giovedì 9 aprile 2020

Dorazio... un sogno ad occhi aperti...


 

ottobre 2019
 
Questa mattina mi sono messa in "ghingheri" (tradotto: mi sono vestita carina e mi son fatta bella), d'altronde un po' di vanità femminile alberga anche in  me... Perché, vi domanderete?
Perché oggi vado alla Fiera d'arte moderna e contemporanea di Verona: ArtVerona 2019.

Confesso di esserci già stata ieri... e mi sono persa girovagando, rapita ad ammirare tutte le centinaia di opere appese alle pareti dei vari stand.
C'è davvero rappresentato l'intero mondo dell'arte: dai grandi maestri del '900 fino ai giovani emergenti...

Ci sono già stata ieri dicevo, ma non sono riuscita a vedere bene tutto ciò che mi interessava, quindi ho deciso di ritornarci per godere della visione di alcune opere che mi sono piaciute particolarmente.

Sembrerà strano, ma quando mi ritrovo all'ingresso ad aspettare, sono arrivata con mezz'ora di anticipo, mi accorgo di essere nuovamente emozionata.
Si, perché avrò la possibilità di fare quelle foto a quelle opere che ieri non sono riuscita a fare!

Aprono i cancelli e mi dirigo dritta verso un' opera che ieri mi ha letteralmente steso: una tela di Piero Dorazio grandissima.

l'opera di Piero Dorazio "incriminata"

A dire la verità sono 2, ma non so scegliere quella che mi piace di più!
Girando tra gli stand finalmente le ritrovo.

Mi metto difronte e comincio ad ispezionarle... con calma (penso sarebbe più opprtuno parlare tranquillamente di "vivisezione").
Ogni segno, ogni tratto, cerco di farlo mio. Non sono tratti complessi, ma semplici, che il solo guardarli ti danno un senso di calma e di tranquillità.

Mi immagino io, proprietaria di una casa grande abbastanza da per poter dare degna dimora ad un pezzo del genere, si avete capito bene, comincio a immaginarmi seduta su un bel divano in pelle bianca, ad ammirare la "mia" opera.
Mi sento fiera di me stessa per aver saputo cogliere la straordinarietà di tale pezzo e di essermene "virtualmente" appropriata.

E mentre mi immagino orgogliosa di poterlo condividere con le persone a me care, con i miei amici e con l'autore stesso (se fosse ancora in vita...) e... "ops, mi scusi" mi dice un signore dopo essermi venuto addosso per sbaglio. Lo guardo stranita, mi ha distolto dal mio sogno ad occhi aperti... mi accorgo così, solo ora, che ero entrata per un attimo in un altro mondo: si, proprio quello dei sogni!

Dopo essermi destata con l'aria trasognata entro a cercare il gallerista.
Trovatolo, chiedo gentilmente informazioni sull'opera e sul prezzo...
Ehmm... Forse era meglio chiedere solo le informazioni di base... visto che il prezzo... si aggira intorno ai... 240 mila euro!

Riprendo il mio giro e scopro con piacere che questa fiera è piena di opere di Piero Dorazio.

Di tutte le dimensioni, tutte fantastiche, diverse tra loro, ma tutte con lo stesso denominatore che le accomuna: la semplice allegria... sì perché i colori che usa per me trasmettono questo...!



Ma chi è costui?
Piero Dorazio è stato uno dei primi pittori a contribuire all'affermazione dell'astrattismo in Italia fin dal 1945.
Ha avuto come amici, artisti di spicco come Achille Perilli, Sanfilippo, Turcato, Carla Accardi, Burri, Capogrossi (Tutti artisti che ho conosciuto in questo mio vagare e che mi smuovono tantissimo!).

Nel 53 si sposa con Virginia Dortch e si stabilisce a NY dove entra in contatto con le personalità più importanti dell'epoca: De Kouning, Rothko, Pollock, Newman ed il critico d'arte Clement Greenberg.

In questo periodo approfondirà gli studi sugli scritti di Kandinskij che ne influenzeranno la sua pittura.

Quando rientra in Italia espone nelle gallerie più importanti: galleria Appollinaire di Milano,  galleria del Cavallino a Venezia e la galleria la Tartaruga a Roma.

Compie soggiorni artistici in molte città europee: Parigi, Londra, Praga, Berlino... e in giro per il mondo. Viaggi che contribuiranno a diffondere la sua popolarità e la sua fama anche lontano dall'Italia.
Partecipa a eventi importanti come la Biennale di Venezia, Documenta di Kassel, ed espone anche al Moma di New York.

Curiosità:
durante la sua vita insegna e collabora anche con Giuseppe Ungaretti.
Con lui instaurerà un sodalizio artistico nel corso di un'esposizione. Per l'occasione Ungaretti scrisse un saggio sulla sua pittura, mentre nel 1967 sarà Dorazio a realizzare una serie di opere grafiche per accompagnare la raccolta di poesie di Ungaretti intitolata “La luce”.

Dopo avere avuto studio a Roma, Parigi, New York, Philadelphia, Berlino, nel 1974 si trasferisce definitivamente a Todi dove acquistò un antico eremo Camaldolese e qui continuò a creare fino al 2005, anno della sua morte.

P.S. le opere hanno il potere di farti sognare... ovunque ti trovi!



- LA FRASE DEL GIORNO -

"Ognuno vale quanto le cose a cui da importnaza"

Marco Aurelio

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