lunedì 30 novembre 2020

In viaggio tra le stelle nel mito di Cassiopea...

Finalmente il Van è ritornato tra le mie mani! E' pomeriggio e decido di partire. 

Direzione... Bruxelles: Museo Magritte. 

Scarlett insiste perché mi fermi per la notte ma sento che è ora di ripartire. 

Allora con la sua gentilezza innata, mi riempie il frigo e la dispensa di prelibatezze. E abbracciandomi mi augura buon viaggio! 

Mi metto in moto. Sono felice. Ho conosciuto persone splendide, disponibili che mi hanno fatto sentire a mio agio. Mi sono sentita libera di essere spudoratamente me stessa. Senza filtri, senza finzioni, senza giudizi. 

Si, ho combinato qualche piccolo pasticcio... ma niente che non fosse risolvibile... E poi ho cantato a squarcia gola, mi sono anche leggermente "inciuccata" con la birra, ho cucinato e sfidato le forze gravitazionali della cucina. Ho litigato con anatre o oche che siano, "nuotato" nei loro escrementi... ma soprattutto ho riso, ho respirato, sono stata bene. Sono stata Me.

Il buio avvolge ora tutto il paesaggio. Fa molto freddo. Credo che la temperatura questa notte scenderà sotto lo zero di un bel po'.

Guido prudentemente. Il ghiaccio mi fa paura.

Una leggera nebbiolina si sta levando e quindi, quando non vedo più un ficco secco, anche per la stanchezza, mi arrendo e cerco un posticino dove posteggiare la mia casetta "viaggiante". 

Mi faccio una cenetta frugale e poi con una bella tazza di tisana fumante esco. 

La nebbiolina di prima si è momentaneamente diradata. Attorno a me solo canali che sicuramente, questa notte ghiacceranno. 

Guardo l'acqua e colgo un qualcosa di magico. Si, ci sono dei riflessi. Metto a fuoco... O mamma, che spettacolo! Ci sono un miliardo di puntini luminosi. Alzo lo sguardo al cielo e lo spettacolo di stelle che mi si para davanti è a dir poco stupefacente.



Sorrido, in quel momento squilla il telefono! Sempre nei momenti meno opportuni! E... indovinate un po' chi è? Si è lui: Editor. 

Sicuramente vorrà sapere dove mi trovo esattamente... mica lo so ovviamente! Sapete, ho scoperto che in fondo in fondo, è anche un po' umano, poco eh... non esageriamo. 

Forse si sente in dovere di tenere sotto controllo questa eterna adolescente. Si perché a detta sua "non c'è  da fidarsi!" Capperi! Eppure mi sembra di essere una "super piratessa"! Chissà!

"Ciao allora sei arrivata a Bruxelles?"

"Bah, a dire il vero non saprei... ma ti posso assicurare che sono in un posto fantastico e... sto ammirando un cielo stellato sbalorditivo"

"Wow! Raccontami, dai..."

"Raccontami??? Ma non si può raccontare! Si può solo "vivere" un momento come questo!

A volte Editor mi lascia... come dire? Spiazzata...

"Come puoi raccontare un cielo così..."

"Sono sicuro che tu lo puoi fare... Anche perché è impossibile farti star zitta... blateri in continuazione e se non hai nulla da dire.... ti sforzi pur di trovare il pretesto per farlo..."

"Uhmmm allora me ne starò zitta..."

Passano 2 secondi... 3... 4...

Ok, non ce la faccio! Ha ragione ho un'esplosione dentro.

"Ok touché! Vuoi sapere cosa ne penso ti accontento subito...



...Io vedo un tappeto di minuscole lucine, lo so che sono stelle, ma rappresentano di più. Per me potrebbero benissimo essere sogni realizzabili o possibilmente realizzabili o irrealizzabili ma sogni belli. Per me potrebbero essere viaggi, viaggi lontani e avventurosi. Per me potrebbero essere sorrisi che donano morbidezza alle  lunghe giornate. Per me potrebbero essere voci che arricchiscono in ogni istante la mia esistenza. Per me potrebbero essere colori che rendono viva la mia anima. Per me potrebbero essere le mille fragranze che permeano il mio olfatto...

...Più le guardo e più mi vengono alla mente un vortice di stelle che vuole avvolgermi con tutta la sua incredibile magia ed io sono pronta a lasciarmi travolgere..."

"Caspita... lo sapevo che avresti trovato le parole per esprimere quello che provi. Sì ok, in modo contorto e in un linguaggio arcaico preistorico come sempre, ma lo hai fatto...

Sai immaginando quello che mi hai raccontato, mi viene da pensare al "cielo stellato" di Van Gogh..."

"Giusto!!! Ecco la mia prossima tappa potrebbe essere benissimo ad Amsterdam al museo Van Gogh!..."

Il freddo glaciale sta pungendo il mio naso ma non ho voglia di rientrare... l'aria surreale mi trattiene... i miei occhi si perdono ancora... guardo in sù e mi viene spontanea una domanda:

"Editor, qual è la tua costellazione preferita...?"

"Perché? Adesso uno dovrebbe avere pure la costellazione preferita? Ma che cavolo" Io sarò di vecchio stampo ma ai miei tempi si parlava di colore, film, piatto preferito..."

Dimenticavo che è proprio un Orso! 

"Beh, io ce l'ho, o per lo meno è quella che ha la storia più affascinante..."

"Percepisco che non vedi l'ora di dirmelo e se anche ti dicessi che non mi interessa tu troveresti il modo di dirmelo... quindi... Dimmi..."

"Si, si, Ok... allora... è... si, è Cassiopea... e ora stai zitto! Ascolta per una volta..."



Entro in modalità cicerone. Ah tiè questa volta ti ho fregato la scena Editor...

"Questa costellazione è di facile riconoscimento grazie alla sua figura a zig-zag, si nota specialmente nelle notti stellate autunnali come questa, sebbene dall'emisfero nord sia ben osservabile per quasi tutto l'anno ed è attraversata dalla Via Lattea.

Cassiopea fu la moglie vanitosa e boriosa del re d'Etiopia Cefeo, che si trova vicino a lei in cielo a formare le uniche due costellazioni celesti dedicate a un marito e a una moglie. 

Un giorno, mentre era intenta a pettinarsi i lunghi capelli ricciuti, Cassiopea osò dichiarare di essere più bella delle Nereidi, le ninfe del mare. Le Nereidi erano le cinquanta figlie di Nereo, il cosiddetto Vecchio del Mare. Una di esse, Anfitrite, era la sposa di Poseidone, il dio del mare. Le Nereidi si rivolsero a Poseidone perché punisse Cassiopea per la sua vanità, e il dio mandò un mostro a razziare le coste del paese di Re Cefeo.

Per acquietare il mostro, Cefeo e Cassiopea incatenarono la figlia Andromeda a una costa rocciosa per sacrificargliela, ma la fanciulla fu sottratta a quell'atroce destino dall'eroe Perseo, come narra uno dei più famosi racconti di salvataggio della storia.

Come ulteriore punizione a Cassiopea toccò di girare eternamente intorno al polo celeste, a volte in una posizione poco dignitosa, cioè sottosopra. In cielo è rappresentata seduta sul trono che giocherella con i suoi capelli..."

Finisco di raccontare tutta soddisfatta la mia storia ma... dall'altro capo del telefono sento uno strano rumore... sembra il tipico rumore di chi sta ronfando di gusto!

Non ci posso credere! Si è ADDORMENTATO!

E poi ditemi che non è Orso! Sono stizzita! Si, perché per una volta tanto che volevo mettere in mostra il mio sapere... lui... vabbè lasciamo perdere... sorrido tra me e me, riguardo il cielo e proprio alla mia destra la vedo. Si è lei! E' Cassiopea... le strizzo l'occhio e le dico "Se fossi vissuta nella mitologia come te, probabilmente, scaramacai e vanitosa come sono, sarei lì al tuo fianco... Buona notte stelle."



sabato 28 novembre 2020

Rubens, l'anatra ripiena e le prugne secche!

Questo post è il proseguo di "Il gallo, Gand e la birra..."

Il viaggio di rientro con il mio amico "birragolo" è stato alquanto divertente visto che alla fine ho deciso di scegliere la birra per non morire congelata. 

Pensate, ci siamo ritrovati a cantare "O sole mio" a squarcia gola! 

Quando entro in cucina sto ancora ridendo tra me e me. Tra il ricordo delle clamorose stonature e le grasse risate, racconto alquanto allegra, per colpa della famosa "birretta", il corso della mattinata a Scarlett  che sogghignando imbastisce un delizioso pranzetto, a base di carbonade flamande (uno squisito stufato di manzo) accompagnato da cavolini di Bruxelles e stoemp (un tortino di patate schiacciate con carote, pancetta, panna e noce moscata...)insomma, un pranzetto davvero "leggero".

"Allora hai pensato a come fare l'anatra ripiena per sta sera?"

"Certo, che si" rispondo molto sicura di me. 

A dire il vero, mentre che ero sul furgone, ho chiamato Editor per chiedere consiglio. Lui mi ha spiegato per filo e per segno una squisitissima ricetta... solo che... sempre a causa della "birretta" non ricordo perfettamente gli ingredienti e soprattutto il procedimento.  Ma che volete che sia? Non mi preoccupo più di tanto, perché confido nella memoria... che mi verrà in aiuto nel corso della preparazione. 

Almeno me lo auguro!

"Perfetto allora ti lascio le redini della cucina perché oggi ho prenotato la parrucchiera visto che all'anatra ci pensi tu! Au revoir!"

Cosa????

Mi ha praticamente lasciato da sola in una cucina che non conosco e con una ricetta mai fatta prima d'ora! E sul tavolo c'è un'anatra si spiumata, ma con la testa attaccata ancora al collo, le zampe in bella vista... attaccate pure quelle! 

Speriamo almeno sia svuotata... Arghhhhhh! Come non detto!

Ok, calma! Ce la farò! O meglio ce la voglio fare! Ho un concorso da vincere!

Prendo il coltello e via! Mi metto a fare quello che faceva mia madre quando ero piccola. 

Dio solo sa quante volte gliel'ho visto fare... Non dovrebbe essere così difficile. 

Nel momento che sto per affondare il coltello l'anatra mi scivola via e... cade per terra! Oh capperi! Forse vuole darsi alla fuga... cominciamo bene. 

La lotta ha inizio. La riprendo e ci riprovo! Ok, ora le staccherò la testa e poi le zampe. 

Oh no! No non lo posso fare! Ma come si fa staccare la testa ad un pennuto che ti guarda dritto negli occhi? Si ok, è già bello che morto ma... Ok forse se chiudessi gli occhi? Uhmmm... troppo pericoloso. Idea e se ci mettessi sopra un pezzo di carta? Ci provo e il risultato è disastroso e la testa è sempre lì attaccata!

