Quando ho scritto questo post eravamo ancora in piena emergenza Covid. Non si poteva uscire di casa ed io ancora non avevo incominciato a frequentare l'Hotel a "5 stelle cadenti"
5 maggio 2020
L'altra sera Zoe, mia figlia, mi dice: "Sai mamma, stasera fanno un film che dal treiller mandato in tv dovrebbe essere bellissimo, si intitola: "La tela di Carlotta".
Tra me e me penso: "Wow, finalmente un film dedicato all'arte. Un film per bambini, per ragazzini, ma dedicato all'arte! Fantastico!"
La cosa mi entusiasma da matti. Non vedo l'ora di posizionarmi davanti allo schermo. Certo che questi pensieri fatti dalla sottoscritta, mah... ok, stanno a significare che di questi mesi di "clausura" non se ne può proprio più e pur di far qualcosa di nuovo, si guarda anche quello che va in onda sul piccolo schermo.
Visto che il film è su un canale per bambini, comincia pure prestino, alle 20.
Cavoli! E' un venerdì sera di quarantena, cos'hanno paura, che qualcuno vada a letto tardi...?
Ok, mi adeguo.
E in un momento di pazzia esclamo: "Zoe, sai che facciamo questa sera? Visto che guarderemo insieme un film sull'arte, e questo è un evento che capita raramente, festeggiamo facendo un bel pic-nic davanti alla tv!! (a queste parole, a mia madre sarebbero diventati i capelli completamente bianchi, visto che lei è una sostenitrice incallita, insieme a mio padre, delle buone maniere e delle buone abitudini ed una cosa del genere è inaudita!).
Via. Preparo tutto a puntino: coperta, cuscini, tovaglia, piatti e leccornie varie, giusto per rendere la serata indimenticabile. Una di quelle serate tra madre e figlia che tra qualche anno ricorderemo facendoci quattro grasse risate, dicendo: "Ti ricordi quella volta che...?".
La cena è pronta.
Via. Preparo tutto a puntino: coperta, cuscini, tovaglia, piatti e leccornie varie, giusto per rendere la serata indimenticabile. Una di quelle serate tra madre e figlia che tra qualche anno ricorderemo facendoci quattro grasse risate, dicendo: "Ti ricordi quella volta che...?".
La cena è pronta.
Per l'occasione piadine super farcite con: mortadella, salame, mozzarella, insalatina e gorgonzola... e una montagna di popcorn!
Si, Editor.
Si, Editor.
Hai sentito bene! Lo so che tu da "super Chef", stai già criticando il mio modo di "far da mangiare" ma stasera, al bando le buone maniere e la cucina a 5 stelle (se mai in queste quattro mura ce ne fosse stata una...), si aprano le danze alla serata dove si possono trangugiare solo ed esclusivamente "schifezze"! Evvai!!!
Ecco, ecco, ci siamo il film ha inizio... La protagonista è una bambina di circa 10 anni che vive in una fattoria con la sua famiglia. Per salvare l'undicesimo maialino di una cucciolata troppo numerosa, decide di prendersene cura. Che tenera! Il film va avanti fra mille peripezie e dopo 20 minuti di pellicola, di Carlotta, della tela e dell'arte neanche l'ombra... Mah... Mi ero già immaginata la storia di un'artista di nome Carlotta, che approdata per sbaglio in una fattoria dispersa nella campagna americana, elargisce le sue conoscenze alla piccola.
Poi ad un tratto, mentre sto per mangiare l'ultimo pezzo della mia "superbuonissima piadina", checché se ne dica, l'arcano mistero, viene svelato!!!
Mi blocco rischiando di mordermi anche la lingua. I miei occhi non credono a ciò che vedono. E dalla mia bocca esce un urlo: "CHE SCHIFOOOO! Un ragno!!!"
Zoe mi guarda basita, ed esclama: "Ma mamma!?! Ma scusa, che cosa ti spaventi a fare? Non hai capito che è proprio il ragno Carlotta la protagonista del film con la sua bella tela?"
"Vorresti dire che la tela e l'arte non c'entrano niente con questa storia?" e lei con uno sguardo fra l'interlocutorio e la preoccupazione per lo stato di salute mentale di sua mamma...: "E chi mai ha parlato di arte?"
Alché, per cercare di salvare quel briciolo di immagine che mi è rimasta...: "Ma io, avevo supposto che tela stesse per arte e..."
Ma Zoe non ci casca e quasi rassegnata: "Beh mamma, mi dispiace per te, ma avevi supposto male!"
Zoe mi guarda basita, ed esclama: "Ma mamma!?! Ma scusa, che cosa ti spaventi a fare? Non hai capito che è proprio il ragno Carlotta la protagonista del film con la sua bella tela?"
"Vorresti dire che la tela e l'arte non c'entrano niente con questa storia?" e lei con uno sguardo fra l'interlocutorio e la preoccupazione per lo stato di salute mentale di sua mamma...: "E chi mai ha parlato di arte?"
Alché, per cercare di salvare quel briciolo di immagine che mi è rimasta...: "Ma io, avevo supposto che tela stesse per arte e..."
Ma Zoe non ci casca e quasi rassegnata: "Beh mamma, mi dispiace per te, ma avevi supposto male!"
La cosa non sarebbe tanto grave se non facessero vedere ogni 5 minuti questo ragnaccio!
Ora non so se lo avete capito, ma io ho una "piccola" repulsione per i ragni. Lo so Editor, che si chiama ARACNOFOBIA. Lo so!
