sabato 19 settembre 2020

"Untitled" a Venezia a Punta della Dogana



Ho una voglia matta di andare a Venezia! Ecco l'ho detto!

Da quando sono stata l'ultima volta, a febbraio con Zoe, non faccio altro che ripetermi: "Devo assolutamente ritornare in quella splendida atmosfera...". 

Si, perché di questo si tratta: di atmosfera. 

Stare in questa città è un'esperienza magica, surreale. E' impossibile non sentirsi inghiottiti da una miriade di sensazioni. Tutte speciali, che coinvolgono tutti i nostri sensi. Qui c'è un'atmosfera unica, particolare, "sui generis". Si entra in un mondo nuovo, dove il nostro modo di sentire, di percepire il bello è portato alle stelle... Mi state seguendo? Sono troppo complicata? Ehi, Editor stai sudando e brontolando perché sono troppo incasinata e  romantica? Certo tu e il romanticismo non vi siete mai incontrati. Nemmeno quando sei stato a Venezia, che è la città più romantica al mondo... vabbeh, lasciamo perdere... A Venezia non si può rimanere indifferenti a nulla!

Bene, detto questo vi informo miei cari lettori che è in corso una mostra sensazionale.

Ovviamente sto parlando di arte contemporanea. La mia prediletta. E sono sicura che anche per chi non fosse proprio un appassionato, con questa esposizione potrebbe essere l'occasione per lasciarsi abbandonare a nuove ed imprevedibili sensazioni!E diventarlo!!!


Ok, la mostra in corso si intitola : "Untitled, 2020. Tre sguardi sull'arte di oggi”, concepita e curata da Caroline Bourgeois, Muna El Fituri e dall’artista Thomas Houseago.

Ideata appositamente per gli spazi di Punta della Dogana, “Untitled, 2020”, è suddivisa in sale tematiche che presentano le opere di oltre 60 artisti, provenienti dalla Pinault Collection, da musei internazionali e collezioni private, con citazioni, ispirazioni e riferimenti tra lavori che spaziano dal Novecento ad oggi, proposte secondo un dialogo basato su connessioni emozionali, sensoriali, visive e tattili.

Gli artisti appartengono a generazioni diverse (la più giovane è nata nel 1995), e si succedono in un percorso di 18 sale in ognuna delle quali è esposto un cartello che ne indica la tematica: sesso, vita domestica maschile, utopia, perdita... Come se l'esposizione costituisse una catarsi o un processo di guarigione suddiviso in fasi emozionali.

Lo so, lo so, state già pensando che è roba da matti... Ma secondo me, invece è roba "che scotta", "che intrippa " è da Piratessa quale che sono, non vedo l'ora di andare all'arrembaggio! Ehmm scusate... a visitarla!


La cosa ancora più interessante è che si tratta di una mostra piena di donne misconosciute. Nella prima sala "standing" vi è un'opera del '67 di un'artista peruviana Teresa Burga dove troviamo un letto dai colori vivaci su cui è disposta la silhouette del corpo di una donna in biancheria intima, "a testimonianza di come nei Paesi dell'America Latina la Pop art fosse utilizzata come strumento di espressione vitalistica e sovversione contro i gusti della borghesia" come sottolinea la curatrice Bourgeois. 

Fra i temi che percorrono l'esposizione, appare costante un ragionamento sulla storia americana, sia quella nera che quella bianca.

C'è James "Son Ford" Thomas, scultore di crani e busti d'argilla adorni di denti e capelli umani, reminescenti del folclore afroamericano del Mississippi in cui è nato e cresciuto.

Questi sono solo alcuni esempi... e solo ad immaginarli...

La mostra Untitled, 2020 parte da un forte insight sull'area di Los Angeles, per poi espandersi su tutto il territorio statunitense, senza il timore di mostrare anche esempi iconici di artisti dissidenti.

Tra le sale più curiose, c'e quella dedicata al sesso in cui sono esposti alcuni disegni poco noti di David Hockney del 1983 dal titolo "Ian and me", dove due uomini dai tratti picassiani si congiungono e discostano ritmicamente in un abbraccio che è origine di dolcezza ma anche di rabbia e terrore.

Questa mostra ripercorre tutto il corso del Novecento. Tutti gli elementi che sono stati oggetto di dibattito internazionale in questo secolo Travagliato: dal razzismo alla malattia, dal femminicidio alla povertà. 

Ogni opera, ogni sala, non lesina nella denuncia, guarigione e provocazione.

La mostra è in corso fino al 13 dicembre 2020 ed è aperta tutti i giorni tranne il martedì dalle 10 alle 19. 

Da quel poco che ho potuto recepire dai racconti di chi ci è già stato, questo evento deve essere strepitoso e allo stesso tempo surrealistico... Ok, so già in partenza che dovrò mettere in gioco il "mio saper interpretare"  Ehi Editor, sei già preoccupato? Ahaha, fai bene ad esserlo... Chissà cosa ne uscirà fuori visto i trascorsi della Biennale d'Arte dell'anno scorso... Ricordate?

P.S. Editor, ritornando a Venezia e al romanticismo... Voi due, vi siete sempre evitati o almeno è quello che dai a vedere... orso delle caverne che non sei altro! 

P.S. Dai, fatevi travolgere pure voi e non esitate. Sarà sicuramente un'esperienza alternativa!



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