giovedì 3 settembre 2020

Addio Philippe Daverio

 

In questi mesi il mio bagaglio culturale/artistico si è notevolmente arricchito. Grazie alla miriade di libri che ho acquistato e che mi sono stati gentilmente regalati da persone care. Zii, amici, parenti, scoperta questa mia passione, si sono prodigati ad accontentare ogni mia curiosità, come la bellissima collana del corriere della sera "I capolavori dell'arte" a cura di Philippe Daverio o, come i libri che mi ha "regalato"... Ops... prestato mio fratello Edo, sempre di questo straordinario personaggio.

È un vero peccato, perdere oggi  un così grande divulgatore, docente, saggista. Un uomo che sapeva trasmettere e parlare d'arte a qualsiasi persona, non solo agli addetti ai lavori. La sua capacità, la sua innata abilità di tenere "incollata" la gente alle sedie era più unica che rara. Mai era stanco di trasmettere la sua passione, mai stanchi di ascoltare le sue parole. 

Storico dell’arte, politico e personaggio televisivo italiano aveva 70 anni. Era nato a Mulhouse, in Alsazia, il 17 ottobre 1949 da padre italiano, Napoleone Daverio, e da madre alsaziana, Aurelia Hauss. Era il quarto di sei figli.

Nel 1975 ha aperto la galleria che portava il suo nome “Galleria Philippe Daverio”, in via Monte Napoleone 6 a Milano, dove si occupava prevalentemente di movimenti d’avanguardia della prima metà del Novecento. Nel 1986 viene aperta a New York la “Philippe Daverio Gallery” rivolta all’arte del XX secolo. Nel 1989 apre a Milano in Corso Italia 49, una seconda galleria d'arte contemporanea. Specializzato in arte del '900, ha dedicato i suoi studi al rilancio internazionale dell'arte italiana.

Come gallerista ed editore ha allestito mostre e pubblicato una cinquantina di titoli, tra cui il “Catalogo ragionato dell’opera di Giorgio De Chirico fra il 1924 e il 1929” e il “Catalogo generale e ragionato dell’opera di Gino Severini”.

Ma vi rendete conto? 

Si è occupato a Milano della ristrutturazione di tutto l’edificiodell'allora costituente il Palazzo Reale ed il suo adattamento a Museo d’arte contemporanea.

Tra i suoi programmi televisivi più seguiti mi piace ricordare Passepartout, programma d’arte e cultura andato in onda su Rai 3 dal 2002 al 2012. Ma aveva già iniziato in televisione con in qualità di “inviato speciale” della trasmissione Art’è nel 1999, nel 2000 come autore e conduttore della trasmissione Art.tù.

Ha collaborato con riviste e quotidiani come Corriere della Sera, Il Sole 24Ore, Avvenire, Giornale dell’Arte, National Geographic, Touring Club, Vogue, L’Architetto, e QN Quotidiano Nazionale, era il direttore del periodico Art e Dossier e consulente per la casa editrice Skira.

Che dire di più. Uffa! Rimpiango moltissimo il fatto di non essermi approcciata prima a questo fantastico mondo, perché ho perso l'occasione di incontrare e poter conoscere dal vivo questo genio del mondo dell'Arte. 

E comunque, Grazie... Buon viaggio Maestro




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