lunedì 31 agosto 2020

Pirati e furti d'arte...

 

25 agosto 2020

È da un'ora che bazzico su Google alla ricerca della differenza tra pirati e corsari... Vi domanderete "perchè?"... Ok, domanda lecita... la storia è questa:

Ieri, in una delle videochiamate con Editor, è venuto fuori il discorso della Piratessa e lui "saputello" come si crede sempre di essere, non mi ha lasciato finire quello che stavo dicendo, esclamando: "perché ovviamente sai che i pirati sono diversi dai corsari..." lasciando in sospeso la frase.
Io ho provato a dribblare. Ma come al solito non ci sono riuscita... facendo quindi la mia bella figuretta....
Ok, ok, lo saprete tutti! Beh, io no! Per me pirati e affini sono tutti uguali!


O meglio, ora no!!!


E vi dirò di più ho scoperto pure che oltre a loro ci sono i bucanieri e i filibustieri. Ecco!
Ma andiamo per ordine perché sono convinta che almeno uno tra di voi, sarà stato nella mia stessa situazione... o è questo che spero!

Pirati, corsari, bucanieri e filibustieri: questi personaggi attaccavano e depredavano le navi. Tutti rubavano, saccheggiavano e se era necessario uccidevano, ma con piccole sottili differenze.
Il pirata operava nella totale illegalità. Spesso lasciava il mercantile per il quale lavorava e si dedicava ad attaccare e affondare le navi che incontrava.

Il corsaro poteva rapinare solo le navi mercantili "a lui nemiche" e poteva uccidere in combattimento, perché era incaricato da un governo. Per capirci, il Re di una nazione, consegnava una “lettera di corsa” al proprietario di un mercantile, che durante il suo andar per mare poteva incappare in un attacco imprevisto, ma grazie alla lettera poteva attaccare e saccheggiare senza alcuna conseguenza per lo meno da parte della nazione che lo proteggeva.

I bucanieri, erano invece i pirati delle isole dei Caraibi. In origine non erano navigatori, ma coltivatori e cacciatori stanziali, quando però gli spagnoli nel 1630 distrussero le loro proprietà, iniziarono una guerra "di corsa" confondendosi con i filibustieri (vedi definizione più sotto) e costruirono una flotta di veloci navi da arrembaggio, che poteva anche venire assoldata dai vari paesi europei, ma sempre per combattere il loro nemico: la Spagna.
Infine erano detti filibustieri (da filibustero, in spagnolo predone), i predoni di mare francesi, inglesi o olandesi del XVII secolo che percorrevano soprattutto le coste del Mar Caraibico arrembando sempre le navi spagnole... sembra che ce l'avessero tutti con loro... mescolandosi per le loro razzie, con i locali pirati delle Antille ed i bucanieri.

 

A questo punto è interessante pure sapere come si chiama la fatidica bandiera dei pirati. Eh si, voglio parlarvi proprio di lei: la "Jolly Roger". La bandiera tradizionale dei pirati, si quella con il teschio e le tibie incrociate. La più temuta era però la medesima bandiera su fondo rosso perché di solito i pirati che la fissavano non erano soliti fare prigionieri!!! Le sue origini sono lacunose ma per alcuni sarebbe la traduzione letteraria del nome di un Duca siciliano chiamato "Ruggero il Gaio", inventore della cosiddetta "pirateria moderna". 

Una parentesi importante, ma che per ora non mi interessa approfondire, è tutta la parte dedicata della pirateria orientale... per capirci quella che ispirò Emilio Salgari ed il suo Sandokan, fatta da cinesi, malesi, arabi e africani.

Oh ora sto meglio,  sono proprio soddisfatta! Oh imparato una cosa nuova... anche perché da Piratessa quale che sono, non potevo non sapere!!!


Wunderkammer

A proposito proprio di pirateria. Sono rimasta molto colpita dalla storia di Stephane Breitwieser. 
Pensate che  nel 2001 ha confessato che in sei anni ha rubato opere d'arte per un valore di diversi milioni di euro. 
239 oggetti d'arte in 174 furti.. Tutti per la sua Wunderkammer (Vi ricordate? Super collezione privata... Regina Cristina di Svezia...Ok, leggete QUI)... che teneva nascosta sotto il letto! 
 

Stephane Breitwieser
 
La cosa che mi ha lasciato più di stucco è che questo ladro non rubava per avidità o per lucro... Bensì per passione... La faccenda ha dell'incredibile! Quindi, proprio sotto il suo letto, celava opere di Bruegel, Van Aelst, Van Bredael, Boucher e Corneille de Lyon. Aveva una predilezione per i maestri delle Fiandre e dei Paesi Bassi. Insomma un piccolo Museo privato, tutto sottratto ai legittimi proprietari!

Nel 1995 nel castello di Gruyeres, in Svizzera, tolse un ritratto dalla parete, lo nascose nella sua giacca e se ne andò tranquillamente dall'uscita. Un'altra volta avvolse un "Gobelin" ( cioè un arazzo tessuto a mano) e lo gettò dalla finestra. Da quel momento in poi cominciò a frequentare gallerie, musei, fiere d'antiquariato, alla ricerca del suo oggetto del desiderio.
Curiosità: il desiderio di possesso poteva essere risvegliato dal colore di un quadro o dalla forma di una delle figure rappresentate.
La tecnica era questa sentite un po': mentre la fidanzata distraeva il personale del museo, con il suo coltellino tascabile toglieva le tele dalle loro cornici, apriva le vetrine espositive o le rompeva. Ogni furto era condotto silenziosamente ed in modo magistrale.
Ma il suo furto "capolavoro" lo fece il giorno del suo ventiquattresimo compleanno, quando si recò ad un vernissage organizzato da Sotheby's con 3000 ospiti e lì senza che nessuno lo notasse rubò un'opera di Lucas Cranach.
Fu allora che entrò nella storia dei migliori ladri d'arte!
La cosa che mi fa più sorridere è che l'Fbi e l'Interpol erano convinti che dietro a questi misteriosi furti, ci fosse una banda super organizzata!
 
Il fatto di voler tenere le opere tutte per sé ha permesso a Breitwieser di non essere scoperto per molto tempo. 
Furbetto è, il nostro amico? Comunque dopo il suo rilascio i musei svizzeri  hanno reagito in modo pratico, scrivendo sulla loro homepage un avviso per il personale: "Attenzione! Ladro di opere d'arte di nuovo a piede libero".
 
Wow sono proprio soddisfatta! Mi piace tutto questo senso di avventura... 
Ecco ora ci sono. Probabilmente in una vita precedente ero una Piratessa con la passione per l'Arte... 
E anch'io tenevo la mia personalissima Wunderkammer nell'armadio del mio vascello... ovviamente insieme ai miei preziosissimi vestiti... che ne dite ho reso l'idea?
 
