lunedì 16 marzo 2020

Oh Pollock, POLLOCK... il film...



5 marzo 2020

Siamo ormai tutti in quarantena.
Non perché abbiamo contratto chissà quale malattia, ma perché a causa del virus codiv-19, gran parte delle attività ricreative sono sospese.
Giustamente è altamente consigliato restarsene a casa, lontani dalla confusione per evitare contatti.
È un momento veramente strano e bisogna cercare di occupare il tempo rendendoselo amico.
Ora immaginate cosa vuol dire per una che è abituata a ritmi frenetici, che nella routine quotidiana riesce: a trovarsi in 2 posti diversi contemporaneamente, a teletrasportare Zoe ai diversi appuntamenti con le attività extrascolastiche in pochi minuti, imbastire una cena eccezionale (a questo proposito c'è  chi sostiene che non cucino ma faccio semplicemente da mangiare, giusto per sopravvivere... ma sono semplicemente delle malelingue!), a fare tutte le faccende e a pulire casa con la magia di mago Merlino, evitando che crolli, e trovare il tempo per coltivare gli interessi personali quali: lettura, pianoforte, arte ed estetista... e non ultimo il Blog, con tutto ciò che ne consegue....
Ora ritrovarsi improvvisamente con tanto tempo libero può mettere anche in difficoltà...
ma come dico sempre: "qualcosa ci inventeremo!".
Questa sera ho deciso di vedere il film di Ed Harris sulla vita di Pollock.



Pensate che documentandomi, ho scoperto che a questo attore/regista era stato regalato un libro del famoso artista, da suo padre quando era giovane.
Aveva sviluppato così una grande passione e per realizzare la pellicola si è messo in gioco in prima persona, esplorando i diversi materiali usati e le tecniche pittoriche sperimentate da Pollock stesso.

Infatti durante le riprese del film, l'attore/registra ha dovuto realmente dipingere, simulando addiritura la tecnica dell'Action Painting utilizzata dall'artista.
Dettaglio non da poco, per il successo della pellicola, è anche una impressionante somiglianza fisica con l'artista statunitense.
Dal film si può capire la vita difficile e travagliata di Pollock che, nonostante la sua dipendenza a periodi più o meno lunghi da alcool e psicofarmaci, è riuscito a incontrare una donna/artista fantastica, Lee Krasner, che lo amerà incondizionatamente e lo spronerà nella ricerca della particolarità che un giorno lo renderà famoso. Lo aiuterà ad incontrare Peggy Guggenheim insieme a Clem Greemberg, che lo consacrerà definitivamente nel mondo artistico americano.
La famosa ed eccentrica collezionista gli commissionerà un grande quadro per la sua nuova casa, offrendo all'artista uno stipendio e la possibilità di fare la sua prima mostra personale nella propria galleria.
Nel frattempo Jackson si trasferisce con la moglie a Long Island ed è proprio qui nel 1947 che arriva al "dripping", la tecnica per cui diventerà poi famoso.
Lee dirà: "ce l'hai fatta Pollock c'è un abisso col passato!".
L'artista nelle sue interviste spiega che la gente deve lasciare a casa i preconcetti: "è come quando si guarda un prato fiorito... non ci si strappa i capelli per capire cos'è!"
E poi ancora: "possono passare ore, giorni, mesi prima di terminare un quadro" ...e alla domanda: "come fa a capire quando è finito un lavoro?", risponde: "come si capisce quando si finisce di fare l'amore?".
Pollock nelle sue opere dichiara di esprimere il suo mondo interiore e nessun segno è lasciato al caso.

Il film scorre veloce raccontando gli alti e bassi della vita dell'artista.
L'attore che lo interpreta è candidato al Premio Oscar e ci sta proprio!
Quello che mi colpisce più di tutti è la figura di Lee Krasner, la moglie, una donna forte, risoluta che non si arrende mai e va avanti nonostante tutto, con forza e determinazione!
Nella  didascalia finale viene spiegato che Lee Krasner, dopo la morte del marito si occupò del patrimonio di Pollock per altri 28 anni, nei quali realizzò inoltre anche le sue opere migliori . Guardando questo film ho conosciuto finalmente la vita di un artista di cui avevo apprezzato le opere alla Guggenheim Collection di Venezia (vedi post Buon Compleanno Jackson) e vedere l' intensità  del gesto, il carico emotivo forse un po' pazzo, sentire o per lo meno immaginare di sentire il pathos presente in ogni sua mossa mi ha fatto riflettere sul fatto che molto spesso guardando un' opera non conosciamo tutto ciò che accompagna  la creazione dell'opera stessa ed è  un peccato prenderselo...lo spirito creativo è fondamentale.
 Ora posso comprendere ed apprezzare di più il suo lavoro e questo mi rende più consapevole delle mie scelte artistiche. .

P.s. non lo avrei mai detto... ma in casa mia, i dvd stanno aumentando in maniera esponenziale!

N.d.A. Questo post è stato scritto il 5 marzo scorso... quando ancora la situazione del Coronavisus non aveva assunto le dimensioni apocalittiche di questi giorni. Scusate ma mi sembrava giusto fare questa sottolineatura.

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