martedì 20 ottobre 2020

Venezia è sempre Venezia... se poi c'è "Untitled 2020" a Punta della Dogana...

 sabato 17 ottobre 2020


Ciao amici eccoci qui pronti per il proseguo della puntata precedente... Avete presente? Venezia, io e la mia amica, il poliziotto, Henri Cartier-Bresson...? Nooo? Allora cliccate QUI!

Ok, ora siete pronti? 

Via, partiamo!

Cariche di adrenalina come non mai, dopo aver trascorso un'ora e mezza sognante tra le foto di Cartier-Bresson, ci dirigiamo alla volta di Punta della Dogana, per vedere "Untitled 2020" una collettiva di arte contemporanea organizzata da Caroline Bourgeois, che vi ho segnalato tempo fa... Ricordate? Nooo? Ma allora lo fate apposta! Vabbeh, cliccate QUI...

Dovete sapere che acquistando il biglietto della mostra "Le grand jeu" di Bresson, avrete la possibilità di vedere anche "Once upon a dream" di Youssef Nabil, sempre allestita in Palazzo Grassi e la mostra "Untiteld".

A quest'ora avvertiamo entrambe un leggero languorino, anzi in realtà sarà il camminare, sarà il continuo chiacchierare o forse anche l'ora, ma ammetto che mi si è aperta una voragine nello stomaco. 

Quindi ci dirigiamo con passo  deciso per scovare il ristorantino "da Raffaele" che mi hanno consigliato i miei pirati... (vi ricordate? ve lo ho accennato anche ieri nel post precedente...?). L'aria frizzante delle prime ore del mattino si è intipidita e il sole scalda e illumina i nostri passi tra un ponticello e l'altro, tra un "campo" e l'altro, fino a portarci dritte da Raffaele. 

Il posto è veramente incantevole e affascinante. Con i suoi tavolini all'aperto posizionati lungo il canale è davvero invitante. Francesca mi guarda e mi chiede se sono sicura di voler mangiare qua, o se non preferisco accontentarmi di un trancio di pizza o un "panino low cost". 

La guardo e col sorriso più grande che ho le dico: "Questa è una giornata stupenda e me la voglio godere al 100% chissà quando mi ricapita! Quindi ci sediamo e ci prendiamo anche un buon bicchiere di vino rosso... Cameriere... Cameriere..."


Lo staff di una gentilezza assoluta ci fa accomodare in un posticino delizioso. Ci sentiamo due Regine! Ovviamente partono selfie e foto, scomodando pure il cameriere che ci immortala in questo momento di puro relax. Il vociare lontano di chi passeggia, la melodia di una fisarmonica che suona non lontano da qui e la location rende tutto incredibilmente suggestivo. Ordiniamo tagliolini al nero di seppia. Al primo assaggio capiamo di aver fatto la scelta perfetta! Sono stratosferici! Siamo talmente prese dal gustarci il piatto che quando ci guardiamo scoppiamo a ridere visto che ci ritroviamo entrambe con le labbra e denti neri! Il nostro cameriere di fiducia ride aggiungendo: "Si vede che avete apprezzato il piatto...!". Insomma amici, se volete farvi un regalo ve lo stra consiglio!

Ora con la pancia piena ed il torpore dato dal bicchiere di vino rosso, ci incamminiamo verso la mostra che ci sta aspettando. 

Lungo il tragitto incontriamo moltissime gallerie d'arte ed io incollo il mio viso davanti ad ogni vetrina dicendo "GUARDAAAAA"... "Ma quello è..." e così via.

D'altra parte quando incontri opere particolarissime e straordinarie come fai a tirare dritto? Il mio cuore ogni volta fa un guizzo e mi devo fermare e ammirare! Io in quel caso mi ritrovo pure a respirare più profondamente come se dovessi inalare la bellezza, l'ebrezza e il significato dell'opera stessa.

Passiamo persino davanti alla Guggenheim Collection... e... mi illumino, mi riempio di gioia infinita... tanto da sussurrare "Aspettami, tornerò presto anche da te!"

