1 gennaio 2020 
Meno 7 ...6 ...5 ...4 ...3 ...2 ...1 ...Buon anno a tutti! Peppepereppepe... A-E-I-O-U-Y......
Ok, ok, ho ancora i postumi della cena, interminabile, di ieri sera e della super tombolata... (pensate che ad un certo punto della serata, eravamo intenzionati a spostare in avanti le lancette dell'orologio pur di dar fine a questo supplizio!!!).
Sono le tre del pomeriggio e sto camminando veloce per arrivare il più in fretta possibile al Palazzo della Gran Guardia di Verona.
Obiettivo? La mostra "Il tempo di Giacometti, da Chagall a Kandinskij".
Non vi dico la fatica per trovare un parcheggio, sembra che ieri sera nessuno abbia fatto baldoria e tutti abbiano deciso di riunirsi qui ora a festeggiare.
Avvicinandomi alla mostra mi sale qualche dubbio: "e se c'è troppa gente, e se magari è chiusa?, e se c'è la fila e bisogna aspettare?...".
Capperi, aumento il passo, io quella mostra la voglio assolutamente vedere.
Arrivo rossa in viso e quasi ansimante (ok devo andare in palestra più spesso, primo proposito per il nuovo anno), faccio la prima gradinata che si affaccia su Piazza Bra a due gradini alla volta.
Poi quando vedo la seconda molto più maestosa mi arrendo. Decido di respirare e la faccio da donna elegante e sicura di sé! Insomma, un po' di contegno, d'altronde sono o non sono oramai una signora!
Arrivo all'entrata e mi blocco. Qui non c'è nessuno a parte le hostess.
 Mi avvicino alla biglietteria e chiedo, titubante e quasi timorosa della risposta, all'addetta: "Mi scusi, è aperta la mostra su Giacometti?" la sua risposta è immediata: "Certo! Desidera un biglietto?". Ora il mio sorriso si fa smagliante.  E penso "Ma cosa fa la gente la fuori...nessuno ha voglia di un po' di arte? un po' di cultura?".
 Mi avvicino alla biglietteria e chiedo, titubante e quasi timorosa della risposta, all'addetta: "Mi scusi, è aperta la mostra su Giacometti?" la sua risposta è immediata: "Certo! Desidera un biglietto?". Ora il mio sorriso si fa smagliante.  E penso "Ma cosa fa la gente la fuori...nessuno ha voglia di un po' di arte? un po' di cultura?".Vabbeh, problemi loro.
Prendo l'audio guida e comincio il mio viaggio alla scoperta di questo interessantissimo pittore e scultore svizzero (che ancora conosco poco).
Iniziato all'arte dal padre fin dalla più tenera età lo seguirà passo passo offrendogli incoraggiamento e sostegno.
Le sculture in esposizione qui a Verona, sono veramente molto strane. Le prime che vedo rappresentano figure umane che vengono paragonate a utensili. Ad esempio "la donna cucchiaio" e "la coppia".
Poi, figure filiformi quasi spaventose.
L'opera più rappresentativa di Giacometti è "l'uomo che cammina".
L'uomo che cammina suscita differenti emozioni. Un senso di estraneità dall'opera è la prima impressione, poi la strana potenza della scultura si fa largo e trasmette una lieve ma costante inquietudine.
La forma allungata in modo innaturale, trasmette un senso di solitudine, a rimarcare la separazione tra gli individui, mette a nudo la debolezza e fragilità dell'essere.
Trovarsi difronte a questa figura è veramente inquietante sembra quasi che si muova veramente e che voglia venire verso di te...ammiro, scatto mille foto e cerco anche di farmi un selfie (che non mi riesce...uffi) e osservo attentamente ogni parte di questo uomo... non è bello, ma affascina, attira, e ti mette quasi in soggezione.
 Io mi ci metto davanti quasi a sfidarlo a dirgli "io ci sono, e anche se mi fai paura non scappo, ti affronto." Un po' come la vita che va affrontata con le sue difficoltà  anche se a volte ci fanno paura, perché la paura impedisce la vita e non la morte, che è l'unica cosa di cui siamo certi (Forse dovevo fare filosofia all'università!).
Io mi ci metto davanti quasi a sfidarlo a dirgli "io ci sono, e anche se mi fai paura non scappo, ti affronto." Un po' come la vita che va affrontata con le sue difficoltà  anche se a volte ci fanno paura, perché la paura impedisce la vita e non la morte, che è l'unica cosa di cui siamo certi (Forse dovevo fare filosofia all'università!).A tagliare l'aria e a rendere la mostra un po' più spensierata sono esposte opere di Kandinskij e Mirò. Più precisamente mi colpisce "Blue " del 1925 di Joan Mirò... è incredibile questa tela non ha sostanzialmente nulla di così particolare, ma il suo colore mi fa sognare e mi ritrovo a volare in un cielo stellato alla ricerca di una mia costellazione.
 Ok "pianeta terra chiama Valeria ripeto pianeta terra chiama Valeria"...
Ok "pianeta terra chiama Valeria ripeto pianeta terra chiama Valeria"...Eccomi. Ritorno al presente. È incredibile come delle volte, forse spesso, mi ritrovo a sognare ad occhi aperti davanti ad un'opera... ma questo è il bello dell'Arte ve lo dico sempre!
Arrivo nell'ultima sala e qui si apre una piccola collezione fantastica di cui vi parlerò nel capitolo 2 di questa avventura!
P.S. a volte gli artisti sono veramente complicati difficili da decifrare e non nego che riescono anche a farmi incavolare da quanto sono enigmatici... allora anche se non riesco a comprenderli a fondo mi sforzo di trovare un senso semplice per rendermeli più simpatici!
P.S. la mostra è visibile fino al prossimo 5 aprile... andate a vederla! Prima però, in tempi di Coronavirus informatevi se è aperta... Visitate il sito della mostra cliccando qui...
 



 
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