P.S. E voi che opera sareste disposti a portarvi a casa se foste un super ladro? 
...Io un'idea per la mia collezione ce l'avrei, il fatto è che sarebbe più di una...



sabato 29 agosto 2020

Fanfulla da Lodi e Apollinaire


Fanfulla da Lodi

venerdì 28 agosto 2020

Come ben sapete oramai il mio Editor si diverte spesso ad affibbiare alla sottoscritta un simpatico soprannome... Ad esempio un po' di tempo fa se ne è uscito con "Scaramacai" poi c'è stato il tempo di "Piratessa" "Heidi" e via dicendo...

Oggi, per prendermi ancora una volta in giro, perché dice che mi piace essere in mezzo a tutto e a tutti, infischiandomene dei rischi che a volte corro; o al fatto che mi sono avventurata da sola in bicicletta dopo mesi di clausura; o forse riferendosi al fatto che mi piace osare e sfidare le mie stesse capacità letterarie e... Ok, avete capito... vabbeh, so di essere testarda, maldestra e a volte anche un po' "tanto" incoscente; mi sono meritata anche l'epiteto di "Fanfulla da Lodi".

Ok, al momento rido per non piangere! Mi rendo conto che le cose che devo ancora imparare sono miliardi e non ne saprò mai abbastanza per competere con lui... uffi, mi sento in questo momento piccola, piccola... ma chi diavolo è questo Fanfulla?!?

Lo guardo persa, cercando di vedere se magari, mosso da pietà, si sbilancia e mi dice qualcosa in più su tal personaggio... ma invece no! Mi guarda e mettendosi le mani tra i capelli, che non ha, esclama: "Sai di cosa stiamo parlando vero?"

Con un sorriso disarmante e volendo anche scomparire, se fosse possibile, ammetto per l'ennesima volta il mio "non sapere"...uffffffi!!

Ora alzi la mano chi di voi, lo sa!!! 

Ovviamente atteggiandosi da pavone quando mostra la propria ruota, comincia il suo monologo: "E' un personaggio storico, nato intorno al 1470. E già nel 1503, al momento della disfida di Barletta, aveva già raggiunto la notorietà come uomo d'armi. Incline al mestiere di soldato, ben presto entrò nelle "Compagnie di ventura" (praticamente dei mercenari). Era noto "Per essere nelle zuffe le più sanguinose assai animoso e d'ogni pericolo di vita sprezzatore" e ancora era "chiamato con superbo nome, perché sprezzava ogni pericolo della vita in battaglia, il Fanfulla".

Nel corso della campagna in Puglia contro i Francesi fu tra i tredici campioni italiani che il 13 febbraio 1503, agli ordini di Ettore Fieramosca (altro personaggio importante che nominava sempre mio nonno visto che si chiamava Ettore!), affrontarono nella disfida di Barletta altrettanti francesi.

Secondo alcuni storici il "Fanfulla" ebbe un ruolo decisivo nello scontro con i francesi che cominciarono a vacillare... e grazie ad Ettore Fieromosca ed al "nostro" Fanfulla gli italiani ebbero la meglio".

Ecco, ora mi sento molto meglio. Dopo questo ennesimo pippone... ecco che un'altra lacuna è stata colmata... e comunque, vivevo bene lo stesso anche senza sapere nulla di questo Fanfulla, ecco!

Ma veniamo a noi. Cosa c'entra tutto questo con l'arte? Semplice, visto che io voglio metterci il naso dappertutto oggi vi parlerò del poeta/artista francese Guillaume Appollinaire, che proprio in questi giorni ha compiuto gli anni o meglio, ricorre la data della sua nascita!

Dovete sapere che questo famosissimo compositore aveva elaborato una particolare forma d'arte detta "Calligramma"... Cosa centra con Fanffulla? Niente!

Ma andiamo con ordine.

Nato a Roma il 26 agosto del 1880, da padre svizzero e madre polacca, si trasferì in Francia giovanissimo. Apollinaire ebbe un'adolescenza instabile e disordinata, trascorsa tra vaste letture e numerosi viaggi e con studi non regolari. Fu amico e collaboratore di artisti come Picasso, Rousseau e Chagall. Coniò il termine surrealismo e fu persino sospettato di aver rubato la Monnalisa nel 1911 (una curiosità, all'epoca si sospettò persino di Picasso!).

Come critico d'arte illustrò al mondo i movimenti del cubismo e quello surrealista, difendendo, proteggendo e sostenendo molti giovani artisti. L'interesse per il moderno lo portò a sostenere anche il futurismo e la pittura metafisica di De Chirico. 

Ed il nesso con Fanfulla?... Ho detto che non c'é!

Nel corso della sua breve vita creò un nuovo tipo di poesia: il "calligramma". Cioè un quadro di poesia scritto, un disegno fatto di pensieri. Veri e propri componimenti scritti appositamente per formare un disegno che rappresenta il soggetto della poesia stessa.

Ogni calligramma ha lo scopo di permettere ai lettori di liberarsi dalla consueta esperienza della poesia e di far vedere qualcosa di nuovo. I suoi Calligrammi non sono solo una geniale esibizione di bravura poetica, infatti ogni Calligramma rappresenta un'istantanea del suo tempo, ma una vera e propria forma d'arte. Se le origini di quest’arte risalgono a culture arcaiche induiste e dell’antica Grecia, i calligrammi contemporanei sono in gran parte riconducibili al poeta francese. 

Be' io non so voi, ma questo poeta-artista mi ha fatto veramente sognare con questo tipo di "poesia artistica" e, soprattutto, mi ha incuriosito tantissimo facendomi così andare alla ricerca dei suoi bizzarri (per forma, non per contenuto) scritti. E guardate un po' cosa ho trovato: ...Editor vuoi fare qualcosa? mettici qualche immagine ad hoc! Su dai non battere la fiacca...e soprattutto non sbuffare! Ecco l'hai fatto vero? Hai sbuffato ...lo sapevo!!!



 

P.S. E voi conoscevate già i calligrammi?

P.S. comunque alla fine è venuto fuori che il "Fanfulla" me lo ha affibbiato solo perché in quel momento gli piaceva quel nome... Vi rendete conto? Tutta quella manfrina solo perché gli piaceva il nome... Io... Io... Io lo strozzarei!!! Si... si... Editor, proprio così! Ma anche oggi ho imparato qualcosa di nuovo...


venerdì 28 agosto 2020

Attenzione, Attenzione... in arrivo Van Gogh a Padova...

  

27 agosto 2020

Mi sono accorta che ultimamente mi capita di viaggiare in rete o sui social per andare a scoprire, o meglio, conoscere a fondo una qualche parola, un qualche personaggio o argomento, un fatto storico o qualsiasi altra cosa con cui mi sono confrontata in qualche conversazione con Editor o anche in qualche lettura: libri e non...

