marzo 2020
Avete mai visto una natura morta di Morandi?
Partiamo dall'inizio... mi ricordo alle medie, nell'ora d'arte di quanto mi sono impegnata a realizzare nature morte improbabili... ahimé molto improbabili!
Ricordo ancora la scena di quando a casa mi mettevo davanti al cesto di frutta con arance, mele, banane, mandarini, noci e nocciole sistemate (circa mezz'ora il tempo medio per creare questa composizione...) nel modo migliore sul tavolo della cucina, per risultare semplici da riprodurre.
Al momento della riproduzione poi, con lentezza infinita, visto che non ero molto ferrata in materia, cercavo di calcolarne le proporzioni.
Immaginatevi la sottoscritta con in mano matita, squadra e righello (a cosa mi servivano squadra e righello ancora devo capirlo) pronta a prendere le misure per trasferirle sul mio elaborato...
Essendo per me, un compito di difficile esecuzione, passavo più tempo, matita alla mano, a cancellare i segni piuttosto che a farli. Ma il bello arrivava al momento di fare le ombre. Quelle stronzette! Quelle benedette anzi maledette, ombre... Non ho mai capito del perché una natura morta non possa essere illuminata frontalmente, così da non avere ombre a destra o a sinistra... Mistero!
Ovviamente il lavoro colorato e finito lasciava molto desiderare e il voto si aggirava tra la sufficienza scarsa ed il sufficiente!!!
Ma non me ne sono mai fatta un cruccio. La difficoltà c'era ed era evidente!
Ho visto la mia prima natura morta di Morandi a Firenze. Poi ho avuto la fortuna di vedere per caso il museo Morandi in quel di Bologna.
Ricordo ancora che a Firenze al museo del '900 ero con Mr. Gallery e nell'istante in cui l'ho visto e ne ho letto il nome ho esclamato : "Ah, Morandi... credo che i miei a casa abbiano uno dei suoi lavori..." L'esclamazione resta sospesa nell'aria come se avessi lanciato una bomba ma, al rallentatore... Immaginatevi la faccia del mio amico. Poi, frenato dal suo buon senso risponde: "Sei sicura? Caspita, bello! Lo sai che vale tantissimo... con uno così, più o meno, potresti comprare un appartamento!"
...Esplosione della bomba! Lo guardo rido e un po' mi vergogno per la mia ignoranza, rispetto al valore commerciale e dico: "Ok, allora forse molto probabilmente si tratta di un altro artista che gli assomiglia....".
Osservo l'opera e lì per lì mi suscita semplicemente uno sbadiglio perché mi ricorda solo la noia e la fatica che facevo alle medie.
Tempo dopo ho l'occasione di incontrare molte sue opere nelle mie scorribande artistiche e di vedere il museo a lui dedicato.
Quello che mi fa cambiare tipo di percezione è il conoscere attraverso letture di ogni tipo e genere e la lettura delle varie didascalie, che si trovano alle mostre (ricordatevi di leggerle possono chiarirvi tante idee).
Ma Giorgio Morandi, come lavorava? Che tipo di persona era? E che cosa cercava nelle sue nature morte e nei suoi paesaggi?.
Era un pittore solitario, conduceva una vita quasi monastica in uno studio pieno di oggetti usati e non, conservati con cura nel corso degli anni. Bricchi polverosi, vecchie bottiglie, cuccume, vasi, vasetti, ciotole, scatole, barattoli, lumi a petrolio, imbuti, brocche, boccali, e altri ancora, tutti oggetti che lui disponeva sul proprio tavolo tracciando un segno per marcare la posizione.
Quel segno lo avrebbe aiutato a trovare la forma il colore e la luce.
Gli oggetti garantivano la forma e colore, la luce la doveva trovare lui ed era una parte fondamentale della pittura.
Pensate che lui stesso diceva che "ci vogliono 20 minuti per dipingere un quadro, ma per quei venti minuti, passo giorni e giorni a pensarci, a scegliere gli oggetti, a disporli insieme, a volte mi tocca ridipingere il quadro e aspettare la luce giusta che capita solo ad una certa ora del giorno..."
Alla mattina in accademia insegnava tecnica di incisione. Il pomeriggio dipingeva nello studio, poi verso sera si concedeva una passeggiata da solo o con un amico.
La sera faceva una cena leggera e poi chiacchierava a tavola con le sorelle e andava a letto presto. Non ascoltava musica perché lo agitava e non aveva né la televisione né il telefono! Una vita a dipingere bottiglie, vasi e paesaggi.
Praticamente un eremita!
Ogni pennellata è un gesto d'attenzione e di amore nei confronti della pittura, che conosceva bene.
I colori erano tonalità calde, ocra, colori tenui.
Lui cercava con la pittura l'essenza delle cose, l'equilibrio, la bellezza, la perfezione.
Ora osservando le sue opere riesco ad apprezzare e anche se non mi entusiasmo almeno non sbadiglio e percepisco quello che lui stesso voleva trasmettere e forse un pochino ci riesco! Sono soddisfatta della mia ricerca continua, che mi porta ad approfondire e soprattutto sono felice del passo avanti che ho fatto da Firenze a Bologna!
natura morta di Roberto Masi |
P.S. l'opera a casa dei miei ho scoperto essere di Masi un artista importante ma non così importante!!!
http://www.mambo-bologna.org/museomorandi/
- LA FRASE DEL GIORNO -
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"esprimere ciò che è nella natura cioè nel mondo visibile è la cosa che maggiormente mi interessa"
Giorgio Morandi
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