Va bene, decido di lasciarla lì e nel frattempo svuotarla... forse andrà meglio... Oh cavoli! Ma è tutto viscido!!! Che schifo! Brrr.... Potrei vomitare. 

Coraggio ce la posso fare. Sono o non sono una piratessa? Sguaino la mia spada ehmm... il mio coltello e... in qualche modo riesco nel mio intento. Si forse qualche pezzetto è rimasto dentro... ma si confonderà sicuramente col ripieno. 

Ecco giusto.... il ripieno. 

Dunque Editor mi aveva parlato di castagne, patate, prugne secche e spezie varie. 

Questa cucina è fornitissima. Trovo tutto l'occorrente. Faccio bollire le castagne nel latte e le patate. 

Sono sicura che 15 minuti saranno più che sufficienti. Aggiungo un po' di salsiccia schiacciata (qui non ricordo se andava cruda o cotta... Beh, si cucinerà in forno no?). 

Poi devo aggiungere un bel po' di prugne secche so che Editor va matto per le prugne secche quindi... sicuramente  saranno buonissime, essendo lui un buongustaio. Ce ne vorranno tante! Ma dove sono? Forse sono queste? Ma si, il colore gli assomiglia molto... Vabbè sono un po' più "chiarette"... magari sono prugne gialle... procedo. Ah, poi Editor abbonda sempre con le spezie, quindi mi sfogo e non sapendo quale scegliere visto che non ricordo quelle che mi aveva suggerito decido di metterle tutte: pepe, noce moscata, cannella, chiodi di garofano, anice stellato ecc.ecc. si che bello un tripudio di spezie!


Bel lavoro! Alla fine inforno l'anatra. Sarà perfetta. È pure carina a vederla!

E vi dirò la testa alla fine gli dona!

Quando rientra Scarlett le faccio vedere orgogliosa la mia opera d'arte! La sua faccia è sbalordita. Non riesco a capire se in positivo o in negativo perché non dice una parola. Forse è basita da quanto è bella ed invitante!  

Ok, a questo punto vado io a farmi bella per la strepitosa serata.



Anche perché il premio, che vincerò sicuramente io, è un biglietto per visitare la casa museo di Rubens!

Il Rubenshuis (in italiano Casa di Rubens) è una casa museo, abitata per circa trenta anni da Pieter Paul Rubens; si trova nel centro di Anversa. Le collezioni qui conservate, oltre ad alcune opere del maestro, comprendono capolavori di alcuni dei suoi allievi più talentuosi e contemporanei. Parti integranti del percorso espositivo sono l'edificio stesso, lo studio, il portico barocco e il padiglione del giardino, in grado ancora di restituire le atmosfere seicentesche. Nel 1610, insieme alla prima moglie Isabella Brant (1591-1626), Rubens acquista una villa con terreno ad Anversa. Negli anni successivi progetta lui stesso un ampliamento, fa costruire: una galleria semicircolare per l'esposizione di una collezione di statue antiche; uno studio, dove produrrà numerose opere; un portico, un arco di trionfo e un padiglione nel giardino, trasformazioni che imprimeranno alla casa lo stile di un palazzo italiano, conforme agli ideali artistici del maestro, ispirati all'arte romana e al rinascimento italiano.

Rubens raccoglie durante la propria vita quadri di artisti di fama internazionale e la sua casa diviene un'importante esposizione d'arte senza uguali all'epoca nei Paesi Bassi.

Ok, non posso assolutamente perdere!

Decido per una mise  semplice, elegante ma d'effetto, in fondo siamo in un "paesello". 

Quando arriviamo, la sala del comune che ospita la gara è straordinariamente addobbata con già tutte le decorazioni natalizie e sembra di entrare in un mondo magico. 

Presento la mia anatra e guardando le altre nove in gara, mi rendo conto che la mia è la più originale e completa, perlomeno perchè è l'unica che ha ancora testa e zampe. 



Partono gli assaggi la mia in ordine è l'ultima. Ad assaggiare saranno il sindaco, il cappellano e il direttore della casa museo di Rubens. Wow!

Sono emozionata. Mentre assaggiano non fanno percepire nulla. Giusto forse per non dare false speranze. Ah come vorrei che Editor fosse qui a vedere quanto sono stata brava. Ecco ora assaggiano la mia. Che bello! 

La cosa bella è che assaggiano tutti e tre insieme forse per non condizionarsi.

Non riesco a capire, stanno facendo delle smorfie... delle facce un po' strane... ed il il viso del direttore si sta tingendo di un bel rosso acceso... anche quello del cappellano e pure quello del sindaco! 

Che abbia esagerato con qualche spezia?

Iniziano a tossire e si scolano in men che non si dica una pinta di birra ciascuno! Caspita! Ma si vogliono ubriacare? Sono proprio festaioli da queste parti! 

 Finita la pinta si bevono pure una seconda pinta... chissà! 

 Poi cominciano a confabulare tra di loro e alla fine emanano il verdetto. 

 "The Winner is... Gerard THE KING OF THE DUCK!"

 Un po' di applausi composti e basta! Uhmm... che serietà. Io salterei di gioia.

 Resto però alquanto delusa, ma poi aggiungono:

 "Quest'anno però avremo anche il vincitore per il coraggio... no, cioè, per la "creatività" quindi... for the creativity  the Winner is....Valeria Zanusssso!!!"

Wow ! "Sono io, sono proprio io" comincio ad urlare... Tutti si girano ed io sorrido e salto di gioia e vado dritta ad abbracciare i giudici. Oh cavoletti di Bruxelles! Mi sembra di essere a Masterchef!!!

Torno a casa soddisfatta... Ho il mio biglietto tra le mani... i giudici hanno specificato che l'anatra era alquanto immangiabile visto che le castagne erano dure come sassi e cozzavano con il mango... Mango? ah ecco allora... non erano prugne secche! Ok, farò a meno di dire a Editor che la sua ricetta è stata un insuccesso... Poverino, ci resterebbe male... quindi voi, mi raccomando acqua in bocca... altrimenti vengo lì e... cucino per voi!

P.s. Sono riuscita a recuperare la ricetta originale di Editor e visto che è buonissima ve la consiglio, magari in previsione delle feste! Io l'ho provata, non è per niente difficile ed il risultato è ottimo! 

Cosa occorre? Bè tanto per cominciare una faraona/anatra... possibilmente senza testa, senza zampe e già pulita! 

Ingredienti per il ripieno: 

20 castagne secche o già cotte a vapore

1 patata  tagliata a dadini

15 prugne secche o albicocche disidratate 

Latte q. b.

1 salsiccia

1 tuorlo

1 albume montato a neve

Sale q.b.

Aglio

Salvia

Rosmarino 

Vino rosso

Brodo

Far cuocere le castagne nel latte, quando sono quasi cotte aggiungere le patate e aggiustare di sale. Una volta cotte spegnere la fiamma e schiacciare un po' con la forchetta. Il composto deve essere morbido e non troppo asciutto.

Una volta tiepido aggiungere la salsiccia cotta precedentemente e poi schiacciata, 4/5 prugne tagliate a pezzetti, il tuorlo e mescolare bene. Incorporare l'albume montato a neve.

Riempire l'anatra e chiudere poi con la carta stagnola in modo che il ripieno non fuoriesca. Metterla in una teglia da forno.

Ungere l'anatra con olio extravergine d'oliva, e cospargere con un trito di aglio, salvia e rosmarino. Guarnire la teglia con le prugne restanti. Innaffiare con vino rosso e cuocere in forno statico a 180° per 2 ore e mezza circa. La prima ora coprire la teglia con la stagnola. 

Girare ogni tanto l'anatra per farla dorare da entrambi i lati e se il sugo si asciuga troppo aggiungere brodo o vino.

Buon appetito! 


 

venerdì 27 novembre 2020

Una risata, una lacrima, una risata... è così che va.




Sono a Treviso. All'ormai tristemente famoso "Hotel 5 stelle cadenti".

Esco di corsa dal reparto del dayhospital di oncologia. 

Forse di corsa è una parola grossa visto che mi sento tutta intorpidita, ma devo in qualche modo sbrigarmi. Alle tre ho un appuntamento in un altro ambulatorio e devo attraversare mezzo ospedale con tanto di rampe di scale (meglio quelle dell'ascensore almeno faccio un po' di movimento, visto i tempi che corrono...) e ho 10 minuti di tempo.

Nel tragitto penso. 

Eh sì,  la mia mente non smette mai di "arrovellarsi" su qualcosa. E' sempre attiva e non trovo l'interruttore per stopparla (qualche volta servirebbe e... forse mi farebbe anche bene...). 

Penso che oggi sono stata bravissima perché non ho pianto! 

Sarà forse il fatto che l'ho già fatto nei giorni scorsi e ho esaurito le lacrime? 

O sarà che mi sono "autoconvinta" che mi stessero iniettando succo di fragola? 

O sarà complice il fatto di aver ripetuto ad ogni gradino, 60 per l'esattezza , "Sono forte!"? 

Sta di fatto che non ho pianto e un sorriso orgoglioso dentro di me ha fatto capolino. 

Si forse il pensare positivo mi ha reso invincibile, dura e coraggiosa con la voglia di spaccargli "il culo" ehmm... scusate, il "sederino" a questo stramaledetto tumore.

Ecco, l'ho detto! E sapete una cosa? Fa proprio bene dirlo!

Sto ancora camminando. Ora  sono nel corridoio d'entrata e sembra di essere in metropolitana a Milano (...come vorrei esserci!  Sarebbe la conferma che sto bene e  sto andando a vedere qualche mostra...), altro che in ospedale a Treviso. Qui, in questa ala, infatti c'è il giornalaio,  la banca, la farmacia, il bar...

È proprio passando davanti a quest'ultimo che la situazione si capovolge. 

Sento delle risate.

Risate di ragazze. Mi giro. Vedo quattro mie coetanee che ridono tra loro e scherzano. Ok, non sono proprio delle "ragazze" ma sono belle o meglio sono belle mentre lo fanno. Sono leggere, sono spensierate. 

Mi blocco. 

Due gocce giganti scendono dai miei occhi e vengono inghiottite prima dalla mia mascherina e poi dalle mie labbra. 

Le invidio. 

Maledizione se le invidio.

Alla mente mi ritornano i ricordi di me con le mie amiche o con le colleghe che ridiamo a crepapelle dopo aver sparato qualche baggianata . 

Dio solo sa quante ne sparavamo in un giorno. Ma sono quei momenti dove la realtà si nasconde un po'  per lasciare il posto all'allegria, alla sconsideratezza , alla sbadataggine a far diventare tutto più divertente, più irreale e fantastico. Più vivo!