Questa, che oramai è diventata la prassi, mi sta veramente aiutando ad ampliare i miei orizzonti e a sentirmi più a mio agio con me stessa e il mio processo di "acculturazione"! Dai Editor non diventare paonazzo sono sicura che questa espressione esiste... Esiste vero??? Ok, aspettate, verifico... vado a vedere... in rete... si, esiste!

Ora vi starete chiedendo dove voglio arrivare oggi? Non lo so neanche io! Scherzo... Il motivo di tutta questa introduzione è per dirvi che facendo queste ricerche su e giù per la rete, non so il perché, o meglio sbagliando a scrivere, mi è venuto fuori una imminente mostra di Van Gogh... il guaio è che non so ancora come ho fatto! Bah mistero...

Cosa? State dicendo che sono prolissa? Ma state scherzando? Che sono la solita Scaramacai?
Beh, vi confesso che io sono convinta che a volte essere scaramacai, serve! 

Ma la cosa importante è che è saltata fuori... e ora so che da ottobre ci sarà una splendida mostra a Padova. Ma vi rendete conto?... Lo dico sempre io "le cose arrivano... così, quando meno te le aspetti!"

 

"Van Gogh, i colori della vita"
L'esposizione aprirà il 21 ottobre al Centro San Gaetano per chiudersi l'11 aprile 2021. Una raccolta che si annuncia come l'evento culturale dell'anno. (Vai al sito della mostra cliccando QUI)
La mostra raccoglie 125 opere, tra cui circa 80 di 𝐕𝐢𝐧𝐜𝐞𝐧𝐭 𝐕𝐚𝐧 𝐆𝐨𝐠𝐡, e ripercorre la carriera del grande pittore fiammingo attraverso i luoghi che ha rappresentato nella sua carriera e nel rapporto che la natura e gli esterni hanno esercitato su di lui, dagli spazi "en plein air", dal Belgio all'Olanda, passando per la Francia.
 
La mostra è a cura di Marco Goldin, grande esperto di Van Gogh (del quale Editor mi ha già parlato in diverse occasioni...), che all'opera del pittore del celebre "Autoritratto" o de "L'arlesiana" ha dedicato la sua carriera di curatore, con esposizioni che negli ultimi venticinque anni hanno visto oltre undici milioni di spettatori.
L'anteprima della mostra "Van Gogh. I colori della vita" si è tenuta al Kroller Muller Museum, seconda istituzione per importanza e numero di opere di Van Gogh conservate, nel cuore di una foresta dei Paesi Bassi, a Otterlo, dove nel 1932 Helene Kroller Muller fece costruire una casa museo per ospitare la sua collezione d'arte. A proposito di questo luogo, da cui sono partiti oltre 70 dipinti che compongono la mostra padovana, la direttrice Lisette Pelsers ha dichiarato:
"Qui sono conservati 180 disegni di Van Gogh e 90 suoi quadri raccolti dall'inizio del Novecento dalla sua fondatrice, al punto da essere il secondo museo al mondo per numero di opere dell'artista dopo quello di Amsterdam. 
Di questi, 70 tra quadri e disegni andranno in prestito a Padova. Sarà il prestito più cospicuo tra quelli provenienti da tutta Europa, dagli Usa e in un unico caso dall'Italia, con un prestito della Gnam di Roma
".


"Van Gogh, i colori della vita" è composta oltre che dalle tele di Van Gogh, anche di molte altre, realizzate da artisti che hanno intrecciato, per diversi motivi e in diversi momenti, il loro percorso creativo con quello del pittore olandese. Tra cui Delacroix, Courbet, Millet, Hiroshige, Kunisada, o a volte direttamente come Seurat, Pissarro, Signac, Guillaumin, Bernard e naturalmente Gauguin. 

A proposito di Hiroshige, saranno esposte alcune stampe del grande artista giapponese della prima metà del XIX secolo.
Infatti, in mostra “Van Gogh. I colori della vita” sarà visibile una delle versioni più famose degli alberi in fiore dell’Olandese, accanto a stampe di Hiroshige che hanno costituito fondamentale motivo d’ispirazione per l’artista. 

A questi inoltre si aggiunge Francis Bacon, di cui saranno esposte tre tele, per indicare come la figura di Van Gogh sia stata di ispirazione anche per i grandi autori del Novecento. 


Attraverso 5 sezioni (Il pittore come eroe; Gli anni della formazione. Dalla miniera di Marcasse all’Aia; Da Nuenen a Parigi. Un colore che cambia; Un anno decisivo, 1888; Di lune e nuvole. Van Gogh e la fine del suo viaggio), la mostra si propone come la più grande esposizione mai organizzata in Italia dedicata a Van Gogh, di cui verranno ricostruite e raccontate le vicende di vita e d’arte. 


Alcuni dei capolavori in mostra? L’Autoritratto con il cappello di feltroIl seminatoreIl postino RoulinL’Arlesiana…"


Non è magnifico? Io la trovo una notizia stupenda soprattutto perché avrò l'opportunità di vedere tanti artisti interessanti tutti insieme... Oh santa polenta meglio che cominci già a prepararmi psicologicamente...


Secondo voi quale potrebbe essere l'outfit perfetto per l'occasione?
Ehmm si Editor, non strabuzzare gli occhi e non sbuffare! E' importante pure quello... anzi direi fondamentale, vista l'importanza dell'evento!


P.S. e voi che aspettate su correte a scegliere la vostra mise perfetta per questa grande mostra!

mercoledì 26 agosto 2020

Esiste il paese dei balocchi? Per me esiste... esiste... eccome se esiste!

25 agosto 2020
 
L'altro giorno, mentre scrivevo il post "HO VISITATO LA MOSTRA DI BUREN A BERGAMO", vi ho accennato della mia "scorribanda" alla Fiera di Bergamo avvenuta nel gennaio scorso...
Sono andata a ricercare quello che allora avevo scritto. Ora lo condivido con voi... 
E' un po' "datato" e sotto forma di "appunti" ma lo trovo comunque utile, per raccontarvi un po' di me... 
 
E poi, detto fra noi... fa proprio parte della mia "vita precedente"...
 
 
 gennaio 2020
 


Vi è mai successo di trovarvi in un luogo stupefacente e sentirvi esattamente come se foste nel paese dei balocchi? 

Di sentirvi improvvisamente travolti da sensazioni positive che includono la voglia di saltare di gioia, la voglia di correre, ridere, girare su se stessi con le braccia aperte, di salutare, abbracciare e guardare con un luccichio sfavillante negli occhi tutto e tutti...?

Ecco a me è successo alla BAF 2020 (Bergamo Arte Fiera )!!!

Pensate pure che sia pazza, ma secondo me pazzo lo è chi non si ciba di tutte queste bellezze!


Ho passato la prima ora a cercare di indovinare gli autori delle varie opere esposte e la cosa sorprendente è che a differenza della mia prima fiera (Vi ricordate? ho scritto di quella esperienza nel post LA MIA PRIMA FIERA D'ARTE, questa è la quarta!) ho riconosciuto moltissimi artisti...


