1 maggio 2020
Oggi vorrei scrivere un post diverso dai soliti.
Si tanto per dare un po' di brio... no? Sbaglio?
Cosa dite? Che il brio è già dato dalle mie continue gaffe? Dal mio muovermi goffo nel mondo dell'arte? Ma se lo faccio in punta di pantofole?!?
Ok, ok, state manzi (alias calmi...)! Oh capito. Comunque, il fatto è che scriverò comunque, volente o nolente un post diverso. Punto.
Ecco già vi vedo lì a scalpitare chiedendovi : "Ma cosa avrà in mente questa, oggi?"...un attimo, un attimo, aspettate! Eh che fretta!!!
Curiosità:
questa parola "un attimo" insieme ad "aspetta eh" per chi non lo avesse capito, sono le due parole da non dire mai difronte al mio Editor!
Percheeeé? Dovete sapere che ogni volta che chiama rispondo e poi gli dico: "un attimo eh, che arrivo..." o... "aspetta eh....", parte l'embolo! Nel senso che subito si innervosisce.
E non vi dico gli sbuffi e i borbottii che si sentono in sottofondo!
Il fatto è che devo avere il tempo di cercare gli auricolari e di attivarli... e ci metto sempre un pochino... vero Editor???
Ok, dove ero rimasta? Ah si ....ecco!
Allora: qualche giorno fa ho ricevuto un interessantissimo commento sul post dedicato alla scomparsa del noto critico Germano Celant, fatto immaginatevi un po' da chi? Ok, a meno che voi non l'abbiate letto, non potete farlo.
Allora vi darò un aiutino... da mio zio, zio Andrea!!!
State insinuando che non vi ho aiutato ma che l'ho spifferato subito? Si effettivamente avete ragione. Vabbè dai per sta volta....
Dicevo... mio zio ha scritto un commento a cui volevo rispondere subito... ma poi come mi accade ultimamente mi sono ritrovata tra le mani un vero e proprio post.
Infatti essendo mio Zio Andrea una persona dotata di estro artistico e perennemente in lotta per la salvaguardia dei diritti altrui e soprattutto di Madre Natura, mi sembrava alquanto riduttivo rispondere con un semplice messaggio.
Quindi eccomi qua pronta per elargire una mia nuova filippica! Siete pronti? Via si parte!
Questo è quanto scritto da Zio Andrea:
Cara Valeria, quando negli anni settanta dipingevo, era difficile conoscere le nuove tendenze o correnti artistiche, oltre ai giornali se volevi scoprire qualcosa c’erano le gallerie, che allora erano frequentate, ma per l’arte moderna, per farti capire com’era il mondo cinquant’anni fa, ad eccezione della galleria Ferrari di Verona che era una mosca bianca, per vedere qualcosa dovevi andare soprattutto a Milano. Allora ero innamorato della pittura e vedevo nella tela dei limiti espressivi, concettuali e di spazio, quindi cominciai a usare gli spaghi, il legno, i chiodi, oltre ai colori. E fu in quegli anni che scoprii casualmente l’arte povera di Celant e Pistoletto, che apprezzavo più che altro come movimento in polemica contro l’arte corrente e tradizionale e la società consumistica e distruttiva con la loro narrazione artistica degli scarti di questa società. Io invece usavo chiodi legno e spaghi per inventare un nuovo linguaggio dei materiali poveri e naturali che avevano da sempre accompagnato la vita dell’uomo. Ma a parte questo mio ricordo, ne approfitto per aggiungere che ho sempre fatto fatica ad apprezzare l’arte moderna in genere, non tanto per i loro messaggi o linguaggi spesso condivisibili, anche se a volte astratti concettuali e irreali, nonostante la loro visibile realtà come gli impacchettamenti di Christo, ma perché raramente trovo una ricerca, la scoperta o riscoperta della bellezza, dell’armonia e della poesia nelle loro opere, perché a mio avviso l’artista dovrebbe insegnare a far scoprire agli uomini quello che stanno distruggendo e che dovrebbero proteggere, amare, salvaguardare.
Un abbraccio da zio Andrea
...E questa la mia risposta:
Ciao zio.
Intanto volevo dirti che mi ha fatto molto piacere aver ricevuto il tuo messaggio.
Non hai idea di quanto mi abbia sbalordito, e confesso anche emozionato, sapere così tante cose particolari di te. O meglio, ho sempre conosciuto la tua indole artistica e ho sempre visto i tuoi lavori, alquanto fuori dagli schemi, presenti nella mia casa natale.
Devi sapere che proprio loro hanno accompagnato la mia giovinezza.
Infatti finché ho studiato e vissuto in famiglia me li sono trovati ogni giorno davanti agli occhi, perché si trovavano in quella che a casa dei miei, era stata "battezzata" la stanza della cultura (che null'altro era se non la mansarda!!) ed era il luogo deputato all'apprendimento.