Ricordo in particolare la voglia di arrivare presto al lavoro per passare quei 10 minuti con qualche collega davanti agli armadietti in spogliatoio a farsi confidenze, a chiedere consigli e a farsi quattro risate. 

E poi sentire arrivare la coordinatrice  che ridendo dice "Ma chi è che fa tutto 'sto trambusto... c'è la Zanuso li dentro? Ti pareva..." E qui le risate si moltiplicano.

Ho sempre pensato che il luogo in cui lavoro ha un che di magico. Non solo per la presenza dei miei piccoli bambini, ma anche per la presenza di un ambiente sano, fatto da persone straordinarie, vere semplici, umili, capaci in ogni momento di dimostrare la loro forza e altrettanto di ammettere le proprie debolezze, chiedendo umilmente aiuto. 

Senza per questo sentirsi inferiori. Credetemi lavorare in 17, tutte donne non è semplice ma se a guidarle c'è una persona che sa tenerle a bada nel modo giusto, allora il gioco è fatto. 

E noi siamo state fortunate perché la nostra "Lucia", nonché coordinatrice, nonché "imperatore capo", sa come prenderci e domarci al momento giusto. Vi dirò solo una cosa che vi farà capire di più: la prima domanda che fa ad ognuna quando entra in sezione è: "come stai ?"

Il mio gruppo di lavoro è per me un'adorata seconda famiglia.

Mi mancano da morire questi momenti, mi manca da morire vedere le mie amiche, le mie colleghe, mi manca da morire il mio lavoro, la mia vita di prima. So che questa malattia checché se ne dica mi ha fatto crescere e mi ha migliorato sotto tanti punti di vista, ma non posso negare che tanto mi ha (momentaneamente... mi auguro) portato via. 

Ok, poi la pandemia ha accentuato il tutto quindi...

 Ricaccio indietro i lacrimoni! E mentre rifaccio le ennesime rampe di scale mi ripeto ad ogni gradino "sono forte, sono forte" ...si, perché in fondo alla rampa mi aspetta Edo, mio fratello e non voglio che oggi mi veda piangere. Voglio farmi vedere forte! 

Scusate. Era tanto per farvi capire come le emozioni dentro di me sono in perfetto equilibrio... Ora piango, ora rido... ma vivo!

giovedì 26 novembre 2020

Il gallo, Gand e la birra...

Ed il sogno prosegue...

Il canto incessante del gallo mi ha svegliato. Ho provato a mettere la testa sotto il cuscino ma credo che questo perfido galletto si sia messo a cantare a squarciagola, proprio sotto la mia finestra... E se facessi lui ripieno invece delle anatre (per capire vedi il post precedente)? 

Lo so, lo so, non sarebbe carino e... nemmeno buono! E' che sono in un posto fantastico, sotto un piumino d'oca "vero" altrettanto fantastico e stavo facendo un sogno super fantastico... mi sono spiegata? Si, perchè io coi sogni oramai ci convivo e dicono che sono anche "bravina".

Ok, decido di alzarmi e di andare fuori a vedere di far sgombrare il galletto così poi forse riesco a riaddormentarmi... Oh capperi, sono le sette meno venti del mattino. 

Mi metto una coperta a mo' di scialle, infilo al volo gli stivali e in punta di piedi scendo le scale. Apro la porta d'entrata e... Mamma mia che meraviglia! Nel cielo ci sono delle nuvole rosa, dovreste vederle sembrano dipinte.


Faccio per incamminarmi e andare a strozzare ehmm... spaventare la "mia sveglia" ma... "Ahhhhhhhhh......ahiaaaaa!!!!" Mi ritrovo a gambe all'aria col sedere per terra indolenzito! Che botta! Appoggio le mani per terra per rialzarmi e sento qualcosa di viscido. Guardo per terra e realizzo di essere scivolata sulla... "cacca"  (si ho detto proprio cacca Editor, perché non può essere altrimenti!) delle  mie "adoratissime" amiche anatre! Ecco ora non strozzerei solo il gallo ma anche loro, porcaccia la miseriaccia!

A fatica mi rialzo e cercando di non cadere un'altra volta me ne ritorno in camera. 

Mi fiondo dritta in vasca, un bagno ci vuole per forza visto come sono ridotta, e speriamo pure che almeno porti fortuna! Come si dice quando uno calpesta la c... figuriamoci se una ci casca sopra!!! Beh, speriamo allora che questa giornata si raddrizzi... ed infatti è così! 

Quando esco dalla mia stanza sento un profumino delizioso arrivare dalla cucina. 

La mia pancia sta già brontolando dalla fame! Apro e mi ritrovo una tavola imbandita come se fosse il giorno di natale e Scarlett che è intenta a cucinare uova e bacon... Wow! "Bonjour " esordisce "Allora hai dormito bene? Programmi per la mattinata?"

È così gentile che non mi va di raccontare del mio piccolo incidente. Così soprassiedo e le confesso che mi piacerebbe andare a Gand a vedere il polittico di Van Eyck, ma non so come arrivarci visto che il Van è fuori uso. 

Poi nel pomeriggio mi dedicherò a preparare l'anatra ripiena per il concorso di questa sera.

Ovviamente Scarlett ha la soluzione : "Sai, dovrebbe passare a momenti il produttore di birra artigianale a prendere un'anatra per il concorso di stasera... Si, partecipa anche sua moglie e so che è diretto a Gand per delle consegne... potrebbe accompagnarti e poi riportarti a casa per mezzogiorno, l'una al massimo...

Detto fatto sono già dentro al furgoncino sgangherato di questo tizio che si dai è simpatico... o perlomeno, credo lo sia, visto che continua a parlare e a ridere tra sè e sè. 

Ma c'è un piccolo problema qui si gela! Faccio per accendere il riscaldamento ma lui mi fa capire che non funziona. E mi porge una delle sue birre. Io prontamente rifiuto. Caspita sono solo le otto e mezza del mattino! E poi mi conosco, non reggo nulla...

Ma la mia resistenza ha un limite e così per combattere il freddo, mi apro la benedetta birra e... devo dire che sono fortunata, perché sembra proprio leggera. 

Subito però le orecchie si riscaldano e pure le punte dei piedi... ahhh come si sta bene! 

Alle 10 siamo proprio davanti alla chiesa che ospita l'opera che voglio vedere. 

Scendo dal furgoncino e saluto Pierre, no, Antoine, no Rousseau,  uhmmm... no Robespierre... ma come ha detto che si chiama, cavoli?!? 

Ok, lo saluto ricordandogli di passare proprio qui a riprendermi. 

Spero abbia capito il mio alquanto strano idioma... Uhmm, cosa sta succedendo? Mi sento la lingua un po' impastata... le gambe molle e mi gira leggermente la testa... Che sia un'anteprima della famosa Sindrome di Stendhal? Ah no, dimenticavo... la birra! Che poi tanto leggera non doveva essere...

Comunque un po' barcollante entro nella bellissima cattedrale di San Bovone. 


E' del 1228, e rappresenta uno degli esempi più  importanti di architettura gotica di questa regione. Questa chiesa è grandissima! Come farò a trovare il polittico dell'Agnello Mistico di Jan Van Eyck?  

Mi guardo attorno e forse per l'ora, o forse perché la gente è ancora a letto, qui non c'è anima viva.  

Su un altarino trovo una piantina con la spiegazione della storia di questo luogo sacro che sembra scritto in aramaico... Ah no, forse è inglese e dopo averla rigirata più volte capisco dove trovare il famoso polittico. E a colpo sicuro mi dirigo nel punto esatto. 

Quando me lo trovo davanti resto veramente impressionata. 


Questo polittico è un'opera monumentale di Jan Van Eyck (e del misterioso Hubert van Eyck), dipinta tra il 1426 e il 1432 . Si tratta di un polittico apribile composto da dodici pannelli di legno di quercia, otto dei quali sono dipinti anche sul lato posteriore, in maniera da essere visibili quando il polittico è chiuso. La tecnica usata è la pittura a olio e le misure totali sono 375x258 cm da aperto. Vi rendete conto?

I 12 pannelli  sono disposti su due registri, uno superiore e uno inferiore. Il tema iconografico del polittico è probabilmente quello della Redenzione, con un prologo terreno (gli sportelli esterni) e la conclusione nelle scene dei beati in paradiso nei pannelli interni.

"Il registro inferiore mostra un ampio paesaggio in cui si trova su una collinetta l'altare con l'Agnello simbolo di Cristo, adorato da una schiera di angeli, mentre la colomba dello Spirito Santo irradia i raggi solari della Grazia divina, sotto l'altare si vede la Fontana della Vita ed attorno ad essa ed all'altare si trovano quattro fitti gruppi di adoratori: a sinistra in basso i pagani e gli scrittori ebrei, a destra i papi e i santi uomini; in alto spuntano invece i gruppi dei martiri uomini a sinistra (con in prima fila gli appartenenti al clero) e le martiri a destra".

Quando il polittico è chiuso su questo registro si trovano dipinte le statue viventi di San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista, mentre ai lati si trovano i due committenti inginocchiati, Joos Vijdt e Lysbette Borluut.


Il pannello centrale del registro superiore, di altezza maggiore, mostra una figura maschile barbuta, che per alcuni studiosi rappresenta Dio Padre, per altri Cristo Re e una terza interpretazione ne vedrebbe rappresentata la Trinità. Accanto a lui, sullo stesso pannello ma divisi da cornici, si trovano la Vergine Maria e Giovanni Battista.

I due pannelli laterali successivi, con la forma ad arco che copre esattamente i troni laterali, mostrano due gruppi di angeli, a sinistra gli angeli cantori e a destra quelli musicanti. Infine gli ultimi due pannelli, a forma di semilunette, riportano Adamo ed Eva nudi.

Sul retro delle ante, che si vedono quando il polittico è chiuso, si trova l'Annunciazione.

L'opera è veramente coinvolgente e sono sicura che se ci fosse qui Editor, saprebbe spiegarmi ogni dettaglio alla perfezione, ma oggi mi devo accontentare di Wikipedia visto che dal depliant che ho in mano non ci capisco una mazza. E non per colpa della birra... purtroppo. Birra che continua a fare i suoi effetti... nel senso che le gambe sono sempre molli...

Non lontano vedo un altarino in cui si possono accendere le candele. Beh, una buona azione la dovrò pur fare e nell'andare verso la cassetta delle offerte, inciampo sul bordo di un tappeto... e... vuoi per l'inciampo, vuoi per le gambe molli, spicco il volo proprio verso le candide e brillanti candeline accese. 