Se poi aggiungiamo anche il fatto, che ad ogni opera c'era il mio intercalare "Oh mio Dio! Ma questa opera è di... Ma dai, non ci posso credere!?!" il risultato è esilarante...

Una super scorpacciata gustosissima di arte, oserei dire, sicuramente più soddisfacente di ciò che può provare una persona, una a caso... che è stata messa a dieta da più un mese e che per la prima volta dopo giorni e giorni di astinenza si premia e arriva a mangiare una pizza integrale marinara col tonno come premio ...ed è pure felice!!!

P.S. scoprire ciò che per te è bello e coltivarlo emozionerà la tua esistenza... di sicuro!!

Alcune fra le opere che mi hanno colpito di più...

Christian Balzano
Gianfranco Meggiato
Carla Accardi
Mimmo Rotella
Mario Schifano
Lucio Fontana
Mario Schifano







martedì 25 agosto 2020

Ho letto il libro di Sergio Mandelli!

 lunedì 24 agosto 2020

Ieri sera ho finito di leggere un  libro interessantissimo.

Ma partiamo dall'inizio!

Qualche settimana fa mi chiama Editor dicendo: "Sai? sto leggendo un libro che trovo interessantissimo... hai presente Sergio Mandelli quello che tiene la rubrica in rete "Praline. Prelibatezze dal mondo dell'arte"? Ecco proprio lui, ha scritto un libro: " Il senso dell'opera d'arte, e il ruolo dell'artista nel ventunesimo secolo" e me lo ha inviato in dono perché io lo leggessi ed esprimessi le mie considerazioni..."

Io per risposta, con un briciolo di invidia, gli dico: "Wow! ma è una cosa fantastica! Anch'io voglio leggerlo! Se poi mi dici essere così interessante... Potrei scrivere un post sul blog con le mie considerazioni e pubblicizzarlo... Ok oggi me lo compro!"

So benissimo Editor che la mia recensione sarà più "spartana" e priva di paroloni esageratamente complicati rispetto alla tua, però che c'entra, sarà la mia recensione, che seppur semplice e ovviamente spontanea, ma sarà la mia! (e qui vedo già i sudorini che imperlano la sua fronte... non capisco, in fondo parlo solo di "spontaneità"... mah!).

La sua replica, che come al solito mi smonta non si fa attendere... "A dire il vero, il volume in questione, non si trova ancora nelle librerie dovresti contattare l'autore direttamente e..."

Uffi! Ma non mi faccio intimorire! E "detto e fatto" riattacco il telefono, mi fiondo su fb alla ricerca del contatto e quando lo trovo... Comincio a scrivere: 

"Buongiorno Dott. Mandelli! Mi presento, mi chiamo Zanuso Valeria. Tramite un amico che abbiamo in comune, ho avuto la possibilità di scoprire che ha scritto un nuovo libro, io seguo spesso la sua rubrica "Praline" che trovo sempre interessantissima. Dai commenti che ho letto, penso davvero che debba essere molto interessante! Ora, avendo un blog personale che tratta arte in ogni sua espressione: dalle mostre all'editoria, viste dal punto di vista di una non addetta ai lavori..."Quattro passi nell'arte in punta di pantofole...mi piacerebbe avere la possibilità di leggere il suo volume e magari poterle poi dare, un mio personale riscontro... Sarebbe così gentile da indicarmi dove posso trovarlo?

Grazie e buona giornata, Valeria Zanuso"

E... click, invio! 

Sono emozionata, come sempre quando contatto qualche personaggio importante di questo mondo, come artisti, autori, direttori di musei... Non so mai cosa aspettarmi. E confesso che l'adrenalina va alle stelle!

Attendo la sua risposta con trepidazione e non tarda ad arrivare: "Buongiorno... ect. ect. se lei intende scrivere sul mio libro non posso che esserne onorato... provvederò a fargliene avere gratuitamente una copia!"

Sono al settimo cielo. E dal quel giorno ogni volta che sento il rumore del motorino del postino, arrivare, corro per vedere se il libro è arrivato!

Passano i giorni e niente da fare. Penso: "Ecco, o le poste italiane lo hanno perso oppure il signor Mandelli ha cambiato idea!"

Invece, l'altra sera, tornata dalla mia mitica visita al Mart di Rovereto (vedi i post precedenti), intravedo una busta dentro la buca delle lettere e...


"È arrivato! È arrivato! E salto dalla gioia col mio pacchetto tra le mani!" Non ci posso credere! Vado in camera mia lo appoggio sul comò e lo ammiro come una "reliquia". 

Ho voglia di aprirlo, ma allo stesso tempo voglio gustarmi l'attesa di questo momento. La magia dell'istante. Si, perchè l'attesa, a volte può essere snervante ma altre volte può rendere magnifico un momento.

Respiro a fondo. Basta non ce la faccio più. Ho aspettato anche troppo! Le mie mani fremono, afferrano il pacchetto e lo scartano con cura ed estrema perizia. Non si sa mai. Non voglio rovinare o strappare nulla. Estraggo il libro lo guardo, lo apro, lo annuso (gesto immancabile ogni volta che ho un nuovo libro fra le mani...) e poi mi cade l'occhio sulla prima pagina... C'è pure la dedica! 

"A Valeria Zanuso con stima. Sergio Mandelli" BANG! Sono stesa!


Ho così tanta voglia di leggerlo che anche se sono letteralmente sfinita dalla giornata a dir poco "epocale", non posso non leggere le prime pagine e quando trovo scritto "Per questo il mio invito è di procedere ad un costante esercizio di verifica dei propri pregiudizi, a costo di rompere dei tabù...." Cosa che io faccio abitualmente, capisco che questo libro è giusto per me e mi ha già conquistata.

"Il punto cruciale della sua riflessione è che l'arte è sempre un fenomeno di natura religiosa.

Gli esseri umani sono intrinsecamente esseri religiosi e l'arte è un linguaggio che cerca di comunicare con il mistero,con il regno del sacro."

Da quello che posso capire è che l'arte è stata molto spesso ed esplicitamente, espressione di un collegamento col divino. Basta vedere tutte le opere che raffigurano scene bibliche, santi, papi e quant'altro, presenti nelle nostre chiese. A volte però, soprattutto nel novecento, gli artisti hanno cercato di negare o camuffare questa espressione, questo legame col divino o con un'entità superiore non riuscendoci però completamente.

 

Curiosità: nel 1500 l'artista doveva essere un uomo di cultura, un intellettuale, per dar vita insieme a poeti, letterati e pensatori ad un gruppo di persone che condividessero riflessioni elevate tanto da suggerire nuovi temi da sviluppare. Successivamente, in una epoca molto più vicina a noi, con l'artista Dubuffet che sosteneva esattamente il contrario e cioè che "l'arte era più genuina quanto meno intellettualmente  preparato era  l'artista!", le cose cambiano...

