martedì 15 dicembre 2020

Natale a Venezia!

 



Ehi amici, ma vi rendete conto che mancano solo 10 giorni a Natale? 

Avete già fatto l'albero? Io l'ho fatto giusto, giusto, qualche giorno fa insieme alla mia piccola pesticciola Zoe e alla mia gatta Stella...

Ecco parliamone...

 

Da quando c'è Stella a casa nostra, tutti gli anni si ripete inesorabilmente la stessa scenetta. Io passo una pallina a Zoe, Zoe la appende, e... Stella la tira giù...  Se state ridendo vi avviso che non è per nulla divertente... O meglio, all'inizio magari sì... rido di gusto anche... ma poi, dopo un po' comincio a pensare che tre femmine sotto lo stesso tetto in certi momenti sono troppe! 

Trovato! Il prossimo anno potrei cambiare... sostituendo le palline con delle scatole, magari luminose... uhmm questo mi ricorda tanto qualcosa... Ma che cosa?

Ma sì! Ecco ci sono! Potrei fare un albero come quello realizzato a Venezia dal famosissimo Fabrizio Plessi.  Lo conoscete? No? Nemmeno io! Si, cioè... Forse l'ho già sentito un paio di volte, ma meglio fare una piccola ricerca.

Ecco cosa ho scoperto.

L'Albero di Natale realizzato da Fabrizio Plessi, si trova a Venezia in piazza San Marco.


Lo adoro! 

So per certo che molti di voi, vedendolo penserà che sono del tutto pazza. 

Ma credetemi non è così. Forse il mio occhio critico si sta affinando... come sostiene Editor, e riesco ora a intravedere, a leggere e ad andare oltre. Riesco a ricercare e, soprattutto, trovare il significato ultimo dell'opera. 

Quando ho visto la foto mi ha "sbaragliato". Di certo le foto sono state fatte a regola d'arte per mettere in risalto tutta la sua spettacolarità. 

Ora io Plessi non lo conosco molto come vi ho già accennato.

Quindi non sono di parte. So che è un personaggio di rilievo nell'universo dell'arte contemporanea e questo mi basta.

 

La prima cosa che si è smossa dentro la mia testa, dentro il mio essere, è la curiosità di sapere cosa l'ha portato a fare un albero così. 

Ovviamente le mie ricerche non si sono fatte attendere e con qualche click qua e là sono riuscita a soddisfare a pieno tutte le mie domande. 

Risultato? Un'opera con un significato straordinariamente notevole, importante, vero. 

Ma andiamo a vedere bene di cosa stiamo parlando. 

Si tratta di  una sorta di albero della vita composto da 80 moduli rettangolari di led wall luminosi, i quali poggiano su una struttura alta 9 metri e mezzo. 

Una installazione complessa totalmente “Made in Venezia”, che unisce simbolicamente la terra, l’acqua e il cielo, rendendosi "messaggio" di speranza per la comunità.


 Lo stesso Plessi spiega così la sua opera: “L’idea per questa installazione è scaturita dal mio grande amore per Venezia: ho immaginato un gigantesco mosaico dorato – che richiama l’oro della Basilica – in cui ogni tassello vive di vita propria. Per la prima volta nel mio lavoro ho fatto sì che il flusso luminoso di ciascun elemento vada in direzioni diverse, andando a creare un intreccio di contaminazioni quale metafora, da un lato, della dinamica delle relazioni interpersonali e, dall’altro, per valorizzare la memoria storica di questa città, luogo di incontro e di scambio tra culture diverse per eccellenza. L’uso del digitale in questo contesto diventa emozione spirituale che si esprime nell’unico linguaggio possibile oggi, permettendoci di raggiungere gli altri, pur nella distanza fisica”. 

Chiamo Editor e gli chiedo come mai un'opera di tale bellezza (a mio avviso), susciti così tante polemiche - sui social ho letto commenti davvero pesanti - e perché gli addetti ai lavori non sono disposti ad  agevolare i visitatori mettendo a loro disposizione delle brochure informative o addirittura del personale che possa rendere giustizia a tale capolavoro. 

La discussione prende il via perché io da parte mia ho capito che la gente fa fatica quando trova qualcosa di non esplicito, non spiegato. Insomma le persone non hanno voglia di "farsi il mazzo" per capire il significato di un'opera d'arte contemporanea. 

Sembra sia troppo faticoso. Non capisco...

Da parte sua tutto l'entourage del contemporaneo, invece di cercare di coinvolgere il più possibile ogni spettatore andandoci incontro, sembra che voglia mantenere lo status di "elitario"... per pochi! Dedicato solo ad un cerchia ristrettissima che si interessa e che, soprattutto, ha la possibilità finanziaria di permettersela. 

Ricordiamoci anche che spesso, chi se lo può permettere acquista opere solo perché fanno lievitare il loro status e non perché piacciono o perché ne hanno compreso i significati più profondi. Questo lo lasciano a chi l'arte la racconta ma non se la può permettere! Ok ci può stare. Anche questo fa parte dei giochi. 

Ma io non sono d'accordo! Uffi!

Forse perché vorrei che più persone si innamorassero di questa "benedetta" arte contemporanea! E' così... così... coinvolgente! Così... affascinante... Anche se non me la posso permettere!!!

E nonostante tutto, io mi ritengo una donna fortunata. E non perché ne posso usufruire, no, ci mancherebbe altro,  magari... L'unico modo per potermela permettere sarebbe vincere una lotteria... e quindi forse dovrei cominciare a comprare qualche biglietto... Ma perché faccio parte di quella ancor piccola schiera di persone che ancora indaga, ricerca, si mette in gioco... rischiando a volte di brancolare in una nebbia fitta ma sapendo anche che prima o poi si alzerà... e resterà solo bellezza!

Ho deciso il prossimo anno farò pure io un albero super tecnologico con schermi luminosi...

Ehmmm... Pensandoci meglio, però forse risulterebbe troppo dispendioso e ingombrante. Quindi? Mi accontenterò e mi godrò per l'ennesima volta la scenetta esilarante di ogni anno!!!


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