sabato 8 agosto 2020

Walter De Maria a Treviso! Ma dai! Non è possibile!

2 agosto 2020

Tempesta dentro...

Tempesta fuori...

Sono in auto. E' sera. E' tardi.

Alla guida mio fratello. Prima di salire in macchina annuso l'aria... è umida, c'è un caldo atroce. Di quelli che ti fa sudare solo al minimo respiro. Ma qualcosa nell'aria sta cambiando, lo percepisco... è palese. 

Questo è l'ennesimo viaggio verso un pronto soccorso. 

Oramai non sopporto più la stessa parola: "PRONTO SOCCORSO". 

Edo che vuole tirarmi su il morale mi dice "Benvenuta a bordo signorina, per godere di un fantastico viaggio in direzione Treviso. Abbiamo notato con piacere che la meta è di suo gradimento visto la sua smania di tornarci appena può. Per rendere il tragitto più confortevole, abbiamo attrezzato il mezzo di ogni confort... basta chiedere e se sarà fortunata, a breve potrebbe vincere pure l'ennesimo soggiorno nell'Hotel a 5 stelle, "Ospedale di Treviso" con servizio extra lusso superior!"

Ad aggiungere ironia e sorrisi all'evento, mi vengono in mente le attività sportive che il mio Editor ogni volta mi elenca parlando dei miei recenti soggiorni al "5 stelle": lancio della dentiera, corsa ad ostacoli col palo della flebo, sagra della vena varicosa, lancio del catetere e via dicendo...

Un principio di risata nervosa, isterica, arriva. Ma purtroppo viene subito soffocata dalla tensione che in questo momento attanaglia tutto il mio corpo. 

Tre ore e mezzo dopo sono seduta di nuovo in macchina. Questa volta il soggiorno non l'ho vinto! Meno male... Sono super felice!

Quando il medico mi ha detto che potevo tornarmene a casina l'ho guardato dicendo: "Sta dicendo sul serio, non è uno scherzo vero? Non sto sognando?" Lui mi guarda perplesso (o cavoli, ho sbagliato! Ha sbagliato!!! Forse ci sta ripensando...) Poi fortunatame, mi fa un sorriso, mi accarezza la testa e dice "Può andare a casa... quella è la porta!".Vorrei abbracciarlo ma sarebbe sconveniente!

Quando esco, nel buio della notte, comincia a scendere qualche goccia. Io godo nel sentire le goccioline che mi bagnano il viso, i capelli... mi fanno sentire ancora più viva.

Edo mi sta aspettando. Ha un sorriso raggiante. E' felicissimo di riportarmi a casa.

Mentre siamo in autostrada il cielo comincia ad illuminarsi. In quegli istanti si vedono le varie forme delle nuvole che hanno deciso di darsi un appuntamento sopra ed intorno a noi, per una specie di spettacolo pirotecnico... In quel momento si scatena la tempesta. Adoro poter ammirare questi fenomeni atmosferici. E' come se ciò che prima era dentro di me ora si stesse palesando fuori! Soprattutto perché mi sento al sicuro e posso godere a pieno dell'intero spettacolo. Cominciano a comparire i primi fulmini che per ora sono abbastanza normali ma ad un certo punto, sembra che qualcuno lassù abbia deciso di sbalordirci e cominciano a cadere fulmini impressionanti, verticali, orizzontali, a forma di radice... sopra, di lato, a destra, a sinistra... talmente frequenti da lasciarci senza fiato.

Questaa scena mi ricorda qualcosa e, senza rendermene conto, ad alta voce dico..."ma si Walter De Maria!". 

Edo, che è intento a guidare tutto concentrato sotto questa pioggia torrenziale dice: "Ecco, ti pareva che pure qui, tu ci trovi l'arte!". 

Io sono elettrizzata e parto entusiasta a parlare a raffica di questo personaggio. Non mi sembra vero. Posso parlare di Arte in una situazione così paradossale!

Walter De Maria, è stato uno scultore statunitense, ovviamente di origine italiana visto il cognome, ed è considerato uno dei massimi esponenti della Land Art.

Tra gli anni 60/70 comincia ad intervenire sul territorio con le sue "monumental sculptures". Nel '68 per esempio, disegna con la calce delle linee parallele all'interno del Mojave Desert, in California, mentre nel '77, in occasione di Documenta, la grande rassegna di arte contemporanea che si svolge a Kassel in Germania, ogni cinque anni, fa penetrare nel terreno un'asta metallica per un chilometro.

La sua opera più famosa, però, rimane The Lightning Field del '77. 

In questa monumentale installazione, posta in un angolo remoto del deserto del New Messico, De Maria cerca la complicità della natura per mettere in scena un evento sempre straordinario. Dopo aver conficcato in verticale nel terreno 400 pali metallici appuntiti, su un'area di circa 3 chilometri quadrati, ne sfrutta l'effetto-parafulmine durante i temporali, raccogliendo e moltiplicando la potenza dei fulmini creando un grandioso spettacolo  di luce.



L'installazione è visitabile da maggio a ottobre e il flusso turistico è regolato da norme molto rigide. Dopo un viaggio di circa due ore, i pochi visitatori, sei per l'esattezza, ammessi di volta in volta, vengono sistemati in un ambiente di tre stanze a quaranta minuti dall'opera. All'altipiano si giunge su un fuoristrada ed è vietato fare fotografie e fare riprese con la telecamera. E' "SOLO" un'esperienza emozionale.

Pagherei oro pur di essere tra quei pochi fortunati che vi possono accedere.

Quando le condizioni meteo sono favorevoli e si formano i tipici nuvoloni che precedono un temporale, si possono ammirare tantissimi fulmini schiantarsi al suolo, attratti dai quei "semplici" pali di metallo.

Ora io ho presente solo le foto che ho trovato in rete, ma dopo lo spettacolo che ho visto questa sera, mi piacerebbe tanto avere l'occasione di vedere dal vero l'opera di De Maria!

Edo resta stupefatto dal mio racconto ed io sono convinta che in questo istante entrambi siamo protagonisti e spettatori di una grande performance messa in scena dalla natura stessa!

Tutta la tensione è svanita e ha lasciato il posto all'euforia, al divertimento, alla sorpresa di vedere come sarà il prossimo fulmine!!!

Amo la tempesta... quella della natura! 

P.s. E a voi che effetto fa una tempesta?


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