L'arte diventa perciò, una sorta di entità misteriosa, che viene negata agli intellettuali, ma che si rivela a uno spirito "puro", incorrotto dalla civiltà, come quello dei malati mentali... nasce l'Art-Brut

Sono incuriosita ed allo stesso tempo esterrefatta. Mamma mia quante cose devo ancora studiare!

Apprendo con stupore che attraverso le opere di Mondrian, di Picasso e tanti altri. possiamo vedere una piccola porzione del mondo esistente nella loro testa, un mondo che risponde a regole e codici personali ma che, tramite il quadro, diventano in parte evidenti e universali. 

Oh cavoli! Sono "intrippata", non ci avevo mai riflettuto... tutti questi ragionamenti mi fanno impazzire e apprezzare ancora di più il mondo dell'artista o meglio, l'arte in sé. 

Beh, sarò sincera: leggere questo volume è stato veramente un viaggio emozionante ed estremamente illuminante. Scritto benissimo. Complesso ma scorrevole. I tanti riferimenti e collegamenti dell'arte con la religione mi hanno permesso di rispolverare e soprattutto, arricchire le mie conoscenze in materia, non mancando ovviamente di stupirmi con tutti quegli aneddoti. Un'esperienza unica! È confortante sapere che esistono persone al mondo così preparate e capaci di trasmettere il "bello" di questo tanto fantastico, quanto enigmatico, Mondo dell'Arte...

Ringrazio ancora di cuore l'autore per questo splendido dono e non mancherò di consigliarlo a tutti e soprattutto ai lettori del mio blog! Ops, che sbadata l'ho appena fatto!

P.S. E voi che aspettate, dai su è ora di leggere!!!




lunedì 24 agosto 2020

Ho visitato la mostra di Buren a Bergamo!

 21 agosto 2020

Accipicchia! Due giorni fa ero così euforica e oggi mi ritrovo qui un po' stranita a pensare a quello che avrei potuto fare e vedere in questi giorni di pseudo normalità... ma, non avevo fatto i conti sul fatto che anche i "pirati" vanno in vacanza... Mannaggia! Ma una volta, i pirati, non dovevano sottostare ai comandi del loro capitano? Uhmm forse una volta...


Il fatto è questo.


Ho messaggiato a Edo, mio fratello, proponendo un'altra gitarella e lui, mi ha risposto che sarebbe partito l'indomani e che quindi bisognava rinviare tutto di 2 settimane....


Uffi! Odio dipendere ancora dagli altri!
Vabbeh, tanto è che me la devo far andar bene così...

così è ...per ora! Ma arriverà quel giorno che...


Ok, rimetto  dentro l'armadietto tutti i miei sogni, le mie mostre, le mie proposte, le mie scorribande e mi tuffo nella lettura... Sto leggendo un libro di Sergio Mandelli, Il senso dell'opera d'arte, che mi piace tantissimo. Presto ve ne parlerò.


Nel pomeriggio comunque, passano i pirati per farmi un saluto e quando mi presento in cucina pronta per condividere una sana e gustosa merenda a base di di yogurt greco con cereali e biscotti più topping ai frutti di bosco (piccole gioie che di questi tempi fanno bene al cuore e anche al fisico...) Fabio, mi guarda e mi dice: "Allora? Sei pronta? Domani pomeriggio andiamo in quel di Bergamo a vedere la mostra di Daniel Buren... Ti va?"
Forse ho le "traveggole". Ho sentito bene? Forse, il fatto che oggi sia riuscita, dopo mesi e mesi, ad andare dall'estetista per riappropriarmi della mia bellezza (si lo so, sono un po' vanitosa... che ci volete fare, sono nata femmina e cresciuta donna...) Mi ha dato alla testa? Non ci credo!
Respiro... accenno un sorriso... e dico: "Mi stai prendendo in giro vero? È uno scherzo?"
"No, domani si va a Bergamo!" ripete Fabio, col sorriso stampato.
A quel punto non posso fare altro che cominciare con i miei urletti e con il mio sproloquio di frasi a metà: "Ma come? ...ma non dovevate... e a che ora? ... e con cosa...ecc..."
Oh Santa polenta! Sono al settimo cielo. Non credo ancora che i miei pirati abbiano posticipato le loro vacanze di un giorno per me... Allora le piratesse hanno ancora un po' di... fascin... No, potere!!!


L'indomani alle 15'00 partiamo puntuali. Sono elettrizzata all'idea di ritornare a Bergamo. Città che ho visto di sfuggita a gennaio, quando sono stata alla fiera dell'arte (fiera fantastica, di cui ho anche scritto e che magari un giorno pubblicherò qualcosa...!). Oggi vedrò per la prima volta Bergamo Alta, perché il Palazzo della Ragione dove si tiene la mostra è proprio lì. 


Quando arriviamo in città il mio sguardo si posa sul segnale stradale che indica la GAMeC e con nonchalance lancio il sasso: "Se volete poi si potrebbe fare un salto alla GAMeC...." il sasso affonda e non si trova più!!! Peccato. I miei pirati sono ancora un po' acerbi a riguardo!
Vabbeh, accontentiamoci... E soprattutto, non rompiamo troppo... meglio tenerseli buoni!


Dopo aver parcheggiato cominciamo la scoperta di questa cittadina incredibile... Le viette che si snodano in salita con i loro negozietti e botteghe tipiche, dal sapore antico, sono incredibilmente belle e suggestive. Gli scorci che mostrano la Bergamo bassa e il panorama circostante sono mozzafiato. La città è silenziosa o meglio, si sente solo il vociare della gente che passeggia, che ride e si stupisce,  sembra di essere stati inghiottiti in un altro tempo... un tempo lontano... molto lontano.
Noto un posticino graziosissimo adatto per un aperitivo carino e avviso i miei compagni di avventura che poi se volessimo, ci potremmo "assolutamente" fermare lì!


Finalmente dopo una miriade di "Ohhh, guarda che bello... Uhhh e quello, che meraviglia... E cavoli, non ci posso credere..." ci ritroviamo nella piazza centrale e di fronte a me si staglia alto e maestoso il Palazzo della Ragione.



La mostra mi sta aspettando o meglio mi sta letteralmente chiamando. Sono emozionata perché non so bene cosa aspettarmi da un artista così strano e per me sconosciuto (tanto per cambiare!)... E se non mi piacesse? Ok, meglio salire la gradinata ed entrare senza farsi tante inutili domande! 