Arriviamo a Punta della Dogana e prima di entrare andiamo a vedere il panorama che si vede da questo luogo incantato. Davanti a me vedo l'isola di San Giorgio e il ricordo mi provoca un tuffo al cuore e torna indietro di un anno quando ho visto le mostre di Emilio Isgrò e di Sean Scully. Ah, che momento Idilliaco...



Ok, ok, riprendiamoci.

È ora di entrare. 

Sono emozionata e curiosa. Le sale che ci aspettano sono 18. Ognuna ha un tema particolare come: l'attivismo, l'utopia, la perdita, il sesso, le origini della pittura, lo studio dell'artista....

La mostra presenta opere di 67 artisti che appartengono a generazioni diverse. E tra questi un gran numero di artisti afroamericani e donne "pioniere", storicamente poco rappresentati in seno alle istituzioni.

Le opere provengono in gran parte dalla Pinault Collection e da numerosi prestiti, da musei internazionali e da altrettante collezioni private.

Già nella prima sala troviamo opere che hanno assolutamente bisogno di essere "tradotte". Quindi, grazie al "libretto" e alle guide presenti in ogni sala ci facciamo aiutare nella comprensione delle opere che più ci attirano lasciandoci andare ad una libera interpretazione per le altre.

Mi concentro sull'opera che mi piace di più. Quella di Magdalena Abakanowicz, fatta in fibra di sisal, un cuore rosso (con la forma di quello vero) che scende dal soffitto. Ci sono delle protuberanze che non capisco ma si sa, gli artisti hanno le loro "visioni". Si questo cuore mi piace proprio tantissimo...


...la cosa imbarazzante è che quando chiedo spiegazione alla guida, questa mi dice che non si tratta di un "cuore" ma bensì di una "vagina"! Ok, come vedete sono la solita romantica!!! 

Rido tra me e me. 

E pensare che siamo solo all'inizio!

Vabbeh. Nel corso della nostra visita ci ritroviamo davanti ad opere a volte leggibili a volte illeggibili. Ma sicuramente particolarmente strane. Qualche volta non riesco a dire nulla tanto mi restano incomprensibili, altre, resto sconvolta dalla crudezza e altre ancora, mi ritrovo a ridere per la bella pensata che ha avuto l'artista! 

Ci sono opere che mi porterei a casa come "woman on a snowball" di Lorna Simpson, e altre che mi fanno sorridere come "Owl on wood" una civetta (mi piacerebbe capire dov'è...) che è posta su una terrazina sopra il museo, da cui si vede un panorama mozzafiato, o il tornello di legno di Kasia Fudakowski, scultura buffa e irriverente legata al tema del sesso e che al contempo con umorismo. mette in contrapposizione i mobili da chiesa con le porte dei negozi stabilendo una connessione tra la sfera religiosa e quella commerciale.




Nel corso delle sale si alternano artisti importanti come Thomas Houseago, David Hockney, August Rodin, Luc Tuymans, Gilberto Zorio... solo per citarne alcuni. 

Ok, terminiamo di vedere le opere e siamo alquanto sopraffatte dalle emozioni, dalle scoperte e anche, come è giusto che sia, da visioni discordanti. A questo punto, ci vuole una buona merenda! O meglio, visto l'ora, un buon aperitivo che ci dia la carica e nuova energia e placchi i giri tortuosi a cui sono state sottoposte le nostre menti.

Quando si decide di andare a vedere una mostra così, bisogna prepararsi prima psicologicamente sapendo che una volta dentro non capiremo tutto. Anzi, nulla è scontato e se avremo la voglia di metterci in gioco, sicuramente potremmo trarne qualche lezione interessante oltre ad aprire la nostra mente a cose nuove, inaspettate.

Ora ci sediamo in un baretto, facciamo il nostro aperitivo  prima di recuperare l'auto e partire alla volta di Soave, assistendo al tramontare di una enorme palla di fuoco sopra Marghera! 

Anche questa è emozione, proprio come l'arte... anche se avrei preferito veder tramontare il sole direttamente sul mare ma che ci volete fare, in quel momento la location era quella!!!

P.s. Allora che aspettate? Ho stimolato abbastanza la vostra curiosità? Ora sapete cosa fare nel prossimo week-end!

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