Giovedì 24 settembre 2020
Oggi vi porterò in Spagna! Olè, olè!
Ok, non nel senso letterale della parola, dovrei essere il Bill Gates della situazione per portarvici tutti veramente, nel senso metaforico diciamo... su dai, un po' di fantasia e tu, Editor, non prendere sempre tutto alla lettera!
Comunque, andremo a Madrid e più precisamente al Museo Nacional del Prado.
Perché questa decisione? Semplice, perché ultimamente mi sono imbattuta molto spesso nel nome di un artista che chissà per quale ragione, lo devo ancora capire, perdonatemi, ha influenzato grandissimi artisti che ammiro molto e che hanno lasciato in qualche modo un segno nel mio cuore: Picasso, Bacon e addirittura Manet! Beh, quest'ultimo lo devo ancora appurare! Ma mi fido di quanto ho letto sino ad ora.
Ora, so benissimo che la mia poca esperienza e soprattutto "sapienza", nel campo dell'arte dovrebbero indurmi a risparmiarmi e risparmiarvi, qualsiasi tipo di giudizio e conclusione. Ma oramai mi conoscete e... Ecco, quello che voglio esprimere io, non è un giudizio assoluto, ma uno mio. Magari a sproposito ma sicuramente mio! Si mio caro Editor, avrai già le mani nei capelli e... ah no, che sciocca non li hai... è una semplice constatazione personale, di possibile miglioramento qualora riuscissi a vedere qualche opera dal vivo!
Cosa? Vi state chiedendo di chi voglio parlarvi oggi?
Uffi, calmini, datemi il tempo di preparare il terreno.
Certe cose, soprattutto se non piacciono tanto, fanno fatica ad uscire... Si perchè il protagonista di oggi non è che mi va proprio a genio... forse perchè ancora lo conosco poco... ma sta di fatto che...
Ok, va bene! Via il dente, via il dolore.
Vi dice niente il nome "Diego Velázquez"?
Teoricamente se avete già avuto la fortuna di andare al Padro lo avrete già incontrato. Il signor Diego è nato a Siviglia nel 1599, sin dalle sue prime opere si nota un grande realismo unito ad un trattamento plastico delle figure (sembrano cioè tridimensionali) a forti contrasti chiaroscurali che ne fanno vedere l'influenza del pittore italiano Caravaggio. Ora per me non è nemmeno da mettere a confronto con Caravaggio, ma ripeto devo ancora studiare e tu Editor, stai calmo è solo una mia opinione!
Nel 1623 viene incaricato di realizzare il ritratto del Re Filippo IV.
Il monarca, entusiasta, lo ingaggia al suo servizio e da quel momento nessun altro pittore avrà il privilegio di ritrarre il re e la sua famiglia, sarà solo lui il "pintor de càmara" pittore della cattedrale.
Pensate che da quanto diventano amici, gli viene assegnato il compito di decorare le residenze della Corona.
Nel corso della sua vita, intraprende 2 viaggi in Italia in cui apprende prima lo stile caravaggesco (vedi "la fucina di Vulcano") e poi lo stile veneziano ammirando Tiziano (vedi " Venere allo specchio").
Nel mentre che scrivo, fortunatamente, in questo caso è proprio un colpo di fortuna, chiama il mio Editor in video chiamata:
"Pronto allora ti stai dando da fare o stai oziando? Immagino la seconda... come al solito del resto..." ed io, che ho imparato a controbattere...: "ah, a dire il vero sto scrivendo!" vedo un accenno di sorriso in lui e... "inutile che sorridi. Sto scrivendo un pezzo su quel Velazquez che tu tanto dici..., che tra l'altro non mi piace neanche! Non mi piace, ma uffi, voglio farlo lo stesso!"
E lui stupendomi: "Brava! Fai bene! Scrivilo, non devi nasconderlo! Anzi esprimi ciò che pensi...“
E allora ne approfitto e... bla... bla... fino ad arrivare a: "vedi il discorso è che si dice che ha preso spunto da Caravaggio e da Tiziano ma per me lui con loro non c'entra. I suoi soggetti sono brutti, orribili, se tu guardi i ritratti non c'è un Reale che si salva, persino la principessina Margherita in "la meninas" è una ciofeca!"