Il rumore che creo è assordante visto che qui dentro anche un semplice sbadiglio rimbomba. Le deliziose candeline, cadendo accendono un piccolo minuscolo insignificante fuocherello... coinvolgendo la tenda li vicino...

Oh capperi! E ora che faccio? Certo quella bacinella di acqua fa al caso mio e... voilà incendio scampato!

In quel mentre arriva un prete. Mi guarda accigliato e senza nemmeno chiedermi se ho bisogno di aiuto o se mi sono fatta male cadendo,  mi chiede cosa è successo e mi fa notare con mio grande stupore che l'incendio è stato domato si, ma con l'Acqua Santa! Oh capperi! Penso seriamente che la mia entrata in Paradiso sia ora  compromessa. Devo assolutamente correre ai ripari . 

Per sentirmi più a posto con la mia coscienza e cancellare le mie colpe, decido di riparare al danno lasciando giù una cospicua offerta. Il prete ritorna a sorridere e a essere gentile anche se dallo sguardo percepisco il suo  desiderio di cacciarmi fuori quanto prima!

Esco dalla cattedrale e trovo il mio amico birraiolo (Editor tranquillo, lo so che si dice Birrologo... ehmm no, birragolo ehmmm insomma  è uno slang che esiste nel mio vocabolario! Ok?) è lì che mi aspetta. 

Ok per il viaggio di ritorno mi riprometto di non toccare birra... Piuttosto muoio congelata! 

Insomma... però qui fa proprio freddo... brrr... dai solo un goccino....

To be continued...

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martedì 24 novembre 2020

Il Van, la Signora delle anatre e Michelangelo...


Il mio soggiorno nella Ville de l'Amour è giunto al suo termine. 

Questa mattina prima che sorgesse il sole, sono partita sul mio adorato Van direzione... Nord. 

Diciamo che non so ancora bene dove andrò. So solo che la mia bussola interiore ed il cielo stellato, si sono un'eterna romantica avventuriera, sembra si siano accordati per indicarmi di procedere verso i paesi nordici. 

Certo una capatina nelle Fiandre la farei volentieri. Ok, vediamo dove mi porterà il vento, il vento dell'avventura.

Sto guidando in mezzo alla campagna francese già da un paio d'ore, ormai dovrei quasi aver raggiunto il confine con il Belgio. 

Decido che andrò verso la costa così potrò ammirare il freddo mare del nord, che tanto ispira le mie avventure piratesche. 

Si, esatto. Non mi sbagliavo: dopo mezz'ora mi lascio alle spalle la Francia per trovarmi in mezzo al paesaggio belga. 

Viaggio senza sosta perché voglio vedere il riflesso del mare e sentire il suo rumore ed il suo profumo. 

Poi non so cosa aspettarmi. Sono abituata al mare caldo della Sardegna, della Sicilia insomma del Mediterraneo! 

Comincio a essere spossata e sento il bisogno di sgranchirmi un po' le gambe e così decido di fermarmi. Editor direbbe che è l'età ma non è così! Dovete sapere che Van ha qualche annetto ed il confort alla guida non è proprio quello di una "limousine".

Sono in un punto meraviglioso da qui si può ammirare l'orizzonte e oltre il mare gelido so che c'è la Gran Bretagna, paese che adoro e non vedo l'ora di visitare. 

Mi preparo una bella tazzona di caffè nero, bollente e fumante. Decido di prendere tra le mani un libro a me caro, letto la prima volta quando ancora andavo alle medie e riaprezzato anni più tardi... Il gabbiano Johnathan Livingstone.

"Qualunque cosa tu faccia non pensare mai a cosa diranno gli altri, segui solo te stesso, perché solo tu nel tuo piccolo sai cosa è bene e cosa è male, ognuno ha un proprio punto di vista, non dimenticarlo mai, impara a distinguerti, a uscire dalla massa, non permettere mai a nessuno di catalogarti come "clone di qualcun altro", sei speciale... ". 

Mi perdo nei miei ragionamenti e penso a quanto sono fortunata ad intraprendere questo viaggio alla scoperta delle meraviglie dell'arte e della natura. Ripenso sorridendo a Parigi e a quello che è successo. Potrebbe benissimo essere la trama di un film. Ma quale attore potrebbe interpretare Mr. Gallery nel momento del "volo"? Se ci penso... (se vuoi saperne di più clicca QUI)

Dopo quell'avventura mi sono ripromessa di essere più ponderata, più tranquilla... insomma più... "donna matura" e meno donna adolescente! Ce la farò? Bha!

Ok, è ora di ripartire faccio per riavviare il Van , e... ma "Mannaggia alla pupazza" con mia grande sorpresa non parte! Uhmmm... eppure ho fatto il pieno ieri sera... riprovo più e più volte ma non vuole collaborare. E ora? Che faccio?

Scendo. Non so proprio che fare. E con stizza do un calcio a una delle ruote "Ahiaaaaa!" ma fa male cavoli! Eppure nei film lo fanno sempre!". 

E come se non bastasse... sono in mezzo al nulla! Vabbè, decido di incamminarmi... Ci sarà un paese prima o poi... in questa landa desolata! 

In quel mentre passa un camioncino che trasporta anatre vive e... starnazzanti! Mi sbraccio. Al volante c'è una donna. Si ferma. Col mio inglese scolastico, misto al mio francese altrettanto scolastico misto a qualche divagazione veneta, spiego la situazione e lei, gentilmente si offre di chiamare il suo amico meccanico che nel giro di10 minuti è già sul posto per dirmi che... ci vorranno un paio di giorni perché il mio Van resusciti! 

Il poverino necessita di un pezzo di ricambio che può arrivare solo dalla città di Bruxelles. Oh, cavoli ed io che faccio? Scarlett la "Signora delle anatre" mi dice che se voglio può ospitarmi nel suo b&b... anche se è stagione di chiusura a patto che l'aiuti con le sue beniamine. Accetto al volo perché essendo educatrice me la caverò benissimo con le sue bambine!

Arriviamo nel suo cottage che si trova alle porte di Bruges, una cittadina medievale meravigliosa. Con i canali ed un'atmosfera del tutto particolare... da quel che posso notare dai primi sguardi.

Mi fa vedere dove alloggerò e poi mi chiede se sono pronta ad aiutarla. Annuisco e la seguo non vedo l'ora di conoscere le sue creature, speriamo siano dolci come lei. Attraversiamo il cortile e ci dirigiamo verso una stalla... wow, sicuramente staranno giocando con gli animali della fattoria e... magari ci sono pure i cavalli... Io adoro i cavalli, che bello!

Quando entriamo non vedo bambine e nemmeno cavalli, ma anatre starnazzanti in gran quantità! Ripenso a quello che ha detto... che abbia confuso "beniamine con bambine"? Scarlett mi dice che devo aiutarla a portare le sue "beniamine" le anatre, alla fattoria del signor Victor che sta dall'altra parte della cittadina. Ok, che sarà mai... Sono una piratessa che comanda una ciurma di filibustieri e mi faccio spaventare da qualche paperella? Sicuramente se fossero state bambine avrei avuto più argomenti ma... Ok, ci avviamo.

 

QUACK... QUACK... QUACK...

Certo che fanno una confusione pazzesca. Ecco cosa intende Editor quando mi dice che starnazzo! Il solito esagerato!

Ad un certo punto cominciano ad essere un po' troppo invadenti ...si decisamente troppo. Accelero il passo e loro dietro di me... oh cavoli ho l'impressione che mi vogliano pure beccare. Anzi dopo la prima beccata nel sedere ne ho la conferma! "Ahia! mi hanno beccato" Urlo a Scarlett che ride e prosegue...

GRRRRRR

Qui la situazione non è per niente simpatica. Così comincio a correre... ovviamente rincorsa dalle anatre. La gente del paese mi guarda tra l'inebetito e il divertito ed io non so che fare. Mamma mia che figura da oca! ops anatra! 

Forse l'unica via d'uscita è rifugiarmi alla svelta dentro quella chiesa. Entro e chiudo in frettissima la porta alle mie spalle lasciando le arcigne donzelle fuori. Respiro a fondo e vado a sedermi sul primo banco.

Chiudo gli occhi un attimo per riprendere fiato e... quando li riapro... Meraviglia! Resto senza parole. Questa chiesa è stupefacente. 

La chiesa di Nostra Signora (in neerlandese Onze-Lieve-Vrouwekerk) è una chiesa parrocchiale cattolica. La torre misura 122 metri di altezza ed è la più alta del Belgio dopo quella della Cattedrale di Anversa. Dovete sapere che proprio qui si può ammirare l'unica scultura di marmo, fuori dal territorio italiano di Michelangelo, "La Madonna col Bambino". 


Infatti eccola. E' proprio lì che mi aspetta. Non mi capacito, sono frastornata perché non avevo calcolato di trovarmi qui, di fronte a lei! Ma le mie stelle probabilmente sì. 

Mi avvicino lentamente e tremante. E vengo completamente assorbita dall'energia e dalla bellezza che questa opera emana verso di me. La Madonna di Bruges è una scultura marmorea (h 128 cm) databile al 1503-1505 circa è conservata nella navata laterale destra della Chiesa.

Dovete sapere che nei primissimi anni del Cinquecento Michelangelo era di ritorno a Firenze dopo i successi ottenuti a Roma. L'artista era impegnato nella difficile realizzazione del "gigante" del David, opera allora avvolta dal mistero e nei confronti della quale tutta la città era in trepidante attesa.

L'impegno ufficiale non impediva però all'artista di dedicarsi anche a un nutrito gruppo di committenti privati, fiorentini e non, tra i quali figurava anche la famiglia dei Mouscron (italianizzati in "Moscheroni"), mercanti fiamminghi di tessuti. 

Essi commissionarono all'artista una Madonna col Bambino da collocare nella loro cappella di famiglia a Bruges. 

L'opera venne imbarcata quasi segretamente a Livorno verso il 1506, come testimoniano alcune lettere dell'artista indirizzate al padre e ad un certo Giovanni Balducci, incaricato della spedizione. La segretezza era dovuta al fatto che l'artista era in ritardo con la consegna di opere con altri committenti importanti. Pensate che il lavoro venne pagato la straordinaria somma di 4000 fiorini. Una fortuna per i tempi!!!

In quest'opera Gesù è in piedi, quasi senza sostegno, tenuto lievemente dal braccio sinistro della madre, e pare che stia per muovere i primi passi verso il mondo. Al contempo, lo sguardo di Maria non è rivolto al figlio, ma pare assente e rivolto verso il terreno, come se lei già fosse a conoscenza del destino di Gesù, che ha potuto intravedere nella lettura delle profezie delle Sacre Scritture, alle quali rimanda il libretto chiuso che tiene nella mano destra. 

