martedì 17 novembre 2020

Al Louvre per la NIKE

 

 Giuro! Non sono narcolettica! Anche se questa cosa dei sogni mi sta sfuggendo di mano... 

Ieri ho sognato di essere a Parigi... e appena mi riaddormento...

 

Sono esterrefatta. Partecipare a queste riprese è stato interessantissimo. Un orologio lì vicino batte la mezzanotte. 

I protagonisti della performance se ne sono andati in fretta e furia, neanche il tempo di presentarmi allo skeatborder... e la troupe sta già riordinando tutto il materiale.

Editor tanto per cambiare sta parlando con qualcuno. Uhmmmm, prevedo che sarà lunghetta visto quanto è prolisso lui.... Ed io, stanca ed un po' affamata sto sgranocchiando una barretta ai cereali un po' troppo rinsecchita e sana per i miei gusti! Qui ci vorrebbe un bel doppio cheeseburger, altro che quest'affare qui! 

Oh miracolo! Editor si sta avvicinando a me. Era ora!  E lo segue pure quel signore con cui stava parlando... chissà chi sarà mai. 

"Ecco  ho il piacere di presentarle la Artblogger di cui le parlavo poco fa.... Valeria ti presento il Direttore del Louvre... Monsieur Jean-Luc Martinez"

Per poco non mi soffoco... ho la bocca piena di cereali secchi per giunta! Che si sono incollati ai denti, anche! Uhmmm... Maledetti staccatevi (Inutile che ridete! A voi capita mai? Beh, a me si sempre!!!). 

Non riesco e non voglio aprire la bocca, perché devo ancora deglutire il malloppo. Si insomma la "mappazza"!

Editor mi fulmina con lo sguardo. E con un sorriso alquanto forzato mi impone di dire qualcosa. Ma come faccio?... il momento è imbarazzante. Il suo sguardo omicida mi fa deglutire il tutto in un nano secondo. 

Faccio il più bel "sorriso a bocca chiusa" che si possa immaginare e quando dico "Wow, è un onore ed un piacere per me conoscerla Direttore" tre semini di avena partono dritti dritti a velocità supersonica e si vanno a spiaccicare sul bavero di Monsieur Martinez!  Mi viene da ridere ma non posso.  Ok, ora Mr. Gallery è furioso. Direi molto furioso. Fortunatamente il Direttore del Museo sembra non essersi accorto di nulla o per gentilezza ha fatto finta di non vedere...

Da gentil uomo quale è, mi fa il bacia mano...  (Orso ehmm, Editor impara!) e parte con una raffica di complimenti: sul mio blog, sul mio modo alquanto bizzarro di conoscere e divulgare l'arte e su quanto sia elegante e raffinata... Ok questo dopo la figuraccia fatta, forse era un po' forzato, ma sull'eleganza niente da replicare, ha perfettamente ragione! Tié!

"Quindi" continua il direttore guardando entrambi "Ora siete liberi per un'ora di entrare al museo e andare a vedere l'opera che più vi interessa. Un'ora non di più, mi raccomando..."

Il mio cuore sta impazzendo non ci posso credere! Sta succedendo a me? Guardo il Direttore mi do un pizzicotto sulla guancia (non si sa mai che sia solo un sogno) e lui è ancora lì. 

Lo guardo, mi guarda un po' perplesso e... lo so, non posso non farlo... anche lo sguardo di Editor mi implora di non farlo... troppo tardi! La contentezza è troppa e non resisto! Con un salto abbraccio forte il Direttore e gli stampo un bacio sulla guancia, dicendogli: "Grazie, grazie e ancora grazie! Lei non sa cosa significhi per me!".

E lui in risposta, si ok, un pochino imbarazzato, dice: "questo è proprio spirito italiano!" E ride soddisfatto.

Editor è rimasto senza parole o forse si sta trattenendo, lo guardo e gli dico: "Allora? Sei pronto? Su, andiamo!" 

Entrare di notte in un museo è al tempo stesso inquietante e affascinante. Il silenzio esalta il rumore dei nostri passi, del nostro respiro, del nostro battito cardiaco. Che ora è alquanto accelerato.

Confesso di essere un po' intimorita, perché la luce è soffusa e le sagome delle sculture in certe stanze creano ombre spaventose. Con Editor qui a fianco però, mi sento protetta. Come non sentirsi al sicuro con un vecchio orso... ehmm, no volevo dire vecchia quercia saggia e forte.