Ricordo ancora quante volte mi sono persa, durante le mie pause per riposare il cervello (diciamo così!), nel cercare di capire e soprattutto trovare un senso a ciò che avevi in qualche modo creato...
Allora purtroppo, e non ho idea del perché, non ho sentito la necessità di andare a fondo, di scoprire cosa ci poteva essere sotto.
Forse se il mio spirito e la mia creatività si fossero mostrati più inclini all'arte già a quei tempi... a quest'ora magari lavorerei in quel mondo, ma forse poteva anche essere che avrei scoperto le cose che sto adorando ora, senza la passione e il trasporto maturo che ho in questo momento... Bah chissà... Inutile rimuginare adesso. L'importante è il qui e ora!
Al contrario dei tuoi "anni '70" oggi, per mia fortuna, posso destreggiarmi tra musei, gallerie e quant'altro, scoprendo così che esistono vari tipi di espressioni. E scoprendo altresì, che alcuni tipi di arte, che un tempo non avrei nemmeno calcolato, ora sono proprio loro, che smuovono in me qualcosa...
E già che facciano questo, è a dir poco destabilizzante.
Perché destabilizzante? Perché nella mia ottusità (dovuta al mio analfabetismo culturale e artistico) ho sempre negato (forse perché non ne avevo mai avuto esperienza) che degli oggetti, in questo caso tele, sculture, performance, etc... potessero offrirmi un miglioramento così profondo e una crescita così forte, in grado di toccare corde nascoste, così intime e inaccessibili che io stessa non sapevo di avere.
Quando mi scrivi che ad un certo punto eri si, talmente innamorato della pittura da soffrire per il fatto che la tela ti portava dei limiti espressivi, concettuali e di spazio, mi fai venire alla mente uno degli artisti che più mi fa girar la testa, di cui ho già scritto un paio di volte: Lucio Fontana.
Artista che anche lui, come ben sai, ad un certo punto trova nel lavoro su tela la terza dimensione! Cavoli Zio avresti potuto essere il nuovo Fontana!
Hai cominciato ad utilizzare i materiali di uso comune come chiodi, spago, legno...
Materiali poveri che da sempre hanno accompagnato la vita dura e reale dell'uomo, proprio per trovare una risposta alle tue esigenze che non venivano più soddisfatte dalla tela stessa, e senza forse rendertene conto, hai fatto parte anche tu di quel movimento artistico "Poverista" creato dalla figura di Germano Celant e che ha coinvolto quegli artisti ad esempio, come sostieni tu, Michelangelo Pistoletto, che probabilmente hanno infiammato il tuo spirito e la tua creatività.
Ok, tu sei sempre stato da quando sono nata, un sostenitore e difensore accanito della Natura. Per lei ti sei battuto, e ti batti tutt'ora, vincendo o perdendo, molte battaglie e forse all'epoca ritenevi giusto andare contro quell'arte che sosteneva o forse esaltava in qualche modo la società consumistica di allora.
Per l'occasione sono andata a rivedermi le tue opere o meglio, non potendomi spostare dal mio bel castello "pandemico" dorato, mi sono fatta inviare le foto, e noto con piacere che ad oggi riesco apprezzarne il lavoro, o meglio riesco a pormi delle domande (visto che comunque il senso ancora mi sfugge...) e cerco, cosa che non avrei mai fatto tempo addietro, di metterle in relazione con artisti significativi come De Chirico, Max Ernst, e...
Caro Zio, pure io nel mio percorso di scoperta a volte non riesco a dare una chiave di lettura alle opere che vedo. Magari, a volte, cercando oltre ai sensi materiali, riesco a trovare anche una spiegazione. Capisco anche che molto spesso, certe opere possano sembrare un obbrobrio a confronto con la bellezza che ci può offrire la Natura.
Tuttavia belle o brutte (termini che reputo inadatti e riduttivi, per questo argomento, ma era per farmi capire), immense o insignificanti che siano, trovo sempre che qualsiasi "opera d'arte" può renderci migliori.
E qui parte il mio ragionamento. Attento eh! Potrebbe essere contorto...
L'arte ha il compito importantissimo di smuovere, nel bene e nel male, le viscere, le budella, l'anima, lo spirito, procurare emozioni, facendo sentire la persona entusiasta, felice, piena di vitalità... ma anche l'esatto contrario... Così facendo la persona sarà portata, essendo in armonia con se stessa, a dare il meglio di sé ad amarsi , ad amare il mondo, la natura, le persone... Penso che solo facendo così, tutto potrebbe cominciare a muoversi nel verso giusto... se un verso giusto c'è!!!
Grazie Zio, un abbraccio!
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