Dire che è incredibilmente emozionante trovarsi al cospetto dell'unica opera di Michelangelo uscita dal territorio italiano è poco.

Da lontano sento pronunciare il mio nome. È la "Signora delle anatre" che è venuta a cercarmi. 

Vado verso di lei e mi scuso per essermela data a gambe e lei ride. Mi prende sotto braccio e mi dice che mi perdonerà solo se parteciperò al grande concorso culinario del paese indetto per il giorno dopo. 

Non posso rifiutare è troppo buona e gentile, solo che chi glielo dice che come cuoca sono un po' un disastro? Ok mi farò aiutare da Mr. Gallery lui si che ne sa a pacchi e se ne intende.

Ma cosa bisognerà cucinare?

Ovviamente "Canard farci"  che tradotto significa "anatra ripiena"...Aiuto!!! Help me! Ne vedremo delle belle!

To be continued...

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lunedì 23 novembre 2020

Pensieri liberi anzi... Pensieri Libri




 A proposito di libri.

Quando ero piccola nessuno mi ha mai letto una favola. Le classifiche favole o libri per bambini a casa mia non andavano di moda. Strano, perché mio padre è sempre stato un grande lettore e di libri per adulti ce ne sono sempre stati a migliaia!

Il primo libro personale di favole che ho avuto in dono sono state le favole di La Fontaine, avevo 8 anni. Poi a casa avevo i "Quindici", chi non li ha avuti, che includevano un libro con la raccolta di storie favole e fiabe. Quello mi ricordo l'ho sfogliato spesso perché mi piacevano le illustrazioni, soprattutto della fiaba di "Rosaspina" ricordo bene i colori sul rosa, lilla viola e blu. Avrò sfogliato questo libro centinaia di volte e finalmente quanto sono stata in grado di leggere mi sono letta la fiaba da sola. Bellissima.

Poi per anni la lettura è andata nel dimenticatoio . C'era lo studio che portava via troppo tempo. E il tempo libero preferivo  occuparlo giocando, ascoltando musica e guardando i miei cartoni preferiti.

Quando alle medie e alle superiori mi davano libri da leggere per poi fare la "famosa e tanto odiata scheda del libro" per me era una fatica immane affrontarli. 

Nel momento in cui non sono più stati obbligatori la passione per la lettura è risbocciata e lì ricordo le estati passate a leggere sotto gli alberi del mio giardino in ogni mio momento libero e le lunghe notti d'inverno passate sotto le coperte con la torcia.

Ho trovato questa mattina una frase fantastica "Entrai nella libreria e aspirai quel profumo di carta e magia che inspiegabilmente a nessuno era ancora venuto in mente di imbottigliare ".

Quando entro in una libreria resto quasi frastornata talmente la mia curiosità è presa in ballo se potessi passerei le ore a sfogliare e ad annusare le pagine dei libri che più mi attirano, vuoi per il titolo, vuoi per la copertina ed i suoi colori, vuoi per quella strana energia attrattiva che solo alcuni volumi possiedono. 

I libri antichi poi... mi fanno letteralmente impazzire. Non so cosa pagherei per vedere una di quelle biblioteche storiche con scaffalature altissime ricoperte di libri.

Quando apro un volume imparo sempre qualcosa di nuovo e immancabilmente mi emoziono.

Adoro i libri, adoro i libri romantici, adoro quelli che ti insegnano a vivere e a crescere, adoro i libri per bambini e ultimamente divoro i libri che parlano di arte.

Quando è nata la mia piccola "pesticciola" mi sono fatta regalare tantissimi libri da poterle leggere e tantissimi li ho comprati io per lei e per me. Le ho letto da quando è nata e lo faccio tutt'ora  perché penso che oltre ad essere utile a lei per crescere sia utile per me per colmare di bellezza la mia anima. Sono una coccola tra madre e figlia unica ed ineguagliabile. 

Ecco oggi mi andava di condividere con voi qualche pensiero così....


sabato 21 novembre 2020

Dramma al Museo Picasso!



Dopo aver quasi accidentalmente strozzato il primo cittadino di Parigi (la foto uscita sui rotocalchi francesi è esilarante... ed io sono venuta benissimo!) quest'ultimo mi ha caldamente invitato a proseguire il mio tour in altri lidi... ma fuori da Parigi...

Strano, sembrava quasi leggermente risentito... Come se mi volesse spedire a quel paese... uhmmm... "Permalosetto l'omino". In fondo è stato solo un piccolissimo incidente. Niente di personale... insomma... cose che succedono... a me!

Mah, valle a capire queste "primedonne"! 

Comunque sono riuscita a convincerlo che solo dopo la mia visita al museo Picasso lascerò questa splendida "Ville". E lui, assicurandomi una "scorta" a mo' di "sorvegliato speciale", ha accettato. E' buffo dormire sul Van, nel centro di Parigi, circondata da auto "Civetta" della polizia... io immaginavo di dormire un giorno ai margini di un bosco con le "Civette" quelle vere che mi facevano compagnia... Mah, c'est la vie!

Editor dopo essersi scusato mille volte con tutto l'entourage del sindaco,  avermi tenuto il muso per un po' e avermi insaccato di "dolci paroline", finalmente ha voltato pagina anche perché come ha affermato: "peggio di così non può più succedere nulla..." Editor, Editor... ne sei proprio sicuro? Mai dire mai...

Comunque facendo gli appropriati scongiuri e riascoltandomi tutte le sue estenuanti raccomandazioni: "non toccare nulla, stammi incollata, non fiatare,  non portare rossetti, non metterti i tacchi ecc..", la mattina seguente ci troviamo davanti all'ingresso e finalmente entriamo al Museo Picasso.

Sono emozionatissima. 

Picasso è un artista che mi ha sempre affascinato... non come uomo, troppo rude con le sue donne, ma come artista! Perché? Ma perché è stato il più geniale, il più grande, che nel corso della sua carriera ha cambiato diversi stili, mezzi espressivi  che ho imparato a conoscere in questi anni. E soprattutto oltre ad essere pittore è stato pure espertissimo creatore di ceramiche meravigliose. Su di lui ho pure scritto diverse volte, se siete curiosi cliccate QUI!  

La prima mostra sua, che ho visto è stata a Palazzo Reale a Milano: "Metamorfosi".  Sinceramente ora che sono qui non so cosa aspettarmi, perché già era stata magnifica quella, ma questo Museo... qui, nella "sua Parigi..." sono sicura mi sorprenderà ancora di più, me lo sento.

Infatti, già dalla prima sala resto senza fiato. Primo perché il palazzo è a dir poco strepitosamente bello, secondo perché ogni volta che giro la testa mi trovo davanti ad un'opera pazzesca che ho visto prima di ora solo nei libri e terzo perché... la presa stretta di Editor della mia mano per paura di lasciarmi libera, mi sta bloccando la circolazione del sangue!!!

Ad un certo punto, una piccolissima opera attira la mia attenzione. 

Mi fermo davanti come se ne fossi ipnotizzata. Editor mi asseconda visto che lui la conosce già benissimo.

 

L'opera in questione è "Due donne che corrono sulla spiaggia". 

Mi emoziono. Il soggetto è appunto due donne. Mi fanno pensare subito a me e a Zoe che corriamo gioiose sulla spiaggia. Il sorriso, le rotondità accentuate, la spensieratezza di questo atto così complice, e la presenza sullo sfondo del mare blu, inneggiano alla libertà, alla voglia di godersi  il momento, la vita, la natura. 

Riesco addirittura a percepire l'aria fresca e profumata di mare, di salsedine. Alle spalle gli odori della macchia mediterranea (essenze che adoro) e... mi viene la pelle d'oca tanto li sento forti e persistenti. Eppure, è solo un quadro. E che quadro!

Un quadro che scatena dentro di me l'indescrivibile.

Ascolto la mia audioguida che mi racconta  che: "è un dipinto a gouache su compensato (32,5x41,1 cm) realizzato nel 1922

Stoppo subito l'audio guida e chiedo a Mr. Gallery che cavolo significa... ehmmm cioè,  che cosa si intende per "a gouache". E lui, che non vede l'ora di sfoderare il suo eccelso sapere... lo chiamerò Vanesio... mi spiega che "Il guazzo, noto nella forma francese come "gouache", è un tipo di colore a tempera, reso più pesante e opaco con l'aggiunta di un pigmento bianco (per esempio biacca o gesso) mescolato con la gomma arabica. Il risultato è appunto un colore più coprente e più opaco rispetto al normale colore a tempera.

Perfetto. Riattacco la guida che mi racconta che nel 1924 una copia (10,4 per 11,7 metri) di questo quadro fu fatta dipingere dal produttore Djagilev come fondale di scena in occasione del balletto "Le train bleu". Tale copia è adesso parte della collezione del Victoria & Albert Museum di Londra.

Il piccolo quadro davanti a me, doveva fungere da schizzo per essere presentato al regista e raffigura due donne "enormi e scomposte" che corrono sulla spiaggia; il balletto infatti, celebrava il culto dello sport e del nudismo.

Le due figure, più che intente in una corsa a perdifiato, sembra stiano danzando. Il riferimento all'antichità è d'obbligo: il drappeggio rigido e fermo delle tuniche e i movimenti poco coordinati rimandano alle menadi danzanti dell'arte greca.

Nonostante le forme gonfie e sproporzionate, le due donne mantengono una carica di sensualità importante.

Wow, sono letteralmente scossa. Guardo Editor e con un gesto della testa, visto che non riesco a parlare tanto sono "ingroppata" (tradotto = commossa), gli faccio capire che possiamo proseguire la visita. Nella sala successiva  ci sono un'infinità di ceramiche. Sono una più bella dell'altra e sono tantissime.

Editor è costretto a lasciare la presa, finalmente, altrimenti rischiamo di fare un gran pasticcio. E non mi sembra il caso. 

Ad un certo punto mi chiama per farmi vedere una ceramica particolarmente curiosa e nel girarmi di scatto... la mia borsa Louis Vuitton (tarocca, ovviamente nessuno me l'ha ancora regalata... a questo proposito, vedi post cliccando QUI) va a sbattere contro una ceramica e... 

Scena a rallentatore

Editor vede la borsa che sta per sbattere. Comincia a correre e ad urlare "Nooooo... Cosa hai fatto!?!?!?! Attentaaaaa". Io non capisco.  Che ci sia un'ape che vuole pungermi? Che carino, che romantico... vuole salvarmi! Lui si lancia verso di me. Oh capperi... Ma che cosa sta facendo? Si vuole gettare ai miei piedi? Ma così mi ammazza! ...Altro che salvarmi dall'ape!