Lui sa benissimo cosa voglio vedere e vi stupirò! Si, perché non ho scelto la Gioconda di Leonardo, bensì un'altra opera che secondo me mi rappresenta. 

Arriviamo alla base di una lunga gradinata la scala Daru e qui resto folgorata.

La NIKE  di Samotracia si erge maestosa in tutta la sua bellezza in cima alla scala. 


Guardo negli occhi Editor e i miei cominciano a tremare e ad annebbiarsi e due gocciolone scendono sulle guance. Per una volta Editor non dice nulla e con il pollice della mano me le asciuga e poi mi indica di andare a gustare l'opera da vicino. Presto fatto! Sono già in cima alla scala. "Non toccarla mi raccomando... trattieniti!"

Questa scultura è stata fatta a Rodi nel 190 a.C circa da Pitocrito.

Quest'ultimo scolpì la Nike (Νίκη) in occasione della vittoria della lega delio-attica durante la battaglia dell’Eurimedonte contro il re siriano Antioco III.  Il governo della città decise così di ringraziare i Grandi Dei Cabiri costruendo un grande tempio a più livelli. La statua della Nike si trovava proprio alla sommità dell’edificio religioso.

Nike secondo la mitologia greca era una giovane dea alata figlia del titano Pallante e della ninfa Stige. I Greci veneravano Nike come personificazione della vittoria nello sport e nella guerra. Infatti la traduzione del nome in italiano è Vittoria. 

Si dice che questa statua rappresenta quell'ornamento scultoreo presente nella prua dei velieri. 

Ecco perché mi fa impazzire perché mi rappresenta! Intendiamoci non per lo sport ovviamente!

La dea, vestita con un leggero chitone,  è scolpita nel pregiato marmo pario, la dea posa con leggerezza il piede destro sulla nave, mentre per il fitto battere delle ali, che frenano l'impeto del volo, il petto si protende in avanti e la gamba sinistra rimane indietro. Le braccia sono perdute, ma alcuni frammenti delle mani e dell'attaccatura delle spalle mostrano che il braccio destro era abbassato, a reggere probabilmente il pennone appoggiato alla stessa spalla, mentre il braccio sinistro era sollevato, con la mano aperta a compiere un gesto di saluto, oppure a reggere una corona.

A dire il vero immedesimandomi mi vedo io vittoriosa con la spada sguainata in aria sulla prua del mio vascello! Sono o non sono una Piratessa? E scusatemi se  è poco!

Curiosità.
Il riferimento più plateale alla Nike ai giorni nostri si ha con il logo della Nike, società statunitense presente nel settore nel mercato dell'abbigliamento sportivo. Carolyn Davidson, per realizzare il marchio Nike, si ispirò esplicitamente a una delle ali della statua, per poi farne una stilizzazione: fu così che nacque il simbolo dell'azienda, lo Swoosh.

Vedere quest'opera dal vivo è talmente surreale incredibile  che non mi rendo conto che l'ora che avevamo a disposizione è già terminata. 

Mi dispiace dovermene andare, perché questo museo meriterebbe di essere visto per tutta la notte. E forse anzi, senza il forse, non basterebbe. 

Ammetto comunque di essere un po' stanchina. E' stata una giornata impegnativa. Tornando velocemente verso l'uscita, nella penultima stanza inciampo e cado a terra come una pera cotta e la mia borsetta "super chic" va a sbattere contro il piedistallo di una scultura!!! Oh, capperi! Povera borsetta... speriamo non si sia sgualcita. 

Ops... Editor mi guarda terrorizzato, perché le ultime parole del direttore erano state: "Mi raccomando non toccate nulla, altrimenti scattano gli allarmi.. e sarebbe un bel guaio... perché si mobiliterebbe in automatico il quartiere generale della polizia di Parigi...ma tanto che ve lo dico a fare, di voi esperti dell'Arte mi posso fidare!"

Passano 3 lunghissimi ed interminabili secondi... Non succede nulla. Editor si rilassa e respirando esclama "Meno male, ci mancava solo l'essere arrestati per completare in bellezza la giornata..." con la sua ultima parola DRIIIIIINNNN DRIIIIIINNNNNNNNN... scatta l'allarme e... Ah no, è la sveglia!


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