. Gallery (ve lo ricordate?) è super impegnato con i clienti e collezionisti. Mai avrei pensato che in un luogo di vacanza e relax, un'attività come una Galleria d'Arte potesse avere tanto seguito.
Anche se con me ci ha rinuciato, per piccolissimi motivi riguardanti il budget, mi invita comunque sempre ad unirmi ad ascoltare, così dice: "vista la mia passione, imparo qualcosa!".

 
Oggi sembra che la gente abbia preferito la pennichella. Forse il troppo caldo ma tutti da lì a poco, si rifugiano nelle proprio stanze al fresco dell'aria condizionata. E così il mio amico, pensando di fare cosa gradita, decide di rifilarmi il suo monologo/pippone d'arte quotidiana. 

Non dico che sia così noioso, nooo... ma sinceramente alle due del pomeriggio faccio fatica a mantenere sull'attenti i miei neuroni!
Ok, come faccio a dirglielo? Niente, trattengo lo sbadiglio più grande del mondo, sorrido e mi sacrifico!
Ma come spesso succede in certe occasioni il Fato viene a salvarti!
Ed oggi è successo anche a me... Ora vi racconto com'è andata.

Dunque sto guardando l'ennesima rassegna fotografica di opere d'arte (uhhhahhh...sbadiglio deglutito!) di Mr. Gallery. Sullo schermo del pc: un'immagine di "For the love of God", un teschio umano tempestato di diamanti creato dall'artista inglese Damien Hirst... e lui, Mr. Gallery che... bla, bla, bla...
Entra in Galleria una signora non proprio giovane, ma una bella signora...
Gli occhi di Mr. Gallery si illuminano... forse perchè la conosce o perchè la riconosciuta... per me è solamente, per ora, una deliziosa Signora di una certa età. Elegante nel portamento, al dito un anello pantera di Gucci, alta, sguardo vispo e attento ma avrà 80 anni suonati!
Lui sembra rapito.
Bah, i gusti sono gusti!
Lui si alza fa il bacia mano. Fra loro uno scambio di convenevoli e poi ricordarsi della "palla al piede", la sottoscritta, decide di presentarci... così: "Signora Carla, le presento Valeria, un'amica, appassionata d'arte, alle prime armi e desiderosa di apprendere tutto ciò che può!... Valeria ti presento la Signora Carla una delle più importanti ed influenti collezioniste d'arte contemporanea del nord Italia!."


La mia bocca deve essersi aperta un po' troppo visto che che il mio amico mi fa cenno di richiuderla. Provvedo subito e qui compare il mio sorriso migliore! Vi rendete conto ho la fortuna di essere qui con una collezionista stratosferica...
Il suo modo di fare è molto "in", quindi cerco di darmi un contegno e sfoderare tutte le mie buone maniere (grazie mamma...). Nel corso della chiacchierata vengo a sapere che è qui in vacanza con sua nipote dodicenne, che odia la confusione, e che Mr Gallery vende solo opere "minori"... nel senso che la sua sfera di interesse viaggia a livelli ancora più alti. Ed io che pensavo di avere fra gli amici un nuovo Leo Castelli!


Ok sono curiosa, molto curiosa. Scopro che lei è una socia sostenitrice della GAMeC di Bergamo, che si è appassionata all'arte insieme al marito sin da giovane e a casa sua deve ha una collezione fantastica. Per lo meno da quello che riesco ad intuire.
Ora vuole sapere qualche cosa di me... e cosa le dico? Le dico la verità, che sono una neofita dell'arte, che anche grazie a Mr. Gallery sto facendo un percorso di conoscienza e le racconto della Biennale di Venezia, del Mudec, di alcune mostre viste qua e là. Insomma di un po' delle mie avventure.
Lei si illumina quando scopre che sono della provincia di Verona. Mi dice che essendo di quelle parti, devo assolutamente andare a vedere un paio di gallerie a detta sua, molto rinomate e che mi aiuterebbero ad ampliare le mie conoscenze. Addirittura mi gira il numero di telefono di un tale che è dentro all'organizzazione della Fiera d'Arte di Verona!
Passo un'ora fitta, fitta, tra stupore, adrenalina e felicità perché non è da tutti conoscere collezionisti così importanti! Vorrei farmi raccontare tutto, ma il tempo come si sa è tiranno e la nipotina reclama la presenza della nonna. 

Quando si congeda il mio cuore batte a mille e ho qualche problema a togliermi il sorriso orami stampato sul mio viso. Ringrazio il fato, per avermi offerto questa occasione più unica che rara!


Guardo Mr. Gallery e gli dico ridendo "Dai comunque per me, rimani lo stesso il mio Leo Castelli!".
Lui mi guarda basito, non capisce la mia battuta...
Su una cosa però siamo concordi: pagheremmo oro pur di vedere la collezione della Sig.ra Carla!
 
P.S. Anche nella noia più assoluta un evento imprevisto ti può salvare!

giovedì 10 settembre 2020

La tela del ragno... e che ragno!

