mercoledì 11 novembre 2020

4 chiacchiere al telefono con... il Museo!


 

Martedì 10 novembre 2020

Se dovessi calcolare i secondi, no i minuti... Ok le ore che passo al telefono durante la giornata tipo, mi sorprenderei! E forse mi vergognerei. 

Effettivamente il telefono, complici tutte le sue attuali mille funzioni fornite da app, macchina fotografica, play-list musicale, macchina da scrivere e chi più ne ha più ne metta, è diventato una parte integrante della mia vita di cui ammetto, non potrei fare a meno. Se esco senza, mi sento quasi nuda!

Ricordo che quando ero piccola, il telefono fisso a casa era grigio e triste. Già allora però, mi divertivo a far girare la rotella (Si, Editor. Non ridere... facevo girare solo una rotella non due ...) per sentire il rumore che faceva nel tornare indietro. Poi, ogni tanto, ci scappava un numero a caso e... Se ero fortunata... Qualcuno rispondeva in una lingua a me sconosciuta e... quasi impaurita, ma decisamente soddisfatta e compiaciuta, riattaccavo sapendo di averne combinato una delle mie. 

Da adolescente i telefoni sono diventati due. "L'altro" era rosso e con i tasti. E si trovava in mansarda. Quindi, tutte le telefonate fatte di nascosto per spettegolare con le amiche o con gli spasimanti, venivano fatte rigorosamente col telefono rosso! 

Giusto per non ritrovarsi al telefono grigio a parlare con mezze parole, per non farsi capire da chi era lì ad origliare. E vi ricordo che allora in casa eravamo in 5: i miei, i due miei fratelli ed io. 

La cosa più tremenda la fece mio padre. Visto che arrivavano bollette salatissime dalla Sip, chiese di farsi arrivare la "bolletta trasparente", scoprendo quindi inesorabilmente i "malfattori" delle telefonate e le rispettive destinazioni. Ovviamente ci fu un mesetto di tregua, in cui la cabina del telefono del centro commerciale sostituì i telefoni di casa... Poi, tutto ritornò alla normalità, ma fortunatamente arrivarono i primi telefonini!

Ma, vi starete chiedendo dove cavolo voglio arrivare...

Eccomi, eccomi ci sono.

Oggi ho scoperto che da domani sarà usufruibile un'iniziativa sui generis. Sentite un po' se non ho ragione!

Palazzo Magnani di Reggio Emilia per continuare a promuovere la mostra "True Fictions" ora che lo spazio espositivo è chiuso, ha organizzato delle chiacchierate al telefono. Mi spiego meglio.


 

Tutti i mercoledì, dalle 15 alle 17, si svolgerà Opere al telefono, a partire dall’11 novembre fino al 23 dicembre. 

Si tratterà di “una chiacchierata per restare in contatto, nell’attesa che l’emergenza si concluda, per restare attivi, per restare in quella comfort zone che in questo momento solo la fantasia ci può dare”.

"L’idea, come è facile immaginare, è tratta dalla raccolta di racconti Favole al telefono di Gianni Rodari, celebrato nel corso del 2020 per i cento anni dalla sua nascita. Allo stesso modo in cui l’autore la sera raccontava per telefono a sua figlia lontana la favola della buonanotte, gli esperti della Fondazione Palazzo Magnani parleranno della collettiva fotografica ancora in corso True Fictions a chi vorrà intrattenersi con loro per una chiacchierata telefonica. Sarà possibile porre ai propri interlocutori domande sulle tecniche utilizzate, sulla vita degli artisti, sui progetti da loro realizzati, e ascoltare di aneddoti legati alle immagini, delle idee che sottendono ogni progetto e di tutte le verità e le finzioni che queste particolari immagini nascondono. Un po’ come avere una guida personale che ci accompagna a visitare la mostra, seppur restando a casa.

Basterà accedere alla pagina del sito di Palazzo Magnani, sfogliare il catalogo di immagini e scegliere quella che più incuriosisce. Chiamare, infine, il numero 0522/444446 nella certezza che dall’altra parte una voce potrà portarvi in una realtà altra: quella dell’opera scelta.

Caspita non la trovate un'idea originalissima? 

Sarebbe bello se tutti i musei facessero queste chiacchiere al telefono, per tutto il giorno, capperi, il mio telefono diventerebbe bollente e Editor sarebbe felice perché così, non lo stresserei con i miei mille quesiti. 

Ma ripensandoci bene, chissà se sono bravi come lui. 

No, meglio che la mia chiacchiera al telefono per l'arte la faccia ancora con lui. Anche perché non so quanto reggerebbero le mie "perle di saggezza". 

Sapete Editor è abituato sa tenermi a bada... più o meno... loro, no!!!

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