mercoledì 1 aprile 2020

Ma come diavolo si pronuncia!?!


settembre 2019

Una delle cose che dovrebbero scrivere a fianco al nome di un artista è come diamine si pronuncia e dove vanno gli accenti...

Non so voi, ma spesso mi trovo a dover ripetere un cognome, alquanto complicato e, trovandomi in difficoltà, quasi sempre finisco per dirlo sottovoce o mangiandomi metà parola.
Provate a pronunciare Jannis Kounellis... Vabbeh... La cosa sconcertante è che quando devo dire il suo nome al mio Editor spesso mi si incarta la lingua e lui, giusto per rendere la cosa ancora più difficile, continua a chiedermi: "Scusa, ma di chi stiamo parlando? Non ho capito bene, di chi vuoi avere informazioni.." e la cosa che mi fa più imbestialire è che non lo fa a posta! Non capisce per davvero quello che gli sto dicendo! Grrrrrrrrr!

Ma perché non sono nata poliglotta?

Forse perché se lo fossi stata mi sarei risparmiata tante delle mie "figurette" e non avrei potuto scrivere in modo così divertente su questo blog... perché è divertente, vero?
Vabbeh, io mi auto-convinco che il perché sia così! ...Vero amici?

Parlando di questo signor "K" (così evito di dirlo... anche se qui, effettivamente, si tratta solo di scriverlo... vabbeh) a parte il come si pronuncia, è uno dei primi artisti che ho incontrato. Fra i più strani e singolari che abbia mai visto.
Dico primi perché mi sto accorgendo ora, dopo mesi di full-immersion, che questo mondo è decisamente pieno di personaggi alquanto bizzarri e particolari.

L'ho incontrato la prima volta nel libro di Guglielmino (vedi il post cliccando sulla parola post... si insomma avete capito...) e già lì, qualcosa mi aveva intrigato...

Il signor "K" è uno degli esponenti di punta del movimento dell'Arte Povera nato in Italia tra la fine degli anni 60 e gli inizi degli anni 70.
Movimento che ha come caratteristica principale l'utilizzo di materiali poveri e naturali come il carbone, i sacchi di iuta, il ferro, il vetro, il cartone, rispetto ai materiali tipicamente nobili dell'arte come il marmo ed il bronzo.
Ma il termine povero ha anche una connotazione politica e sociale in quanto tale arte voleva essere proletaria in contrapposizione con i gusti della borghesia.

Nel 1967 il signor K. Inizia a utilizzare nelle sue opere il fuoco, soprattutto servendosi di fiamme ossidriche alimentate da bombole a gas.
Già prima di lui altri artisti avevano utilizzato il fuoco, ma come strumento di lavoro per ottenere dei risultati particolari e non come elemento diretto della composizione artistica (Burri, Yves Klein).
Lui stesso dice a proposito del fuoco che : "L'aspetto acustico e di calore serve per affermare questa uscita all'esterno, dal muro verso lo spettatore, mentre nel caso della pittura è lo spettatore a leggere il muro. C'è un passaggio in un altro senso".
L'opera "senza titolo" del 1971 è composta da più di 20 fiamme ossidriche accese appoggiate sul pavimento tutte indirizzate verso un'unica direzione.
Lo spazio viene reso quasi magico. Il fuoco, materia viva, da un lato affascina, dall'altro spaventa. E' un elemento che rimanda sia alla religione, a riti antichi, sia alla moderna era industriale, al lavoro della  fabbrica e alla classe operaia.
Nell'opera è di assoluta primaria importanza l'aspetto acustico e anche il calore che si sprigiona creando così una situazione da girone dantesco.
Questo tipo di installazione da un lato mi attrae perché è molto curiosa e particolare, però dall'altro mi incute un istintivo timore giustificato, perché con tutte le fiamme ossidriche che ci sono ci si potrebbe bruciare.
La cosa interessante è che me lo sono poi ritrovato a Venezia... alla Fondazione Prada e, se prima aveva stuzzicato un po' la mia curiosità, in questa sua mostra ne sono stata completamente rapita.
Una mostra strepitosa!!!

Sono totalmente coinvolta nel vedere e "toccare con mano" opere che fino ad ora ho visto solo sui libri, descritte sui testi, immaginate e che magari ho anche sognato di potere vedere un giorno dal vero.

Trovarmi difronte a queste installazioni, alcune a dir poco assurde, altre inimmaginabili ma allo stesso tempo però, coinvolgenti, stimolanti e proprio per il fatto di essere uniche, straordinarie, mi rende felice!.

A quale persona verrebbe in mente di appendere al soffitto armadi d'epoca o riempire una stanza di fiamme ossidriche che a tempi regolari si accendono sprigionando un forte calore, creando un rumore assordante formando un paesaggio quasi infernale che coinvolge tutti i nostri sensi...?

Ok, se mi chiedete il significato vi rispondo che forse ho ancora un po' da studiare, ma se mi chiedete cosa si prova... beh, vi rispondo che l'eccitazione nell'essere travolta da queste sensazioni è straordinaria!
Quando mai ci possiamo permettere queste fughe dalla realtà verso mondi a noi spesso sconosciuti e distanti se non attraverso l'arte?

P.S. quando camminate sotto alla distesa di armadi appesi fatelo con prudenza, ma siate coraggiosi....Non si sa mai!!!




- LA FRASE DEL GIORNO - 

"innamorati di te, della vita e dopo di chi vuoi" 

Frida KAHLO

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