Le cose arrivano. Lo sapete già. A volte si fanno sentire, vedere insistentemente.
Ascoltate qua...
Ieri scrivendo il post di Magritte pensavo alla neve, poi mi è arrivato a casa il libro di Philippe D'Averio che parla fatalità di un autore delle Fiandre, Pieter Bruegel.
Poi cercando un'immagine di un paesaggio innevato del Belgio da mettere nel post mi è uscito un suo dipinto. Per concludere, raccontando e vantandomi con Editor del dipinto bellissimo che ho inserito vengo a sapere che lui da piccolo adorava le sue opere... Certo pure io adoravo... i fumetti di Walt Disney...
Ho deciso così, vista la mia passione per la lettura, di leggere tutto d'un fiato il libro dedicato a Pieter Bruegel arrivatomi ieri e... ho scoperto che parla di un'opera adatta anzi, adattissima a questo periodo di Avvento!
È andata così... sentite un po':
...Ero intenta a osservare l'opera e tra me e me fantasticavo sul paesaggio innevato che vi era rappresentato.
Avrei voluto esserne inghiottita, per andare anch'io a pattinare o a giocare sul ghiaccio o sulla neve con i bambini.
Leggendo il titolo "Censimento a Betlemme" mi sono posta però una domanda: "Ma che cavolo c'entra questo titolo con l'opera, visto che di natalizio a parte la neve non c'è nulla?"
Ok, decido che forse è il caso di approfondire e scovare il messaggio leggendo!
Da lì a poco, scopro infatti che dovrebbero esserci Maria e Giuseppe con il bue e l'asinello...
L'immagine che ho è piccola, decido di mettermi sotto la luce calda dell'abatjour e... Tombola!
Li ho trovati! Il fatto è che quando si parla di Natale, di Sacra Famiglia ecc. di solito i personaggi principali sono stra evidenziati, al centro della scena, in primo piano invece qui... qui è diverso...
Morale della favola?
Solo osservando con attenzione si scopre l'episodio della storia legata alla Sacra Famiglia, all'interno di quella che a prima vista, sembra la rappresentazione di un semplice villaggio delle Fiandre del '500.
Maria e Giuseppe, in arrivo a Betlemme per il censimento, sembrano quasi nascondersi tra la folla che popola il paesaggio innevato, dedita alle mille attività della vita quotidiana.
Bruegel dipinge il mondo che conosce e abita, fatto di paesaggio, architetture, fogge di vestiti, particolari che riportano ad una vita semplice, contadina e lì, inserisce il racconto evangelico.
È inverno e un sole opaco scende nel cielo nevoso.
Il paesaggio brulica di personaggi: c'è chi macella il maiale, chi impaglia sgabelli, chi spazza la neve, chi costruisce l'intelaiatura di un capanno, chi porta pesanti fardelli, chi riscuote le decime e poi ci sono i ragazzi spensierati che si divertono a giocare con le trottole e con lo slittino sullo stagno ghiacciato.
Bruegel è riuscito a creare un quadro "corale", privo di qualsiasi ordine gerarchico... Infatti i protagonisti Maria e Giuseppe, si confondono nella scena che pullula di persone intente nelle loro attività quotidiane.
Sembra che nessuno si interessi alla coppia che avanza a fatica nella neve: il povero falegname Giuseppe, che porta in spalla la sega e gli utensili alla cintura e Maria sul suo asino, coperta da un mantello.
L'opera è veramente unica. La trovo incantevole. Romantica.
È una scena rappresentata senza ombra di dubbio in modo nuovo, diverso da come sono abituata.
Forse è proprio questo che mi colpisce e mi lascia meravigliata.
Leggendo scopro inoltre, che Pieter aveva pure viaggiato in lungo e in largo per l'Italia e nonostante avesse visto e conosciuto Michelangelo e le sue opere, nel suo modo di fare arte non erano presenti gli ideali del Rinascimento italiano dove l'uomo è al centro della scena. Per lui era più importante il paesaggio, la natura.
Sono senza parole. Si, perché ancora una volta, guardando a fondo e impegnandomi nell'approfondire ciò che ho difronte agli occhi, ho scoperto un'opera con un significato diverso da quello che io superficialmente e grossolanamente avrei dato. Ah, come adoro queste sorprese!
Ah come adoro questo mondo!
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