16 marzo 2020
Riepilogo della giornata:
- colazione, pranzo, cena, più merende varie (forse è la volta buona che ingrasso!)... fatto;
- riordino casa... fatto;
- pulizia maniglie porte con alcol disinfettante... fatto;
- scaricare compiti dal pc... fatto;
- ora di svago fuori in giardino con mascherina e ansia... fatto;
- libro da leggere... fatto
- caffè... fatto
- pennichelle varie... fatto
- pianoforte... fatto
- post x il blog...fatto
- chiacchierata con Zoe... fatto
- chiacchierata con altre persone adulte... ahimè, non pervenuta;
- attività fisica x rassodare i glutei.... ops, anche questa... non pervenuta!
Sono le nove di sera, dopo una giornata intensa come questa, finalmente mi "stravacco" sul divano.
Ho intenzione di guardarmi su Rai Play un docu-film per ampliare le mie conoscenze (visto che in questo periodo non si può fare altro...).
Apro la lista e non so perché opto per Umberto Boccioni, artista di cui ho già scritto, ma di cui sento mancarmi ancora qualcosa...
Il video in realtà è anche breve e si concentra sulla mostra fatta a Milano a Palazzo Reale nel 2016, quindi non rischio l'addormentamento.
Nato a Reggio Calabria nel 1882, negli anni dell'adolescenza segue per lavoro il padre in giro per l'Italia.
Soffrirà quindi la mancanza della figura materna (figura che sarà presente in molte sue opere).
Ma in questo suo girovagare sviluppa anche una apertura mentale rara per quell'epoca, che renderà rivoluzionaria la sua ricerca artistica.
A 18 anni pubblica il suo primo romanzo, sua prima forma d'arte.
Due anni dopo scopre la pittura, dai tratti si capisce che è un uomo inquieto, sofferente eternamente insoddisfatto, voleva diventare non un grande, ma un grandissimo ed i suoi metri di paragone, pensate un po', sono Michelangelo e Leonardo!
Proprio per questo cercava in continuazione stimoli, soluzioni nuove e voleva sempre superarsi.
Il fatto di sentirsi così "servo dell'arte" condiziona anche la sua vita sentimentale che risulta precaria e contrastata.
A Milano incontra Filippo Tommasi Marinetti e Carlo Carrà con cui darà vita al Futurismo nel 1909.
Nel documentario viene presentato un lavoro bellissimo: "romanzo di una cucitrice" (che vi consiglio di andare a vedere in rete) presentato ad un concorso a Milano. E' dipinta una donna (si pensa sia Ines la sua modella preferita nonché amica e amante...) seduta che si riposa leggendo un libro difronte alla sua macchina da cucire, simbolo di modernità.
Per creare un rapporto di continuità tra mondo interno e mondo esterno inserisce una finestra da cui entra la luce, terza protagonista dell'opera. Guardandola e osservandola e ascoltando le spiegazioni ai miei occhi diventa sempre più bella e acquista un nuovo significato. La cosa straordinaria è che prima non avrei guardato un dipinto così per più di 10 secondi...
Passando poi al trittico "Gli stati d'animo" del 1910, scopro che Boccioni vuole recuperare la poetica delle emozioni, degli umori, delle sensazioni, e delle attese che si creano nella città contemporanea, soprattutto in questo caso alla stazione ferroviaria dove il viavai di gente che si incontra e che parte, genera sollecitazioni continue.
Qui l'episodio principale è dedicato all'addio perché ci sono persone che si salutano in un abbraccio (quello che vorremo, Dio solo sa quanto, tra di noi... in questi giorni di Coronavirus... Ok, scusate questa è un'altra storia... ) e poi ci sono persone che restano.
L'idea è quella di trasportare dentro la tela non solo il momento del distacco, ma le emozioni di questa lontananza.
Questa scena smuove dentro di me sensazioni di paura, quella paura di lasciare il certo, il conosciuto, per l'incerto, ma anche di entusiasmo e meraviglia, di scoprire un qualcosa di nuovo, fatto di relazioni e nuovi modi di sentire.
Il tutto si mescola dentro di me perfettamente e l'opera sembra il riassunto perfetto di tutto ciò.
"E' convinto che la linea che costituisce il movimento è unica (linee elicoidali), in sostanza il nudo non è da solo, trascina con se le implicazioni spaziali entro le quali il nudo stesso si muove."
Curiosità: lo sapete che è rappresentata nelle monete da 20 centesimi?
Muore nel 1916 a Verona in un incidente a cavallo.
Finisco di vedere il video e comincio a pensare alle 2 opere viste di recente a Palazzo Maffei (vedi post). Di come mi hanno intrigato ed incuriosito per il tratto pittorico: unico e personale, fatto di piccole pennellate sfuggenti e veloci.
Mi accorgo solo ora, di quanto questo mio girovagare in "punta di pantofole" nel mondo dell'arte, stia stimolando in me la ricerca di un gusto, la ricerca di un senso di bellezza, la voglia di approfondire concetti nuovi, e la consapevolezza di quanto sia importante l'arte nella vita dell'uomo.
Sono contenta della scelta fatta perché mi sta dando l'opportunità di conoscere e di provare ancora una volta belle emozioni che in questo periodo sono fondamentali!
Quindi che dire altro...
- ampliare la mia cultura artistica... fatto!
P.S. spero che il mio blog possa essere da stimolo per voi e la vostra curiosità... e poi come tutte le cose ognuno ci può mettere del suo!
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