In quel frangente scattano tutti gli allarmi e lui prende con una "parata" degna di Buffon, l'opera al volo, che io sbadatamente ho urtato innarvetitamente. Così in men che non si dica... Me lo ritrovo lì davanti, sdraiato a pancia in su, con l'opera miracolosamente integra tra le mani! Wow che gesto atletico, che salvataggio! Sei un mito, Editor!

A quel punto però, un esercito di forze dell'ordine, a mo di scena finale del film Blues Brothers si è materializzata improvvisamente, puntando tanto di pistole e fucili contro Editor. 


 

Oh cavoli! Credo sia stato scambiato per un possibile ladro. Ok, lo ammanettato all'istante. Ora è sicuro: lo considerano un ladro!

Lo so, lo so, non dovrei farlo... ma... ma non è avvincente? E poi, quanto eroico è stato Mr Gallery? Per non parlare della sua AGILITÀ... non mi capacito visto la sua stazza! Sono SBALORDITA. E rivederlo in volo planante mi fa scoppiare a ridere!

Uhmmmm, dalla faccia che ha Editor in questo momento pure la sua è sbalordita. Ma lui, non ride!

Poverino, sta cercando di spiegare in francese misto a inglese e a parolacce italiane, insomma una sorta di nuovo esperanto, che si tratta di un clamoroso equivoco. L'ispettore di polizia sembra non capire. 

Ok è ora di intervenire. Tiro fuori il mio smartphone e faccio vedere loro chi sono e che sono l'eroina che solo 2 giorni fa, ha sventato un furto al Louvre e fatto arrestare il noto criminale...

Dopo qualche telefonata miracolosamente in cerca di conferme "smanettano" Editor.

Ecco, ho sbagliato! In questo momento avrei voluto che lo tenessero ammanettato! Giusto il tempo per potermela dare a gambe. mettermi a distanza di sicurezza... È alquanto irato. Si capisce non tanto dalle parole, in questo momento è muto, ma semplicemente dallo sguardo assassino e dal movimento impercettibile delle sue mascelle. Capperi! Eppure era stata una scena così gloriosa... Impavida... non capisco... non capisco come il suo umore possa essere nero. Tutto è andato a buon fine no?Per fortuna mi sono messa vicino al campanello d'allarme nel caso decida di sfogare la sua ira su di me... che sono del tutto innocente! Ok, si avvicina... è meglio che pigi quel pulsantino rosso... uno... due... e tre...

DRIIIIINNNNNN 

No! ancora una volta la sveglia!!! Che barba! 

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venerdì 20 novembre 2020

Io, Membership della Peggy Guggenheim Collection di Venezia




Questa mattina mi sono svegliata come al solito alle 6'30 e in quel momento avrei lanciato volentieri la sveglia fuori dalla finestra. Mi sarei rimessa a dormire molto volentieri da tanto ero assonnata. Poi come sempre, dovendo accompagnare la mia piccola pesticciola al pulmino, mi sono alzata ed entusiasta, mi sono detta "Ok, ho una mattinata intera a mia disposizione dove posso fare mille e più cose..."

Le ultime parole famose...

Sono le 11'33 e volete la verità? Credo di essere la star del "fancazzismo"... Ops, volevo dire... "Del dolce far niente"... Cavoli, cavoli e poi ancora cavoli! Non sono riuscita a combinare niente. O meglio, poco e nulla! Praticamente dalle 7 30 ad ora ho: 

- fatto una lauta colazione;

- telefonato alla mia amica, alla mia zietta, a mio fratello, al mio Editor e alla scuola di Zoe....;

- curato, lavato e vestito la mia persona;

- cincischiatato col telefono... che tradotto vuol dire essermi persa nei vari social...;

- e... e basta!!!!

Vi rendete conto? E sono le 11 e 33!

Insomma delle mille cose che avevo in testa ne ho fatte 4!!! E per di più devo ancora mettermi a scrivere il post per domani... E non ho ancora la più pallida idea di cosa vi parlerò  e sono sicura che tra un po' Editor  chiamerà dicendo: "Allora? Hai prodotto? No? E quando pensi di farlo questa notte?..." e via dicendo.

Ma a voi, capita mai di non riuscire a combinare niente? Il bello è che non mi sento triste anzi. Mi sento  come dire... "polleggiata" cioè in pace con me stessa, serena, perché so che la calma fa bene. 

Se penso a come ero "trottola" prima di ammalarmi. Ma soprattutto mi domando: come facevo???

Ora, quando Zoe è a scuola, ho un'infinità di tempo da dedicare a me stessa, a ciò che più mi piace e a ciò che mi fa stare bene! In poche parole, mi gusto letteralmente ogni cosa che faccio e, sarò sincera, non è poi tanto male. Anzi!

Però, a pensarci bene, una cosa importantissima l'ho fatta. Sentite un po'.

Mi sono iscritta ad un altro corso online di storia dell'arte e la cosa strepitosa è che per farlo ho prima dovuto fare richiesta di diventare una "Membership" dell'Associazione che lo organizza. E indovinate un po' qual' è tale associazione? Niente popò di meno che la Guggenheim Collection di Venezia!!!



Vi rendete conto ora sono una Membership!!!

Allora, già il titolo del corso è fantastico: "L'Arte è Vita". 

Voi forse non ci crederete ma per me questa frase racchiude un significato profondo importantissimo. 

L'Arte mi ha fatto riscoprire la vera vita, o meglio ha dato un nuovo senso alla mia. Una nuova direzione e una nuova spinta. È arrivata al momento giusto, si quando ero pronta per accoglierla, facendone buon uso.

 La mia voglia di apprendere, la mia curiosità innata hanno poi trovato un luogo sicuro, un porto sicuro ed estremamente stimolante, in cui affondare le radici, quelle radici che mi hanno permesso in questo lungo periodo "down" di trovare la forza e lo spirito giusto per apportare gioia e vitalità nella mia esistenza e affrontare questa dura prova. 

Se non avessi scoperto questa passione per l'arte forse sarei andata alla deriva, o forse no, non lo so. 

Imparare a guardare l'Arte e ad approfondirne la conoscenza, mi ha sicuramente insegnato a guardare tutto ciò che mi circonda con uno sguardo più attento. Pronto a cogliere l'essenza di ogni cosa che sia essa una foglia, un semino, un alito di vento, un profumo, un'essenza, un sorriso, uno sguardo, una morbidezza... 

So solo che sono felice di avere avuto questa occasione per migliorarmi e migliorare la mia vita e perché no, magari quella degli altri grazie al mio favoloso blog. 

Ritornando al corso, ecco cosa dovete sapere. Si tratta di un corso di storia dell'arte online, composto da due cicli di 4 lezioni ciascuno. A cura di Alessandra Montalbetti della Pinacoteca di Brera di Milano.



"Di tanto in tanto si trascura l'ambito profondamente stimolante dell'arte come fonte illimitata di idee per molti aspetti della realtà che sembrano estranei all'arte. Ci saranno otto conferenze che coprono l'arco di secoli ed esaminano temi che sono profondamente legati alla storia dell'arte, anche se non sempre immediatamente distinguibili."

"L'arte non può essere separata dalla vita. È l'espressione del più grande bisogno di cui è capace la vita."(Robert Henri).

Gli argomenti delle varie lezioni sono molto accattivanti: arte e alchimia, arte e pubblicità, arte e musica, arte e cibo... che ne dite? Potreste iscrivervi anche voi! Si tratta di investire un'ora del proprio tempo dalle 19 alle 20 del lunedì sera.

Pensateci! 

Comunque riflettendoci bene non è vero... non sono una "fancazzista" qualcosa di importante l'ho fatto: HO LAVORATO PER ME!

giovedì 19 novembre 2020

Sono una Star... anzi una Étoile!



Ed il sogno... continua... 

Momenti di gloria

Sono passati 2 giorni da quando grazie alla mia mia abilità di detective...  Ok, vabbeh, grazie al fato... ho sventato un possibile furto al Centre Pompidou. 

Tutte le testate giornalistiche più influenti mi cercano per farmi qualche intervista e scoprire qualche aneddoto in più. Ma questo mi sembra il minimo! 

Pensate che la casa cosmetica Dior mi vorrebbe testimonial per il "lancio" di un nuovo super rossetto... non ho capito se per "Lancio" intendano replicare ciò che mi è successo all'interno del Museo o se si tratta di una vera e propria uscita pubblicitaria. E come se non bastaste, le più grandi case di moda mi cercano anche per alcune "s-comparse" sulle loro passerelle! Che cosa vi devo dire... Si sono una Star... Anzi no, un'Étoile! 

Editor di tutto questo non se ne capacita ancora... Ma sotto, sotto, vedo che ha un sorriso sornione.

Da due notti siamo ospiti nella super suite del Ritz e oggi incontreremo addirittura il sindaco di Paris, che per ringraziarmi mi regalerà le "Chiavi della città"! In tutto ciò Editor è preoccupatissimo.

Non riesco a capire il perché. Mah...

Io invece sono strafelice, emozionata e per colpa di questa "fame nervosa" che mi assilla da qualche tempo ormai, mi sto spazzolando una super colazione a base di: omelette, baguette con paté e jambon, formaggi, frutta, croissant, uova e... una super selezione di bignè con la crema. 


Non si sa mai... Meglio rifocillarsi per bene, perché questi francesi per colpa della nouvelle cuisine il cibo te lo fanno vedere e basta! 

E poi dovrò cercare di scegliere la mise perfetta per incontrare il primo cittadino di Parigi! L'incontro è alle tre di oggi pomeriggio. Spero di farcela! Che bello non vedo l'ora!

Siamo pronti!

Ci infiliamo in un taxi e Mr. Gallery, che per l'occasione si è tirato a lucido, credo si sia messo 2 litri di profumo, comincia il suo ennesimo predicozzo. 

È da quando ha saputo dell'incontro col Sindaco che me ne fa uno ogni ora... Bah, che razza di malfidente... Cosa avrà mai da temere? Non capisco!

Io ormai nemmeno lo ascolto più. Anche perché sono attratta dalle vetrine di questa splendida città.  

Oh mio Dio! Ci sono pure i saldi... Mi sale un attacco di Shopping compulsivo che riesco a domare a stento... Ad un certo punto cosa vedo in una vetrina vintage? Quell'abito fantastico di Yves Saint-Laurent ispirato a Mondrian. Vi ricordate? Ci ho scritto pure un post (cliccate QUI  se non ci credete) e se fosse originale e non una delle tante repliche... vale una fortuna!

Non ci posso credere! Il cuore impazzisce... non ce la faccio... non riesco a trattenermi...

"SI FERMIIIIIIII!!!!!!!!" urlo al tassista. 