Appena varco la soglia della sala, il mio respiro si interrompe... lo spettacolo di tele colorate e luminose mi sconquassa... è talmente fine, elegante, leggero e così ben amalgamato a quell'ambiente che capisco all'istante che mi piace... si mi piace... e pure molto!
"Daniel Buren ha utilizzato per la prima volta nel 1965, come supporto per la propria pittura ridotta al grado 0, una tenda da sole, il cui motivo a bande verticali bianche e colorate di 8.7 cm è divenuto, da quel momento in avanti, un dispositivo visivo utilizzato dall’artista in tutti i propri lavori, dalle mostre alle commissioni pubbliche.
Illuminare lo spazio, lavori in situ e situati nasce dall’incontro tra questi fondamentali orientamenti della ricerca dell’artista e l’interesse più recente per la luce, e in particolare per le qualità e il potenziale estetico e costruttivo della fibra ottica.
In questo suggestivo contesto, i tessuti luminosi di Buren  ridefiniscono gli ambienti gettando “nuova luce” sulle antiche forme del Palazzo e sugli affreschi in esso conservati...
"



Passo davanti ad ogni tela e non resisto dal selfarmi con quasi ognuna di esse. La cosa poi che mi piace di più è che dentro questo vortice di tele luminose mi sento bene, rilassata, in pace. Mi guardo attorno e mi stupisco gioendo davanti ad ogni colore. Scelgo pure quelle che mi piacciono di più (quelle verdi e quelle blu... tanto per farvelo sapere) e mi immortalo con esse. 



Vorrei tanto toccare ma come sempre non si può, allora mi accontento di osservare il tutto a pochi millimetri! Accidenti è spettacolare... ma come cavolo ha fatto a pensare ad una cosa del genere.
Esco dalla sala diversa, ora sono sicura di una cosa: mi piace e ho fatto bene a venire a vederla. 

Ve la consiglio vivamente!  

In quel momento mi chiama Editor, che è curioso di sapere com'è andata. Appena vede il mio sorriso capisce che è stata un successo e io parto a raffica a raccontare ciò che ho visto e ciò che ho provato... e orgogliosa gli dico: "Sai questo Buren ha allestito questa installazione proprio per quella sala... ti rendi conto?"
"Certo" risponde lui "La classica installazione -site specific-"...
Silenzio... e poi, risata da parte mia... "Ahh, ecco cosa voleva dire "site specific "... a me piaceva usarlo perché mi sembrava che rendesse tutto più "figo"...ah ah ah..."
Editor non sta ridendo affatto... Anzi, sta sospirando e alzando per l'ennesima volta gli occhi al cielo... e cosa sarà mai..., è meglio capire le cose tardi...che mai!!!  Mi chiede se mi sono comportata bene evitando di fare qualche mia bella figuretta... non capisco, ma perché mai dovrebbe avere questo timore... bah!
Rispondo ridendo: "Per ora sono stata una Piratessa modello... per ora... la serata però, è ancora lunga!" E lui si mette le mani nella testa!


P.S. E voi che aspettate? Andate a vedere questa  mostra intrigante e godetevi questa meravigliosa città!

P.S. Della mostra di Buren a Bergamo avevo già scritto, vi ricordate? Ah no? allora cliccate QUI





sabato 22 agosto 2020

In visita al Mart parte 3

 

CIAO!

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 mercoledì 19 agosto 2020

 Il secondo piano mi ha dato quella carica che cercavo da mesi. Ora sono certa che nulla è cambiato dentro di me anzi, forse tutto ora è amplificato e va assolutamente goduto al mille per mille! Tutto!

E questa certezza mi rende ancora più orgogliosa di me, di ciò che oggi sono riuscita ad ottenere per portare il sole a risplendere più vigoroso di prima nella mia vita.

Sono talmente avviluppata nei miei pensieri che ad un certo punto sento tossicchiare... ehm... forse i miei pirati mi stanno mandando qualche segnale... ok è ora di proseguire!

La prima cosa che voglio fare è andare a sbirciare la biblioteca del museo che a detta del mio Editor è "super" e si trova nel seminterrato e quando la raggiungo oltre a stupirmi per la miriade di volumi e cataloghi d'arte presenti mi ritrovo risucchiata dalla base dell'opera di  Penone. Osservare il tronco da dentro è una sensazione da vertigine! 


Ok, risaliamo al primo piano e ci attende la mostra temporanea di un certo Carlo Benvenuto. Chi è? Bah chi lo sa!

La verità? Entro perché è lì... ma se mi avessero detto andiamo a vedere la mostra di... forse avrei rifiutato e sarebbe stato un grosso e grasso errore! 

Infatti vengo immediatamente catturata dalle sue opere e la prima cosa che mi colpisce sono tre bicchieri pieni d'acqua. In realtà l'acqua non c'è, è tutto vetro di murano... ma sembra acqua vera... la tentazione di metterci il dito dentro è tantissima ma lo sguardo fulminante di mio fratello e della hostess, mi inducono a ripensarci, a desistere... oh cavoli però! Ok, mi accontenterò di fare una foto! Uhm che rabbia!

Gli oggetti presenti nelle sue foto rarefatte che assomigliano a dipinti ma non lo sono, fanno parte della sua vita quotidiana. Come spiega lui stesso "passo tanto tempo con i miei oggetti: li studio, li misuro, li valuto, li accarezzo, li immagino. Prima di scattare attendo la luce e il colore necessari..." . 


Renato Guttuso "autoritratto" 1940

La cosa interessante è che le dimensioni degli oggetti sono quelle reali! In mezzo alle sue opere trovo anche De Chirico, Morandi e Guttuso... e queste presenze rendono il tutto assolutamente più coinvolgente!

Io e miei pirati siamo soddisfatti ne valeva la pena. Mai perdere queste occasioni, non si sa mai cosa puoi trovare!

È giunto il momento di prendere un po' d'aria andando a vedere le installazioni nel parco esterno ma prima devo consegnare l'audioguida. Nel farlo la hostess mi chiede com'è andata e vedendo i miei occhi sorridenti dice "Ho la sensazione che le sia piaciuta questa visita..." ed io "Piaciuta? se potessi mi rifarei il giro e dormirei qui!" Al che lei ride e mi dice che è bello sentire certe esclamazioni.

Vedi Editor, la mia spontaneità conquista!

Prima di uscire decidiamo di fare una piccola pausa nel bar del museo. 

Dire che è meraviglioso è riduttivo, ci sono postazioni differenti ognuna con tavoli e poltroncine tutte diverse ed il servizio è impeccabile. Dal soffitto scendono opere artistiche "fighissime" e la poltroncina verde che mi sono accapparrata è di una comodità inverosimile... la voglio! Si, voglio portarmela a casa! 




Ordiniamo tre belle fette di torta Sacher e succo di lamponi e qui è l'apoteosi: la torta più buona che abbia mai mangiato in vita mia. Ok posso fermarmi qui per qualche giorno? Uhmm... i miei interlocutori fanno orecchie da mercante... uffi non ci sentono proprio!

Usciamo nel parco e qui ci attendono opere gigantesche fatte per lo più di metallo da artisti italiani come Melotti, Vitali, Ghinzani e Gelmi... non ne capisco molto il senso ma, comunque hanno il loro fascino. Quella che mi piace di più è rappresentata da un branco di cani che sembrano giocare tra di loro...anche se il titolo è "momento della resistenza". Ok, io preferisco intendere gioco di resistenza? Chissà!