 
 Quando ho scritto questo post eravamo ancora in piena emergenza Covid. Non si poteva uscire di casa ed io ancora non avevo incominciato a frequentare l'Hotel a "5 stelle cadenti"

 
5 maggio 2020

L'altra sera Zoe, mia figlia, mi dice: "Sai mamma, stasera fanno un film che dal treiller mandato in tv dovrebbe essere bellissimo, si intitola: "La tela di Carlotta".
Tra me e me penso: "Wow, finalmente un film dedicato all'arte. Un film per bambini, per ragazzini, ma dedicato all'arte! Fantastico!

La cosa mi entusiasma da matti. Non vedo l'ora di posizionarmi davanti allo schermo. Certo che questi pensieri fatti dalla sottoscritta, mah... ok, stanno a significare che di questi mesi di "clausura" non se ne può proprio più e pur di far qualcosa di nuovo, si guarda anche quello che va in onda sul piccolo schermo.

Visto che il film è su un canale per bambini, comincia pure prestino, alle 20. 
Cavoli! E' un venerdì sera di quarantena, cos'hanno paura, che qualcuno vada a letto tardi...? 
Ok, mi adeguo. 
E in un momento di pazzia esclamo: "Zoe, sai che facciamo questa sera? Visto che guarderemo insieme un film sull'arte, e questo è  un evento che capita raramente,  festeggiamo facendo un bel pic-nic davanti alla tv!! (a queste parole, a mia madre sarebbero diventati i capelli completamente bianchi, visto che lei è una sostenitrice incallita, insieme a mio padre, delle buone maniere e delle buone abitudini ed una cosa del genere è inaudita!).
Via. Preparo tutto a puntino: coperta, cuscini, tovaglia, piatti e leccornie varie, giusto per rendere la serata indimenticabile. Una di quelle serate tra madre e figlia che tra qualche anno ricorderemo facendoci quattro grasse risate, dicendo: "Ti ricordi quella volta che...?".
La cena è pronta. 
Per l'occasione piadine super farcite con: mortadella, salame, mozzarella, insalatina e gorgonzola... e una montagna di popcorn!
Si, Editor. 
Hai sentito bene! Lo so che tu da "super Chef", stai già criticando il mio modo di "far da mangiare" ma stasera, al bando le buone maniere e la cucina a 5 stelle (se mai in queste quattro mura ce ne fosse stata una...), si aprano le danze alla serata dove si possono trangugiare solo ed esclusivamente "schifezze"! Evvai!!!

Ecco, ecco, ci siamo il film ha inizio... La protagonista è una bambina di circa 10 anni che vive in una fattoria con la sua famiglia. Per salvare l'undicesimo maialino di una cucciolata troppo numerosa, decide di prendersene cura. Che tenera! Il film va avanti fra mille peripezie e dopo 20 minuti di pellicola, di Carlotta, della tela e dell'arte neanche l'ombra... Mah... Mi ero già immaginata la storia di un'artista di nome Carlotta, che approdata per sbaglio in una fattoria dispersa nella campagna americana, elargisce le sue conoscenze alla piccola.
Poi ad un tratto, mentre sto per mangiare l'ultimo pezzo della mia "superbuonissima piadina", checché se ne dica, l'arcano mistero, viene svelato!!! 
 
Mi blocco rischiando di mordermi anche la lingua. I miei occhi non credono a ciò che vedono. E dalla mia bocca esce un urlo: "CHE SCHIFOOOO! Un ragno!!!"
Zoe mi guarda basita, ed esclama: "Ma mamma!?! Ma scusa, che cosa ti spaventi a fare? Non hai capito che è proprio il ragno Carlotta la protagonista del film con la sua bella tela?"
"Vorresti dire che la tela e l'arte non c'entrano niente con questa storia?" e lei con uno sguardo fra l'interlocutorio e la preoccupazione per lo stato di salute mentale di sua mamma...: "E chi mai ha parlato di arte?"
Alché, per cercare di salvare quel briciolo di immagine che mi è rimasta...: "Ma io, avevo supposto che tela stesse per arte e..."
Ma Zoe non ci casca e quasi rassegnata: "Beh mamma, mi dispiace per te, ma avevi supposto male!"

La cosa non sarebbe tanto grave se non facessero vedere ogni 5 minuti questo ragnaccio! 
Ora non so se lo avete capito, ma io ho una "piccola" repulsione per i ragni. Lo so Editor, che si chiama ARACNOFOBIA. Lo so!
 
Da quella sera, Zoe, non fa altro che prendermi in giro. Ed ogni momento è buono per farmi prendere un bello spavento, attaccandosi alle mie spalle e dicendo: "Sono il ragno Carlottaaaaa!!!" Ridendo ovviamente, a crepapelle.

