"Spolverando" nel mio personalissimo archivio (ovvero una infinita sfilza di appunti e annotazioni, post ammezzati, frammenti di ricordi ed emozioni, esperienze vissute e non ancora condivise) ho ritrovato questo. È un pezzo scritto proprio agli inizi. Inizi di cosa? Agli inizi di questa storia d'amore fra me e... l'arte
estate 2018
Ok, confesso, a volte mi è capitato.
Soprattutto all'inizio di questo mio fantastico percorso di comprensione dell'Arte.
Mi è capitato, dicevo, di vedere opere, quadri, sculture e non riconoscere all'istante che si trattava di opere d'arte vere e proprie.
Di pensare che fossero solamente complementi d'arredo, a volte anche inutili.
O addirittura delle mensole, dei soprammobili da centro commerciale o peggio ancora, delle "cineserie"!!!
Oh sapeste quante volte mi è successo... e solo al ricordo ora rido e me ne vergogno un po'... giusto un po'... d'altra parte, non sempre viene specificato che si tratta di qualcosa di prezioso (questo ovviamente lo scrivo e lo dico, per sentirmi meno in colpa!!!).
Vi racconto questa: una volta, era l'estate del 2018, sono entrata in una galleria, non perchè motivo di mio interesse ma, perchè stavo accompagnando mia cognata che era stata incuriosita da un "quadretto" (Oh, Signur... così li chiamavo allora...) che raffigurava il volto di una bambina che sembrava dipinto da un bambino...
Oggi riconoscerei al volo che si trattava di un'opera d'arte realizzata da un grande artista: Antonio Bueno (ma questo è un altro argomento che sarà magari motivo e pretesto, per un nuovo post...).
Torniamo per un attimo alla scena...
Nel ruolo di "accompagnatrice" ero forse più interessata al soggetto "gallerista" (che già i lettori più attenti avranno capito trattasi di Mr. Gallery, già apparso in queste mie peripezie letterarie...) piuttosto che a quello che era appeso alle pareti di questa galleria, che allora lo chiamavo semplicemente "negozio".
Dietro alla scrivania del "gallerista" erano appese 3 crocette rosse di circa 30 cm ciascuna, non sapevo di che materiale fossero e nemmeno mi interessava saperlo, visto che ero convinta che fossero mensole "made in china" e parte dell' arredamento...
Fra le chiacchiere (più un monologo del gallerista, che uno scambio di opinioni), in una battuta fatta solo per stroncare la noia che stava montando in me, lanciai la bomba, di cui poi mi sarei pentita e vergognata da morire... dissi: "si come se a un pazzo venisse voglia di spacciare quelle 3 crocette per arte!!"
Vi assicuro che ci fu un attimo di silenzio imbarazzante.
Il gallerista cambiò colore, divenne quasi bianco cadaverico e cominciò a tossire in modo alquanto nervoso (il ricordo ci fa ancora sorridere....ok ok Mr. Gallery , non ti affannare, fa sorridere solo me!).
Cominciai a capire in quell'istante che avevo detto e fatto, una delle mie "belle trovate"... una di quelle uscite "poco felici" di cui la mia vita è piena...
Mi fissò negli occhi, e cercando di mantenere la calma, con un sorriso forzato, mi spiegò che: "vede signora, quelle "crocette" (e nel dirlo deglutì e respirò") come le chiama lei, sono in realtà un'opera molto famosa di un artista eccellente e riconosciuto a livello internazionale: Pino Pinelli.
...Che alla tela ha sostituito la flanella e poi la pelle di daino, il colore sulla parete diventa un oggetto, la cui consistenza fisica è aumentata dalla tattilità della flanella stessa. I colori sono pigmenti presi in natura... eccetera, eccetera...
Il monologo continuò... ma iniziai ad ascoltare quelle parole con una attenzione differente... più attenta che curiosa... si stava concretizzando in me una nuova consapevolezza... incominciavo ad essere attratta, oltre che dal gallerista, da quelle opere!
Dopo tutta quella spiegazione, vi dico la verità, rivalutai completamente la mia considerazione di quell'opera e di molte altre. Tutta la storia che mi era stata descritta mi apparve interessantissima e di conseguenza crebbe a dismisura il mio rispetto per quello che stavo guardando... non il gallerista, ma le opere.
A distanza di anni posso affermare, e ciò mi rende orgogliosa, di riconoscere un Pino Pinelli in un nano secondo e a distanza di centinaia di metri!!!
E la cosa che più mi meraviglia è che quando mi capita di trovarne uno appeso, mi tornano in mente quelle 3 crocette e... rido tra me e me, ripensando alla scena con smisurato affetto!
P.s. che siano state quelle "tre crocette" a far sì che mi ritrovo a scrivere queste righe?
P.s. quando entri in una galleria, apri bene gli occhi perché anche la cosa più insignificante per te, potrebbe essere un'opera importantissima per il gallerista!!!
Di seguito, altre opere di Pino Pinelli che ho incontrato qua e la fra mostre fiere ed avventure varie...
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