Dire che questa giornata è stata fantastica è molto riduttivo.

Oggi sono ritornata a fare la cosa che più mi piace: scoprire il Mondo, scoprire l'Arte, scoprire Me!

Ho avuto 2 accompagnatori d'eccezione che mi hanno viziato accogliendo e sopportando ogni mia proposta, ogni mio capriccio e questo ditemi voi se non è poco!

Ho scoperto che posso fare ancora tutto come prima, con una consapevolezza maggiore, profonda e nulla mi fa paura. Anzi, l'idea della sfida smuove la mia parte migliore e ciò mi convince ancora di più sul fatto che in una vita precedente devo essere stata veramente una piratessa!!! 

P.S. E voi chi pensate di essere stati in una vita precedente?

http://www.mart.trento.it/

venerdì 21 agosto 2020

In visita al Mart parte 2

 

CIAO!

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 mercoledì 19 agosto 2020

Sono ancora sotto shock! Ma con il sorriso stampato! Ho respirato a fondo, ho smorzato un po' l'adrenalina con qualche chiacchiera ma ora non resisto più. Devo assolutamente scoprire il fatidico secondo piano...

Sono pronta.

Vado.

Vi rendete conto? Il secondo piano è dedicato all'arte contemporanea, quella che mi "strizza le budella", quella che mi fa viaggiare con la fantasia, quella che mi fa porre mille e mille interrogativi... Quella che mi fa cercare fuori e dentro di me un significato che non capirò probabilmente mai... Quella che mi fa amare l'Arte... Quella che... Ok avete capito! 

Mi ritrovo a fare le scale con calma perché l'attesa in certi momenti ti fa provare emozioni che non credevi esistessero... Voglio godermi il momento! Ogni gradino che salgo è un battito in più rubato al cuore...

Arrivo davanti all'ingresso.

Potrei svenire. 

Davanti a me un'opera mastodontica di Jannis Kounellis! Ok, sono già distesa! Il mio cuore, quello dei battiti di prima, va letteralmente in tilt.

 

I ricordi e le emozioni vissute mesi fa a Venezia alla sua mostra (vedi post MA COME DIAVOLO SI PRONUNCIA) mi sovrastano in un nano secondo ed il mio sguardo si vela un pochino, colto da un'emozione così inaspettata. 

Ma sono o non sono una Piratessa? Quindi sfodero tutta la mia grinta e reagisco selfandomi con l'opera nella sua monumentalità!

Giro lo sguardo e... tac: l'installazione di stracci e bollitori di Pistoletto... non so se ce la faccio!

Pensate che questi bollitori, una volta accesi, riescono a creare un vero e proprio concerto! Non resisto alla tentazione di immortalarmi... e via di ennesimo selfie! Click, ed eccomi dentro un'opera specchiante di Pistoletto e qui ahimé, evidentemente non sono stata veloce abbastanza come per gli altri selfie... vengo ripresa per aver tolto momentaneamente la mascherina... Uffi! mi tocca "selfarmi" con lei!

I miei pirati ridono e si allontanano facendo finta di non conoscermi... Bah... Dilettanti... e pensare che questa volta non ho fatto scattare neanche un allarme!

Comunque tranquillo Editor, lo so che stai già ridendo... Una la dovevo pur combinare, no? Fin qui ero stata anche fin troppo brava... ok forse ho sorvolato quando non vi ho raccontato che ho chiesto gentilmente di farmi fare una foto da una degli addetti... ma mi è stato detto, picche non si può per il covid! Suvvia, io ci ho provato!

Mi ritrovo in adorazione di Burri con un quadro che si riferisce al ciclo della combustione della plastica e mi perdo tra le parole della mia audioguida che essendo molto preparata mi illumina sui vari cicli! Brava! Si, Editor me li avevi spiegati un miliardo di volte pure tu, ma era una carineria per lei che mi ha accompagnato in questa scoperta! 

Fontana, Pomodoro, Vedova, Rotella, Capogrossi, Scarpitta, Ceroli, Kosuth innondano i miei pensieri o meglio tutto il mio sentire... Era tanto tanto tempo che non mi sentivo così viva!

Poi mi ritrovo davanti a una nicchia gigante... In mezzo il nulla... "Toh! Qui si sono dimenticati di mettere l'opera d'arte, o forse è in fase di restauro... mannaggia, che peccato, proprio oggi!"

Il cartellino però c'è e quindi mi avvicino per vedere di chi si tratta e... non ci crederete l'opera c'è!  È di Sol Lewit! Tutte e tre le pareti sono ricoperte di tratti di 20 cm fatti a matita con intervalli regolari... Il senso non lo capisco ancora, lo troverò, datemi tempo. Ma la cosa mi entusiasma tantissimo soprattutto quando scopro che i miei accompagnatori l'avevano recepita come me! Anzi loro l'avevano proprio ignorata... tsé!!!

Giro l'angolo e per poco ci resto secca. Davanti a me 2 igloo di Mario Merz con la scritta luminosa chiaro... scuro... che si alterna: in due parole il riassunto del mio ultimo periodo di vita... Tanto per essere "chiari" in questo momento sono nel "Chiaro"! 

Anche qui i ricordi del passato affiorano inesorabilmente e le mie gambe tremano insieme alle mie labbra (ricordate? MARIO MERZ E I SUOI IGLOO). Faccio un bel respiro e mi dico "tutto è possibile, sono qua...".

Mi giro verso la parete e trovo la mia prima opera " Grigi che si alleggeriscono verso oltremare" di Giovanni Anselmo... incredibile quello delle foglie di insalata tra le pietre... Ok, non ve ne ho mai parlato ma lo farò ve lo prometto... Qui l'insalata non c'è. E' un'altra versione ma sapere che è sua, ridesta in me lo stupore di quando ho letto di lui la prima volta... proprio strani certi artisti!

A fianco trovo Anish Kapoor con una pietra calcarea e un pigmento blu che ti dà l'idea che ci sia o non ci sia un incavo... Oh cavoli ma c'è? Incredibile la resa.

Questo secondo piano mi sta letteralmente togliendo il fiato da quanto mi piace...

L'ultima opera che mi colpisce è di un'artista a me sconosciuta: Shilpa Gupta. Si tratta di 3 gabbie di legno una dentro l'altra: riflette sulle contraddizioni dell'odierna società con i suoi conflitti etnici, repressione delle libertà individuali, tensioni e paure globali... tema per niente leggero ma reso tale in questa esecuzione.

Io però mi sento leggera, leggiadra e come una farfalla, sempre col sorriso stampato, raggiungo i miei accompagnatori che stanno aspettando rilassati sulla panchina da un po' di tempo... Anzi no, ne manca uno che è in giro a fare foto artistiche in ogni angolo di questo luogo paradisiaco. 