Sono passati alcuni giorni e oggi pomeriggio, aprendo Istagram, faccio un salto perché mi compare in primo piano un'opera gigantesca, presente al Guggenheim di Bilbao. Titolo? "Maman". Un "ragno scultura" alto ben 10 metri di Louise Bourgeois.
 
 

Ok, questo lo leggo come un segno... Devo assolutamente scriverci un pezzo. 
Nel mentre mi chiama al telefono Mr. Gallery che vuole sapere a che punto sono con la produzione. E così gli racconto per filo e per segno tutto quello che è successo. Da lui vengo a sapere che la signora Louise, sono in confidenza... sapete... è una delle scultrici più importanti del panorama internazionale del XX secolo. Certo chi non la conosce se non tu, mio caro Editor!

Ok, decido di fare le mie ricerche. Ammetto con non poche difficoltà visto che il "ragno gigante" mi perseguita in tutti i documenti che apro... e guardate un po' cosa scopro?
Nata in Francia nel 1911, studiò all'accademia delle belle arti di Parigi e già nel 1938 si trasferì a New York, dove inizialmente si dedicò alla pittura surrealista e poi, dagli anni 60 si concentrò sulla scultura in metallo.
La sua fama arrivò con la partecipazione a Documenta nel '92 (una delle più importanti mostre d'arte che si svolge a Kassel in Germania...) e alla Biennale di Venezia nel '94.

L'artista si occupa in maniera approfondita di temi come la sessualità, la famiglia e la solitudine. Rappresenta nelle sue installazioni immagini trasfigurate del membro maschile e celebra il concetto di maternità, con enormi sculture a forma di ragno. Si tratta di opere di carattere onirico, spesso ripetute per essere poi installate in diverse città, dell'altezza di una decina di metri.

Ha esposto le sue opere in tutto il mondo: dalla Tate Modern di Londra, al Centre Pompidou, dalla Mory Tower di Tokio alla retrospettiva a Venezia curata da Germano Celant.
 
Di recente alla Fondazione Prada di Milano si è svolta una importante retrospettiva dove era possibile ammirare le sue sculture fatte di abiti, che richiamavano l'idea di una memoria personale di cui liberarsi, tema assai caro all'artista. È scomparsa all'età di ben 98 anni.
 
Ma veniamo al nostro "ragnetto".
Con fatica navigo in rete per cercare sue notizie.
Cerco di non guardare le immagini, tanto sembrano vere e raccapriccianti per la loro veridicità. 
 
 
"Maman" è una scultura in bronzo, acciaio inossidabile e marmo ed è tra le più grandi al mondo: misura oltre 30 piedi di altezza e oltre 33 di larghezza (927 x 891 x 1024 cm).  
Include una sacca contenente 32 uova di marmo e il suo addome e il torace sono realizzati in bronzo a costine.
L' ultima notizia della sacca con le uova mi fa veramente rivoltare lo stomaco. Ma nonostante tutto, devo assolutamente vederla. Prendo tutto il coraggio che ho e faccio come i bambini piccoli quando hanno paura di qualcosa: mi copro gli occhi con le mani e mi concedo solo qualche per una sbirciatina. 
Zoe in tutto questo mi sta osservando e tra le smorfie che sente e le facce che faccio, mi guarda con aria molto strana... chissà cosa sta pensando... anzi, meglio non saperlo!

Ciò che mi interessa in questo momento è sapere il significato. E voglio scoprirlo, costi quel che costi!
La figura e il nome stesso "maman" appunto alludono alla forza della madre borghese, con metafore di filatura, tessitura, nutrimento e protezione. Sua madre, Josephine, era una donna che riparava arazzi nel laboratorio di restauro tessile di suo padre a Parigi. Quando Bourgeois aveva ventun anni, perse sua madre a causa di una malattia sconosciuta. Ecco cosa scrive la stessa artista:
"Il ragno è un inno a mia madre. Lei era la mia migliore amica. Come un ragno, mia madre era una tessitrice. La mia famiglia era impegnata nel restauro di arazzi e mia madre era responsabile del laboratorio. Come i ragni, mia madre era molto intelligente. I ragni sono presenze amichevoli che mangiano le zanzare. Sappiamo che le zanzare diffondono malattie e sono quindi indesiderate. Quindi, i ragni sono utili e protettivi, proprio come mia madre."
 
Ok, resto di stucco.
Ero talmente impaurita, o meglio terrorizzata dalla figura che ha scelto di rappresentare, che mi sono bloccata. Lasciata coinvolgere in senso negativo solo dall'aspetto estetico. Ora non riuscendo comunque a godere l'opera proprio da vicino, posso apprezzarne il significato profondo e... mi piace! Il significato intendiamoci!

Comunque, se mai mi dovesse capitare l'occasione di imbattermi in una delle sue opere, mi riprometto di farmi coraggio e vincere la mia paura andandoci... sotto... Si, questa è una sfida... e voglio vincerla!

Guardate che non è una cosa da poco! 

P.S. E voi avreste il coraggio di vedere da vicino un'opera della Bourgeois?