E come sempre, armato di tanta pazienza...: "Allora, devi capire che a quei tempi, essendoci molti matrimoni tra consanguinei non potevano venire fuori delle gran bellezze e al contrario il resto degli artisti per far felici i loro committenti li rendevano più belli e presentabili nei ritratti più di quanto fossero nella realtà. Ma lui Diego, decise di dipingere la "verità" così com'era, era reale, sincero, non c'era inganno o falsità nei suoi ritratti. Quindi grazie a lui sappiamo veramente come erano le persone da lui immortalate. Con tutti i loro pregi e difetti..."
Ancora una volta resto fra il basito e lo sconfitto e...: "Ma non è possibile! Quindi su questa base dovrei rivalutarlo e considerarlo un pittore quasi "d'avanguardia". E chi lo avrebbe mai detto!"
Lui torna ad essere categorico... che "palloso" che è a volte... anzi senza quel "a volte"...: "vedi, prima di esprimere un qualsiasi giudizio è sempre meglio approfondire... conoscere, studiare, sapere e..."
Lo blocco prima che parta il "pippone": "Si ho capito ma caspita, erano inguardabili!" Ok, forse sono troppo severa... ma... ma io, non so voi, ero abituata a vedere e a credere a ritratti fedeli, non ritoccati.... è come (Editor tieniti forte, siediti se vuoi, ti conviene...) quando ti fai un selfie e per non far vedere le rughe metti l'opzione lifting! A proposito... Il mio nuovo telefono questa opzione non ce l'ha più!!! Si lo so, non c'entra nulla ma, se tra di voi ci fosse qualcuno che ha un Samsung A50 in più e non sa cosa... Ok, ho capito. Sto zitta...
Comunque, tornando al mio oramai amico Diego, il suo dipinto più famoso è "Las Meninas" (1656) è un ritratto della famiglia reale ma fatto in maniera particolare.
Ora vi spiego.
Il dipinto si intitola così in riferimento alle damigelle d'onore di Margherita figlia di Filippo IV, raffigurate intorno alla protagonista. La principessina che indossa un elegante abito bianco ed è ritratta al centro della scena, sembra estranea alla scena che le si svolge intorno. In realtà è venuta insieme a dame di compagnia, damigelle e nani, a fare visita ai suoi genitori e assiste alla loro sessione di posa accanto al pittore. La cosa strana è che i coniugi noi li vediamo solo dal riflesso dello specchio che si trova nella parete, dietro al pittore e alla principessa... Oh insomma, è come se il Re e la Regina fossero posizionati dalla parte di chi guarda il quadro. Almeno io l'ho capita così! Incredibile!
Con questo gioco d'astuzia il signor Diego è riuscito a rappresentarsi dentro la scena e a farsi uno strepitoso autoritratto mentre dipinge! E vi dirò di più il suo sguardo fissa si da lontano la coppia reale, ma allo stesso tempo lancia il suo sguardo verso un immaginario ammiratore del quadro!
Per ottenere gli effetti di luce sugli abiti e sugli accessori dei protagonisti, Velazquez applica i colori a piccoli colpi di pennello. I suoi tocchi rapidi e a macchia, diventeranno una caratteristica della sua pittura.
Pensate, bisognerà attendere gli impressionisti, due secoli più tardi, per ritrovare questo approccio fresco e naturale.
Ecco, lo sapevo! Adesso, seppur i personaggi non siano proprio "carini", pagherei oro pur di vedere quest'opera dal vivo. Mannaggia!
È incredibile. Ogni volta ci sbatto la testa. Finisce sempre allo stesso modo: parto titubante, scettica e magari svogliata per poi accelerare e, volendo scoprire e conoscere ancora di più, va a finire che mi innamoro un'altra volta! Ora con calma cercherò di osservare anche le altre sue opere... soprattutto una mi ispira: "la Venere allo specchio". E sapete perché? Perché visto che è ritratta da dietro, il viso allo specchio si vede pochissimo... che sia stata brutta pure quella? Mah... Lo scoprireno solo viv... ehmmm guardando!
P.S. pure voi fate i selfie effetto lifting?
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