Da quella sera, Zoe, non fa altro che prendermi in giro. Ed ogni momento è buono per farmi prendere un bello spavento, attaccandosi alle mie spalle e dicendo: "Sono il ragno Carlottaaaaa!!!" Ridendo ovviamente, a crepapelle.
Sono passati alcuni giorni e oggi pomeriggio, aprendo Istagram, faccio un salto perché mi compare in primo piano un'opera gigantesca, presente al Guggenheim di Bilbao. Titolo? "Maman". Un "ragno scultura" alto ben 10 metri di Louise Bourgeois.
Ok, questo lo leggo come un segno... Devo assolutamente scriverci un pezzo.
Nel mentre mi chiama al telefono Mr. Gallery che vuole sapere a che punto sono con la produzione. E così gli racconto per filo e per segno tutto quello che è successo. Da lui vengo a sapere che la signora Louise, sono in confidenza... sapete... è una delle scultrici più importanti del panorama internazionale del XX secolo. Certo chi non la conosce se non tu, mio caro Editor!
Ok, decido di fare le mie ricerche. Ammetto con non poche difficoltà visto che il "ragno gigante" mi perseguita in tutti i documenti che apro... e guardate un po' cosa scopro?
Nata in Francia nel 1911, studiò all'accademia delle belle arti di Parigi e già nel 1938 si trasferì a New York, dove inizialmente si dedicò alla pittura surrealista e poi, dagli anni 60 si concentrò sulla scultura in metallo.
La sua fama arrivò con la partecipazione a Documenta nel '92 (una delle più importanti mostre d'arte che si svolge a Kassel in Germania...) e alla Biennale di Venezia nel '94.
L'artista si occupa in maniera approfondita di temi come la sessualità, la famiglia e la solitudine. Rappresenta nelle sue installazioni immagini trasfigurate del membro maschile e celebra il concetto di maternità, con enormi sculture a forma di ragno. Si tratta di opere di carattere onirico, spesso ripetute per essere poi installate in diverse città, dell'altezza di una decina di metri.
Ha esposto le sue opere in tutto il mondo: dalla Tate Modern di Londra, al Centre Pompidou, dalla Mory Tower di Tokio alla retrospettiva a Venezia curata da Germano Celant.
Di recente alla Fondazione Prada di Milano si è svolta una importante retrospettiva dove era possibile ammirare le sue sculture fatte di abiti, che richiamavano l'idea di una memoria personale di cui liberarsi, tema assai caro all'artista. È scomparsa all'età di ben 98 anni.
Ma veniamo al nostro "ragnetto".
Con fatica navigo in rete per cercare sue notizie.
Con fatica navigo in rete per cercare sue notizie.
Cerco di non guardare le immagini, tanto sembrano vere e raccapriccianti per la loro veridicità.
"Maman" è una scultura in bronzo, acciaio inossidabile e marmo ed è tra le più grandi al mondo: misura oltre 30 piedi di altezza e oltre 33 di larghezza (927 x 891 x 1024 cm).
Include una sacca contenente 32 uova di marmo e il suo addome e il torace sono realizzati in bronzo a costine.
L' ultima notizia della sacca con le uova mi fa veramente rivoltare lo stomaco. Ma nonostante tutto, devo assolutamente vederla. Prendo tutto il coraggio che ho e faccio come i bambini piccoli quando hanno paura di qualcosa: mi copro gli occhi con le mani e mi concedo solo qualche per una sbirciatina.
Zoe in tutto questo mi sta osservando e tra le smorfie che sente e le facce che faccio, mi guarda con aria molto strana... chissà cosa sta pensando... anzi, meglio non saperlo!
Ciò che mi interessa in questo momento è sapere il significato. E voglio scoprirlo, costi quel che costi!
La figura e il nome stesso "maman" appunto alludono alla forza della madre borghese, con metafore di filatura, tessitura, nutrimento e protezione. Sua madre, Josephine, era una donna che riparava arazzi nel laboratorio di restauro tessile di suo padre a Parigi. Quando Bourgeois aveva ventun anni, perse sua madre a causa di una malattia sconosciuta. Ecco cosa scrive la stessa artista:
"Il ragno è un inno a mia madre. Lei era la mia migliore amica. Come un ragno, mia madre era una tessitrice. La mia famiglia era impegnata nel restauro di arazzi e mia madre era responsabile del laboratorio. Come i ragni, mia madre era molto intelligente. I ragni sono presenze amichevoli che mangiano le zanzare. Sappiamo che le zanzare diffondono malattie e sono quindi indesiderate. Quindi, i ragni sono utili e protettivi, proprio come mia madre."
Ok, resto di stucco.
Ero talmente impaurita, o meglio terrorizzata dalla figura che ha scelto di rappresentare, che mi sono bloccata. Lasciata coinvolgere in senso negativo solo dall'aspetto estetico. Ora non riuscendo comunque a godere l'opera proprio da vicino, posso apprezzarne il significato profondo e... mi piace! Il significato intendiamoci!
Ero talmente impaurita, o meglio terrorizzata dalla figura che ha scelto di rappresentare, che mi sono bloccata. Lasciata coinvolgere in senso negativo solo dall'aspetto estetico. Ora non riuscendo comunque a godere l'opera proprio da vicino, posso apprezzarne il significato profondo e... mi piace! Il significato intendiamoci!
Comunque, se mai mi dovesse capitare l'occasione di imbattermi in una delle sue opere, mi riprometto di farmi coraggio e vincere la mia paura andandoci... sotto... Si, questa è una sfida... e voglio vincerla!
Guardate che non è una cosa da poco!
P.S. E voi avreste il coraggio di vedere da vicino un'opera della Bourgeois?
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