Bene. Così ho il tempo di recuperare le forze... Perché voi forse non lo sapete ma vi è in corso una mostra temporanea che sono curiosa di vedere e poi mi hanno detto che c'è una biblioteca stratosferica...

Guardo i miei "pirati" e mi sembrano ancora carichi quindi? Perché non perderci anche lì dentro?

To be continued...

Mart - Rovereto

giovedì 20 agosto 2020

In visita al Mart parte 1

 

mercoledì 19 agosto 2020

 

La scorsa notte ho dormito poco..

Caldo? ...Nooo

Incubi? ... Nemmeno

Agitazione? ... In un certo senso si! Anzi, sicuramente si!

Ieri sera ho proposto a Edo e Fabio (erano presenti anche i miei genitori) una gita in quel di Rovereto. Destinazione: Mart.

Ricordate? avevo programmato di andarci prima della chiusura totale... e poi... vabbeh, lasciamo perdere...

Comunque, avreste dovuto sentire la valanga di: "ma sarai mica matta, e il covid, e la folla, e il traffico e i bagni, si pure quelli!" ...e chi più ne ha più ne metta!

Ma da Piratessa quale sono, non mi sono fatta scalfire da niente, decidendo di adottare lo sguardo da "cerbiatto investito" (non che abbia mai avuto l'occasione di vederne uno, ma quando voglio ottenere qualcosa con il mio Editor... si, è lui che ha coniato il termine, vi assicuro, funziona!). In risposta ho avuto un: "vediamo domani mattina".

Ottimo risultato direi! Attendo la conferma, il "no" lo escludo a priori, con trepidazione e quando alle 8:30 arriva il fatidico "OK, andiamo", credetemi non sto più nella pelle: "Mart arrivoooooo!!!"


Oh santa polenta! Non ci posso credere! Comincio a saltellare come una matta, corro verso il mio armadio in cerca della "mise" perfetta per una giornata così importante. Non sto più nella pelle e nel giro di pochi minuti ho già tirato fuori mezzo guardaroba... Voglio essere perfetta! Dopo mesi e mesi di attesa non posso che essere perfetta! Mi trucco (parola grossa per il mio standard ...ma c'è chi se ne accorge immediatamente!). Mi faccio una bella treccia di lato, metto un mono orecchino... mi guardo allo specchio e... mi rendo conto che sto letteralmente esplodendo di gioia, e soprattutto mi piaccio un sacco!

Videochiamata in arrivo: è il mio Editor. Rispondo urlando di gioia: "Lo sai dove vado? Lo sai dove vado?( nel caso non avesse afferrato...) Vado al Mart! Si hai sentito bene! Finalmente vedrò tutte quelle meravigliose opere che fino ad oggi ho visto solo online! Ma ci pensi? Ma ci credi? Oh santi numi! Sono agitatissima...." e continuo imperterrita col mio sproloquio di frasi insensate miste a frenesia, isterismo ed eccitazione.

Editor è strafelice. Per una volta lo vedo veramente emozionato e preso dalla grande notizia. È felice anche perché finalmente ricomincerò a fare le mie belle figurette e lui gode di tutte queste mie "simpatiche imperfezioni"...Si perché così lui si auto convince di essere la perfezione assoluta... ma lasciamolo cuocere nel suo brodo, sempre per via dell'età... è un "diversamente giovane" come dice lui...

In auto la prima cosa che faccio per immortalare questo evento è un super selfie con i miei pirati, (il primo di tanti... sapete la giornata è lunga) che mi fanno ridere per tutto il viaggio. Devo dire la verità sono unici!

Quando arriviamo il mio cuore sta battendo fortissimo e tutto mi sembra surreale. La magnifica struttura che ospita il museo, le opere luminose di  Lodola che ci accolgono all'entrata, mi fanno quasi commuovere perché dentro di me dico "Ce l'ho fatta! Sono qui!". 

Tremo per un attimo quando mi misurano la febbre, ma tutto fila liscio. Vado raggiante alla cassa e con il sorriso stampato letteralmente sul viso acquisto i pass con tanto di audioguida ovviamente... ( i miei compagni di avventura la rifiutano... sapete, sono ancora un po' acerbi, LORO!).

Con il pass in mano mi dirigo verso la gradinata che porta al primo piano e mentre avviso i "pirati" che i miei tempi di visita saranno sicuramente diversi dai loro vengo folgorata dall'installazione di Penone. 

Ho scritto su di lui, ho visto foto in diversi musei delle sue opere e ora mi ritrovo davanti per la prima volta a "spazio di luce" una scultura bronzea che si arrampica proprio sul giro scale, che riproduce la sagoma di una pianta in cerca di luce. Sussulto e non riesco a smettere di dire che è unica. Meravigliosamente unica e irripetibile. 

 

Raggiungo il primo piano. Quello dedicato all'arte moderna, quella dei primi del '900.

Comincio a scorrere le opere in cerca di qualcosa che mi sbaragli e questo avviene praticamente all'istante: il ritratto della madre del Boccioni! 


Mi attira come una calamita! I miei occhi insieme alle mie emozioni si perdono in un tortuoso giro di montagne russe... Vi rendete conto ho qui, davanti a me, a pochi centimetri del mio naso un'opera che ho visto mille volte pubblicata su riviste, libri e quant'altro. Oh capperi. E qui scatta il selfie di rito! 

Ok, mantengo la calma. Siamo solo all'inizio. 

Uffi ma come si fa a mantenere la calma se nella sala adiacente trovo Carrà con "Le figlie di Loth"

 

Un lavoro del 1919, che ho sempre trovato affascinante sia per la semplicità delle figure che per la chiarezza delle tinte. 

Nel percorso poi mi trovo di fronte De Chirico, Severini, Arturo Martini, Campigli, Sironi, Funi, Oppi, Casorati, De Pisis, Marussig... Oh cavoli sto impazzendo! Si letteralmente impazzendo dalla gioia. Sono tutti artisti che ho approfondito in questi mesi di clausura e ora mi fa strano trovarmeli qui davanti. 

Vi ho già detto che ho il sorriso stampato sul volto a mo' di paralisi? 

Nell' ultima sala mi ritrovo davanti a opere importantissime di Balla, Severini e Depero.  C'è una sua opera che mi affascina un sacco "movimento d'uccello", perché? Perchè rende l'idea del movimento circolare del battito d'ali ...Cosa si inventavano all'epoca... GENIALI! 


Esco da questo primo piano estasiata... Edo dice che rappresento "la felicità fatta a persona". Credo abbia ragione!

Prendo fiato su una bellissima panca e ri-organizzo le idee, riprendo le forze ed eccomi pronta all'imminente successivo spettacolo.

Racconto con esagerata enfasi tutto ciò che ho provato a Edo e Fabio... Mi sento molto ridicola perché non riesco a togliermi il sorriso... ma me ne frego! 

E la cosa bella sapete qual è? si vede anche attraverso la mascherina!

To be continued.....