(Ok ok non passatemi per pazza ma dovrò pure in qualche modo farmela passare con qualche gioco divertente!)
Tra le mani mi ritrovo un volume dedicato a Edgar Degas...
Ecco lo sapevo: arte dell'800... ufffffffffi
Si, lo so che mi sono riproposta di approfondire le varie epoche, gli artisti di tutti i periodi e di tutte le correnti... è che... Si, ok, ma avrei preferito uno del '900...
A questo punto immagino già le grasse risate che si starà facendo il mio Editor... E dire che mi ha visto ballare solo una volta! Testuali parole: "Tu e la coordinazione fate parte di 2 mondi diversi che non si incontreranno mai!" Questa poi... e come si permette di giudicare! Come se mi avesse visto quanto ero brava da piccola...
Cosa? Qualcuno di voi sa già che la mia carriera di "ballerina di danza classica" è stata una meteora? Uffi, vabbè ma volete sapere realmente com'è andata?
Vi accontento subito!
Dovete sapere che sono stata introdotta alla danza classica alla tenera età di 6 anni. Mia zia Josefina (super fan del blog!), arrivata direttamente dall'Argentina, è stata una ballerina professionista (pensate che ha fatto parte di diversi corpi di ballo, ha ballato in importanti teatri argentini e ha lavorato per molti anni in televisione facendo balletti di danza classica con la coreografa Adela Adamova a Buenos Aires).
Una volta tornata in Italia, ha deciso di aprire una scuola di danza proprio qui nel mio paese!!!
Ovviamente il sogno di ogni bambina è poter indossare un tutù e le mitiche scarpette rosa da danza con quei nastri lunghissimi e bellissimi... Che accidenti a loro non sono mai riuscita ad intrecciare e legare con destrezza... fosse già un segno del destino? Bah... non saprei... già da questo indizio si può intuire che non sarebbe mai stata la mia strada...
Ehi, ma cosa credete? Ho comunque insistito... d'altronde come si fa a rinunciare alle scarpette e a quei costumi bellissimi per il saggio di fine anno?
Impossibile! Pur di poterli indossare ero disposta a tutto! Forse a mia zia saranno venuti i capelli dritti nel vedere un fagottino scoordinato che fluttuava e spesso inciampava da una parte all'altra del palco e, ahimè, non oso pensare ai miei genitori... poveri, mentre gli altri si pavoneggiavano loro...
Ad amplificare la mia incapacità, era la presenza di mio fratello Edo che al contrario di me la danza, ce l'aveva nel sangue! GRRR... a ripensarci bene, capisco da dove arrivino alcune mie frustrazioni!
Comunque, chiudiamo il sipario e torniamo ora al mio amico Edgar.
Figlio di un banchiere agiato, cresce in un ambiente prospero e colto. Frequenta il liceo e si dedica alla copia di disegni e dipinti conservati al Louvre. Si iscrive all'accademia delle Belle Arti di Parigi e per completare la sua educazione artistica compie un viaggio anche in Italia.
Frequenta artisti come Renoir, Sisley, Monet... con cui esporrà nel 1874 alla prima esposizione degli impressionisti...
Ma non illudetevi lui non è un vero impressionista! Infatti al pari di Manet, Degas predilige la figura umana al paesaggio, le vedute di interni alle scene di esterni, la resa del movimento allo studio dei mutamenti atmosferici della luce, il lavoro nell'atelier alle gioie della pittura immediata "en plein air" che ha caratterizzato l'intero movimento degli impressionisti.
I suoi soggetti preferiti sono tratti dalla vita quotidiana fatta di teatri, caffè, ippodromi ma anche di anonimi momenti di vita quotidiana, di gente umile e modesta. Che si tratti di stiratrici, cameriere, modiste o donne colte nell'intimità della loro toeletta, Degas rivela nei suoi dipinti, un nuovo interesse per i temi sociali.
Scopro una cosa interessantissima, pensate, non dipingeva solo con i colori a olio, ma moltissime sue opere furono realizzate con i pastelli... si, quelli che oggi usano i nostri figli per scarabocchiare a scuola... incredibile!
Comunque, personalmente, i dipinti che apprezzo maggiormente sono quelli dove ritrae le ballerine.
Una curiosità: in quei tempi i teatri non erano ancora elettrificati. Erano illuminati soltanto durante le rappresentazioni ed in questa situazione si andava agli spettacoli tanto per vedere quanto per attirare sguardi. I giochi di luce e ombre rafforzavano l'espressività delle ballerine.
Pensate che Edgar aveva ottenuto l'autorizzazione a lavorare a l'Operà di Parigi durante le rappresentazioni, le prove e i momenti di riposo dei ballerini.
Una volta ritornato in atelier cercava di ricreare quelle scene con prospettive esagerate, distorsioni e scorci particolari, per dare l'apparenza di scene catturate dal vivo. E la cosa più interessante è, che dietro alla magia della danza e alla grazia delle ballerine, l'artista captava una realtà più prosaica di queste giovani ragazze, spesso miserabili, obbligate a prostituirsi e tentate dai soldi dei protettori. Egli dipingeva anche la fatica dei corpi disarticolati a forza di esercizi, e sottomessi a una disciplina infernale.
E chi lo avrebbe mai detto!!!
Direi che questo viaggio alla scoperta delle ballerine, dei teatri di Degas mi è piaciuto.
Ora caro il mio Editor, un pezzetto di me è ancora più "acculturato" ...eh, eh, attento... lo sai vero come si dice...: "a volte l'allievo supera il maestro!"
Ok, impossibile!
Impossibile perché mi manca l'arte della tua favella... Uhm forse qui ti do ragione... Nessuno mai potrebbe superarti... ma io in qualcosa sicuramente ti supero e a modo mio ne vado fiera...: sono spontanea e al tempo stesso imprevedibile in tutto... con me, vige la regola del "non si sa mai!"
La tua allieva sta crescendo... Attento!
P.S. E voi avete mai fatto danza?
Ciao Valeria! No non ho mai fatto danza classica..ma come dici tu, il tutu' e le scarpette rosa mi affascinano!
RispondiEliminaAllora rientro nella norma!!! Bene questo mi rende molto felice 😁
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