lunedì 7 settembre 2020

Calder: un artista felice!

Questo pezzo l'ho scritto qualche mese fa... prima delle mie peripezie in "Hotel 5 Stelle Scadenti"...
Vi racconto della scoperta di uno scultore per me straordinario:
 Alexander Calder  
 
 
 
5 aprile 2020


Finalmente ce l'ho fatta e ho trovato un artista felice... O meglio positivo e abbastanza "normale"! 

Ok mi rendo conto che "abbastanza normale" è una affermazione grossa. Effettivamente, da quando ho cominciato ad interessarmi a questo magico mondo, mi sono accorta che molti artisti hanno veramente delle menti contorte e fanno anche spesso una... finaccia. Ciò che mi fa più ridere è che Zoe, mia figlia, la prima domanda che mi fa riguardo ad un artista è: "Mamma, questo artista è ancora vivo?". 

E purtroppo, quasi sempre la risposta è: "No

A quel punto inizia il "terzo grado": "Ma uffi! Ma sono tutti morti? E come è morto? E quanti anni aveva? Era famoso?" Al che, le sue considerazioni sono: "Oh poverino! Mi dispiace! ma tu lo conoscevi... ect. ect.".
 

Non so che idea si stia formando nella sua testa, ma sono comunque contenta che gli si stia formando comunque un'idea. Perché l'arte è questo che deve fare: smuovere le menti o meglio come diceva Picasso: "L'arte scuote dall'anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni

 
Ora, vi starete chiedendo "Di chi mai vorrà parlare?". Prima di dirvelo volevo raccontarvi questo piccolo aneddoto:
- Qualche anno fa, quando ho cominciato a lavorare al nido, mi è capitato tra le mani un libricino che parlava di attività per bambini 0-3. Ricordo come fosse ora l'immagine di un giochino o meglio di un "mobiles" fatto con dei pesciolini di cartone e sotto cui vi era scritto "prendendo spunto dai mobiles di Calder". Ok avete capito è di lui che vi voglio parlare!
Ora quella frase, mi è sempre rimasta impressa perché avevo appena imparato che un certo signor Calder aveva creato per la prima volta una "Cosa" di questo tipo (ancora non sapevo che una "Cosa" così si potesse chiamare scultura)! In tutti questi anni non mi sono mai preoccupata una volta sola di andare ad approfondire chi era costui... Ok, sapevo che era una persona sicuramente creativa, ma punto.

Poi mi sono innamorata! Dell'arte intendo, cosa avete capito! Ed ho approfondito alcune cose...

Prima fra tutte, credevo fosse un maestro giovane e molto creativo. Seconda cosa, pensavo fosse un pedagogista all'avanguardia (visto che faceva giochi divertenti per bambini). Terza, ehmmm... Non c'è due senza tre... ero stra convinta fosse francese!!! Avete pure il permesso di ridere, rido pure io delle mie stesse gaffe... e non mi vergogno nell'ammettere che fino a qualche anno fa... Ok, mese fa... non avevo la più pallida idea di chi fosse.

Come si dice? "Meglio tardi che mai!"
Partiamo dal fatto che Alexander Calder è nato, vissuto e morto negli Stati Uniti. E già qui, andrei pure a nascondermi... e prima di tutto fu un un ingegnere e poi un artista. 

E che Artista! 