Lui guardandomi dallo specchietto come se fossi matta, obbedisce ed io scendo di corsa, dimenticandomi la borsa e... pure Editor. Mi fiondo nel negozio! Editor nel frattempo cerca di scusarsi col tassista e prima di scendere a sua volta per vedere cosa combino, lo implora di restare lì ad aspettare "questione di pochi minuti... spero..."

Io nel frattempo sono già dentro alla boutique che imploro la commessa di farmi provare il magnifico abito.

Lei mi guarda e mi riconosce al volo e dice "Ah, ma lei è...

"Si, si, sono io... La prego, la supplico, io devo provare assolutamente quel magnifico abito... quel capolavoro... quell'opera d'arte... la prego... ah, a proposito quanto costa?" Nel mentre Mr. Gallery è arrivato e vedendo il vestito scuote la testa dicendo "Non è possibile... non ne verremo mai fuori..."

La commessa guarda il cartellino e mi dice "95 mila euro ma per lei che è una VIP le farò 80 mila..."

Ok, è quello originale!

E... i miei sogni sono infranti in un nano secondo! Sono una artblogger, un'educatrice, non una multimilionaria... e poi con la crisi che c'è... e poi il covid... e... insomma, i miei risparmi sono ai minimi storici! Non posso permettermelo! Però.... Potrei chiedere ai miei pirati.... No meglio di no, a Editor? no, quello ha il braccino corto... Trovato! Potrei aprire una crowdfunding sul mio blog! Detto, fatto!

Non faccio neanche tempo a metterla sul blog, che subito qualche piccolo risparmio comincia ad arrivare...wow! Sono lusingata! Ad un certo punto mi arriva un messaggio: "Gentile Signorina sono il Sultano di un paese con il nome impronunciabile. Le sarei grato visto la sua fama, la sua bellezza, la sua femminilità ed il suo fascino... accompagnato da un ineguagliabile spirito battagliero, di omaggiarle il bellissimo abito di cui si è perdutamente innamorata.  Già lo vedo indossato da lei... la stella più luminosa del firmamento... la prego di accettare questo dono da questo suo umile servitore... accompagnato da un piccolo anellino di brillanti... che renderebbero più preziose le sue già magnifiche mani."

Wow ma vi rendete conto? Un Sultano!!! e poi che romanticismo... che generosità...

Poi in piccolo, c'è scritto un p.s. "Ovviamente in  cambio mi piacerebbe passare con lei una fantastica notte nel mio modesto pied a terre..."

Il mio entusiasmo a questo punto si sgretola! "Ma per chi cavolo mi ha preso? Brutto ceffo che non è altro, ma cosa pensa? Di comprarmi con un abito? Con un anellino? Ma stiamo scherzando? Di quanti carati ha detto? No! No! e poi No! ...con chi crede di avere a che fare quello lì!"

Nel frattempo Editor sta ridendo come un matto. Ed io mi sto inalberando ancora di più! Sapete che vi dico? Non lo voglio più! Non me ne frega niente! Tanto con il mio fisico ed il mio fascino... anche uno straccetto... Mi rivesto come un fulmine. Prendo Editor per mano e lo trascino fuori e se non la smette di ridere rischia la decapitazione come Maria Antonietta. Usciamo dal negozio. Il tacco 12 che ho messo per l'occasione, comincia a darmi un po' di fastidio. Fortuna che il taxi è qui che aspetta. Saliamo e riprendiamo la nostra corsa... e di corsa! Perché siamo in super ritardo, mancano 5 minuti. 

Editor comincia a fare discorsi del tipo "Con te mai una volta che le cose si possono fare tranquillamente... Mannaggia... Bisogna sempre arrivare al limite! Ogni volta ti inventi qualcosa di nuovo per..." la sua faccia è proprio tirata. Credo che questa volta sia proprio arrabbiato...

Scendiamo dal taxi al volo e cominciamo a correre su per la lunga gradinata del Comune. Per agevolare la mia corsa decido di togliermi le scarpe... ecco così va meglio! Volo!

Quando vedo il Sindaco sventolo per aria le mie mani in modo che mi veda. Solo che... ancora stringo le scarpe per i tacchi e... in quel mentre, una schiera di fotografi si gira e comincia a scattare... Click... Click. 

Faccio il sorriso più bello che ci sia mentre Mr. Gallery sottovoce e a denti stretti mi intima di infilarmi le scarpe invece di tenerle in mano come delle bandierine. Ah giusto... le scarpe, i miei tacchi 12! 

Ehmm, me ne ero scordata. Il sindaco mi guarda e sorride. Io ricambio e dopo essermi rimessa le mie favolose Jimy Choo (tarocche), mi avvio e quando sono difronte a lui, uno dei miei tacchi cede e si stacca! Cado, e aggrappandomi alla cravatta del primo cittadino rischio di strozzarlo!

Ovviamente scatta lo scoop....

I fotografi scattano. La sicurezza interviene. Editor resta inebetito! Io rischio di nuovo l'arresto...

Sento già il DIN DIN delle manette... ah no! E' la sveglia...


mercoledì 18 novembre 2020

Il Van "rubato", Mirò e il Rossetto Dior


 

Ed il sogno continua...

Dopo aver passato la nottata al distretto di polizia cercando di spiegare in un francese strascicato che ci era stato concesso di visitare il museo dal direttore in persona (che in quel momento era irrintracciabile perché aveva il telefono spento, mannaggia a lui!!!) Editor mi ha riaccompagnato al parcheggio del Van per darmi una rinfrescata e... O Santa Polenta!!! Il Van non c'è più! 

Me lo hanno rubato!

Ho il cuore in gola "mi hanno rubato il  Van... me lo hanno rubato..." esclamo con un misto tra terrore e incredulità "Non ci posso credere!" ed inizio a singhiozzare...

Editor guarda bene e poi col suo fare pomposo dice "Certo è che se tu non lo avessi parcheggiato in divieto di sosta magari non te lo avrebbero... sequestrato!" e con superiorità mi indica un cartello con su scritto "divieto di sosta, rimozione forzata!"

"Ma ieri non c'era quel cartello! Ne sono sicura! Cioè... quasi sicura.... va bene forse c'era, ma la stanchezza del viaggio e l'euforia della serata... Ok, ok, hai ragione tu." Non potete immaginare quanto mi costi ammettere che ha ragione. GRRRR Che rabbia!

Passiamo le due ore successive alla ricerca dell'autorimessa che ha in "ostaggio" il mio gioiello e dopo aver sborsato ben 250 euro finalmente lo posso riabbracciare.

Editor quest'oggi vuole portarmi in un posto magnifico: il tempio dell'arte moderna e contemporanea "De la ville de l'amour " le Centre Pompidou.



Arriviamo lì davanti. Resto a bocca aperta! L'edificio che ho sempre visto nel mio libro di francese delle medie e superiori finalmente è qui di fronte a me. Ed è spettacolare. 

Sto scalpitando, non vedo l'ora di entrare ma... prima Mr. Gallery mi fa una predica, come se fossi un'adolescente.

"Mi raccomando questa volta cerca di comportarti come si deve. Non toccare nulla, non inciampare, non fare domande assurde alle hostess delle sale, non inciampare ah l'ho già detto... insomma profilo basso! non facciamoci riconoscere... d'accordo?"

"Ufffi, neanche fossi una criminale..."

"Scaramacai è già abbastanza! E con te non si può mai sapere".

Ecco Editor è sempre esageratamente catastrofico! Neanche avessi combinato chissà che cosa.

"Ok, prometto che sarò un'artblogger modello"

Finite le prediche chilometriche finalmente entriamo. Waw è a dir poco spettacolare. Vedo opere importantissime che ho sempre visto nei libri o online. 

E poi, ad un certo punto, arrivo in una sala dove c'è il famosissimo trittico Bleu I, II, III di Mirò. Resto letteralmente senza fiato! Io non me lo immaginavo così grande. Mi sento immediatamente avvolta, cullata, immersa in questo blu. 


Blue I, II, III è un trittico creato nel 1961. Si tratta di una serie di 3 dipinti a olio astratti dell'artista moderno spagnolo Joan Miró. I dipinti si chiamano Blue I, Blue II, Blue III e sono simili. Sono tutti dipinti di grandi dimensioni di 355 cm x 270 cm ciascuno.


Per Miró questo colore ha avuto un significato speciale. Per lui questo blu infatti era il simbolo di un mondo di sogni cosmici, uno stato di incoscienza in cui la sua mente scorreva chiara e senza alcun tipo di ordine. Questo blu era il colore di una notte surreale ed eterea, una notte che incarnava l'unico luogo in cui i sogni potevano esistere nel loro stato più crudo, non toccati e non censurati dal pensiero cosciente e razionale. 

I dipinti astratti di Miró trasmettevano i suoi sogni e il suo subconscio, e spesso parlava di dipingere liberamente senza averne veramente il controllo; piuttosto, lasciando che i pensieri fluidi e i cambiamenti della sua mente muovano il pennello attraverso la tela, una tecnica chiamata "automatismo psichico". Bleu II esemplifica il suo stile distinto; l'artista utilizza pennellate rade e uniformi su tutta la tela, conferendo all'enorme distesa del dipinto una sensazione ancora più vuota, enfatizzata ancora di più dal distinguibile blu sognante dello sfondo.

Pensate che il primo libro di arte che ho regalato a Zoe è proprio " il giro del cielo" di Joan Mirò e Daniel Pennac e una delle opere di riferimento è proprio questa. "Questo libro ha come protagonisti un padre e una figlia che giocano insieme a inventare una storia guardando dei quadri. 12 celebri quadri di Mirò illustrano un fantastico viaggio di una bambina al di là del cielo. Una storia iniziata dalla figlia e continua ta dal padre, in un dialogo intenso, affettuoso è pieno di confidenze che parla di infanzia, attraverso un immaginario album di famiglia. Un gioco ricco di poesia e di creatività per leggere e amare l'arte."

Esco dalla sala fortemente provata. Le mie emozioni sono state messe in gioco per benino... ora ho bisogno di respirare e, di riassettare un po' il mio aspetto. 


Quindi con nonchalance tiro fuori dalla borsetta il mio rossetto Dior e proprio sul più bello... mentre sto per metterlo sulle mie dolci labbra... mi scivola di mano cadendo rovinosamente per terra. "Noooo il mio rossetto!" Esclamo quasi urlando! 

In quel mentre un uomo un po' di corsa (cosa ci farà mai di corsa da queste parti...) ci scivola sopra  cadendo a terra e sbattendo pure la testa! E con mio orrore urlo per la disgrazia appena avvenuta "Oh no lei ha spiaccicato il mio rossetto  per terra maleducato che non altro" e presa dall'impeto gli do pure una borsettata!!! Editor è allibito... Guardo il mal capitato alquanto intontito che cerca invano di rialzarsi, ma in quel momento arrivano 2 guardie della sicurezza e lo bloccano. 

