11 marzo 2020
Tutta colpa del Coronavirus!
Sono a casa da più di due settimane, le scuole sono chiuse, i musei sono chiusi, le mostre sono chiuse (anche se ieri vi ho dato qualche dritta...) ma che noia, che barba.
Pensate che io, che non amo la televisione, fra uno stimolo a Zoe e l'altro, fra una lettura e l'altra, un intervento sul blog e l'altro, sono qui a fare zapping...
Sono arrivata al punto di ordinare in rete due dvd, che mi sono stati consigliati.
Film che quando uscirono nelle sale non suscitarono il mio interesse e che ora... non vedo l'ora di vederli!
Due film che raccontano vita di artisti famosi: Modigliani di cui non so nulla a parte che era livornese, migrato a Parigi e dipingeva le donne col collo lungo e Pollock del quale, qualche cosa già so.
Non so cosa aspettarmi. Dopo aver visto il film su Basquiat (vedi post IN REGALO UN BASQUIAT), che ammetto è stato impegnativo, profondo e commovente, ho il presentimento che con questi due, non sarà una passeggiata.
Chiedo a Zoe se vuole vedere uno dei film con me. Mi guarda, sgrana gli occhi e mi dice: "sarai mica matta... per vedermi annoiare di più?".
Ok, visto che non ho scelta e la TV è di suo monopolio, mi accontento di vederlo sul pc.
Decido per "I colori dell'anima" del 2004, con Andy García che racconta la storia d'amore travagliata tra Modigliani e Jeanne.
Lui succube dell'alcol, lei succube di lui.
Lui da tutti chiamato Modì, è un pittore italiano di nessuna fortuna e malato di tubercolosi, che da anni vive a Parigi conducendo una vita ai limiti dell'accattonaggio. Facendo largo consumo di droghe dimostra un carattere guascone, tanto da irritare il più famoso collega Pablo Picasso che, geloso del suo talento, lo sfida a partecipare a un concorso tra artisti: il quadro migliore verrà premiato con un'ingente somma di denaro.
Una delle battute più belle è di Jeanne quando chiede a Modigliani se dipingera' mai i suoi occhi e lui risponderà : "si quando conoscerò la tua anima".
Alla fine sarà proprio un ritratto di Jeanne con gli occhi dipinti (per la prima volta) a farlo vincere.
La scena più struggente, che da sola vale già tutto il film, è quella della sfida stessa. Quando gli artisti Picasso, Utrillo, Ribera, Soutine e tanti altri, lavorano ognuno sulla propria tela sulle note musicali un'Ave Maria bellissima, drammatica e coinvolgente, un po' rap un po' classica....
Fin qua tutto ok, se non fosse che di mezzo c'è una figlia che viene data in affidamento ai servizi sociali a causa dell'incapacità della madre di dedicarsi a lei perché sopraffatta dall'amore per lui e dell'incapacità di lui di prendersi le sue responsabilità e cercare di uscire dall'alcol.
Alla fine sarà lui a vincere la sfida e a diventare così il famoso Modì, ma come avviene spesso per questi artisti, "maledetti" come qualcuno li definì, è già troppo tardi. Non avrà occasione di godersi il meritato successo. Muore a Parigi, il 24 gennaio 1920.
Le due ore di film, intenso, romantico, struggente, infinitamente triste, volano.
Quando la pellicola finisce mi chiedo seriamente come può esistere un contrasto così vario: la sofferenza di un artista a confronto della felicità di un collezionista. Due attori della stessa sceneggiatura che non potrebbero esistere uno senza l'altro. Ah... la magia e i misteri del mondo dell'arte!
P.s. Altri film da suggerirmi dedicati alla vita dei protagonisti del mondo dell'arte?
P.s. Ora ho un un'obiettivo: trovare un artista che abbia trascorso la vita felicemente! Chi di voi è disposto ad aiutarmi?
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