Pensate solo, che quando ho accennato al mio Editor che avevo cominciato a scrivere qualcosa su di lui, la risposta è stata: "Certo sei andata a cercarti il più semplice... come sempre!" Ed io, che ammetto sulle battute arrivo sempre un po' tardi, ho risposto: "Ah cavoli, non è tanto importante? vabbeh, fa niente..." Il ringhiare dall'altra parte del telefono mi fa capire che non ho capito, per l'ennesima volta il senso... Cosa ci posso fare!!!
Calder è quello che ha completamente ribaltato il concetto di scultura, trasformando ciò che era di solito concepito come pesante, imponente e solido, in uno svolazzare di forme bidimensionali. Si è ispirato molto al lavoro di Mirò (Ve lo ricordate? Quello che trovate appeso nelle pareti degli studi dentistici? Ah no? Allora cliccate QUI!). Infatti i suoi Mobiles (nome geniale coniato dal suo amico Marcel Duchamp, di cui vi ho già parlato in diverse occasioni... clicca QUI...) sembrano rappresentare dal vivo i soggetti fluttuanti del collega spagnolo. I Mobiles sono davvero fluttuanti perché sono sospesi e attaccati a dei fili. Le loro forme si spostano nello spazio, oscillano, cambiano posizione a seconda dei movimenti delle persone che vi stanno intorno e dell'aria che circola nella stanza. Come dice  Alessandra Redaelli in uno dei suoi saggi, non ricordo quale... "nella sua semplicità quella di Calder è una delle intuizioni più geniali della storia dell'arte. Aprire la scultura alla libertà formale, lasciarle uscire dalle gabbie dei materiali tradizionali significa dare il via a una serie di sperimentazioni che non si sono ancora fermate significa spalancare lo spazio e invitare l'artista a occuparlo come meglio crede e con i materiali che preferisce. Insomma senza Calder le grandi strutture site-specific che oggi chiamiamo installazioni non esisterebbero".


Andando avanti con le mie ricerche scopro poi, che questo signore è tra gli artisti che in teoria, avrei dovuto studiare al liceo... Ora se torno indietro al periodo delle superiori, visto che comunque alle medie facevo solo pessimi disegni ed elaborati artistici di dubbio gusto, ricordo che avevo un bellissimo professore... Ops, scusate, un pessimo libro di storia dell'arte, in cui le foto erano talmente piccole e scure che era difficile distinguere un'opera di Raffaello da un'opera di Picasso. 

Per non parlare poi delle didascalie che accompagnavano le varie immagini: talmente piccole che al solo vederle ti facevano passare qualsiasi voglia di studiare! Tutto sommato però, le lezioni della 2^ erano fantastiche! Si perché il professore era veramente affascinante, ehmm... mi correggo, bravissimo! 

E fu l'unico anno in cui aspettavo le lezioni di storia dell'arte con gioia e voglia di fare... ehmm... di applicarmi... intendo! 

Pensate, l'unico anno in cui ho avuto 9+ (credo che il mio entusiasmo abbia influito non poco... tanto per capirci... quell'anno, di arte non ho imparato nulla se non l'equazione Storia dell'arte = Prof. Figo!!!). 

Poi, come tutte le cose belle, prima o poi finiscono e l'anno dopo cambiando professore, la storia dell'arte è precipitata di nuovo nel dimenticatoio.


 


Tornando al nostro Calder, scopro che è un uomo estremamente positivo, che vuole esprimere la sua gioia di vivere. 

Pensate che già quando era piccolo,  come regali di Natale per i suoi parenti aveva realizzato sculture oscillanti (siamo nel 1908). Incredibile! 

Tanto per farvi un piccolo quadro familiare sappiate che Calder proveniva da una famiglia di artisti. Il nonno, lo scultore Alexander Milne Calder, nacque in Scozia ed emigrò a Philadelfia nel 1868. È l'autore della colossale statua di William Penn in cima alla torre di Philadelphia City Hall. Il padre, Alexander Stirling Calder, è stato anch'esso uno scultore noto. Ha prodotto molti monumenti pubblici, per lo più a Philadelfia. La madre, Nanette Lederer Calder, era una ritrattista  professionista che aveva studiato a Parigi.
 

Oh Santa polenta! 

Ora, forse pure io se avessi avuto una famiglia alle spalle così "invischiata" nel mondo dell'arte, sarei potuta diventare un'artista importante! Nooo? Uhmmm... Ok forse la famiglia importante può influire... ma credo in minima parte. E' l'estro creativo che conta, ed io, il mio, ho appurato dai disegni anche di maestra per insegnare ai bambini (questa è un'altra storia...) non esiste! Deve essersi dato letteralmente alla fuga! 

Per non annoiarvi ulteriormente ritornerò a parlarvi presto di Calder intanto andate a guardarvi i suoi mobiles, tornerete sicuramente tutti un po' più bambini!


P.S. Il vostro Prof. di storia dell'arte delle superiori, com'era? Figo come il mio?

Nessun commento:

Posta un commento