mercoledì 29 aprile 2020

Che cosa hai detto che ci dovrei vedere, lì dentro?



Premessa del 27 aprile 2020

Questo post è stato scritto circa 3 mesi fa.
Quando in me era ancora molto forte, persistente e vivo il ricordo con relativo entusiasmo (quello non si è mai spento in realtà...) della visita fatta a Venezia alla Guggenheim Collection, luogo che adoro se non lo avete ancora capito!

Da allora le cose si sono fortunatamente un po' evolute.
In che senso? Semplice, in questi mesi per una mia innata curiosità, mi sono messa a leggere una montagna di libri, (vedere un po' di post passati per credere...), di riviste, di articoli sui social, che hanno aumentato considerevolmente le mie conoscenze artistiche.
Ho cercato, ogni volta che ho incontrato una parola nuova, un concetto nuovo, un qualcosa che mi era poco chiaro, di andare a fondo per cercare di comprendere al meglio.
Ovviamente chiedendo a chi sapete voi...
Vabbeh, avete capito, il mio Editor e al Signor Google,
che vi dirò, essere si a volte non così del tutto chiaro, ma sicuramente meno brontolone e sarcastico del primo.
Devo però ammettere che fortunatamente in qualche modo hanno cercato di chiarire e sgrovigliare matasse lunghissime e chilometriche di dubbi.
Ok, ok, Editor devo riconoscere che la tua pazienza di spiegarmi le cose è immensa.
Soprattutto quando sei costretto ad abbassarti al mio livello ed utilizzare un linguaggio adatto ai bambini della scuola dell'infanzia pur di farmi comprendere un concetto.
Certo in quei momenti non so se essere felice perché ho acquisito una nuova conoscenza o sentirmi una perfetta idiota perché mi ci vogliono spiegazioni su spiegazioni per farmela comprendere!
Sta di fatto, che sono orgogliosa di me.
Che nonostante tutto, insisto per capire ad ogni costo tutto, stressando inverosimilmente chi deve darmi le risposte!
Certo come diceva la mamma di qualcuno di mia conoscenza, che oramai conoscete anche voi,
"Non si nasce imparati!".
Mai affermazione è stata più azzeccata!
Il guaio è che vorrei conoscere tutte le correnti artistiche, con artisti connessi e più mi sembra di cominciare a capire qualcosa, più accade qualcosa che mi fa capire che in realtà non ci ho capito una mazza!
In realtà una cosa l'ho capita, e chiaramente anche: sono solo alla prefazione! Che normalmente è prima dell'introduzione...del grande mondo dell'arte!
Avete capito bene? No?
Ok provate a rileggere magari vi sarà più chiaro!

Questo è ciò che è accaduto anche rileggendo questo post.
Pensavo  di essere in grado di dire qualcosina in più... Invece ragazzi cosa volete che vi dica... io in questa tela non ci vedo ancora nulla!!!
Sono sicura che i "maniaci" dell'arte mi riterranno una giovane e inesperta matricola, una burbetta... allora facciamo così: se ci riuscite provate a spiegarmela voi!

Aspettate però, io qualche cosa di lui l'ho scoperta.

Theo van Doesbourg è un artista  olandese. Autodidatta, pittore e architetto.
La sua pittura è caratterizzata dall'utilizzo di colori primari e forme geometriche elementari, come linee e quadrati.

Diede vita alla rivista De Stjil, insieme a Piet Mondrian, "che decanta il radicale rinnovamento dell'arte e intorno alla quale nacque il movimento del neoplasticismo".
E già questa affermazione mi manda in tilt... cosa mai vorrà dire?
Che aveva a che fare con la plastica o magari con le forme? (Quiz per voi amici miei! la soluzione a pag... no vabbeh... scherzavo!)

 ottobre 2019
Vi è mai successo di imbattervi in un' opera d'arte e non riuscire a vedere l'immagine che rappresenta fino a quando qualcun'altro ve lo suggerisce? Ok, anche a me è successo! E fin qui nulla di strano...

Se invece, quel qualcuno, insieme ai libri che state divorando, vi suggerisce sì, che c'è un'immagine e voi continuate a non vederla?
Beh, inevitabile... Si cade nel dilemma... Mia incapacità? Mancanza di sensibilità? Ottusità? ...facendo leva su tutta quella poca autostima che mi è rimasta dopo questa confessione, vi dico che questo è il mio caso!
Di tutto quello che è indicato da tutti, non ci ho visto nulla allora e, continuo a non vederci nulla ora!

E qui vi voglio!

Sto parlando di un'opera di un certo Theo Van Doesburg presente nella collezione Peggy Guggenheim di Venezia (e a me tutt'oggi sconosciuto!).
L'opera in questione "Composizione in grigio, rag time" del 1919.
Rappresenterebbe una coppia che balla il “ragtime” (danza americana all’epoca in voga), di cui riprende il ritmo sincopato.
Uno studio preliminare piuttosto realistico, ci permette di comprendere che, l’uomo è sulla destra, con il piede saldamente ancorato alla base della composizione e il braccio destro alzato al livello della spalla. La donna, un po’ più piccola, sta muovendo il piede (le due linee verticali parallele in basso a sinistra) all’indietro fino a raggiungere il ginocchio, in un passo tipico del “ragtime”. La sua cintura è nell’ombreggiato ovale contenuto in un rettangolo a metà della composizione, sul lato sinistro.
Sono stata mezz'ora davanti al dipinto cercando di guardarlo da angolazioni diverse ad un certo punto mi sono anche messa a testa in giù... rischiando letteralmente di essere buttata fuori dal museo... ma io, i due ballerini non li ho visti!!!

Piuttosto che pensare che è la mia mente ad essersi fossilizzata, preferisco pensarla così:
Forse in quel momento i nostri ballerini hanno fatto una pausa andandosi a bere un drink!

A voi la sfida!

P.S. non sempre trovo delle risposte, ma il fatto di pormi delle domande rende le mie scorribande nell'arte sempre più interessanti!



- LA FRASE DEL GIORNO -

"il privilegio dei morti: non moriranno più"
  Gabriele D'Annunzio

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