C'è un momento di tafferuglio. Io e Editor ci guardiamo senza capire. Ora, arrestarlo perchè mi ha rovinato il rossetto, mi sembra eccessivo! Però quel signore viene veramente ammanettato. Poi le guardie si girano verso di me. Oh cavoli ecco, questa volta mi arrestano veramente. E solo per il mio Rossetto! 

Editor mi guarda e dice: "E no è? E ora che succede?". 

Il poliziotto mi guarda dicendo: "Scusi mademoiselle, è suo il rossetto?"

"Ehmm... no, sono innocente... cioè si... si certo è mio ma non ho fatto nulla e... è pure firmato! E' un rossetto Dior, capperi!"

 Editor sta per svenire mentre il gendarme dice: "Mi dispiace molto per... ehmm per il suo rossetto,  ma vorrei farle sapere che grazie al suo "Dior" siamo riusciti ad arrestare uno dei ladri più ricercati degli ultimi tempi!"

 Resto di stucco. Editor compreso.

 Non ci posso credere. "Quindi non sarò arrestata! Dice davvero? Evviva! Sa credevo che.... Ehi? Ma ora, il mio rossetto chi me lo ripaga?"

 "Visto l'atto eroico intrapreso la onoreremo  facendole pervenire una collezione di rossetti direttamente da Maison Dior!! Ovviamente dovrà rilasciare anche qualche intervista, qualche dichiarazione foto ect. ect. Visto che era mesi che cercavamo di acciuffarlo!"

 Editor non crede alle sue orecchie. Per una volta tanto non può sgridarmi! Questa volta il mio comportamento è stato ineccepibile! O quasi...

 Ora che ci ripenso... ma vi rendete conto? Sarò sulle più importanti riviste patinate di Francia e dintorni... Oh cavoli! 


Devo assolutamente fare shopping e prendermi qualcosa di adatto per le foto e poi devo farmi rifare trucco e parrucco e poi... cos'è questo scampanellio? Un altro allarme? Ancora?!?

No... purtroppo è la sveglia!...

 

 

martedì 17 novembre 2020

Al Louvre per la NIKE

 

 Giuro! Non sono narcolettica! Anche se questa cosa dei sogni mi sta sfuggendo di mano... 

Ieri ho sognato di essere a Parigi... e appena mi riaddormento...

 

Sono esterrefatta. Partecipare a queste riprese è stato interessantissimo. Un orologio lì vicino batte la mezzanotte. 

I protagonisti della performance se ne sono andati in fretta e furia, neanche il tempo di presentarmi allo skeatborder... e la troupe sta già riordinando tutto il materiale.

Editor tanto per cambiare sta parlando con qualcuno. Uhmmmm, prevedo che sarà lunghetta visto quanto è prolisso lui.... Ed io, stanca ed un po' affamata sto sgranocchiando una barretta ai cereali un po' troppo rinsecchita e sana per i miei gusti! Qui ci vorrebbe un bel doppio cheeseburger, altro che quest'affare qui! 

Oh miracolo! Editor si sta avvicinando a me. Era ora!  E lo segue pure quel signore con cui stava parlando... chissà chi sarà mai. 

"Ecco  ho il piacere di presentarle la Artblogger di cui le parlavo poco fa.... Valeria ti presento il Direttore del Louvre... Monsieur Jean-Luc Martinez"

Per poco non mi soffoco... ho la bocca piena di cereali secchi per giunta! Che si sono incollati ai denti, anche! Uhmmm... Maledetti staccatevi (Inutile che ridete! A voi capita mai? Beh, a me si sempre!!!). 

Non riesco e non voglio aprire la bocca, perché devo ancora deglutire il malloppo. Si insomma la "mappazza"!

Editor mi fulmina con lo sguardo. E con un sorriso alquanto forzato mi impone di dire qualcosa. Ma come faccio?... il momento è imbarazzante. Il suo sguardo omicida mi fa deglutire il tutto in un nano secondo. 

Faccio il più bel "sorriso a bocca chiusa" che si possa immaginare e quando dico "Wow, è un onore ed un piacere per me conoscerla Direttore" tre semini di avena partono dritti dritti a velocità supersonica e si vanno a spiaccicare sul bavero di Monsieur Martinez!  Mi viene da ridere ma non posso.  Ok, ora Mr. Gallery è furioso. Direi molto furioso. Fortunatamente il Direttore del Museo sembra non essersi accorto di nulla o per gentilezza ha fatto finta di non vedere...

Da gentil uomo quale è, mi fa il bacia mano...  (Orso ehmm, Editor impara!) e parte con una raffica di complimenti: sul mio blog, sul mio modo alquanto bizzarro di conoscere e divulgare l'arte e su quanto sia elegante e raffinata... Ok questo dopo la figuraccia fatta, forse era un po' forzato, ma sull'eleganza niente da replicare, ha perfettamente ragione! Tié!

"Quindi" continua il direttore guardando entrambi "Ora siete liberi per un'ora di entrare al museo e andare a vedere l'opera che più vi interessa. Un'ora non di più, mi raccomando..."

Il mio cuore sta impazzendo non ci posso credere! Sta succedendo a me? Guardo il Direttore mi do un pizzicotto sulla guancia (non si sa mai che sia solo un sogno) e lui è ancora lì. 

Lo guardo, mi guarda un po' perplesso e... lo so, non posso non farlo... anche lo sguardo di Editor mi implora di non farlo... troppo tardi! La contentezza è troppa e non resisto! Con un salto abbraccio forte il Direttore e gli stampo un bacio sulla guancia, dicendogli: "Grazie, grazie e ancora grazie! Lei non sa cosa significhi per me!".

E lui in risposta, si ok, un pochino imbarazzato, dice: "questo è proprio spirito italiano!" E ride soddisfatto.

Editor è rimasto senza parole o forse si sta trattenendo, lo guardo e gli dico: "Allora? Sei pronto? Su, andiamo!" 

Entrare di notte in un museo è al tempo stesso inquietante e affascinante. Il silenzio esalta il rumore dei nostri passi, del nostro respiro, del nostro battito cardiaco. Che ora è alquanto accelerato.

Confesso di essere un po' intimorita, perché la luce è soffusa e le sagome delle sculture in certe stanze creano ombre spaventose. Con Editor qui a fianco però, mi sento protetta. Come non sentirsi al sicuro con un vecchio orso... ehmm, no volevo dire vecchia quercia saggia e forte.

Lui sa benissimo cosa voglio vedere e vi stupirò! Si, perché non ho scelto la Gioconda di Leonardo, bensì un'altra opera che secondo me mi rappresenta. 

Arriviamo alla base di una lunga gradinata la scala Daru e qui resto folgorata.

La NIKE  di Samotracia si erge maestosa in tutta la sua bellezza in cima alla scala. 


Guardo negli occhi Editor e i miei cominciano a tremare e ad annebbiarsi e due gocciolone scendono sulle guance. Per una volta Editor non dice nulla e con il pollice della mano me le asciuga e poi mi indica di andare a gustare l'opera da vicino. Presto fatto! Sono già in cima alla scala. "Non toccarla mi raccomando... trattieniti!"

Questa scultura è stata fatta a Rodi nel 190 a.C circa da Pitocrito.

Quest'ultimo scolpì la Nike (Νίκη) in occasione della vittoria della lega delio-attica durante la battaglia dell’Eurimedonte contro il re siriano Antioco III.  Il governo della città decise così di ringraziare i Grandi Dei Cabiri costruendo un grande tempio a più livelli. La statua della Nike si trovava proprio alla sommità dell’edificio religioso.

Nike secondo la mitologia greca era una giovane dea alata figlia del titano Pallante e della ninfa Stige. I Greci veneravano Nike come personificazione della vittoria nello sport e nella guerra. Infatti la traduzione del nome in italiano è Vittoria. 

Si dice che questa statua rappresenta quell'ornamento scultoreo presente nella prua dei velieri. 

Ecco perché mi fa impazzire perché mi rappresenta! Intendiamoci non per lo sport ovviamente!

La dea, vestita con un leggero chitone,  è scolpita nel pregiato marmo pario, la dea posa con leggerezza il piede destro sulla nave, mentre per il fitto battere delle ali, che frenano l'impeto del volo, il petto si protende in avanti e la gamba sinistra rimane indietro. Le braccia sono perdute, ma alcuni frammenti delle mani e dell'attaccatura delle spalle mostrano che il braccio destro era abbassato, a reggere probabilmente il pennone appoggiato alla stessa spalla, mentre il braccio sinistro era sollevato, con la mano aperta a compiere un gesto di saluto, oppure a reggere una corona.

A dire il vero immedesimandomi mi vedo io vittoriosa con la spada sguainata in aria sulla prua del mio vascello! Sono o non sono una Piratessa? E scusatemi se  è poco!

Curiosità.
Il riferimento più plateale alla Nike ai giorni nostri si ha con il logo della Nike, società statunitense presente nel settore nel mercato dell'abbigliamento sportivo. Carolyn Davidson, per realizzare il marchio Nike, si ispirò esplicitamente a una delle ali della statua, per poi farne una stilizzazione: fu così che nacque il simbolo dell'azienda, lo Swoosh.

Vedere quest'opera dal vivo è talmente surreale incredibile  che non mi rendo conto che l'ora che avevamo a disposizione è già terminata. 

Mi dispiace dovermene andare, perché questo museo meriterebbe di essere visto per tutta la notte. E forse anzi, senza il forse, non basterebbe. 

Ammetto comunque di essere un po' stanchina. E' stata una giornata impegnativa. Tornando velocemente verso l'uscita, nella penultima stanza inciampo e cado a terra come una pera cotta e la mia borsetta "super chic" va a sbattere contro il piedistallo di una scultura!!! Oh, capperi! Povera borsetta... speriamo non si sia sgualcita. 

Ops... Editor mi guarda terrorizzato, perché le ultime parole del direttore erano state: "Mi raccomando non toccate nulla, altrimenti scattano gli allarmi.. e sarebbe un bel guaio... perché si mobiliterebbe in automatico il quartiere generale della polizia di Parigi...ma tanto che ve lo dico a fare, di voi esperti dell'Arte mi posso fidare!"

Passano 3 lunghissimi ed interminabili secondi... Non succede nulla. Editor si rilassa e respirando esclama "Meno male, ci mancava solo l'essere arrestati per completare in bellezza la giornata..." con la sua ultima parola DRIIIIIINNNN DRIIIIIINNNNNNNNN... scatta l'allarme e... Ah no, è la sveglia!